A S. Imerio l’insediamento di don Antonio Bandirali

L'ingresso nella celebrazione che il vescovo Napolioni ha presieduto a Cremona la mattina di domenica 24 settembre

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Domenica 24 settembre la comunità di Sant’Imerio, a Cremona, ha accolto il nuovo parroco don Antonio Bandirali nella Messa presieduta in mattinata dal vescovo Antonio Napolioni.

La celebrazione ha avuto inizio alle ore 10.30, quando i sacerdoti sono entrati in processione nella chiesa parrocchiale, preceduti dai chierichetti e accompagnati dal canto del coro. Un’assemblea numerosa riempiva tutta la chiesa: oltre alla comunità di Sant’Imerio, numerosi erano gli amici, i parenti e gli ex- parrocchiani di don Bandirali.

Ai piedi del presbiterio, il sindaco Gianluca Galimberti ha salutato e ringraziato mons. Napolioni e don Bandirali, sottolineando l’importanza della comunità e il bisogno di creare “relazioni nuove umanamente forti”, ripartendo dalla fragilità e occupandosi degli ultimi con occhi nuovi e uno spirito forte.

Tra i concelebranti era naturalmente presente il vicario, don Michele Rocchetti, recentemente nominato vicario anche della parrocchie cittadine della Cattedrale e di S. Pietro al Po (rappresentante dai parroci mons. Alberto Franzini e don Stefano Moruzzi), comunità chiamata a incamminarsi in un processo di stretta collaborazione che potrebbe portare alla creazione di una unità pastorale.

Dopo la lettura del decreto di nomina e l’insediamento formale, un rappresentante della comunità di Sant’Imerio ha salutato il Vescovo e il nuovo parroco. La nomina ha rappresentato un “atto di continuità verso il Buono, il Bello e la forza della fede cattolica”, cui la comunità si è abituata negli ultimi anni. L’augurio è di “conservare tutte le pecore che oggi trova in questo ovile e guadagnarne altre con la forza della Parola” e di lasciarsi accompagnare da Maria consolatrice e corredentrice per tutto questo viaggio. Il saluto si è concluso con la consegna di un camice che la comunità ha offerto in dono al nuovo parroco.

Durante l’omelia, il Vescovo ha usato l’immagine delle “doglie del parto” per riferirsi alle celebrazioni di saluto e di ingresso di un sacerdote, segnate dalla sofferenza del distacco e dall’incertezza verso il nuovo. Se “l’affetto è radicato in Dio e ci conduce a Dio” e l’incontro avviene “per amore di Dio, per Grazia di Dio e secondo il Suo volere”, non conta il luogo o la distanza, perché Dio fa germogliare sempre qualcosa di nuovo. Nonostante il linguaggio formale parli di “ingresso” e “presa di possesso” della nuova parrocchia, il Vangelo ricorda che “il Regno di Dio è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna”. La Chiesa Madre apre le porte perché Dio Padre ama tutti e vuole che ciascuno faccia la propria parte come costruttore della pace e della giustizia: sia il lavoro di chi fatica dall’alba, sia quello di chi giunge alla sera ha valore perché riceve credito da Dio. Che lo Spirito Santo – l’augurio – illumini le scelte degli uomini e che Dio faccia nascere qualcosa di nuovo attraverso le “doglie del parto”.

Prima della benedizione finale, ha preso la parola il nuovo parroco, che ha ringraziato Dio per la fede che gli ha donato e l’amore con cui l’ha sempre accompagnato. Non sono mancati i saluti e i ringraziamenti: ai confratelli presenti (e in particolare al Vescovo e al vicario), agli ex-parrocchiani e al gruppo Scout di San Bernardo. Poi lo sguardo si è focalizzato sul cammino da compiere insieme alla nuova comunità, che l’ha accolto preparandogli la casa e la festa d’ingresso.

Il testo del saluto di don Bandirali

Al termine della Messa, tutti i sacerdoti e i fedeli sono stati invitati in oratorio a partecipare all’aperitivo e al rinfresco che la comunità ha organizzato per accogliere don Antonio.

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