Pranzo del vescovo Antonio con gli ultimi della città

Domenica 13 novembre, festa di S. Omobono, padre dei poveri, mons. Napolioni ha mangiato con gli ospiti della Casa dell'Accoglienza e delle Cucine Benefiche

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Si è rinnovata, nel segno di Sant’Omobono, padre dei poveri, la bella tradizione del pranzo del Vescovo con gli ospiti delle opere segno della Caritas cremonese e con gli utenti delle Cucine benefiche gestite dalla San Vincenzo diocesane. Domenica 13 novembre mons. Napolioni affiancato da don Antonio Pezzetti, dal sindaco Gianluca Galimberti e da Rosita Viola assessore alla vivibilità sociale, ha pranzato nella tensostruttura montata per l’occasione nel cortile della Casa dell’Accoglienza. Attorno a lui quelli che la società di oggi considera gli ultimi: i richiedenti asilo, i poveri cronici e quelli resi tali dalla recente crisi economica, gli ospiti della Casa della Speranza. Seduti a tavola anche tanti operatori che, ispirati al Vangelo e nel seno della Chiesa, vivono la solidarietà in prima persona. Ottimo il pranzo preparato dai cuochi della Casa dell’Accoglienza capitanati da Sandra Pagliarini che proprio nei giorni scorsi ha ricevuto il premio di “soncinese dell’anno” per la sua molteplice attività nel mondo del volontariato. Il servizio ai tavoli è stato offerto da alcuni richiedenti asilo coordinati da Gigi Cappellini e dagli altri operatori Caritas. Presente anche il dottor Cristiano Beltrami, vicedirettore Caritas, appena tornato dalle zone terremotate di Camerino-San Severino Marche dove si è recato per iniziare il gemellaggio che durerà alcuni mesi e che sarà coordinato da Nicoletta Doria Colonna.

Al suo arrivo il Vescovo è stato accolto dai suoni e dalle danze di alcuni profughi: mons. Napolioni non si è tirato indietro e insieme al sindaco Galimberti ha accennato ad alcuni passi di danze. Un gesto molto apprezzato dai giovanissimi ospiti.

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