Don Veluti, il nuovo ministero inaugurato confessando

Domenica 1° ottobre l'insediamento a Casalmorano del nuovo parroco moderatore dell'unità pastorale

image_pdfimage_print

Casalmorano, nella piazza antistante alla chiesa parrocchiale, ha accolto, domenica 1° ottobre, in una mattinata uggiosa e con qualche goccia di pioggia, il nuovo parroco moderatore dell’unità pastorale di Azzanello, Barzaniga Casalmorano, Castelvisconti e Mirabello Ciria. Ad attendere don Adriano Veluti, accompagnato dal vescovo Antonio Napolioni, c’erano i sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Unione Lombarda Soresinese, di Casalmorano, Azzanello, Annicco, Castelvisconti, Genivolta e Sesto Cremonese.

Nel suo saluto il sindaco di Casalmorano, Andrea Arcaini, ha rinnovato l’augurio per una proficua collaborazione, sulla scia dei parroci precedenti, «che, orientati ai bisogni delle persone, ha prodotto un continuo confronto con le istituzioni e la società civile, teso ad incontrare le fragilità delle fasce più deboli della popolazione dovute alla malattia, alla solitudine ed alla povertà, creando in questo modo, attraverso il prendersi cura dei propri concittadini, parrocchiani, vicini, quel legame di appartenenza che rende una comunità degna di questo nome».

La parrocchiale, gremita di fedeli giunti dalle parrocchie dell’unità pastorale e da quelle nelle quali don Veluti precedentemente ha svolto il suo ministero, ha accolto festosa l’ingresso della processione, al canto del Gruppo interparrocchiale dei ragazzi, dei giovani e delle famiglie dell’Unità pastorale. Concelebranti, insieme al vescovo Antonio, il nuovo parroco don Adriano, il collaboratore don Giuliano Valiati, il vicario di Castelverde don Enrico Ghisolfi e il vicario zonale don Pietro Samarini, che vanta un ruolo attivo nella nascita dell’unità pastorale, allorché era parroco di Barzaniga e Mirabello Ciria.

Dopo i primi riti di accoglienza, con la benedizione dei fedeli e l’incensazione dell’altare, il saluto delle Parrocchie, delegato ad un membro del Consiglio pastorale, che ha succintamente evidenziato il cammino finora compiuto dall’unità pastorale, la prima in diocesi «a vedere la luce, fin dal 1995, per interessamento e determinazione di don Fermo e di don Pietro. Abbiamo già vissuto tutte le difficoltà che sono state elencate in Duomo a Cremona due settimane fa; abbiamo fatto tesoro delle risorse provenienti da ogni comunità; abbiamo assaporato anche momenti di vera condivisione e gratificante impegno. Abbiamo imparato a conoscerci a vicenda e ad apprezzare gli sforzi, i legami e le attenzioni di ciascuno per le comunità di provenienza, cercando di superare sterili campanilismi. Il lavoro non è per nulla concluso». Quindi un impegno di fronte al Vescovo: riprendere il cammino, alla luce delle indicazioni che la Chiesa Cremonese sta dando alla Diocesi, sotto la guida di don Adriano e dei suoi collaboratori. Con una promessa: di migliorare lo stile delle relazioni, curando in modo particolare l’esigenza di operare “gareggiando nello stimarci a vicenda”. Al termine, la consegna, da parte delle ragazze che hanno partecipato alla recente esperienza estiva a Trieste, di un dono al nuovo parroco: un “porta Viatico” per la distribuzione della Comunione ad ammalati ed anziani.

Il vescovo Antonio, nell’omelia, ha esordito rimarcando che il messaggio del Vangelo della domenica era rivolto “ai capi dei sacerdoti, ai dottori del tempio…” e quindi al vescovo ed ai sacerdoti, ai quali Gesù chiede di andare a lavorare nella sua Vigna. La risposta, non solo dei sacerdoti, ma di tutti i fedeli, deve partire dal cuore, deve essere concreta, deve coinvolgere la vita di ogni giorno, al di là delle apparenze e dall’esteriorità. Un impegno importante da portare avanti sull’esempio di Gesù in croce «di fronte al bellissimo Crocifisso che sovrasta l’altare della chiesa di Casalmorano», che con la sua morte ci invita a rispondere con amore e con piena e completa dedizione alla Missione.

Nel suo discorso di chiusura don Adriano ha ringraziato tutti per l’accoglienza e per lo spirito di comunione e collaborazione che ha già respirato nei primi incontri con i suoi nuovi parrocchiani. Ha confidato di aver iniziato in anticipo il suo ministero confessando una persona che gli aveva chiesto questo dono. Ha ringraziato in primo luogo don Antonio Bandirali per la collaborazione e la vicinanza in questo periodo di passaggio. Ha invitato tutti a procedere con un «nuovo inizio», consapevoli che la vita è fatta di tanti «nuovi inizi», che portano vita sul cammino mai concluso verso la santità e il cielo.

La mattinata si è conclusa con un ricco buffet presso il Centro Pastorale “Antonio Ripari”, ad opera delle famiglie di tutte le comunità dell’unità pastorale.

Photogallery

 

Profilo del nuovo parroco

Don Adriano Veluti, classe 1960, originario di Casalbuttano, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. Laureato in Lettere, è stato vicario a Cremona, nella parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio dal 1997 al 2004. Nel 2004 mons. Lafranconi lo ha scelto come parroco di Scandolara Ravara e Castelponzone.

Dal 2014 era parroco di Costa S. Abramo. Ora mons. Napolioni l’ha chiamato a guidare l’unità pastorale di Casalmorano, Mirabello Ciria, Castelvisconti, Azzanello e Barzaniga al posto di don Antonio Bandirali, trasferito a S. Imerio in Cremona.

Don Veluti è anche insegnante di Italiano, Storia e Geografia al liceo classico e scientifico Vida di Cremona.

 

Saluto di don Veluti sul giornalino

Carissimi parrocchiani,

colgo l’occasione del giornalino parrocchiale che state per diffondere in tutte le famiglie, col quale volete esprimere il vostro ringraziamento e il vostro bene a don Antonio, per salutarvi con gioia prima di potervi incontrare personalmente Domenica 1 ottobre, nella celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Antonio che mi ha voluto affidare la cura pastorale delle vostre parrocchie di Casalmorano, Mirabello Ciria, Castelvisconti, Azzanello e Barzaniga.

So di poter contare sulla collaborazione dei miei confratelli don Massimo e don Giuliano, coi quali vorrei vivere prima di tutto una esperienza di vera fraternità sacerdotale, prima ancora che pastorale, ma anche di molti laici, generosi e appassionati al Vangelo e alla vita della Chiesa.

Siete la prima unità pastorale nata in Diocesi, per la volontà e la caparbietà dell’indimenticato don Fermo.

Unità pastorale portata avanti con convinzione e tenacia da don Antonio, che ritengo un prete amico.

Sono stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 e quindi quest’anno ho ricordato i miei 20 anni di sacerdozio.

La mia, come quella dei miei compagni di studi teologici, è una vocazione “adulta” – così si usa dire – poiché sono entrato in Seminario dopo la Laurea in Lettere e alcune esperienze di insegnamento nella scuola statale.

Per questo mio percorso di formazione, i vescovi mi hanno sempre affidato anche l’incarico di insegnante di Materie letterarie presso il nostro Liceo classico-scientifico “Vida” che ha sede nel Seminario vescovile.

In questi venti anni il mio principale impegno è stato però quello legato alla vita della parrocchia, prima come di vicario in città, e poi come parroco.

La vita della parrocchia fa quindi parte della mia vita stessa. Ne ho conosciuto gioie e dolori, luci e ombre.

Arrivo con una discreta esperienza pastorale che spero mi aiuti a saper ascoltare le persone, a riflettere con saggezza, a fare scelte il più possibile condivise.

Infine voglio dirvi ciò che mi sta più cuore: vengo molto volentieri fra voi.

Non sono stato costretto da nessuno, né dal vescovo né dai suoi più stretti collaboratori. Una scelta in spirito di comunione fraterna.

Vengo con tanta voglia di bene: vorrei che stessimo davvero bene insieme.

Quando si fatica, insieme. Quando si è contenti, sempre insieme.

Una vita buona. Quella del Vangelo che prende forma nelle nostre vite che si intrecciano.

Il mio più cordiale “ a presto”. Invoco la benedizione del Signore, nostra pace, su tutti voi.

Il vostro parroco, don Adriano

Facebooktwittermail