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SACERDOTI

I decreti episcopali e tutti i reportage degli ingressi dei parroci del 2017

Ingressi dei nuovi parroci:

 

 

Nomine e provvedimenti vescovili

 

Calendari degli ingressi:    Settembre     Ottobre

 

Presbiterio celeste

 

 

Nomine ed eventi relativi all’anno 2016

Nomine ed eventi relativi all’anno 2015

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Anche i vescovi Napolioni e Lafranconi alle esequie di Capovilla che fu tra i primi a chiedere la beatificazione di Mazzolari

In una lettera del 2011 inviata alla Fondazione di Bozzolo il porporato invocò l'inizio del processo e si definì "discepolo attento e

Il vescovo Antonio Napolioni e l’emerito Dante Lafranconi, in rappresentanza dell’intera Chiesa Cremonese, hanno partecipato, lunedì 30 maggio, a Sotto il Monte, alle esequie del card. Loris Capovilla, segretario personale e custode della memoria di papa Giovanni XXIII. Il porporato, già arcivescovo di Chieti-Vasto e prelato arcivescovo del Santuario della Santa Casa di Loreto, è deceduto nel pomeriggio di giovedì 26 maggio presso la clinica Palazzolo di Bergamo. Capovilla, che dal 1988, risiedeva nella casa natale di Papa Roncalli era molto legato alla figura di don Primo Mazzolari tanto che fu tra i primi, nel 2011, a chiedere pubblicamente l’avvio del processo di beatificazione con una lettera inviata alla Fondazione Mazzolari con preghiera che fosse trasmessa al Vescovo diocesano.

Egli scriveva nella missiva: “Con cuore trepido, ingenua preghiera, confidenza di figlio e di suddito chiedo al Santo Padre di gradire l’aspirazione di non pochi fedeli di Lombardia e di tutta l’Italia di concedere l’avviamento della procedura prevista dai canoni ecclesiastici, ‘ad bonum animarum’, con la certezza che la rilettura dei testi mazzolariani darà luce e coraggio”.

“Dall’incontro del 1948 nella sua arcipretura di Bozzolo – continuava il porporato – sino ad ora, gli sono stato discepolo attento e amico fedele, senza mitizzarlo, tenendomi lontano dal cosiddetto culto della personalità”. E ancora: “So tutto o quasi di lui uomo, cristiano, sacerdote e pastore d’anime. Conosco i rilievi talora sgarbati ai suoi scritti e l’avversione di alcuni alle sue accorate proteste esternate in momenti drammatici e pericolosi. Critiche e riserve verranno spassionatamente vagliate dai teologi e dagli storici. La fede limpidamente professata, i costumi integerrimi, l’esemplare pietas utile a tutto (I Tm 4,8), l’amore al Libro, a Cristo, alla Vergine Madre, ai profeti e confessori non cancellano i limiti di natura, di carattere e di educazione. Riconoscerlo costa niente, anzi giova assai. Ogni essere umano, senza eccezione, vive avvolto nella tunica dell’imperfezione, che non estingue tuttavia il fuoco della carità e lo zelo combattivo”.

Mazzolari, proseguiva il presule, “è stato uomo di fede. E conseguentemente prete povero, casto, obbediente, disposto a spezzare la sua penna e a mettere il suo io sotto i piedi”. “Ho sempre venerato Mazzolari. Ho sofferto molto – testimoniava Capovilla – quando mi è sembrato che qualche confratello non condividesse questo mio stato d’animo ma è solo dopo il recente elogio diffuso in piazza San Pietro, al cospetto delle folle”, da papa Benedetto XVI, “che mi sono chiesto se la testimonianza e gli scritti mazzolariani non inducano all’interrogativo esplicito. È stato un santo nell’accezione comune del termine? La risposta, per quel che può valere, ho il dovere di esternarla con chiarezza alla maniera degli umili e dei semplici: Sì, è stato non solo un buon cristiano e ottimo prete; ha raggiunto, a mio avviso, alta quota nella montagna delle beatitudini”.

 

Le parole di Mons. Napolioni su Capovilla

Mons. Napolioni già nel pomeriggio di giovedì 26 maggio, durante i Vespri della solennità di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, aveva espresso il suo dolore per la morte, avvenuta poco prima, di mons. Capovilla. Per il presule don Loris era “un assettato di bellezza, dell’amore di Dio, della qualità autentica della vita. Alla scuola di papa Roncalli è stato suo testimone fino all’ultimo. Sono felice di aver avuto in febbraio l’occasione di andarlo a trovare e ricevere la sua testimonianza di giovanezza spirituale. Egli mi diceva: ‘Questo è un tempo stupendo della vita della Chiesa’ e dobbiamo accorgercene e impegnarci perché porti veramente frutto”.

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Con il “Transitus animae” di Perosi conclusa in Cattedrale la 12° edizione del “Canticum Novum”

Protagonista La Camerata di Cremona diretta da Marco Fracassi, con le soliste Normanna Dacquati e Masako Tanaka Protti; all’organista Fausto Caporali

Si è conclusa nella serata di sabato 28 maggio in Cattedrale la 12esima edizione della rassegna musicale Canticum Novum, promossa dall’associazione Manrc’Antonio Inegegneri con la Scuola diocesana di musica sacra. Una conclusione nel nome di Lorenzo Perosi, ricordato nell’anniversario della sua morte, con l’esecuzione dell’oratorio Transitus animae a cura de La Camerata di Cremona diretta da Marco Fracassi, con la partecipazione delle soliste Normanna Dacquati e Masako Tanaka Protti e al Mascioni l’organista Fausto Caporali.

 

Il concerto conclusivo

Se è pur vero che, proprio per la vocazione alla musica sacra, ogni concerto appare unitario va comunque sottolineato come la performance artistica dell’ensemble cremonese sia stata oltremodo variegata, proponendo un viaggio attraverso i secoli, tra epoche e generi diversi, dal Settecento di Vivaldi alla contemporaneità con il “transitus animae” di Lorenzo Perosi, che “canticum Novum” ha celebrato in occasione del sessantesimo della morte.

E se il “Laudate Dominum” (con cui si è aperta l’esecuzione) propone un canto di lode, significativo e profondo nell’esaltare l’alleanza tra Dio e il suo popolo all’interno di una prospettiva universale, dunque di una dimensione collettiva, l’oratorio del “transitus animae” riflette un momento assolutamente più individuale (e in questo probabilmente anche più moderno): quello del passaggio dell’anima all’aldilà.

Masako Tanaka Protti è davvero straordinaria nel rendere l’intimità di espressione della parte del solista, che si raccoglie in profonda umiltà davanti a Dio in prossimità del passaggio all’eternità, mentre il coro intona le preghiere per gli agonizzanti. Un racconto in musica tra squarci di luce e di tenebre, canti di lode e trepidanti preghiere, nel gioioso presentimento della gloria della resurrezione.

È una pagina densa di tenerezza, di abbandono e di consolazione spirituale; una pagina quasi risolutiva di tutte le emozioni del compositore, tanto è ricca di spunti, di meditazione, di slanci lirici e di speranza.  Tra questi estremi il “cantique de Jean Racine”: un canto solenne, dolce, pacato, talora profondo e triste ma mai troppo drammatico, capace di ispirare soprattutto fede, tenerezza e meditazione.

E, ancora, Mendhelsson, Respighi (in una trascrizione di Fausto Caporali tanto bella quanto efficace)  Matthey.Assoluto protagonista il coro chiamato ad una prova non facile, ma capace di restituire con precisione, bellezza d’intonazione, ricchezza e varietà nel cromatismo espressivo, tutte le complesse architetture polifoniche di pagine tra loro tanto diverse. Merito del direttore Marco Fracassi che, con raffinata sensibilità artistica, sublima l’esecuzione da mera esibizione declinandola nei toni più intimi e nell’emergenza sentimentale di elevazione spirituale.

Parimenti prezioso il contributo delle voci soliste: oltre a Masako Protti che ha voce vibrante, portamento, arte di canto e stupenda stilizzazione anche  Normanna Dacquati che sa coniugare una emissione duttile e spontanea con la rarefazione di momenti di più intima solennità. Infine Fausto Caporali, che – in perfetta sintonia con la Camerata e con il programma del concerto anche come solista fa emergere in tutta la sua bellezza la potenza evocativa dell’organo solo, rimandando (in particolare il Respighi) alla drammatizzazione della coscienza, dei moti che la abitano.

Alberto Bardelli

 

La rassegna 2016

La 12a edizione della rassegna Canticum Novum promossa dalla Associazione Marc’Antonio Ingegneri e dalla Scuola Diocesana di Musica Sacra Dante Caifa è stata ricca di contenuti anche per la ricorrenza del 60° anniversario della morte di don Lorenzo Perosi, importante musicista e riformatore della musica sacra nel ‘900, coincidenza che ha guidato l’ideazione dei programmi musicali presentati dalle diverse formazioni corali.

L’itinerario della rassegna si è snodato per tutto il territorio della lunga diocesi cremonese, da Commessaggio (sul monumentale Lingiardi costruito nel 1840) a Casalsigone, Grumello, Martignana di Po (dove si è presentato il restauro dell’organo Rotelli del 1934), Torre de’ Picenardi, San Bassano, Derovere, Casalmaggiore e Cremona.

Le formazioni corali coinvolte quest’anno nella rassegna sono attive sia nell’animazione del servizio liturgico sia in attività artistiche autonome e hanno presentato proposte musicali quanto mai varie.

Alcuni compagini hanno dato vita ad esibizioni spettacolari dal punto di vista del volume a qualità sonora poiché presentano una formazione che unisce cori di diverse parrocchie: le Scholae Cantorum di Torre de’ Picenardi, Cividale e Spineda, dirette da Donato Morselli, hanno offerto a Commessagio un interessante programma incentrato su autori ceciliani (Perosi, Cittadini, Refice); l’Unione Corale don Domenico Vecchi diretta da Giovanni Merisio ha proposto un godibilissimo percorso dalla messa in stile romantico di Riemann agli autori legati al Santuario di Caravaggio (Genori, Bosi) sempre sorretti dall’ottimo organista Emilio Brambilla; il Coro San Bernardino di Soncino e la Schola Cantorum di Castelverde diretta da Giorgio Scolari hanno profuso un piena vocalità nella esecuzione della cantata In Coena Domini di Perosi nella grande chiesa di Martignana di Po.

Non è mancata la presenza di autori contemporanei che si dedicano alla musica sacra grazie alla interessante proposta musicale del Coro San Pio V di Soncino diretto da Roberto Grazioli che ha offerto all’ascolto brani sacri composti dallo stesso Grazioli (Inno ispirato al giubileo della Misericordia e messa Regina Coeli).

La grande polifonia rinascimentale e barocca è stata ben illustrata dalla Schola Cantorum Santo Stefano di Casalmaggiore diretta da Eugenio Negri in un affascinante percorso da Des Prez a Lotti, mentre il coro Marc’Antonio Ingegneri diretto da Vatio Bissolati ha proposto un concerto tutto incentrato sulla raffinata polifonia di Palestrina (Missa a 4 e mottetti).

Particolarmente accattivante la proposta musicale del Coro della Cattedrale di Cremona diretto da don Graziano Ghisolfi che nella chiesa di San Bassano ha proposto la Missa Brixinensis del contemporaneo Stefan Trenner, animata da una giovanile vitalità ritmica e sostenuta da un ampio spettro sonoro che ha incluso, oltre al poderoso organo Balbiani, un quartetto di ottoni. Gran finale con l’esecuzione della cantata In Coena Domini di Perosi tratta dalla Passione secondo San Marco e con la presenza del solista Luca Bodini.

L’anno in corso rappresenta anche il 30° anno di attività per la Scuola Diocesana di Musica Sacra “Dante Caifa” nata nel 1986 come Scuola d’Organo sotto l’egida del Comitato per l’Organo della Cattedrale e la volontà di don Dante Caifa. Gli organisti impegnati nella rassegna Canticum Novumsono stati chiamati a rappresentare il corpo docente della Scuola e gli allievi che hanno avuto un importante esperienza formativa presso a Scuola stessa.

Enrico Viccardi e Gianmaria Segalini – docenti presenti fin dalla fondazione dell’allora Scuola d’Organo nel 1986,  Marco Molaschi e Ugo Boni – attuali docenti presso le sedi della Scuola di Trigolo e Sabbioneta, Luca Baronio, Marco Granata, Alberto Pozzaglio – affermati organisti e musicisti che hanno iniziato la loro formazione presso la Scuola Diocesana, Stefano Molardi e Fausto Caporali – eminenti esponenti cremonesi dell’arte organistica e già docenti preso la Scuola Diocesana, hanno permesso al numeroso pubblico delle diverse chiese di apprezzare la qualità e il valore del patrimonio organario presente in diocesi.

Presentazione della Rassegna 2016

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«Abbiate più amore e una famiglia ancora più grande». Guardando a Maria l’augurio del vescovo Antonio agli ospiti de La Pace

Lunedì 20 maggio mons. Napolioni ha chiuso idealmente il mese mariano. Ogni pomeriggio di maggio nella struttura di via Massarotti comunità parrocchiali e realtà di volontariato hanno animato il Rosario

È stato il vescovo Antonio a concludere idealmente il mese di maggio presso la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona. Un mese mariano che gli ospiti della struttura di via Massarotti hanno vissuto in modo molto intenso ritrovandosi ogni pomeriggio per la recita del Rosario. Continue reading »

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Mercoledì alle 18 in Seminario Messa in suffragio di mons. Maurizio Galli

Nell'ottavo anniversario della morte avvenuta il 1° giugno a Cremona presso la casa di cura «Ancelle della Carità»

Mercoledì, alle 18, in Seminario sarà celebrata una Santa Messa in suffragio del vescovo cremonese mons. Maurizio Galli deceduto il 1° giugno 2008 nella casa di cura «Ancelle della Carità» di Cremona. Mons. Galli, nato a Soresina nel 1936, ma cresciuto nelle comunità cittadina di Sant’Agata è stato ordinato sacerdote nel 1961. È stato vicario a San Michele e vice assistente di Azione Cattolica, ma l’esperienza più significativa e apprezzata è legata al Seminario: dal 1978 al 1982 è stato animatore e dal 1982 al 1998 rettore. Il 2 aprile 1998 è stato eletto vescovo di Fidenza ed ha ricevuto l’ordinazione episcopalie per le mani di mons. Giulio Nicolini, il 2 maggio 1998, nel Duomo di Cremona. Il 7 giugno 1998 ha preso possesso della chiesa sorella di Fidenza che ha guidato fino al 30 giugno 2007. Mons. Maurizio Galli è sepolto nella Cattedrale di San Donnino a Fidenza.

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Il Vescovo a S. Matteo delle Chiaviche per la processione della Madonna dei Correggioli

Prima della processione verso la chiesa parrocchiale mons. Napolioni ha venerato il Crocifisso da poco posizionato dopo la profanazione avvenuta all'inizio dell'anno

È stato il vescovo Napolioni a presiedere, nella serata di martedì 30 maggio, la processione dalla Madonna dei Correggioli alla chiesa parrocchiale di S. Matteo delle Chiaviche: una antica tradizione ripresa lo scorso anno dal parroco don Angelo Maffioletti. Tutto ha avuto inizio nella golena di S. Matteo, a circa un chilometro dal ponte in barche di Torre d’Oglio, dove all’inizio dell’anno era stato profanato il Crocifisso. Continue reading »

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Il 2 giugno pellegrinaggio giubilare in motonave per le parrocchie della Zona pastorale 11

Alle 16 la preghiera nella Cattedrale di Cremona con il vescovo Antonio. In programma il passaggio dalla Porta Santa, la preghiera davanti all'urna del Patrono e le visite a Battistero e Torrazzo

Un pellegrinaggio fluviale in Cattedrale. È l’iniziativa promossa dalla zona pastorale 11 nella giornata di giovedì 2 giugno. L’idea, nata come proposta per gli animatori dei Grest, è stata poi estesa all’intera zona. Circa 200 gli iscritti tra famiglie, giovani e anziani. Continue reading »

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Martedì 31 maggio il vescovo Napolioni ospite a “Il diario di Papa Francesco” su Tv2000

La trasmissione, condotta da Gennaro Ferrara, ha preso le mosse da alcuni passaggi dell’Evangelii Gaudium e recenti interventi di Papa Francesco

Martedì 31 maggio è stato il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, l’ospite de “Il diario di Papa Francesco”, la trasmissione pomeridiana di Tv2000, in onda dal lunedì al venerdì, per una riflessione quotidiana sulle parole e gli insegnamenti del Santo Padre. Continue reading »

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«Costruiamo una chiesa che generi speranza»

Una riflessione di don Antonio Agnelli in risposta alle suggestioni offerte nei giorni scorsi dal vescovo cremonese Carmelo Scampa sulla situazione della Chiesa in Brasile e nel mondo

Pubblichiamo volentieri questa riflessione di don Antonio Agnelli, parroco di Corte de’ Frati, in risposta alle suggestioni offerte nei giorni scorsi sul nostro portale dal cremonese mons. Carmelo Scampa, vescovo di São Luís de Montes Belos in Brasile, a proposito della situazione della Chiesa latino-americana e di quella universale.

Carissimo Vescovo Carmelo,

Sento il bisogno di rispondere alle tue giuste e provocanti riflessioni, perché  devo a te il mio interesse   per l’America Latina. Quando tu sei partito per il Brasile, nel 1977, io entravo in seminario e da compaesano affezionato ho cominciato a scriverti, e tu a rispondermi, aprendomi cuore e intelligenza all’esperienza ecclesiale che in quegli anni cresceva in America Latina. Erano tempi diversi: più dinamici e attenti a tutti i livelli, alle problematiche che interessavano la chiesa universale. L’indimenticato mons. Bassi, nostro direttore spirituale,  volle leggere un testo di Leonardo Boff, Il volto materno di Dio, esprimendomi le sue critiche e i suoi apprezzamenti.

La realtà è mutata in molti aspetti che tu meglio di me conosci: in quegli anni vi era  anche con i non credenti una piattaforma etica condivisa: oggi vi è oltre che un moltiplicarsi di visioni umane, anche l’avanzare dell’indifferenza che rende più difficile il dialogo, al quale comunque non si deve rinunciare, offrendo al limite solo l’amicizia e la vicinanza. L’eclissi di Dio porta anche a un progressivo svuotamento di valori che a volte ci spiazza e ci manda in crisi.

Ci  si è giustamente interrogati in questi ultimi decenni, sul come trasmettere la fede alle nuove generazioni,  come coinvolgere i genitori, come formare i cristiani, sul valore educativo della scuola pubblica e privata,  ecc….. ma non ci si è accorti che siamo forse rimasti prigionieri dei nostri giochi linguistici che aggiunti a pizzi e merletti, hanno provocato una autoreferenzialità ecclesiale i cui pericoli Papa Francesco ci indica continuamente .

È venuto meno l’entusiasmo di essere comunità cristiana: siamo diventati comunità di devozione, di tradizione, a volte ben ordinate, anche caritatevoli, s’intende,  ma fredde e opache: stanche e legate più al diritto canonico che alla vita reale delle persone: abbiamo perso lo spirito della profezia, della gioia, della denuncia dei mali storici, di una liturgia viva che senza essere sregolata, esprima proprio l’entusiasmo della comunione con il mistero della Trinità che è mistero di vita e di comunione che rinvigorisce, rianima e non esaurisce o intristisce chi vi partecipa.

Anch’io ho nostalgia, come tu dici di una “chiesa seria, coraggiosa lucida, capace di esporsi senza calcolare le conseguenze….senza orpelli inutili capace di dire la parola chiara del Vangelo a tutti”.

La tua chiesa latino-americana ha pagato di persona questa visione pastorale: i martiri, tra cui ricordo il tuo caro amico Josimo Tavarez, hanno autenticato col sangue la loro fedeltà al regno di Dio, e noi abbiamo pesino paura a nominarli:  per alcuni è ancora sovversivo il beato Oscar Romero, la cui colpa è stata quella di essere come Vescovo umile e perseguitato, fedele al Vangelo e agli impoveriti.

Comprendo il tuo umano pessimismo anche se giustamente sei convinto che la chiesa è nelle mani dello Spirito e lui saprà di certo scuoterla, vivificarla, ribaltarla se necessario, perché sia sempre più trasparenza non del potere umano ma del Vangelo del Crocifisso Risorto.

Non ci è proibito sognare, caro amico Vescovo Carmelo, non siamo nemmeno soli. Ci sono tanti segni anche qui da noi: qualcuno in Diocesi, molti fuori, che ci fanno ben sperare. Vi è il desiderio di ricostruire una chiesa che generi speranza, accetti la calunnia pur di essere fedele al Vangelo, usi le strutture necessarie per i più poveri, dia esempi di sobrietà e distacco dal braccio del potere di turno, sappia difendere i diritti umani, ami il dialogo, difenda la famiglia ma denunci senza paura il commercio delle armi,  la guerra che è la radice dell’ angosciante fenomeno migratorio che stiamo vivendo in Europa, l’economia di morte e sfruttamento che toglie speranza ai giovani, la corruzione, l’idolatria del denaro e delle cose materiali.

E in tutto questo abbiamo il sostegno insostituibile di Papa Francesco.

C’è spesso nelle nostre comunità tanta generosità, ma non  la voglia di capire il perché di tante situazioni e di agire di conseguenza, mettendoci in gioco. Abbiamo timore  di pagare di persona il prezzo di portare il Vangelo dalle chiese alla storia.

Grazie caro dom Carmelo delle tue provocazioni: ci possono aiutare ad essere una Diocesi meno addormentata e chiusa, più viva e coraggiosa e per te e la tua comunità diocesana, prego il Signore perché  aumenti le vocazioni e spinga anche i tuoi cristiani a gridare insieme a noi le parole del  Vangelo della vita e della misericordia.

Con affetto e stima
                                                                                                                          Don Antonio Agnelli

L’intervento di mons. Carmelo Scampa

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Giovedì 9 giugno El Salvador e il Centro America sotto la lente presso la sede provinciale delle ACLI

Alle 21 interverrà Mariella Tapella, respondabile del Sercoba (servizio alle comunità di base) fondato dai collaboratori del vescovo Romero

“El Salvador e Centro America tra violenze e migrazioni alla frontiera del Messico”. Questo il titolo della serata in agenda giovedì 9 giugno (ore 21) presso la sede provinciale delle Acli, in via Cardinal Massaia. Interverrà Mariella Tapella, attivista per i diritti umani e responsabile del Ser.Co.Ba.

Nel 1992 Mariella Tapella insieme ad alcuni collaboratori di mons. Romero diede vita al Ser.Co.Ba (Servicio para Comunidades de Base – Servizio alle Comunità di Base)., un servizio che opera in 59 comunità di base per aiutare a rendere cosciente il popolo sui propri diritti, accompagnarlo nelle sue necessità primarie non soddisfatte dai Governi, nella sua lotta contro le multinazionali che continuano a distruggere il territorio e la vita dei contadini con il proliferare di grandi opere estrattive che avvelenano i corsi d’acqua e i terreni.

Mariella Tapella condivide la povertà e le lotta dei salvadoregni, affrontando insieme alle comunità di base i problemi di un paese spremuto da una globalizzazione che uccide la dignità e la vita della gente.

L’incontro è promosso in collaborazione con il gruppo Oscar Romero e l’adesione della Tavola della Pace di Cremona.

La locandina

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