Don Paolo Ardemagni accolto a Robecco d’Oglio

L'ingresso del nuovo parroco nel pomeriggio di domenica 8 ottobre con la Messa presieduta dal vescovo Napolioni

image_pdfimage_print

Un’emozione vigorosa e genuina è quella vissuta domenica 8 ottobre dalla comunità di Robecco d’Oglio nell’accogliere a braccia aperte don Paolo Ardemagni, la sua nuova guida spirituale per i prossimi 9 anni. La messa di insediamento del nuovo parroco bergamasco, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, si è svolta alle ore 18 in una chiesa straripante di fedeli, arrivati davvero numerosi da Cassano d’Adda, dove don Ardemagni ha svolto precedente il suo ministero, e da Misano di Gera d’Adda, suo paese natale. Tanti gli ex parrocchiani, famigliari, amici e ovviamente i robecchesi che hanno voluto esprimere la loro fraterna vicinanza per questo nuovo cammino sacerdotale.

A don Ardemagni è stata riservata un’accoglienza davvero affettuosa, a partire dal sindaco di Robecco, Marco Pipperi, con la Giunta comunale, il comandante dei Carabinieri Fabio Oliviero e i rappresentanti delle varie associazioni locali. Sul sagrato della chiesa dedicata ai Ss. Giuseppe e Biagio, il primo cittadino ha rivolto a don Paolo il saluto a nome di tutta la comunità civile, promettendo la massima collaborazione: “Sono certo che Lei, con la sua energia ed il suo entusiasmo, saprà guidarci durante questo nostro cammino, garantendo così alla nostra comunità crescita e sviluppo sociale e spirituale”.

La parrocchiale gremita ha accolto con un lungo applauso l’ingresso della processione e un don Paolo visibilmente emozionato, sulle note del significativo canto Tu es sacerdos, eseguito dalla Schola cantorum.

La Messa, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, è stata concelebrata dal collaboratore parrocchiale don Mario Olivi, il vicario zonale don Pietro Samarini, don Gianfranco Castelli (Misano), don Giansante Fusar Imperatore (Cassano) e don Floriano Scolari (Polengo). Particolarmente apprezzata la presenza dell’ex parroco don Giuseppe Allevi, compaesano e amico di don Paolo, che ha curato la preparazione della cerimonia.

All’inizio della Messa don Samarini ha letto il decreto di nomina (4 giugno 2017), seguito dal canto solenne del Veni creator spiritu. Il Vescovo ha quindi consegnato a don Paolo l’aspersorio, con il quale il nuovo parroco ha benedetto i fedeli presenti; poi l’incensazione dell’altare.

La catechista Anna Gazzina ha rivolto a don Ardemagni il saluto della comunità parrocchiale: “Lei è il nostro nuovo pastore, la nostra guida e noi siamo pronti a seguirla nello spirito del Vangelo, a condividere le fatiche ma anche le gioie con impegno e fiducia. Benvenuto fra noi don Paolo, l’accogliamo con amicizia, un forte abbraccio e comunione, chiedendole di sostenerci continuamente nella Fede, Speranza, Carità”.

Mons. Napolioni, nell’omelia, ha lasciato a don Paolo la consegna di “far arrivare la Chiesa nelle case perché noi tutti siamo in questa terra per spenderci amando e servendo, per dare la vita giorno per giorno e migliorare il mondo”. E ancora: “Non desidero parrocchie super e nessun prete superman, ma parrocchie in pace: la pace di chi prende forza nel ritrovarsi insieme”.

Prima della benedizione finale, don Ardemagni ha preso la parola per ringraziare tutti dell’accoglienza e presentarsi ai nuovi parrocchiani, già conquistati dalla sua giovialità e schiettezza: “Vengo da voi, come un servo nello spirito del Vangelo, come un amico, un compagno di viaggio con semplicità e umiltà. Una sorta di allenatore che trascina, ma che non rinuncia anche a entrate dure se necessario”.

A sottolineare proprio la sua grande passione calcistica, i ragazzi di Cassano hanno preparato ed esposto sul piazzale della chiesa un simpatico cartellone raffigurante un campo da calcio con la scritta: “Anche qui sarai un grande capitano”.

Dopo la Messa Alberto Marchini e Alice Nolli hanno siglato, in qualità di testimoni, l’atto di ingresso del nuovo parroco, mentre la comunità ha voluto far dono a don Paolo di un proiettore per le attività oratoriane.

La festa è proseguita in oratorio per un momento conviviale tutti insieme con un ricco rinfresco preparato dall’associazione Volontari e dai collaboratori parrocchiali. Immancabile il taglio della torta di benvenuto da parte di don Paolo, a suggellare una giornata di grande emozione e fraternità.

Photogallery

 

Profilo del nuovo parroco

Don Paolo Ardemagni, classe 1962, originario di Misano Gera d’Adda, ha iniziato il suo ministero come vicario: prima a Soncino (1986/1996) e poi a S. Abbondio in Cremona (1996/1999).

Nel 1999 è stato nominato parroco di Fengo, diventando poi anche amministratore di Luignano (2000) e parroco di Acquanegra Cremonese (2004). Negli stessi anni ha ricoperto l’incarico di consulente ecclesiastico del CSI di Cremona (2000/2009).

Nel 2009 il trasferimento a Cassano d’Adda, come parroco dell’Annunciazione. Ora mons. Napolioni l’ha scelto per guidare la comunità di Robecco d’Oglio in sostituzione di don Giuseppe Allevi, diventato parroco di Rivarolo del Re.

Saluto di don Ardemagni

Don Ardemagni, in attesa di abbracciare i suoi nuovi parrocchiani, ha voluto far giungere il proprio saluto alla comunità di Robecco attraverso un breve scritto distribuito nelle celebrazioni liturgiche di domenica 1° ottobre. Una presentazione del suo essere sacerdote e una dichiarazione d’intenti sul nuovo ministero all’insegna di un’ironia e una schiettezza assolutamente genuine.

Nel suo saluto don Paolo inizia con un simpatico aneddoto circa un equivoco creatosi sull’eventualità di diventare già dieci anni fa parroco di Robecco: “Dovete sapere che una decina di anni fa, quando Robecco era in attesa della nomina del nuovo parroco, mi è arrivata una telefonata del tutto inaspettata: “Pronto, sono il sindaco di Robecco d’Oglio (mi sembra di ricordare che fosse proprio lui, ma potrei sbagliarmi, sapete, la memoria ad una certa età!), parlo con don Paolo?” “Pronti! Sono io. A cosa debbo l’onore?!” “Guardi che la vogliamo invitare ad un concerto di musica classica, con l’organo ed i canti gregoriani, dedicato proprio a lei” Caspita, quale onore. A parte il fatto che non so per quale motivo mi merito questo regalo, vorrei precisare che dedicare a me queste cose è un po’ come invitare un leone ad una cena vegetariana!! Se volete farmi un regalo, vi consiglio una bella manifestazione sportiva, meglio se calcistica o, se proprio bisogna fare del rumore, sarebbe meglio delle chitarre!” “Ma come?” sbotta la voce al telefono “Voi preti non dite mai la verità. Lo dicono tutti che lei sarà il nostro futuro parroco! “Ah, questa non me l’aspettavo, lo sanno tutti tranne me. Magari il Vescovo si è dimenticato di avvertirmi. Comunque mi informerò, e poi ci risentiamo”. Non ci siamo più risentiti, forse il concerto l’hanno fatto lo stesso, il Vescovo mi ha confermato che non aveva mai pensato a me, e qualche tempo dopo si è saputo il vero nome del nuovo parroco, don Giuseppe, mio amico e compaesano. Ecco dov’era il piccolo errore di informazione: le case delle nostre famiglie distano solo poche centinaia di metri. Ma poi, mi sono chiesto, come facevano a sapere già tutto dieci anni prima? Forse perché ormai Robecco è diventato un feudo misanese, col terzo prete che viene da lì dopo don Giuseppe e don Ettore Conti, di cui ero quasi vicino di casa?”.

Dopo il racconto di questo curioso episodio, don Paolo pone l’attenzione proprio sul suo predecessore a Robecco, don Giuseppe Allevi, anch’egli originario di Misano di Gera d’Adda, e fa la sua presentazione in chiave molto auto-ironica: “Ecco questa ora non è più una storiella divertente, è diventata, anzi diventerà, un nuovo passo del cammino della nostra comunità che, almeno nel dialetto e nelle radici del parroco non dovrà cambiare in niente. Per tutto il resto vi accorgerete subito che io ed il caro don Giuseppe siamo proprio diversi, sia nel fisico (lui è veramente magro, io sono un ex-magro…ehm, molto ex!) che nelle passioni e, soprattutto, nel carattere che, anche nel saluto a Cassano, è stato abbondantemente ed impietosamente sottolineato.

Non è cosa tanto comune, lo ammetto ritrovarsi in casa un prete allergico all’incenso ed ai fiori (solo fiori finti nelle mie chiese, anche più belli e soprattutto duraturi) e pure in difficoltà cardiaca col suono dell’organo a canne. Beh, vedremo di trovare un compromesso, per fare in modo di accontentarvi senza lascarci le penne. Però poteva andare pure peggio, pensate che un mio amico cuoco è allergico al tocco dei crostacei e un altro fa il medico e sviene alla vista del sangue”.

Infine don Ardemagni illustra quelli che saranno i caposaldi del suo ministero sacerdotale e i due concetti chiave, “Parola di Dio” e Famiglia”, a cui ispirare il proprio operato: “Una mia fissazione, chi mi conosce lo sa bene, è proprio la centralità della Parola, che è Gesù ascoltato, celebrato e quindi vissuto. E da lì si arriva direttamente alla famiglia, che è il centro vitale della comunità cristiana, ma è ancora di più lo stile della vita di tutta la parrocchia: vorrei, con tutto il cuore, crescere con voi come famiglia, familiari tra noi e con Gesù, perché impariamo tutti i giorni ad ascoltarci, accoglierci, perdonarci ed amarci, per diventare capaci di vivere la festa dell’essere Chiesa con cuore semplice e sincero. Vedrete che non c’è nulla di complicato, l’importante è che lo vogliamo insieme. Così riusciremo a continuare il cammino che avete già percorso con i cari sacerdoti che mi hanno preceduto e da cui voglio ricevere il testimone nella comunione di fede, nella sempre più bella amicizia e, soprattutto, nell’affetto a tutto tondo per ciascuno di voi”.

E un invito finale: “Ve lo ribadisco ancora, non sarà facile per voi abituarvi ad un tipo un po’ particolare come me. Ma se avrete pazienza e fiducia, vedrete che ne combineremo delle belle. Spiritualmente parlando, si intende!”.

Facebooktwittermail