Archivio Tag: Mazzolari

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La disumanità della guerra secondo don Primo. A 70 anni da “Tu non uccidere”

In un articolo sull'Osservatore Romano don Bruno Bignami mette in luce la drammatica attualità del pensiero pacifista di Mazzolari

Sono passati 70 anni dalla stesura di “Tu non uccidere”, il volume con cui nel 1952 , dopo aver vissuto le due guerre mondiali, don Primo Mazzolari raccoglieva il suo pensiero pacifista per trasmetterlo ai giovani del suo tempo.

Il contenuto di quel libro – che fu poi pubblicato anonimo nel 1955 – è ripreso oggi da don Bruno Bignami in un articolo apparso sull’edizione del 9 marzo dell’Osservatore Romano, che ne evidenzia la “luminosa, persino profetica” attualità alla luce dei drammatici fatti di questi giorni.

Nel suo editoriale intitolato “La pace come ostinazione” il sacerdote cremonese, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, già presidente della Fondazione Mazzolari e curatore di numerose pubblicazioni degli scritti parroco di Bozzolo, riprende in particolare tre temi del pensiero pacifista di don Primo: l’assurdità della corsa agli armamenti, la certezza che “ogni guerra è fratricidio” e il ribadire che la guerra va sempre a scapito dei poveri.

«E nel frattempo, — scriveva Mazzolari in un passaggio ripreso da don Bignami — sempre nuovi ordigni e sempre più micidiali vengono inventati, esperimentati e conservati per la giusta guerra di domani». «Chi pretende di difendere, con la guerra, la libertà – si legge ancora in “Tu non uccidere” si troverà in un mondo senza nessuna libertà. Chi pensa di difendere, con la guerra, la giustizia, si troverà con un mondo che avrà perduto perfino l’idea e la passione della giustizia». L’unica arma di difesa, per Mazzolari, «è la giustizia sociale più che l’atomica»

Profonda poi la sottolineatura sulla “negazione della fraternità” rappresentata dalla guerra: “Se la guerra è negazione della fraternità – riflette don Bignami riprendendo passaggi dal testo di don Primo che toccano da vicino i comportamenti sociali, la scelta di stili morali di ciascuno oggi come 70 anni fa -, essa comincia con stili accondiscendenti verso la violenza, verso gli investimenti in armi, verso le forme di ingiustizia e di povertà: «il tacere, il non muoversi, o il muoversi lentamente, è nostro; ed è uno dei segni della nostra decadenza, che poi ci fa chiusi, lamentosi e sterili oppositori delle iniziative altrui». La guerra non è solo quella degli esplosivi, ma nasce col trattare «il fratello come utensile, materialisticamente».

«E quelli che ci lasciano la vita – scriveva don Primo – coloro che cadono, a migliaia, sono sempre gli umili, gli anonimi, il popolo che non ha mai voluto le guerre, che non le ha mai capite; mentre desiderava unicamente vivere libero e in pace». “La gente comune – commenta Bignami – è costretta a fuggire, le città diventano inferno, i civili subiscono massacri. E quando i poveri vengono lasciati nella tentazione di spargere sangue in difesa del pane e della dignità, la pace non godrà mai di buona salute”.

Da questi passaggi che così tremendamente riportano indietro le lancette della storia, la conclusione che non c’è niente di tanto disumano quanto la guerra: “La guerra – conclude l’articolo dell’Osservatore Romano – è ritorno allo stadio animale. Invocarla a soluzione dei conflitti appare inutile, aggiunge sofferenze a sofferenze e non risponde più alle esigenze del bene comune. Crimine contro l’umanità. Don Primo ricorda che «l’animalità fa il male per star bene», ma finisce per svuotare la fiducia in Dio e nell’uomo. La pace, invece, è l’unica ostinazione da perseguire. Tuttavia, diventare costruttori di pace significa non essere mai in pace. Parole che non passano”

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Nei diari della clandestinità di don Primo la primavera oltre la guerra

Guarda la gallery completa «Mazzolari era nascosto nella sua canonica, ma non era nascosto dalla Storia». Così Matteo Truffelli, docente di storia del pensiero politico dell’Università di Parma, durante la presentazione della nuova edizione di “Diario di una primavera”, ha contestualizzato il volume che raccoglie gli appunti scritti da don Mazzolari nel periodo della sua clandestinità, dal 1944 al 1945. Truffelli, già presidente nazionale dell’Azione … Continua a leggere »

Arrivato a Cicognara la sera del 31 dicembre 1921, don Primo Mazzolari ha celebrato il giorno successivo la sua prima Messa nella nuova parrocchia. E così, il 1° gennaio 2022, in concomitanza con il centesimo anniversario del suo insediamento, ha avuto inizio l’ “anno 100 Primo”, il percorso verso il centunesimo anniversario, così intitolato dalla parrocchia di Cicognara giocando sul nome di Mazzolari.

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Matteo Cattaneo
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Mazzolari, Don Bignami: «Un uomo e un prete che si è lasciato coinvolgere dagli eventi del suo tempo»

«È bello ricordare Mazzolari non solo per le date e per quello che ha vissuto, ma anche per quello che c’è dietro di lui, per quello che lui ha interpretato e ha cercato di promuovere attraverso la sua testimonianza». Con queste parole don Bruno Bignami ha voluto prendere la figura di don Primo come esempio ancora attuale da seguire durante la serata di approfondimento sul … Continua a leggere »

“Né barriere né guerre” l’incontro annuale nell’anniversario della nascita di don Mazzolari

L'incontro presso la cascina natale di San Colombano al Boschetto giovedì 13 gennaio alle ore 16.30

“Né barriere né guerre” è il tema scelto per il tradizionale appuntamento nell’anniversario della nascita di don Primo Mazzolari che torna anche quest’anno giovedì 13 gennaio alle 16.30 presso la cascina San Colombano (Boschetto, Cremona) dove il sacerdote nacque 132 anni fa. Il ritrovo è previsto alle 16 presso il sagrato della chiesa parrocchiale del Boschetto. Ad intervenire saranno don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo, e alcuni esponenti della Tavola della Pace di Cremona, il coordinamento di associazioni che si impegna per promuovere i temi legati alla pace.

Questo incontro è l’occasione per rilanciare una cultura della pace e della nonviolenza tesa a fermare la corsa al riarmo e delegittimare ogni tipo di guerra, per rilanciare la campagna “Italia ripensaci” affinché anche l’Italia ratifichi il Trattato di messa al bando delle armi nucleari dell’Onu, entrato in vigore nel gennaio del 2021, per un’Europa dell’accoglienza e della fraternità che riveda il Trattato di Dublino e proponga il riconoscimento dei profughi ambientali nella Convenzione di Ginevra e per una riforma dell’Onu che superi il diritto di veto delle grandi potenze e sappia rappresentare in modo più ampio Stati e popoli della terra.

Proprio le parole pronunciate da don Primo Mazzolari nell’omelia di Natale del 1931 sono prese come ispirazione per riflettere sul tema della pace: «Non ascoltate chi vuole dimostrarvi che le barriere sono necessarie e che senza una guerra non si rimette a posto nulla». Parole che suonano di urgente attualità anche a 90 anni di distanza.

Matteo Lodigiani
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Dialoghi sull’uomo con don Primo, è iniziata la tre giorni mazzolariana di Bozzolo

Nella prima giornata gli interventi di don Bruno Bignami e dello scrittore Carlo Lucarelli. Presente anche il vescovo Napolioni

Si è aperta con linatteso arrivo a Bozzolo del vescovo Napolioni, la prima giornata di Luomo ritorna. Dialoghi sulluomo con don Primo Mazzolari, la tre giorni di riflessioni attorno alla figura del parroco di Bozzolo, organizzata da Fondazione Mazzolari.

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Sara Pisani
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«L’uomo ritorna…» dal 10 settembre torna la Tre giorni mazzolariana di Bozzolo

Venerdì l'apertura affidata a don Bruno Bignami e Carlo Lucarelli: una profonda riflessione sull'attualità del pensiero e dello stile di don Primo

Ci saranno don Primo Mazzolari, il suo impegno e le sue parole al centro della tre giorni mazzolariana intitolata “L’uomo ritorna. Dialoghi sull’uomo con don Primo Mazzolari”, organizzata per il secondo anno da Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo con il patrocinio di Parrocchia, Comune e dell’Istituto superiore di Scienze religiose “San Francesco” di Mantova, in collaborazione con Libreria Paoline e Associazione Isacco, grazie al contributo di Fondazione Comunità Mantovana onlus. Continua a leggere »

Sara Pisani
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Paola Bignardi nuova presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari”

«Don Primo mi ha formato, ora lavoro per far incontrare ai cristiani di oggi il suo stile di vita cristiana, modello di santità»

È Paola Bignardi, già presidente nazionale di Azione Cattolica, la nuova presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari”. La nomina è arrivata sabato 25 luglio 2020 con quella del nuovo consiglio di amministrazione.

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In occasione del convegno “La cura del creato da Mazzolari a papa Francesco” annunciata un udienza speciale il 16 aprile prossimo in Vaticano (Video e Foto)

Nell'annuale momento di riflessione promosso in Comune, a Cremona, nell'anniversario della nascita di don Primo, sono intervenuti il direttore de L’Osservatore Romano Andrea Monda, il presidente della Fondazione Mazzolari don Bruno Bignami e il sindaco Gianluca Galimberti

A conclusione delle celebrazioni per il 60° anniversario della morte di don Primo Mazzolari, papa Francesco ha voluto programmare un’udienza speciale a lui dedicata: si svolgerà il 16 aprile prossimo in Vaticano, alla presenza di una delegazione della Diocesi di Cremona. L’annuncio è stato dato dal presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, don Bruno Bignami, in occasione del convegno “La cura del creato da Mazzolari a papa Francesco” che, con la partecipazione di Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano, si è svolto nel pomeriggio di sabato 11 gennaio presso una gremita sala Quadri del Palazzo comunale di Cremona. Continua a leggere »

Matteo Lodigiani
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“La cura del creato da Mazzolari a Papa Francesco”: incontro con il direttore dell’osservatore Romano l’11 gennaio

Andrea Monda e don Bruno Bignami ospiti dell'incontro dedicato al tema della custodia del creato nella continuità tra il pensiero di don Primo e la Laudato si'

È in programma sabato 11 gennaio (ore 16.30) presso la sala Quadri del Comune di Cremona l’incontro intitolato “La cura del creato da Mazzolari a papa Francesco” con la partecipazione di Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano.

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