Sant’Omobono, le fonti storiche e le ufficiature liturgiche nel nuovo libro di don Daniele Piazzi

Presentata al Manin la nuova edizione aggiornata di "Omobono di Cremona", disponibile a prezzo speciale in Cattedrale durante le festività patronali

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È stato presentato martedì 8 novembre, nell’aula magna del liceo classico e linguistico “Manin” di Cremona, alla presenza anche del vescovo Antonio Napolioni, il nuovo libro “Omobono di Cremona. Agiografie e testi liturgici dal XIII al XVI secolo. Edizioni, traduzioni e commento”.

Il volume, edito da NEC-Nuova Editrice Cremonese, a cura di don Daniele Piazzi, non a caso è stato presentato in prossimità della festa di sant’Omobono, visto che tra gli obiettivi di questa pubblicazione vi è proprio quello di risvegliare l’interesse dei cremonesi verso il loro santo patrono.

Accanto all’autore, il sacerdote cremonese don Daniele Piazzi, c’era il docente e amico Emilio Giazzi, insegnante presso lo stesso liceo. «Questo è un testo – ha spiegato Giazzi proprio in apertura – che vede impegnato don Daniele Piazzi da tanti anni, perché l’opera di fatto nasce come riedizione di un volumetto uscito nel 1991. In un certo senso è il lavoro e la passione di una vita. Ed è sempre bello leggere un libro che nasce dalla passione per lo studio».

La seconda edizione – ampliata e corretta – nasce per diversi motivi. A diversi anni di distanza dalla prima edizione (del 1991) don Piazzi ha sentito l’esigenza di rivedere e ampliare quel volume. Nel 1997/1998, infatti, si sono tenute le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte del patrono di Cremona: tra dicembre 1997 e febbraio 1998 manoscritti e pubblicazioni sono stati esposti in una mostra che è stata provvista di catalogo. Inoltre a un ciclo di relazioni storiche tenute in Cattedrale è seguita la pubblicazione del profilo di Omobono da parte di André Vauchez. Inoltre, ha visto la luce un interessante studio sull’ufficiatura liturgica del Santo, che ne ha ricostruito testi e melodie.

Il testo riunisce le biografie di sant’Omobono prodotte per la maggior parte nel Medioevo. La prima parte del volume è dedicata alle agiografie dal XIII al XVI secolo, con un capitolo dedicato alle fonti agiografiche e i successivi che propongono la Bolla di canonizzazione, la vita liturgica “Cum orbita solis”, l’aggiunta alla vita liturgica (la “Quoniam historiae”), un resto di “libellus miraculorum” con appunto il testo “Omnipotens Deus”, la vita “Labentibus annis” e la fusione e la traduzione in volgare delle vitae latine “Nella ciptà de Cremona”, la “Vita authentica” del 1570, guardando quindi a Omobono e il suo tempo.

La seconda parte, invece, è dedicata ai testi liturgici dal XIII al XVI secolo con l’Ufficio di sant’Omobono e i formulari per la Messa. «Il punto di partenza – ha considerato Giazzi – è capire chi è il santo e cosa significa scriverne la vita nel Medioevo. Cosa è l’agiografia? Il santo è un modello antropologico prevalente, è il modello che tutti devono imitare. È colui che dipende totalmente da Dio. Ciò ci permette di entrare nel cuore del Medioevo, epoca più cristiana della storia. Questo libro riunisce tutte le agiografie prodotte, agiografie la cui fruizione era primariamente destinata all’ambiente monastico, ma non solo». Le agiografie entrano ben presto all’interno dell’ufficiatura del mattutino. Si leggevano durante la notte oppure nel corso del pasto».

Introduzione di del prof. Giazzi

Nel corso dell’incontro si è ricordato come Omobono fosse stato canonizzato dopo l’arrivo e le richieste della delegazione guidata dal Sicardo a Roma. Papa Innocenzo III accolse subito la richiesta perché – come emerge per altro dalla stessa Bolla – Omobono fu un santo completo, che visse senza particolari contraddizioni sia la vita contemplativa, sia la vita attiva.

«In quegli anni – hanno ricordato i relatori – era diffusa l’eresia catara, che tendeva a valorizzare solo un aspetto della vita cristiana: quella spirituale».

Don Piazzi, che ha ipotizzato la presenza della stessa mano del vescovo Sicardo in alcuni dei testi da lui raccolti e commentati, ha ricordato come tutte e quante le storie di sant’Omobono siano confluite poi nella “Vita Authentica”, edita nel 1570, la biografia ufficiale di sant’Omobono voluta dal Capitolo della Cattedrale e offerta al vescovo Sfondrati. Una Vita che punta su due perni: la preghiera e la carità. Ne emerge un Omobono “pater pauperum”, «amante dei poveri in Cristo povero». Uomo di pace, probabilmente riuscì anche a dare il proprio contributo in un momento di grande difficoltà a Cremona, attraversata da accesi fra “milites” e il “populus”.

In chiusura don Piazzi ha proposto alcuni brani scelti dalle agiografie, una veloce carrellata per darne lettura a stralci, fra cui lo splendido racconto della morte, l’aggiunta “Quoniam historiae” (sec. XIII), frammenti da “Labentibus annis” (sec. XIII) e “Nella ciptà di Cremona”, fino alla “Vita authentica” del 1570.

Intervento di don Piazzi

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Ha collaborato Luca Muchetti

 

Dove acquistare il libero

Sabato 12 e domenica 13 novembre, nell’ambito delle celebrazioni della festa patronale, il libro “Omobono di Cremona. Agiografie e testi liturgici dal XIII al XVI secolo. Edizioni, traduzioni e commento” sarà disponibile in Cattedrale al prezzo speciale di 10 euro (anziché 15 euro).

Il volume è disponibile anche presso l’editrice NEC-Nuova Editricre Cremonese (Casa della Comunicazione, via Stenico 3, tel. 0372-20666 o 458584) o le librerie Paoline e Spotti di Cremona.

 

L’autore

Don Daniele Piazzi è sacerdote della Diocesi di Cremona: classe 1958, originario di Soresina, è stato ordinato presbitero il 19 giugno 1982.

Ha conseguito il Dottorato in Teologia con specializzazione Liturgico-pastorale all’Istituto di Liturgia Pastorale “S. Giustina” di Padova, dove ha anche insegnato Storia dei libri liturgici (dal 2001 al 2010).
Dal 1991 è redattore di “Rivista di Pastorale Liturgica” dell’Editrice Queriniana di Brescia. È anche docente di Liturgia e Teologia dei Sacramenti all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Francesco” di Mantova e di Religione al liceo classico e linguistico “D. Manin” di Cremona.

Tra il 1983 e il 1988, su incarico del vescovo Enrico Assi, ha curato con don Gianni Cavagnoli la ricerca storico–teologica per la revisione del calendario e del “Proprio” dei Santi della Chiesa Cremonese, ricerca che è stata l’origine del presente studio oltre che della tesi di Licenza in Teologia: “Lo sviluppo del santorale della Chiesa di Cremona. Tappe di un cammino dal XII al XX secolo”.

Con la NEC-Nuova Editrice Cremonese ha edito nel 2006 anche la tesi di dottorato, dal titolo “Dal Sacramentario al Messale. Frammenti liturgici cremonesi tra XII e XIII secolo”, dove in appendice ha edito il corpus agiografico dell’antico patrono della città e della Diocesi, il vescovo Imerio.

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