Con il “Transitus animae” di Perosi conclusa in Cattedrale la 12° edizione del “Canticum Novum”

Protagonista La Camerata di Cremona diretta da Marco Fracassi, con le soliste Normanna Dacquati e Masako Tanaka Protti; all’organista Fausto Caporali

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Si è conclusa nella serata di sabato 28 maggio in Cattedrale la 12esima edizione della rassegna musicale Canticum Novum, promossa dall’associazione Manrc’Antonio Inegegneri con la Scuola diocesana di musica sacra. Una conclusione nel nome di Lorenzo Perosi, ricordato nell’anniversario della sua morte, con l’esecuzione dell’oratorio Transitus animae a cura de La Camerata di Cremona diretta da Marco Fracassi, con la partecipazione delle soliste Normanna Dacquati e Masako Tanaka Protti e al Mascioni l’organista Fausto Caporali.

 

Il concerto conclusivo

Se è pur vero che, proprio per la vocazione alla musica sacra, ogni concerto appare unitario va comunque sottolineato come la performance artistica dell’ensemble cremonese sia stata oltremodo variegata, proponendo un viaggio attraverso i secoli, tra epoche e generi diversi, dal Settecento di Vivaldi alla contemporaneità con il “transitus animae” di Lorenzo Perosi, che “canticum Novum” ha celebrato in occasione del sessantesimo della morte.

E se il “Laudate Dominum” (con cui si è aperta l’esecuzione) propone un canto di lode, significativo e profondo nell’esaltare l’alleanza tra Dio e il suo popolo all’interno di una prospettiva universale, dunque di una dimensione collettiva, l’oratorio del “transitus animae” riflette un momento assolutamente più individuale (e in questo probabilmente anche più moderno): quello del passaggio dell’anima all’aldilà.

Masako Tanaka Protti è davvero straordinaria nel rendere l’intimità di espressione della parte del solista, che si raccoglie in profonda umiltà davanti a Dio in prossimità del passaggio all’eternità, mentre il coro intona le preghiere per gli agonizzanti. Un racconto in musica tra squarci di luce e di tenebre, canti di lode e trepidanti preghiere, nel gioioso presentimento della gloria della resurrezione.

È una pagina densa di tenerezza, di abbandono e di consolazione spirituale; una pagina quasi risolutiva di tutte le emozioni del compositore, tanto è ricca di spunti, di meditazione, di slanci lirici e di speranza.  Tra questi estremi il “cantique de Jean Racine”: un canto solenne, dolce, pacato, talora profondo e triste ma mai troppo drammatico, capace di ispirare soprattutto fede, tenerezza e meditazione.

E, ancora, Mendhelsson, Respighi (in una trascrizione di Fausto Caporali tanto bella quanto efficace)  Matthey.Assoluto protagonista il coro chiamato ad una prova non facile, ma capace di restituire con precisione, bellezza d’intonazione, ricchezza e varietà nel cromatismo espressivo, tutte le complesse architetture polifoniche di pagine tra loro tanto diverse. Merito del direttore Marco Fracassi che, con raffinata sensibilità artistica, sublima l’esecuzione da mera esibizione declinandola nei toni più intimi e nell’emergenza sentimentale di elevazione spirituale.

Parimenti prezioso il contributo delle voci soliste: oltre a Masako Protti che ha voce vibrante, portamento, arte di canto e stupenda stilizzazione anche  Normanna Dacquati che sa coniugare una emissione duttile e spontanea con la rarefazione di momenti di più intima solennità. Infine Fausto Caporali, che – in perfetta sintonia con la Camerata e con il programma del concerto anche come solista fa emergere in tutta la sua bellezza la potenza evocativa dell’organo solo, rimandando (in particolare il Respighi) alla drammatizzazione della coscienza, dei moti che la abitano.

Alberto Bardelli

 

La rassegna 2016

La 12a edizione della rassegna Canticum Novum promossa dalla Associazione Marc’Antonio Ingegneri e dalla Scuola Diocesana di Musica Sacra Dante Caifa è stata ricca di contenuti anche per la ricorrenza del 60° anniversario della morte di don Lorenzo Perosi, importante musicista e riformatore della musica sacra nel ‘900, coincidenza che ha guidato l’ideazione dei programmi musicali presentati dalle diverse formazioni corali.

L’itinerario della rassegna si è snodato per tutto il territorio della lunga diocesi cremonese, da Commessaggio (sul monumentale Lingiardi costruito nel 1840) a Casalsigone, Grumello, Martignana di Po (dove si è presentato il restauro dell’organo Rotelli del 1934), Torre de’ Picenardi, San Bassano, Derovere, Casalmaggiore e Cremona.

Le formazioni corali coinvolte quest’anno nella rassegna sono attive sia nell’animazione del servizio liturgico sia in attività artistiche autonome e hanno presentato proposte musicali quanto mai varie.

Alcuni compagini hanno dato vita ad esibizioni spettacolari dal punto di vista del volume a qualità sonora poiché presentano una formazione che unisce cori di diverse parrocchie: le Scholae Cantorum di Torre de’ Picenardi, Cividale e Spineda, dirette da Donato Morselli, hanno offerto a Commessagio un interessante programma incentrato su autori ceciliani (Perosi, Cittadini, Refice); l’Unione Corale don Domenico Vecchi diretta da Giovanni Merisio ha proposto un godibilissimo percorso dalla messa in stile romantico di Riemann agli autori legati al Santuario di Caravaggio (Genori, Bosi) sempre sorretti dall’ottimo organista Emilio Brambilla; il Coro San Bernardino di Soncino e la Schola Cantorum di Castelverde diretta da Giorgio Scolari hanno profuso un piena vocalità nella esecuzione della cantata In Coena Domini di Perosi nella grande chiesa di Martignana di Po.

Non è mancata la presenza di autori contemporanei che si dedicano alla musica sacra grazie alla interessante proposta musicale del Coro San Pio V di Soncino diretto da Roberto Grazioli che ha offerto all’ascolto brani sacri composti dallo stesso Grazioli (Inno ispirato al giubileo della Misericordia e messa Regina Coeli).

La grande polifonia rinascimentale e barocca è stata ben illustrata dalla Schola Cantorum Santo Stefano di Casalmaggiore diretta da Eugenio Negri in un affascinante percorso da Des Prez a Lotti, mentre il coro Marc’Antonio Ingegneri diretto da Vatio Bissolati ha proposto un concerto tutto incentrato sulla raffinata polifonia di Palestrina (Missa a 4 e mottetti).

Particolarmente accattivante la proposta musicale del Coro della Cattedrale di Cremona diretto da don Graziano Ghisolfi che nella chiesa di San Bassano ha proposto la Missa Brixinensis del contemporaneo Stefan Trenner, animata da una giovanile vitalità ritmica e sostenuta da un ampio spettro sonoro che ha incluso, oltre al poderoso organo Balbiani, un quartetto di ottoni. Gran finale con l’esecuzione della cantata In Coena Domini di Perosi tratta dalla Passione secondo San Marco e con la presenza del solista Luca Bodini.

L’anno in corso rappresenta anche il 30° anno di attività per la Scuola Diocesana di Musica Sacra “Dante Caifa” nata nel 1986 come Scuola d’Organo sotto l’egida del Comitato per l’Organo della Cattedrale e la volontà di don Dante Caifa. Gli organisti impegnati nella rassegna Canticum Novumsono stati chiamati a rappresentare il corpo docente della Scuola e gli allievi che hanno avuto un importante esperienza formativa presso a Scuola stessa.

Enrico Viccardi e Gianmaria Segalini – docenti presenti fin dalla fondazione dell’allora Scuola d’Organo nel 1986,  Marco Molaschi e Ugo Boni – attuali docenti presso le sedi della Scuola di Trigolo e Sabbioneta, Luca Baronio, Marco Granata, Alberto Pozzaglio – affermati organisti e musicisti che hanno iniziato la loro formazione presso la Scuola Diocesana, Stefano Molardi e Fausto Caporali – eminenti esponenti cremonesi dell’arte organistica e già docenti preso la Scuola Diocesana, hanno permesso al numeroso pubblico delle diverse chiese di apprezzare la qualità e il valore del patrimonio organario presente in diocesi.

Presentazione della Rassegna 2016

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