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SANT’OMOBONO
Le celebrazioni episcopali
e le iniziative della
Settimana della Carità

Solennità di sant’Omobono:

 

Resoconto della Settimana della Carità:

Il programma completo della Settimana della Carità 2016

 

Altri eventi nell’ambito della festa patronale:

 

Materiali liturgici e di approfondimento:

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Domenica 18 ottobre la canonizzazione con il Papa in piazza S. Pietro Il 25 Messa di ringraziamento a Cremona

A novembre peregrinazione del corpo del Santo in diocesi

La mattina di domenica 18 ottobre, alle 10.15 in piazza San Pietro, in Vaticano, Papa Francesco celebrerà il rito di canonizzazione di quattro nuovi santi: tra questi il sacerdote cremonese don Vincenzo Grossi (Pizzighettone 1845 – Vicobellignano 1917), fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, proclamato beato da Papa Paolo VI il primo novembre dell’Anno Santo 1975. Molti i cremonesi che parteciperanno alla solenne celebrazione, a partire dalle parrocchie che hanno un particolare legame con il Santo o l’Istituto da lui fondato. A guidare la delegazione diocesana sarà il vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi.

Insieme a don Vincenzo Grossi saranno canonizzati Maria dell’Immacolata Concezione (superiora generale della Congregazione delle Sorelle della Compagnia della Croce) e Ludovico Martin e Maria Azelia Guérin (genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, più conosciuta come santa Teresa di Lisieux).

La Messa di canonizzazione, grazie alla collaborazione con TRC (il centro televisivo della diocesi cremonese) e in sinergia con TelePace, sarà trasmessa in diretta su Cremona1 (canale 211 del digitale terrestre) e in streaming sul nostro portale. Un maxi schermo con la diretta dell’evento sarà allestito nella chiesa di S. Giuseppe, a Pizzighettone, dove nel pomeriggio, alle 17, nella chiesa di S. Bassiano, sarà celebrato il Vespro solenne.

All’indomani della canonizzazione, sarà celebrata a Roma la Messa di ringraziamento: l’appuntamento è alle 9.30 presso la basilica di S. Giovanni dei Fiorentini (di cui è cardinale titolare l’arcivescovo di Bologna Caffarra). Saranno presenti i vescovi di Cremona e Lodi, con i fedeli delle rispettive diocesi, insieme alle Figlie dell’Oratorio con il Consiglio e la superiora generale, madre Rita Rasero. Un luogo scelto non a caso: qui, infatti, per dieci anni fu parroco san Filippo Neri, fondatore della Congregazione dell’Oratorio, cui don Grossi si ispirò dando vita all’Istituto delle Figlie dell’Oratorio. Al termine della Messa il gruppo cremonese si sposterà nella vicina parrocchia di S. Maria in Vallicella per la vista alle Camere di san Filippo Neri.

Altra Messa di ringraziamento per la canonizzazione di don Vincenzo Grossi sarà celebrata dal vescovo Lafranconi a Cremona, in Cattedrale, domenica 25 ottobre (ore 11).

All’inizio di novembre un ulteriore momento di particolare significato, che coinvolgerà le comunità di Regona di Pizzighettone, Vicobellignano e Gombito dove, a partire dal giorno della memoria liturgica del nuovo Santo (7 novembre), potranno essere venerate le reliquie del corpo di don Grossi, solitamente conservate a Lodi nella cappella della Casa madre delle Figlie dell’Oratorio.

Il corpo del Santo arriverà a Regona di Pizzighettone nel pomeriggio di sabato 7 novembre: prevista la processione dal piazzale del cimitero sino alla chiesa di S. Patrizio. Alle 21 la solenne Messa presieduta dal vescovo Lafranconi e concelebrata dai sacerdoti di Pizzighettone e della Zona. Dalle 23 veglia di preghiera notturna, fino alle ore 8 di domenica 8 novembre.

Dopo le Lodi mattutine, l’urna di don Grossi sarà trasferita a Vicobellignano, dove alle 11 il Vescovo presiederà una solenne Eucaristia. Alle 16.30 la celebrazione del Vespro.

Prima del ritorno alla Casa madre delle Figlie dell’Oratorio, a Lodi, l’urna farà tappa anche a Gombito, dove si canteranno i Vespri e sarà esposta l’Eucaristia per l’adorazione tutta la notte. Lunedì 9 novembre alle 9 la Messa, quindi l’urna ripartirà alla vota di Lodi. La tappa a Gombito a motivo della presenza come parroco, dal 1918 al 1923, di don Ubaldo Grossi (nipote di don Vincenzo Grossi), che in precedenza aveva fatto il vicario a Vicobellignano con lo zio sacerdote. Altro legame è dovuto al fatto che don Angelo Bernabè lasciò nel 1918 la guida di Gombito proprio per succedere a don Vincenzo Grossi come parroco di Vicobellignano.

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Il 1° dicembre, nella giornata mondiale contro l’Aids, visita di mons. Lafranconi a Casa della Speranza

Appuntamento alle 15 con gli ospiti, gli operatori e i volontari

Il primo dicembre ricorre la Giornata contro l’AIDS. In questa occasione, l’amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi visiterà, come consuetudine, Casa della Speranza, la struttura della Caritas Cremonese che, nel quartiere Borgo Loreto di Cremona, ospita persone sieropositive. Alle 15 mons. Lafranconi incontrerà non solo gli ospiti, ma anche gli operatori e i volontari che gestiscono la struttura. Dopo il momento di preghiera e riflessione, l’incontro si concluderà con un momento di convivialità. Continua a leggere »

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Fondo dei sacerdoti per il sostegno a un confratello in servizio nella diocesi di Almata in Kazakhstan

Richiesta dall'Ufficio missionario diocesano per sostenere l’argentino don Eduardo Stefani che opera a 500 km dalla città sede della diocesi

Da undici anni i sacerdoti della diocesi sono impegnati ad alimentare un fondo dal quale attingere quanto serve annualmente per sostenere un sacerdote della diocesi della Santissima Trinità di Almata, in Kazakhstan. L’iniziativa, che era partita dopo la richiesta pervenuta a mons. Lafranconi da parte del Vescovo della Santissima Trinità, servirà, secondo l’indicazione di mons. José Luís Mumbiela Sierra (in foto), titolare della Chiesa di Almata, per sostenere l’argentino don Eduardo Stefani, che opera a 500 km dalla città sede della diocesi. Continua a leggere »

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Lettera del Vescovo alla Diocesi in vista della canonizzazione: «Ottenga dal Signore vocazioni di autentici educatori»

Lettera del vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, indirizzata all’intera diocesi, in vista della canonizzazione del sacerdote cremonese don Vincenzo Grossi (1845-1917). Il nome del prete pizzighettonese sarà ufficialmente iscritto nel catalogo dei santi domenica 18 ottobre nella solenne cerimonia che Papa Francesco presiederà a S. Pietro, in Vaticano. Attraverso il Segretariato diocesano pellegrinaggi e l’agenzia ProfiloTours (tel. 0372-460592) viene offerta la possibilità di prendere parte alla canonizzazione di don Grossi. Una proposta che si concluderà con la Messa di ringraziamento che lo stesso vescovo Lafranconi presiederà lunedì 19 ottobre nella Capitale.

Nella lettera, indirizzata a tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici della diocesi di Cremona, mons. Lafranconi ricorda i passaggi più significativi della vita di questo sacerdote diocesano, nato a Pizzighettone il 9 marzo 1845 e ordinato presbitero dal vescovo di Brescia, mons. Girolamo Verzieri, essendo vacante la sede di Cremona per la morte del vescovo Novasconi.

I suoi primi incarichi furono nelle parrocchie di San Rocco in Gera di Pizzighettone e a Sesto Cremonese, seguiti, nel 1871, da quello di economo spirituale a Ca’ de’ Soresini. Il primo mandato effettivo come parroco fu, dal 1873, a Regona di Pizzighettone. «La popolazione del luogo – sottolinea mons. Lafranconi – era da tempo lontana dalla pratica religiosa, ma don Vincenzo vi si dedicò con tanta cura che dopo pochi anni trasformò il piccolo borgo in un “conventino”, come appunto venne definito dai suoi confratelli». Nel 1883 il trasferimento a Vicobellignano (dove morì il 7 novembre 1917), «un terreno – ricorda ancora il Vescovo – particolarmente delicato per la presenza di una vivace comunità protestante».

«In lui – scrive di don Grossi il Vescovo, nel messaggio rivolto alla Diocesi – ravvisiamo la figura classica, anche se straordinaria, del sacerdote diocesano dedito con fede appassionata alla cura pastorale dei fedeli a lui direttamente affidati, ai quali intendeva presentarsi anzitutto come esemplare discepolo di Gesù nel seguire il Vangelo nonché come umile e avveduto pastore in piena comunione con la Chiesa. Il riconoscimento della sua santità è motivo di lode e di gratitudine al Signore, che, come dice sant’Agostino “coronando i meriti dei Santi, corona la sua stessa opera”; ma è motivo di gioia e richiamo per tutti noi – anzitutto per noi sacerdoti – a tendere effettivamente alla santità».

E ancora: «Egli era consapevole, come lo siamo noi, che per preparare il futuro buono della Chiesa e della società, è indispensabile formare la gioventù. Per favorire la loro educazione cristiana occorrevano persone dedite a questa opera con lo spirito e la dedizione di chi si consacra totalmente a una missione. Formò pazientemente quelle donne che costituirono il primo nucleo di una Congregazione religiosa (Figlie dell’Oratorio, ndr). Per favorire il loro inserimento nella vita pastorale, particolarmente tra i giovani, volle che anche nella loro foggia esteriore si presentassero non nella tradizionale divisa delle suore, ma in abito semplice simile al comune vestire femminile».

Quindi due richiami. Anzitutto rispetto a «il valore della vita consacrata – afferma mons. Lafranconi – che merita la nostra preghiera e il nostro apprezzamento, particolarmente in questo anno in cui il Papa ha voluto porre all’attenzione della Chiesa il carisma della vita consacrata nelle sue varie forme che continuano a segnare la storia della Chiesa, risvegliando in tutti i cristiani il riferimento a Dio “sommamente amato”».

«Il secondo richiamo – continua il Vescovo – riguarda l’urgenza educativa che la Chiesa, assieme alla famiglia e ad altre Istituzioni, da sempre ha avuto a cuore e che nei nostri paesi ha trovato una sua peculiare espressione attraverso gli Oratori. Essi costituiscono una presenza ancora valida, anche se ha bisogno di essere ripensata e rinnovata come si sta facendo. Ora, al di là di nuove prospettive o cambiamenti, quello che più conta è la riscoperta della passione educativa e la dedizione – che è qualcosa di più della disponibilità – di adulti che vogliono investire tempo, energie e creatività in questo ambito prezioso per il presente e per il futuro. Chiediamo al nuovo Santo che ottenga dal Signore vocazioni di autentici educatori per la Congregazione delle Figlie dell’Oratorio e per le nostre parrocchie. Alla sua intercessione uniamo la nostra preghiera e la testimonianza di una vita veramente cristiana».

Attraverso il Segretariato diocesano pellegrinaggi e l’agenzia ProfiloTours (tel. 0372-460592) viene offerta la possibilità di prendere parte alla canonizzazione di don Vincenzo Grossi a Roma. Una proposta che si concluderà con la Messa di ringraziamento che lo stesso vescovo Lafranconi presiederà lunedì 19 ottobre nella Capitale.

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Messaggio di mons. Lafranconi alla Diocesi: “Accompagniamo il Papa in Africa”

Dal 25 al 30 novembre il Santo Padre sarà in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana

Si è imbarcato nella mattinata di mercoledì 25 novembre all’aeroporto di Roma/Fiumicino Papa Francesco con destinazione Nairobi. Inizia da qui il viaggio apostolico che sino al 30 novembre vedrà il Pontefice incontrare le popolazioni di Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. In occasione di questo viaggio, l’amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi ha rivolto un messaggio alla diocesi. Continua a leggere »

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Il saluto degli Scout al vescovo Antonio: «Ci aiuti a rinnovare l’entusiasmo»

"Insieme crediamo nell'uomo dalle maniche rimboccate, presente ove si crea la vita e si costruisce la libertà in Cristo, che si sporca le mani in opere di giustizia, caparbio nello sperare contro ogni speranza"

Dopo quello dell’Azione Cattolica cremonese, di Comunione e Liberazione e del Cammino Neocatecumenale pubblichiamo il saluto che l’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) rivolge al nuovo vescovo, mons. Antonio Napolioni, il quale è stato assistente nazionale e regionale di questa realtà educativa che coinvolge migliaia di bambini, ragazzi e giovani in tutta Italia. Nella foto un don Antonio “giovanile” insieme a due lupetti.

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Ritiro spirituale del clero sulla figura di Vincenzo Grossi

La meditazione di madre Marilena Borsotti

In preparazione alla canonizzazione del beato Vincenzo Grossi i presbiteri cremonesi hanno vissuto un intenso momento di riflessione e preghiera. Il tradizionale ritiro missionario, tenuto il 1° ottobre in Seminario, è stato, infatti, l’occasione per focalizzare l’attenzione su questo sacerdote cremonese vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento e che ha vissuto la sua santità nell’esercizio quotidiano del suo ministero di parroco, prima a Regona di Pizzighettone e poi a Vicobellignano. Madre Marilena Borsotti, originaria di Pizzighettone, che fino al giugno scorso ha ricoperto l’incarico di superiora generale dell’Istituto “Figlie dell’oratorio”, ha tenuto la meditazione. Un centinaio i sacerdoti presenti.

Nella sua riflessione la religiosa si è soffermata in modo particolare su quattro parole che ben sintetizzano l’esperienza cristiana e sacerdotale del beato Vincenzo: ringraziare, osservare, coinvolgere e agire.

Anzitutto don Grossi ha vissuto la sua fede e poi la sua scelta di diventare presbitero come una risposta ad un Dio che l’ha amato e salvato. Forte era in lui la riconoscenza al Signore per un amore gratuito e immeritato. In secondo luogo egli ha osservato con attenzione e sempre in spirito di fede la realtà che lo circondava. Il Beato si è sempre trovato in situazione non facili, dove regnava la miseria e l’ignoranza e dove la vita cristiana era ridotta al lumicino: senza scoraggiarsi, partendo proprio dalla realtà, egli ha saputo andare incontro alle persone, in modo particolare ai giovani con semplicità ed efficacia. Il suo impegno, però, non è stato solitario: egli ha sempre cercato di coinvolgere i laici nell’opera missionaria e ha sempre creduto, vero e proprio antesignano, nella capacità apostolica delle donne, tanto da fondare un istituto religioso. Infine il suo agire è sempre stato nel segno dello zelo, ma anche della serenità e della letizia: molti contemporanei lo hanno sempre dipinto come una persone piena di iniziativa, ma allo stesso imperturbabile, che, cioè, non si angustiava dei risultati.
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A Cremona attività di volontariato dei migranti in servizi utili alla collettività

La Giunta comunale ha formalizzato l'adesione allo specifico accordo di collaborazione che l’Azienda Sociale del Cremonese ha sottoscritto con la Provincia, il Cisvol, il Forum provinciale e territoriale del Terzo Settore, le organizzazione sindacali più rappresentative e i soggetti gestori delle attività di accoglienza

Saranno individuati, all’interno dei Settori dell’Amministrazione comunale di Cremona, servizi ed attività utili alla collettività e che possano essere svolti, sotto forma di volontariato, dai migranti ospiti di alloggi destinati all’accoglienza. Lo scopo è permettere la realizzazione di percorsi di integrazione a favore di cittadini stranieri che hanno presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale o sono in attesa della definizione del ricorso ospitati nelle apposite strutture presenti sul territorio. Continua a leggere »

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La Messa di ringraziamento delle diocesi di Cremona e Lodi per la canonizzazione di Grossi nella chiesa di san Filippo Neri

Con la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e la visita alla chiesa di Santa Maria in Vallicella si è concluso, lunedì 19 ottobre, il pellegrinaggio a Roma delle diocesi di Cremona e Lodi in occasione della canonizzazione di don Vincenzo Grossi, parroco cremonese beatificato nel 1975 da papa Paolo VI, fondatore delle “Figlie dell’Oratorio”. Le due chiese romane, a pochi passi dal Tevere, non sono state scelte a caso: entrambe conservano la memoria di Filippo Neri, santo mistico del XVI secolo dal quale il Grossi attinse molta della spiritualità e delle sue intuizioni pastorali soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. La Messa, iniziata poco dopo le 9.30, è stata concelebrata dai vescovi Malvestiti e Lafranconi e da una ventina di sacerdoti, tra di essi il parroco di Pizzighettone-Regona-Roggione don Enrico Maggi, l’arciprete di Viadana, don Antonio Censori e il postulatore della causa di canonizzazione di San Vincenzo, il padre trinatario spagnolo padre Antonio Saez de Albeniz. Massiccia la presenza delle suore “Figlie dell’Oratorio” con la madre generale Rita Rasero e quella emerita Marilena Borsotti.

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Curiosamente i due presuli si sono divisi l’omelia, mons. Malvestiti si è soffermato sulle letture della Messa, mentre mons. Lafranconi ha riflettuto sul senso profondo della santità.

Il vescovo di Lodi ha centrato la sua riflessione sul comando di Gesù: «Che vi amiate gli uni gli altri» domandandosi: «Ma agli amici si comanda? Può essere buona notizia un comando? Tra poco entreremo nel cuore dell’Eucaristia e sentiremo un altro comando del Signore: “fate questo in memoria di me”. Ai sacerdoti è chiesto di celebrare il segno dell’amore assoluto e irrevocabile di Dio raccolto nella santa cena che rende perenne l’immolazione della Croce. Agli stessi sacerdoti e ai fedeli è rivolto l’invito preciso di vivere quella stessa immolazione nel servizio di carità».

«Si può comandare – ha proseguito il presule – solo l’amore che nulla toglie e tutto dona. Si può comandare solo se chi lo fa ama immolando se stesso! Allora si tratta di un servire più che di un comandare e di educare nel senso più vero perché il maestro è anche testimone e profeta e anticipatore del domani».

Mons. Malvestiti ha ricordato quindi che «i giovani si lasciano affascinare solo se gli educatori sono sapienti testimoni e profeti che carpiscono dal cuore di Dio la novità! Così hanno saputo fare e amare San Filippo Neri e il suo esemplare discepolo San Vincenzo Grossi affascinando con la loro vita buona e il ministero instancabile, perseverando in ogni contrarietà pur di rimuovere il male: la menzogna e la disperazione dai cuore, la fragilità dal corpo e dallo spirito, l’ingiustizia, l’indifferenza e la corruzione dalla società per riportare ovunque intensa e pace col perdono di Dio».

E così ha proseguito: «Come autentici padri e madri diventeremo capaci di far capire che il bene è irrinunciabile e, se chiedendo doneremo noi stessi, potremo essere anche esigenti. Compito arduo questo comandare immolando se stessi, possibile solo per chi “rimane nel suo amore” – quello di Cristo – del quale è sorgente e culmine la divina liturgia».

Nel suo breve intervento mons. Lafranconi è partito da un inno della liturgia delle ore che definisce i santi: «pietre vive e prezioso scolpite dallo Spirito»: «Noi dobbiamo – ha esordito il vescovo di Cremona – lasciarci affascinare dall’opera dello Spirito e da queste figure mirabili. In questa Eucarsitia ringraziamo Dio per aver scolpito queste vere e proprie opere d’arte così necessarie per la costruzione della città di Dio. E la città di Dio non è altro che la Chiesa».

«Mentre siamo qui per ringraziare il Signore – ha proseguito il vescovo Dante -, vogliamo anche riconoscere ciò che questi santi hanno fatto per il bene dell’intera comunità ecclesiale. Chi di noi, se in famiglia ha delle persone particolarmente meritevoli, non se ne vanta con gli altri? Ebbene noi facendo parte della famiglia della Chiesa siamo orgogliosi di queste figure così significative». Infine l’invito a vivere fino in fondo le esigenze radicali del Vangelo così come fece, con semplicità e umiltà, San Vincenzo Grossi.

Al termine della Messa, animata dai canti degli oltre trecento fedeli presenti, madre Rita Rasero ha ringraziato il Signore per questa esperienza indimenticabile spronando ad accogliere il messaggio di santità del nuovo Santo e di Filippo Neri oltre al loro zelo pastorale soprattutto nei confronti dei giovani.

Dopo la benedizione episcopale, mons. Luigi Veturi, guida spirituale di San Giovanni dei Fiorentini, dove San Filippo Neri esercitò il ministero di parroco, ha dato il suo saluto ricordando che la chiesa dai lui retta sarà una delle mete privilegiate del prossimo Giubileo poiché conserva la reliquia del piede di Santa Maria Maddalena, tra i personaggi evangelici che più di tutti ha goduto della misericordia di Dio.

La mattinata si è quindi conclusa nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove è sepolto il corpo di San Filippo Neri. In questo bellissimo tempio sacro, scrigno di innumerevoli e stupende opere d’arte, mons. Malvestiti ha ricordato la figura di Filippo Neri, il suo carisma, il suo zelo educativo, la sua opera.

Dopo il pranzo la comitiva dei cremonesi composta soprattutto da fedeli di Pizzighettone e Viadana ha fatto ritorno in diocesi.

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