Category Archives: Immagine

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“Custodire ogni vita”. Questo l’invito che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI rivolge in occasione della 44a Giornata nazionale per la Vita. Invito che la zona pastorale I ha accolto radunandosi sabato alle 21 per una veglia nella chiesa parrocchiale Arzago d’Adda. Una serata di preghiera e di riflessione presieduta dal vicario zonale don Marco Leggio , parroco di Agnadello, e con una testimonianza speciale: quella della campionessa olimpica, europea e italiana di nuoto paralimpico Giulia Terzi invitata dal parroco Arzago e Casirate don Matteo Pini, “padrone di casa” per l’occasione. Continue reading »

Luca Maestri
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È deceduto nella serata di venerdì 4 febbraio all’ospedale di Padova, dove risiedeva da anni, don Stafano Bonfatti: aveva 88 anni. Per sua volontà, i funerali si svolgeranno la mattina di mercoledì 9 febbraio alle 10.30 nella chiesa della SS. Trinità di Bozzolo, dove era stato vicario. La salma sarà quindi tumulata nel cimitero di Sabbioneta, suo paese natale. Continue reading »

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Foto ITL/MARIGA

 

Sottoscritta venerdì 28 gennaio a Palazzo Lombardia, a Milano, l’Intesa tra Regione Lombardia e Regione Ecclesiastica Lombardia finalizzata alla salvaguardia e alla valorizzazione dei Beni culturali e che consente di costruire politiche di ampio respiro, con nuovi metodi gestionali e finanziari, e di collocare il patrimonio culturale di carattere religioso nell’articolato contesto delle politiche europee di valorizzazione dei beni culturali. Continue reading »

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In occasione del primo anniversario della morte di Giovanni Merisio, avvenuta il 26 gennaio 2021, l’indimenticato organista del Santuario di Caravaggio sarà ricordato nella Messa di domenica 30 gennaio, alle 17.30, nella basilica di Santa Maria del Fonte. Continue reading »

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Nel segno della corresponsabilità, dell’ascolto, della propositività i responsabili degli uffici pastorali della Curia diocesana e i coordinatori d’Area della Diocesi si sono ritrovati nel pomeriggio di lunedì 17 gennaio presso il Centro pastorale diocesano per un momento di confronto con il vescovo Antonio Napolioni, alla presenza anche anche del vicario episcopale per la Pastorale, don Gianpaolo Maccagni.

Scopo dell’incontro, il primo dell’anno, come ha precisato don Maccagni in apertura, è stato quello di fare emergere nodi, prospettive, modalità efficaci e nuove per camminare insieme: spazio dunque al dialogo, in un clima di fraterna schiettezza.

Dopo avere ringraziato il Signore, esprimendo e condividendo «gratitudine e stupore per l‘iniziativa gratuita con cui il Signore guida la sua Chiesa», il Vescovo ha invitato a individuare con attenzione e in profondità con quali criteri i vari Uffici di Curia leggono e vivono la sinodalità, interrogandosi anche sull’orizzonte teologico, spirituale e culturale da cui essi sono guidati. E, inoltre, «quali i “perché”, le risorse nascoste, i doni non ancora espressi, non ancora, condivisi, non ancora realizzati». Ecco che l’incontro si è posto come un vero e proprio “laboratorio di discernimento”.

Ci si è quindi aperti all’ascolto dell’esperienza di tutti, incentrato sulla domanda fondamentale proposta dal Sinodo universale: «Come si realizza  oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale, quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?».

Numerosi, ricchi di analisi e suggestioni, segnati dal desiderio di un fedele e fecondo servizio alla Chiesa, i vari interventi hanno preso spunto dallo specifico sentire di ognuno, fondato su quanto vissuto “sul campo” e sempre in un’ottica di confronto costruttivo e rispettoso. In particolare, ci si è soffermati sulla necessità di “incontrarsi” per la condivisione di punti di vista e prospettive, sulla ricerca dei linguaggi e delle modalità più consone all’annuncio e alla testimonianza che la Chiesa è chiamata a offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo, sull’ascolto che non può che interessare tutte le dimensioni e le prospettive del mondo contemporaneo, evitando anacronistiche, sterili e controproducenti nostalgie, sul passaggio dall’ascolto a una relazione che faccia scoprire il volto vero e bello di una Chiesa vicina.

È decisivo, in tutto questo, come ha richiamato il vescovo Napolioni, riconoscere la verità delle persone, con la visione di Chiesa che ciascuna di esse incarna, con la propria ricchezza di storia, di esperienze, di attese. In questo «il pastore non è il leader carismatico, ma colui che, in spirito sinodale, fa emergere le diversità e le ricchezze che anche tali diversità racchiudono, e le guida e le accompagna, in quella complessità dinamica che è presente in ogni organismo vivente».

Necessario e certamente fecondo, allora, sarà un accostamento e un approfondimento di quella profonda e ricca miniera che è rappresentata dal magistero di Papa Francesco: un accostamento e un approfondimento che siano scevri delle troppe semplificazioni che troppo spesso gli sono riservate: un magistero che, invece, non può che costituire un orizzonte sicuro a cui guardare, in quel cammino che la Chiesa tutta è chiamata a sperimentare con fiducia e con coraggio. Perché essa sia, sempre, luce delle genti.

L’incontro si è concluso con l’impegno di una prossima occasione più distesa nel tempo nei prossimi mesi,  per continuare la condivisione in vista anche di uno stile nuovo che dovrà vederci tutti più desiderosi di accompagnare insieme il cammino diocesano.

Federico Celini
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Dalle 10 alle 11 di sabato 29 gennaio, presso il consultorio Ucipem di Cremona in via Milano, si articolerà l’incontro informativo del percorso strutturato del “Gruppo di Parola per figli di genitori separati”, un’iniziativa totalmente gratuita nata per ascoltare e aiutare i bambini e i ragazzi di età compresa fra i 6 e i 12 anni, figli di genitori separati, accompagnandoli attraverso un tragitto tanto complesso come quello del divorzio. Continue reading »

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Martedì 18 gennaio ricorre il 750° anniversario della morte di san Facio (18 gennaio 1272). La ricorrenza sarà celebrata in Diocesi con particolare solennità ponendo nuovamente l’attenzione su uno dei più antichi santi di cui la Chiesa cremonese ha custodito la memoria quale concittadino esemplare per la fede e l’impegno nella carità.

Una figura che, proprio in occasione di questo anniversario, il vescovo Antonio Napolioni ha voluto richiamare nella sua ultima Lettera Pastorale – dal titolo “Ospitali e pellegrini. Sulle orme di san Facio” – pubblicata lo scorso dicembre con l’obiettivo di riproporne alcuni messaggi ancora di grande attualità.

 

La Messa in Cattedrale

Il momento celebrativo sarà nel pomeriggio di martedì 18 gennaio (memoria liturgica di san Facio) nella Cattedrale di Cremona con la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. L’appuntamento è per le 17.55 quando, a introdurre la celebrazione, sarà la lettura di un riassunto della “Vita” medievale, antica biografia del Santo. La liturgia si concluderà quindi in cripta, davanti all’urna del santo.

Alla celebrazione – trasmessa in diretta tv su Cremona1 e in streaming cui canali web diocesani (diocesidicremona.it, canale youtube e pagine facebook) sono invitate in particolare le realtà che si occupano di volontariato e assistenza, a cominciare dai gruppi caritativi delle parrocchie e in riferimento all’ambito sanitario. Da sempre forte, infatti, è stato il legame tra il santo d’origini veronesi vissuto nella Cremona del XIII secolo, e questi due ambiti: carità e cura degli infermi.

Proprio san Facio, infatti, promosse a Cremona la Confraternita dello Spirito Santo. Gli obblighi di questo consorzio – come si legge nei documenti dell’epoca – “erano quelli di riunirsi ogni domenica per raccogliere le elemosine” che poi i “massari”, eletti tra i confratelli, portavano ai poveri che si vergognavano di mendicare.

Non si può dimenticare, inoltre, la presenza a Cremona della chiesa di S. Facio (meglio conosciuta in città come “Foppone”) che per secoli è stata la cappella del vecchio ospedale. L’Ospedale Maggiore di Cremona è stato fondato a metà del 1400 riunendo i beni di “ospitia” parrocchiali e di cinque case di ospitalità rette proprio dalla Confraternita dello Spirito Santo.

Nel contesto del 750° anniversario della morte di san Facio il Vescovo ha disposto che quest’anno in tutta la Diocesi tale ricorrenza sia celebrata come “memoria obbligatoria” e che il 18 gennaio nella città di Cremona siano sospese le messe vespertine nelle parrocchie e sacerdoti e fedeli convergano in Cattedrale.

 

Download materiali utili:

Fratello Facio: il santo della carità, lavoratore e pellegrino

 

La lettera pastorale “Ospiti e pellegrini”

È dedicata a san Facio la quinta lettera pastorale scritta dal vescovo Antonio Napolioni, intitolata “Ospitali e Pellegrini. Sulle orme di san Facio”, pubblicata lo scorso dicembre. In un agile volume, impreziosito dalle illustrazioni della giovane artista cremonese Giulia Cabrini, la lettera pastorale riprende e ripropone la vita del santo. «L’anniversario – scrive nelle prime righe monsignor Napolioni – invita a ricordare uno dei più antichi santi custoditi dalla Chiesa cremonese, cogliendo alcuni messaggi di grande attualità per noi», «non con il rigore dello studioso, ma nella semplicità di una riflessione personale e di un dialogo fraterno, che il vescovo offre a credenti e non, a tutti i fratelli pellegrini nel tempo e nello spazio che ci son dati di attraversare». La lettera pastorale, che affianca alla riflessione brani tratti dall’agiografia del santo, invita dunque le comunità a essere «ospitali e pellegrini, come lui – spiega monsignor Napolioni presentandone l’uscita – ma nel nostro tempo, nel quale rischiamo di rinchiuderci nelle nostre case». Un invito a riscoprire ospitalità, ascolto, accoglienza… anche come Chiesa.

Nei dodici brevi capitoli della sua nuova lettera pastorale il vescovo affronta, lasciandosi guidare dai passi del santo, i passaggi più attuali della contemporaneità, che riguardano la Chiesa e la società intera: la solidarietà concreta, il lavoro, la transizione economica ed ecologica, la preghiera, il protagonismo laicale all’interno della Chiesa, il cammino sinodale.

Il volume, al prezzo di copertina di 1,50 euro, è disponibile presso gli uffici della Curia diocesana, la libreria Paoline di Cremona, il Santuario di Caravaggio e l’editrice diocesana TeleRadio Cremona Cittanova (0372-462122, prenotazioni@teleradiocremona.it).

“Ospitali e pellegrini”. San Facio parla al presente nella Lettera Pastorale del Vescovo Napolioni

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Nel pomeriggio di mercoledì 5 gennaio il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la Messa in suffragio di don Luisito Bianchi presso la chiesa parrocchiale di Vescovato, suo paese natale. Hanno concelebrato i parroci dell’unità pastorale Cafarnao: il moderatore don Giovanni Fiocchi, don Alessandro Bertoni e don Paolo Tomasi.

Don Luisito Bianchi è stato sacerdote, ma anche scrittore, poeta, romanziere, saggista, docente di materie letterarie e di sociologia, oltre che assistente provinciale delle ACLI di Cremona e centrale a Roma, operaio, benzinaio, infermiere e traduttore. Ha vissuto il suo ministero seguendo il passo del Vangelo di Matteo “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

Don Giovanni Fiocchi ha introdotto la celebrazione ringraziando il vescovo per la sua presenza in occasione del decimo anniversario dalla morte del sacerdote vescovatino e ha sottolineato: “Tutti noi siamo qui riuniti per i valori grandi di amore, di attenzione ai piccoli, di servizio che don Luisito ha saputo incarnare così bene e lasciarci come eredità preziosa”.

Nell’omelia mons. Napolioni, dopo la lettura della pagina del diario di don Luisito del 5 gennaio 1970, ha espresso: “In fondo la vita di Luisito è stata una grande vigilia, ed è cominciata qui l’epifania di ciò che egli è veramente stato. Non abbiamo ancora capito tanti aspetti del suo travaglio, delle sue scelte, del suo linguaggio, della sua poesia, della sua fede. Questo vale anche per il nostro tempo – ha continuato il Vescovo – sfidato non solo dalla pandemia, ma dalle contraddizioni di un mondo che noi non riusciamo a cambiare perché ci siamo viziati dentro, rischiamo di non cambiare strada, anche dopo la pandemia, dimenticando che il vero protagonista della storia è davvero il Signore”.

Ha poi concluso monsignor Napolioni: “Questo travaglio del parto dell’umanità nuova ha bisogno di profeti e poeti. Il profeta è colui che non parla le sue parole ma quelle che riceve dal Signore e poeta è colui che non crea semplicemente forme artistiche ma una realtà nuova e il fare che caratterizza la nostra terra, del quale io sono ammirato, ha bisogno di convertirsi a questa pienezza di senso”.

Un suggestivo momento di lettura di alcuni passi degli scritti di Don Luisito ha concluso la serata in ricordo del sacerdote originario di Vescovato.

Alla celebrazione hanno partecipato il sindaco di Vescovato e molti concittadini oltre i soci del Fondo Luisito Bianchi che, in occasione dei 10 anni dalla scomparsa del sacerdote, insieme all’associazione Amici dell’abazia di Viboldone, hanno distribuito la biografia scritta da Aldo Gasparini, per far conoscere la storia e il messaggio di don Luisito.

 

Profilo di don Luisito Bianchi

Don Luisito Bianchi nacque a Vescovato il 23 maggio 1927. Ordinato sacerdote il 3 giugno 1950, pur svolgendo il proprio ministero anche fuori diocesi rimase sempre molto legato alla terra cremonese e in particolare a quel “grumolo di terra e di case, nel cuore della Grande Pianura, dallo scanzonato e solenne nome di Vescovato”. Nella scelta di farsi prete prese ispirazione dalla testimonianza di vita di un altro grande sacerdote cremonese, don Primo Mazzolari.

Laureto in Scienze politiche a Milano, fu insegnante presso il Seminario vescovile (1950-1951), missionario in Belgio (1951-1955), vicario a S. Bassano in Pizzighettone (1956-1958), quindi ancora insegnante in Seminario (1964-1967).

Tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta scelse di diventare uno dei primi preti-operai, lavorando dapprima in fabbrica, alla Montecatini di Spinetta Marengo, ad Alessandria, e poi come inserviente presso l’Ospedale Galeazzi di Milano. Sono di quegli anni alcune delle sue opere più mature, tra cui il capolavoro di narrativa moderna “La messa dell’uomo disarmato”, romanzo sulla resistenza nato da una profonda riflessione di Luisito sul senso della sua vita.

Testimone fedele del passo del Vangelo di Matteo “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, mise il tema della gratuità al centro della propria esperienza umana, snocciolandolo in tutti i suoi scritti, dai diari alle poesie, dalla narrativa ai testi della memoria: “Salariati” (Ora Sesta, Roma 1968), ), studio sociologico sul salariato di cascina nel cremonese; “Come un atomo sulla bilancia” (Morcelliana, Brescia 1972, riediz. Sironi, Milano 2005), storia di tre anni di fabbrica; “Dialogo sulla gratuità” (Morcelliana, Brescia 1975, riediz. Gribaudi, Milano 2004), “Gratuità tra cronaca e storia” (1982). “Dittico vescovatino” (2001), “Sfilacciature di fabbrica” (1970, riediz. 2002), “Simon Mago” (2002), “La Messa dell’uomo disarmato” (1989, riediz. Sironi, Milano 2003), un romanzo sulla resistenza; “Monologo partigiano sulla Gratuità” (Il Poligrafo, Padova 2004), appunti per una storia della gratuità del ministero nella Chiesa; diverse raccolte di poesie tra cui “Vicus Boldonis terra di marcite” (1993) e “Sulla decima sillaba l’accento”, “In terra partigiana”, “Parola tu profumi stamattina”, “Forse un’aia”. Nel 2010 ha pubblicato “Quando si pensa con i piedi e un cane ti taglia la strada”, dedicato ancora una volta al tema della gratuità. Dopo la sua morte, avvenuta il 5 gennaio 2012, la pubblicazione postuma de “Il seminarista” (2013).

Per molti anni, e sino alla morte, avvenuta il 5 gennaio 2012 all’età di 84 anni, fu cappellano dell’abbazia di Viboldone, alle porte di Milano.

La sua casa natale a Vescovato, al civico 67 di via Matteotti, proprio per desiderio dello stesso don Luisito, diventò Casa Doreàn, riprendendo il nome che don Luisito dette a un cane trovatello e che significa “gratuitamente”, “in gratuità”. Un nome che identifica l’esistenza e il ministero del sacerdote vescovatino, di cui questa struttura – donata dagli eredi alla Fondazione Dominato Leonense – in collaborazione con il Fondo Luisito Bianchi intende custodirne l’immenso patrimonio librario, epistolare, letterario e musicale di Luisito per una sua una piena valorizzazione.

Margherita Santini
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Nei pomeriggi del 20 e 21 dicembre è andato in scena, in piazza del Comune, a Cremona, il concerto “Merry Christmas Songs”, l’esibizione canora dei bambini della scuola primaria della Sacra Famiglia. Continue reading »

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Domenica 19 dicembre il vescovo Antonio Napolioni ha fatto visita alla comunità claustrale di Soresina, consueto appuntamento nei tempi forti, come in Quaresima e appunto in Avvento. Una visita per portare gli auguri suoi personali e di tutta la Diocesi alle otto monache visitandine che hanno accolto il vescovo con molta gratitudine.

Un incontro iniziato con la Messa presieduta dal vescovo alle 8 nella chiesa monastica di via Cairoli insieme al parroco di Soresina don Angelo Piccinelli e al segretario vescovile don Flavio Meani, con il seminarista Fabrice, per il secondo anno ospite a Soresina nei fine settimana, che ha prestato servizio all’altare.

«Il saluto del Signore a tutti voi, alle sorelle visitandine, caro don Angelo – le parole del vescovo all’inizio della Messa -. Possiamo gioire anticipatamente, pregustare, accendere il desiderio, disporre l’anima, il cuore, la vita, al dono al quale non dobbiamo fare l’abitudine: fare il confronto con gli altri Natali è peccato. È un dono nuovo, sempre nuovo, sempre più vero, sempre più vicino è il compiersi delle promesse di Dio».

Una riflessione proseguita nell’omelia, con rifermento anche a san Francesco di Sales e santa Giovanna Francesca de Chantal, fondatori dell’ordine della Visitazione.

«Non c’è luogo più adatto di questo, il Monastero della Visitazione, per accogliere il vangelo della IV domenica di Avvento dell’Anno C. La liturgia ci prepara al Natale facendoci riscoprire il valore di questa visita, del visitare: Maria che non pensa solo alla sua gravidanza, straordinaria, sconvolgente, divina e umanissima nello stesso tempo, ma va ad aiutare la cugina. Un incontro tra l’attesa del mondo che si riassume nel grembo di Elisabetta e il Dono di Dio, il Salvatore, custodito nel grembo di Maria».

Dopo la celebrazione un’incontro informale tra il vescovo e le monache riunite in parlatorio è stato l’occasione per scambiarsi gli auguri e per un confronto fraterno che ha visto monsignor Napolioni raccontare del nuovo Museo diocesano, con l’attenzione andata anche al Monastero della Visitazione di Milano, da cui provengono quattro delle otto monache soresinesi a seguito di un riassetto delle comunità visitandine, oggi affidato all’Ordine dei Fatebenefratelli per le loro opere sociali e caritative.

Un momento molto fraterno a cui si sono aggiunti per un saluto anche i sacerdoti della parrocchia: il parroco don Angelo Piccinelli, il vicario don Alberto Bigatti, i collaboratori do Giuseppe Ripamonti e don Enrico Strinasacchi, insieme al seminarista Fabrice.

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