Don Ernesto Marciò parroco anche di Rivarolo Mantovano

La comunità è chiamata a iniziare il cammino per formare un'unità pastorale insieme a Cividale e Spineda, già guidate dal sacerdote

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Mantiene sempre una grande importanza l’ingresso di un nuovo parroco e sabato 23 settembre era presente tanta gente al solenne ingresso di don Ernesto Marciò nella parrocchia di S. Maria Annunciata a Rivarolo Mantovano. Gente venuta in massa dalle parrocchie di S. Giulia di Cividale e di S. Salvatore di Spineda di cui don Ernesto è parroco e guiderà le tre comunità verso una unità pastorale.

La processione dei celebranti e dei chierichetti dei tre centri è partita dall’oratorio alle 15.30 dietro la croce astile che li ha portati davanti alla chiesa dove ad attenderli si trovava il sindaco Massimiliano Galli per il saluto della società civile. Con lui stava anche il sindaco di Spineda Davide Caleffi. «La nostra collaborazione – ha detto il primo cittadino di Rivarolo Mantovano – fondata sul servizio da offrire alla comunità sarà certamente proficua e ci porterà, grazie ad un confronto essenziale ed onesto, a trovare insieme le soluzioni più adatte per affrontare le molteplici fragilità presenti sul nostro territorio». Ha pure sottolineato la necessità di aprirsi agli altri, anche se diversi, e ha invitato le comunità di Spineda e di Cividale ad essere di aiuto e sostegno. Un ricordo anche per il precedente parroco, don Luigi Carrai. Ha quindi concluso il suo saluto con un augurio di buon lavoro a don Marciò.

I concelebranti ha fatto quindi ingresso in chiesa parrocchiale dove, davanti al presbiterio, stavano il gonfalone del Comune e le bandiere di A.C., Avis, Aido, Pro Loco.

Ad accogliere il nuoco parroco e il Vecovo i canti e la musica del nutrito gruppo di giovani che segue le cerimonie liturgiche. Ad essi si alternava, con un taglio diverso, la Schola Cantorum di Cividale e Spineda diretta dal maestro Donato Morselli.

Identica l’alternanza anche per le letture sacre con Massimo Rossetti di Cividale e Sebastiano Mussetola di Rivarolo e le preghiere dei fedeli.

Accanto al vescovo Antonio Napolioni concelebravano, oltre al neo parroco, anche Il vicario zonale, don Davide Barili, e i sacerdoti don Marco Tizzi, don Virginio Morselli, don Claudio Rubagoti, don Marco D’Agostino.

All’inizio della Messa don Barili ha letto il decreto di nomina, seguito dall’antico canto del “Veni creator spiritu”. Mons. Napolioni ha quindi consegnato i segni del ministero: l’asperges e il turibolo, con i quali don Marciò ha benedetto e incensato.

Il saluto della comunità è stato rivolto al nuovo parroco da Francesco Bresciani, componente del Consiglio parrocchiale pastorale e presidente dell’Azione Cattolica. «Anche se il saluto al caro don Luigi era nell’aria – ha detto – non so quanti siano consapevoli e pronti a iniziare una nuova pagina della nostra storia. Ci troviamo infatti non solo con un nuovo parroco, ma anche con un nuovo rapporto di collaborazione tra fedeli e gruppi. Speriamo che le novità aiutino a ravvivare i nostri ambienti e a rinnovare chi si è allontanato».

Illustrata da Cesy Chittolini, è seguita la consegna di due segni di benvenuto a don Marciò: una preziosa icona russa e un libro sulla parrocchia di Rivarolo Mantovano, da parte di Mara Monti e Teresa Mazza per conto della comunità.

Nell’omelia mons Napolioni, partendo dal Vangelo di Matteo sul vignaiolo che va a cercare operai per la sua vigna retribuendoli allo stesso modo indipendentemente dal lavoro prestato, ha spiegato che la logica del Signore è ben diversa da quella comune. È la logica della famiglia, dove Gesù è venuto a cercarci. Sulla sua sequela don Marciò va a cercare, come ha fatto don Luigi che lo ha preceduto. Il Vescovo ha chiesto un grande applauso che per abbracciarli idealmente tutti e due, assicurando che entrambi rimangono amici dei rivarolesi. Ha ricordato anche che l’unità pastorale che si farà fra le tre parrocchie non è stata inventata, ma pensata a fondo. Ha chiuso invitando alla fiducia nel Vangelo che si fa radicalità nella lettera ai Filippesi di san Paolo, dove dice che sia che viva sia che muoia il vivere è Cristo.

A fine cerimonia ha preso la parola don Ernesto con un saluto che è andato a segno, visto il grande applauso con il quale è stato accolto. «Prendo la parola per esprimere innanzitutto la mia fede e il mio canto a Dio che opera nella nostra povera e semplice storia, le meraviglie e i prodigi del suo amore. Ed è così anche per la mia vita sacerdotale che oggi incontra la vostra comunità». È cominciata così una storia nuova a Rivarolo Mantovano, una comunità ricca di tradizioni e di fede, come attestano i numerosi gruppi parrocchiali. Era un impegno che preoccupava anche lui e in questi mesi in tanti glielo avevano ricordato: “Come farai? Tre parrocchie? E gli oratori sono 3 o 4? Sei da solo?”. Sono domande che anche lui ha confessato di essersi posto, ma sapendo di non essere solo. Prima di tutto può contare su Gesù, e ha richiamato la frase di Geremia che don Mazzolari ha fatto porre sulla sua tomba e che continuerà a guidarlo “ed io non sono turbato di aver seguito te pastore”. Don Marciò ha detto di essere venuto potendo contare sulle comunità di Spineda e di Cividale che in questo periodo lo hanno sostenuto, tra le quali ha avviato il ministero di parroco e che ora costituiranno una unione con Rivarolo Mantovano camminando insieme. Infine la convinzione che, contrariamente a quanto si pensa che sono le attività che portano alla Messa, è invece la celebrazione dell’Eucarestia che forma la comunità, dove il sacerdote non è colui che celebra, ma colui che presiede la celebrazione che è azione di tutta la comunità.

Dopo la Messa la firma dei documenti da parte del Vescovo e del nuovo parroco, insieme a Sante Mussetola e Cristina Gaillardet per la comunità.

All’ingresso di don Marciò erano presenti anche i suoi parenti, tra cui il papà Enzo e la mamma Filomena Tieri.

A chiudere il pomeriggio il signorile rinfresco per tutti nel centro parrocchiale.

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