Il Vescovo a Cassano: «In Paradiso ci sarà una sola parrocchia»

Nel pomeriggio di domenica 1° ottobre festoso ingresso di don Alessandro Capelletti nella parrocchia cassanese dell'Annunciazione

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Una domenica di vera gioia e di genuino entusiasmo quella vissuta domenica 1° ottobre dai parrocchiani dell’Annunciazione che, dopo il commosso distacco da don Paolo Ardemagni, hanno ritrovato un pastore nel famigliare volto di don Sandro Capelletti, tornato a Cassano d’Adda dopo quasi venti anni dal termine del suo incarico di vicario presso la parrocchia dell’Immacolata e San Zeno.

«Ricordo la posa della prima pietra di questa chiesa – ha esordito nel suo indirizzo di benvenuto il sindaco Roberto Maviglia, seguito alle festose note della banda cittadina -. Sono ben lieto di accogliere il ritorno di don Capelletti in Cassano e alla guida di questa comunità che, in questi anni, è cresciuta divenendo sempre più ricca e vivace. Sono sicuro che sapremo ben collaborare insieme per la crescita e il bene di tutta la comunità cassanese».

«Saremmo ipocriti nel non dire che ci è dispiaciuto dover salutare don Paolo ancor prima della naturale scadenza del suo mandato – è stato, invece, il saluto letto da Maurizio Mandelli, a nome dell’intera comunità parrocchiale –. Ritroviamo, però, un volto famigliare e amico; alcuni dei ragazzi dell’oratorio Don Bosco che vide allora come vicario sono oggi i suoi nuovi parrocchiani.  Non siamo un’isola felice, anche noi scontiamo la disaffezione alla Chiesa da parte  di molti. Abbiamo begli spazi, un bel gruppo di adulti,  una squadra di calcio, l’Acr, ma abbiamo bisogno di un pastore. Ricominciamo insieme dal Vangelo e dall’Altare, all’insegna della continuità».

«Qualcuno mi ha detto che ho un contratto con una ditta di traslochi visto il gran numero di spostamenti di sacerdoti fatti tra le varie parrocchie della Diocesi – ha scherzosamente esordito il vescovo Antonio Napolioni nell’omelia –. Del resto il Papa ha detto che stiamo vivendo un momento di cambiamento epocale: si cambia in famiglia, si cambia in politica …». Ha quindi proseguito ancorandosi alla pagina del Vangelo: «Un vescovo aveva due figli: uno disse ci vado, l’altro no. Ma poi andò pure lui. Nessuno dei preti che ho spostato quest’anno mi aveva chiesto di andarsene. Ci sono sempre grandi feste per salutare le partenze e grandi feste per i nuovi arrivi: questo significa che voi mi capite». E ancora: «La Chiesa nel tempo è sempre giovane e chiamata a rispondere a nuove sfide. I pastori hanno il compito di ascoltare il popolo e non metterlo a tacere, ma hanno il dovere di fare delle scelte in una sorta di alleanza famigliare che consente a ciascuno di essere pietra viva». «Il Paradiso – ha concluso Mons. Napolioni – sarà una Parrocchia sola con un solo parroco: abituiamoci fin da ora».

«Ringrazio il Vescovo perché dovendomi cambiare di sede me ne ha data una non estranea; cosa che mi fa contento anche perché oggi ritrovo preti con i quali ho già condiviso molto». Queste le parole del nuovo parroco, nel saluto al termine della celebrazione. Con affettuoso pensiero rivolto ai parrocchiani di Dosolo, presenti in gran numero con il vicesindaco Umberto Pasquali: «Grazie ai miei Dosolesi; non pensate che noi abbiamo affidato tutto quello che ci ha fatto crescere insieme alla nostalgia. Non c’è nulla che possa toglierci la nostra gioia e il nostro grazie al Signore».  Poi l’attenzione al suo predecessore: «Don Paolo mi ha mandato un messaggio nel quale diceva che in questa ora sarebbe stato in preghiera per noi e insieme a noi: lo ringraziamo e facciamo altrettanto.  Don Paolo è stato per voi un padre, io sarò un nonno».

La festa è continuata, al termine della Messa, con un momento di convivialità nei locali dell’oratorio alla presenza dei nuovi e vecchi parrocchiani, del Vescovo e degli Alpini cassanesi.

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Profilo del nuovo parroco

Don Alessandro Capelletti, classe 1956, originario di Covo, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. È stato vicario nelle parrocchie di San Leonardo a Casalmaggiore (1980-1888) e Immacolata e San Zeno a Cassano d’Adda (1988-1997). Nel 1997 il trasferimento a Dosolo come parroco. Nel 2011 mons. Lafranconi gli ha affidato anche la comunità di Correggioverde in qualità di amministratore parrocchiale. Dall’ottobre 2014 era vicario zonale della Zona pastorale 11.

Ora un nuovo incarico a Cassano: il vescovo Napolioni l’ha scelto infatti per guidare la comunità dell’Annunciazione in sostituzione di don Paolo Ardemagni, trasferito a Robecco d’Oglio.

 

Il saluto don Capelletti

Carissimi,

vi scrivo questo saluto dopo aver meditato e annunciato la Parole del Signore della XXII Domenica del Tempo ordinario. Il testo del profeta Geremia parla della seduzione di Dio che, come un fuoco, gli brucia nelle ossa e lo “obbliga” a fare e dire cose che non avrebbe voluto. Gesù, nel vangelo, dopo aver tacciato Pietro quale satana perché intralciava il suo percorso verso la croce, dice chiaramente che il bello della vita sta nello sposare quanto Dio ha in serbo per noi, lasciando che entri sempre più in noi, nei nostri pensieri e sentimenti, nei nostri progetti, nelle nostre relazioni, perché ci liberiamo da tutti gli schemi a cui ci siamo adeguati e riscopriamo un po’ della sana pazzia dei santi.

Vi costa salutare don Paolo, mi rendo conto. Come costa a me lasciare, dopo 20 anni, le comunità dosolesi. E le nuove sfide portano con sé tante incognite.

Mi sono chiesto, tuttavia, perché avessi portato con me, in tutti questi anni, il bagaglio prezioso delle mie passate stagione di prete. Tra i ricordi, le esperienze, i rapporti costruiti e lasciati, le gioie e le sofferenze condivise, i successi e i fallimenti, non ho mai provato la nostalgia, il rimpianto.

Ho compreso (almeno in parte) che il successo delle sfide dipende esclusivamente dal metro al quale ti affidi per calcolarlo e ne gusti la bellezza cercando quei sapori che i nostri sentimenti e le nostre aspettative umane non contemplano.

Dice san paolo nella lettera ai Romani, che abbiamo ascoltato domenica scorsa: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovare il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.

Ecco, vengo tra voi senza progetti o schemi precostituiti.

Mi sono incontrato con don Paolo perché mi desse una mano ad entrare in questa famiglia in punta di piedi, desideroso di cogliere tutta la bellezza che il Signore vi ha concesso in questi anni.

Accoglietemi, vi prego, come compagno nel grande viaggio della vita, dove il cammino di tutti ha bisogno di fede e tanta condivisione.

Porto con me una sola certezza: ancora devo lasciarmi trasformare, rinnovare, per potervi servire come piace al Signore. Perché sarà la mia vita e la vostra gioia.

Non vi chiederò di volermi bene.

Permettete solamente che ve ne voglia io.

Dosolo, 5 settembre 2017

Don Sandro

 

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