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Mons. Lafranconi nell’omelia a S. Croce in Gerusalemme sprona alla difesa dei diritti dei più fragili

Dopo la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo emerito, il pellegrinaggio giubilare è continuato con la visita alle basilica di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Mercoledì mattina l'attesa udienza con Papa Francesco

La seconda giornata del pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione dell’Anno Santo della Misericordia è iniziata nella graziosa basilica di Santa Croce in Gerusalemme, nel quartiero Esquilino, con la Santa Messa celebrata dal vescovo emerito Dante, affiancato dal successore, mons. Antonio Napolioni, e dalla quindici di sacerdoti presenti alla trasferta capitolina. Mons. Lafranconi, nell’omelia, ha insistito sulla necessità di dover imparare da Gesù che cosa significa esattamente misericordia, non solo per poterla accogliere e meglio gustare nella propria vita, ma anche per saperla donare. Riprendendo alcune suggestioni delle letture del giorno, dove si sottolinea il dovere di difendere i diritti delle classi meno tutelate del popolo ebraico – le vedove, gli orfani e i forestieri – il presule ha richiamato il dovere dei cristiani di soccorrere e difendere queste persone: “In questi giorni abbiamo sotto gli occhi – ha spiegato – le immagini strazianti dei maltrattamenti che alcuni anziani o persone diversamente abili hanno subito in alcune casa di riposo o di accoglienza. Sono cose che non devono accadere più. Fortunatamente nella nostra società c’è chiara la coscienza di dover difendere i diritti e le prerogative dei più fragili. E’ consolante, poi, che nella nostra diocesi ci sono istituzioni di ispirazione cattolica che si occupano di queste fasce della società”. “In quest’anno giubilare – ha proseguito – diamo voce a chi non è riconosciuta la propria dignità umana”.

Terminata la celebrazione eucaristica, i pellegrini hanno potuto sostare in preghiera alcuni istanti dinanzi alla Reliquie della passione del Signore, che, secondo la tradizione, furono portate da Gerusalemme dalla madre dell’imperatore Costantino, Elena. Non è mancata una sosta alla tomba di Antonietta Meo, detta Nennolina, morta quando appena aveva 7 anni e che è stata dichiarata venerabile nel 2007. A Roma la devozione dei fedeli a questa bambina, vissuta e deceduta santamente, è ancora molto forte.

La mattinata è poi proseguita con la visita, a gruppi, della basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale del Papa. I pellegrini, dopo rapidi controlli delle forze dell’ordine, sono entrati nel grande tempio passando per la Porta Santa. Dinanzi all’altare papale sormontato dallo spettacolare baldacchino gotico, opera dell’architetto Giovanni di Stefano, i cremonesi hanno pregato per il Papa e per l’unità di tutti i cristiani e hanno ricordato, con una certa emozione, il recente incontro tra Francesco e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill. C’è stato poi il tempo per una veloce visita alla basilica, in modo particolare all’abside con il meraviglioso mosaico con al centro la croce gloriosa e con sotto la maestosa cattedra papale. Prima di dirigersi a Santa Maria Maggiore è stata fatta una sosta anche nel vicino battistero di San Giovanni in Laterano, di origine paleocristiana.

Anche a S. Maria Maggiore il gruppo cremonese ha potuto passare la Porta Santa che papa Francesco ha solennemente aperto il 1° gennaio 2016, solennità di Maria Madre di Dio. Dinanzi all’altare papale, a pochi passi dalla fastosa cappella che accoglie l’icona di Maria “Salus Populi Romani”, i pellegrini hanno lodato la Vergine attraverso il canto del Magnificat. Anche in questo caso c’è stato tempo per le devozioni personali e per una rapida visita alle opere d’arte più significative.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo in un ristorante a pochi passi dal Colosseo, i pellegrini, divisi in gruppi, hanno visitato alcuni degli angoli più suggestivi della Capitale attraverso un interessante itinerario storico-artistico guidato da guide competenti e preparate.

Mercoledì, ultimo giorno del pellegrinaggio, è prevista alle 10.30 l’udienza di Papa Francesco in piazza San Pietro. Sarà il momento certamente più emozionante dell’intera trasferta capitolina. I vescovo Antonio e Dante saranno a pochi passi dal palco papale e al termine della catechesi potranno avvicinare il Pontefice per il cosiddetto baciamano. Certamente Francesco, al momento dei saluti delle comitive di lingua italiana, citerà la diocesi di Cremona e avrà parole di incoraggiamento. Terminata l’udienza il gruppo si dirigerà nella vicinissima chiesa di Santa Maria delle Fornaci per la celebrazione eucaristica. Dopo pranzo, tempo permettendo, si terrà la visita all’ultima basilica papale, San Paolo Fuori le Mura, sulla via Ostiense, che conserva la memoria del martirio dell’Apostolo delle genti. A metà pomeriggio è previsto l’inizio del viaggio di ritorno.

Photogallery del secondo giorno di pellegrinaggio

L’omelia del vescovo Dante a Santa Croce in Gerusalemme

Al pellegrinaggio partecipano le comunità di Castelverde, Boschetto, Caravaggio, Brignano, Vailate, l’unità pastorale di San Giovanni in Croce, San Felice, Persico-Dosimo, Castelleone, Crotta d’Adda. Bisogna poi aggiungere dei pellegrini individuali provenienti soprattutto dalla città di Cremona. Presente anche la parrocchia di Cassano d’Adda che seguirà un percorso proprio.

La prima giornata del pellegrinaggio giubilare

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Il Vescovo Antonio in San Pietro: “Qui per imparare quanto sia necessaria la gioia del Vangelo”

Il primo giorno di pellegrinaggio è stato vissuto nella basilica vaticana con il passaggio alla Porta Santa e la Messa solenne all'altare della Cattedra. Martedì messa a S. Croce in Gerusalemme e visita alle altre basiliche maggiori

“Siamo pellegrini nella vita, tutti i giorni. Siamo pellegrini perché usciamo dal cuore di Dio e a Lui torneremo. E ci siamo fatti pellegrini in particolare oggi, in questi giorni, rappresentando così l’intera Chiesa cremonese”. Ha esordito così il vescovo Antonio Napolioni, con la voce un poco incrinata dall’emozione, l’omelia della Messa all’altare della Cattedra nella basilica di San Pietro, proprio nel giorno – il 22 febbraio – in cui si celebra la solennità della Cattedra di San Pietro. La liturgia ha concluso la prima giornata capitolina per oltre 250 cremonesi che fino a mercoledì 24 partecipano al pellegrinaggio giubilare promosso dal Segretariato diocesano pellegrinaggi diretto da don Roberto Rota che si avvale dell’assistenza tecnica dell’agenzia viaggi Profilotours presente con il suo direttore Gianluigi Gremizzi. Oltre a mons. Napolioni è presente anche l’emerito Lafranconi e una quindicina di sacerdoti.

Il pellegrinaggio è iniziato ufficialmente alle 15.30 ai piedi di Castel Sant’Angelo con una breve preghiera di mons. Napolioni il quale poi ha dato il via al cammino verso San Pietro dietro la croce giubilare e lo stendardo diocesano rappresentante il patrono Sant’Omobono nell’atto di aiutare un povero. “Attraverseremo tutta Via della Conciliazione in silenzio – ha spiegato il presule – raccogliendo nella nostra preghiera la vita delle persone che ci passeranno accanto e che continueranno a fare quello che già stavano facendo”.

In fila, composti, i cremonesi hanno percorso il grande viale entro le transenne predisposte per l’occasione, sotto l’occhio vigile dei volontari. Dopo rapidi controlli all’ingresso di piazza San Pietro, il gruppo è salito sul sagrato e poi si è posto nell’atrio della basilica. Dopo una breve preghiera guidata sempre dal vescovo Antonio i pellegrini hanno attraversato la Porta Santa aperta da papa Francesco lo scorso 8 dicembre 2015. Poi, percorsa la navata centrale, sono giunti dinanzi all’altare della Confessione dove hanno rinnovato la loro fede e la loro appartenenza alla Chiesa di Dio. Poco distante la statua di San Pietro adornata da un prezioso piviale rosso e dalla tiara, parati che vengono utilizzati solo due volte l’anno: per la festa degli apostoli Pietro e Paolo il 29 giugno e appunto per la festa della Cattedra il 22 febbraio.

Photogallery del passaggio alla Porta Santa

Alle 17 mons. Napolioni, affiancato dal vescovo Dante e da mons. Gioia, arcivescovo emerito di Camerino-San Severino Marche, diocesi di origine del nuovo pastore della Chiesa cremonese, ha celebrato l’Eucaristia all’altare della Cattedra. La messa d’orario, solitamente riversata al Capitolo vaticano, è stata partecipata oltre che dai cremonesi anche da centinaia di altri pellegrini e concelebrata da una cinquantina di sacerdoti. Il cerimoniere della basilica, il cremonese mons. Cesare Burgazzi, ha coordinato con molta precisione la solenne liturgia, impreziosita dai canti polifonici del coro di San Pietro.

Nell’omelia mons. Napolioni ha ammesso di essersi commosso entrando in basilica: “Non perché fosse la prima volta – ha spiegato – , non solo perché è la prima volta da vescovo, ma perché veramente qui ci si sente piccoli, ma custoditi da un amore immenso. Piccoli ma nella grandezza della Chiesa della quale siamo parte”.

E poi ha rimarcato: “Siamo venuti nel giorno in cui tutta la Chiesa loda il Signore per la sua scelta di donarci gli Apostoli riuniti attorno a Pietro per farne dei maestri della nostra fede. Siamo venuti qui con le nostre domande, le nostre angustie, i desideri, le speranza. Magari abbiamo camminato un po’ nel silenzio e un po’ nel rumore, proprio come è la nostra vita, e man mano è cresciuta in noi la gratitudine perché abbiamo ricevuto il dono della fede. Siamo qui non perché siamo bravi, perché siamo i migliori, ma perché abbiamo ricevuto qualcosa di grande”.

“Siamo venuti – ha proseguito – per sostare alla Cattedra, per ascoltare il maestro. Siamo tutti discepoli stupiti e umili. Che in noi cresca questa attenzione della mente e del cuore lasciandoci chiedere anche oggi, da colui che riscegliamo come nostro unico maestro, ‘e tu chi dice che io sia?'”. Mons. Napolioni ha chiesto di fare un poco di silenzio per rispondere personalmente a questa domanda.

Il presule ha poi indicato la testimonianza di Papa Francesco: “Siamo venuto anche per imparare quanto la gioia del Vangelo oggi sia necessaria, possibile e contagiosa, per metterla al centro della vita delle parrocchie, della diocesi, delle famiglie, della nostra carità pastorale, fraterna e missionaria”.

Infine ha indicato tre doni che devono diventare compiti: “Il primo è la verità nella carità: volersi bene guardandoci in faccia, riconoscendo le diversità, le difficoltà, ma imparando ad accoglierci e a dialogare con tutti, approfondendo con pazienza le regioni gli uni degli altri in ogni contesto e lasciandoci confermare e correggere, quando necessario, dalla Chiesa di Roma”.

“Il secondo dono – ha proseguito – è il servizio di ogni uomo. Come interpretare oggi quell’impegno di legare e sciogliere, quel potere delle chiavi che Pietro e la Chiesa hanno ricevuto, in una Chiesa chiamata davvero a essere oasi di misericordia? Pensiamo adesso a quali rapporti dobbiamo ricostruire e quali freni dobbiamo allentare.

Quindi “il dono di guardare lontano, all’orizzonte del regno di Dio. Siamo in cammino verso la Pasqua, che non è semplicemente una festa del calendario. Questi giorni, questa esperienza di Giubileo ci spinga a fare davvero Pasqua nel profondo della nostra anima e della nostra storia, con la speranza certa che l’amore del Signore è più forte di ogni stanchezza e miseria umana e ci indica il vero cambiamento da coltivare nel futuro”.

Infine mons. Napolioni ha chiesto una preghiera speciale per se stesso, a tre settimana dalla sua ordinazione episcopale, così da poter pascere volentieri e con gioia il gregge che gli è stato affidato.

Photogallery dell’Eucaristia all’altare della Cattedra

Terminata la Messa i pellegrini guidati da mons. Gioia, hanno visitato le Grotte Vaticane sostando in particolare dinanzi alla tomba di Pietro e su quella del beato Paolo VI.

L’omelia di mons. Napolioni nella basilica vaticana

Al pellegrinaggio partecipano le comunità di Castelverde, Boschetto, Caravaggio, Brignano, Vailate, l’unità pastorale di San Giovanni in Croce, San Felice, Persico-Dosimo, Castelleone, Crotta d’Adda. Bisogna poi aggiungere dei pellegrini individuali provenienti soprattutto dalla città di Cremona. Presente anche la parrocchia di Cassano d’Adda che seguirà un percorso proprio.

Guarda i video

Il pellegrinaggio verso S. Pietro e la preghiera in Basilica

La Messa del vescovo Antonio all’altare della Cattedra

 

Il programma dei prossimi giorni

La giornata di martedì 23 avrà inizio alle 9 con la celebrazione della Santa Messa a Santa Croce in Gerusalemme. La bella basilica, che si trova nel Rione Esquilino, a ridosso delle Mura Aureliane e dell’Anfiteatro Castrense, conserva alcune insigne reliquie della Passione di Cristo portate, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino, direttamente da Gerusalemme. Seguirà quindi la visita alle Basiliche papali di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma, e di Santa Maria Maggiore, la più antica chiesa dedicata alla Vergine Maria. Nel pomeriggio i pellegrini potranno seguire un itinerario storico-artistico nel centro storico della Capitale.

L’ultima giornata romana, mercoledì 24, sarà quasi interamente dedicata a Papa Francesco. I cremonesi, infatti, di primissimo mattino, si presenteranno ai cancelli di piazza San Pietro per guadagnare i posti migliori all’udienza giubilare delle 10.30. I vescovo Antonio e Dante avranno un posto riservato sul sagrato della piazza, a fianco del palchetto papale e alla fine dell’udienza saranno ricevuti brevemente dal Pontefice. Intorno alle ore 12 i pellegrini celebreranno l’Eucaristia nella chiesa di Santa Maria alle Fornaci a pochi passi dal Vaticano. Dopo il pranzo, tempo permettendo, si terrà la visita alla quarta basilica papale, San Paolo fuori le mura, sulla via Ostensie, che conserva la memoria del martirio dell’Apostolo delle genti. Intorno alle 16 è previsto l’inizio del viaggio di ritorno.

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Iniziato a Roma il pellegrinaggio giubilare dei 250 cremonesi con il passaggio della Porta Santa di San Pietro. On-line le prime foto e i video

A guidare la trasferta Capitolina il vescovo Antonio insieme all'emerito Lafranconi e una ventina di sacerdoti. Mercoledì l'udienza con Papa Francesco

All’alba di lunedì 22 febbraio cinque pullman sono partiti da diversi punti della diocesi con destinazione Roma. Sono circa 250 i cremonesi che parteciperanno, fino a mercoledì 24 febbraio, al  pellegrinaggio diocesano giubilare guidato da mons. Antonio Napolioni e che vede la partecipazione del vescovo emerito mons. Lafranconi e di una ventina di sacerdoti.  A questa proposta del Segretariato pellegrinaggi, diretto da don Roberto Rota e che si avvale dell’organizzazione tecnica dell’agenzia viaggi “Profilotours”, hanno aderito diverse parrocchie: Castelverde, Boschetto, Caravaggio, Brignano, Vailate, l’unità pastorale di San Giovanni in Croce, San Felice, Persico-Dosimo, Castelleone, Crotta d’Adda. Bisogna poi aggiungere dei pellegrini individuali provenienti soprattutto dalla città di Cremona. Presente anche la parrocchia di Cassano d’Adda che seguirà un percorso proprio. Continua a leggere »

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Nel primo pomeriggio l’arrivo a Roma dei 250 pellegrini cremonesi per il passaggio alla Porta Santa di San Pietro

A guidare la trasferta Capitolina il vescovo Antonio insieme all'emerito Lafranconi e una ventina di sacerdoti. Mercoledì l'udienza con Papa Francesco

All’alba di lunedì 22 febbraio cinque pullman sono partiti da diversi punti della diocesi con destinazione Roma. Sono circa 250 i cremonesi che parteciperanno, fino a mercoledì 24 febbraio, al  pellegrinaggio diocesano giubilare guidato da mons. Antonio Napolioni e che vede la partecipazione del vescovo emerito mons. Lafranconi e di una ventina di sacerdoti.  A questa proposta del Segretariato pellegrinaggi diretto da don Roberto Rota e che si avvale dell’organizzazione tecnica dell’agenzia viaggi “Profilotours” hanno aderito diverse parrocchie: Castelverde, Boschetto, Caravaggio, Brignano, Vailate, l’unità pastorale di San Giovanni in Croce, San Felice, Persico-Dosimo, Castelleone, Crotta d’Adda. Bisogna poi aggiungere dei pellegrini individuali provenienti soprattutto dalla città di Cremona. Presente anche la parrocchia di Cassano d’Adda che seguirà un percorso proprio.

L’arrivo a Roma è previsto nel primo pomeriggio. Alle 15.30 ai piedi di Castel Sant’Angelo inizierà il cammino giubilare verso San Pietro: i pellegrini cremonesi percorreranno in preghiera Via della Conciliazione e una volta attraversata piazza San Pietro – dopo i dovuti controlli di sicurezza – entreranno nella basilica attraverso la Porta Santa aperta da papa Francesco l’8 dicembre 2015. Alle 17 mons. Napolioni presiederà la S. Messa solenne all’altare della Cattedra nella festa della Cattedra di San Pietro: a guidare la celebrazione sarà il cremonese mons. Cesare Burgazzi, canonico del capitolo vaticano e cerimoniere della basilica.

La giornata di martedì 23 avrà inizio alle 9 con la celebrazione della Santa Messa a Santa Croce in Gerusalemme. La bella basilica, che si trova nel Rione Esquilino, a ridosso delle Mura Aureliane e dell’Anfiteatro Castrense, conserva alcune insigne reliquie della Passione di Cristo portate, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino, direttamente da Gerusalemme. Seguirà quindi la visita alle Basiliche papali di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma, e di Santa Maria Maggiore, la più antica chiesa dedicata alla Vergine Maria. Nel pomeriggio i pellegrini potranno seguire un itinerario storico-artistico nel centro storico della Capitale.

L’ultima giornata romana, mercoledì 24, sarà quasi interamente dedicata a Papa Francesco. I cremonesi, infatti, di primissimo mattino, si presenteranno ai cancelli di piazza San Pietro per guadagnare i posti migliori all’udienza giubilare delle 10.30. I vescovo Antonio e Dante avranno un posto riservato sul sagrato della piazza, a fianco del palchetto papale e alla fine dell’udienza saranno ricevuti brevemente dal Pontefice. Intorno alle ore 12 i pellegrini celebreranno l’Eucaristia nella chiesa di Santa Maria alle Fornaci a pochi passi dal Vaticano. Dopo il pranzo, tempo permettendo, si terrà la visita alla quarta basilica papale, San Paolo fuori le mura, sulla via Ostensie, che conserva la memoria del martirio dell’Apostolo delle genti. Intorno alle 16 è previsto l’inizio del viaggio di ritorno.

Il portale diocesano seguirà passo dopo passo l’intero pellegrinaggio diocesano.

Tutte le proposte di pellegrinaggi per il 2016

La riflessione di don Rota sull’importanza del pellegrinaggio a Roma

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Nei giorni scorsi l’incontro tra il vescovo Antonio e i diaconi cremonesi

La mattinata è terminata con l’impegno a un aiuto reciproco per rendere la Chiesa sempre più attuale e vicina alla vita di tutti

Sabato 20 febbraio, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, il vescovo Antonio ha voluto incontrare i diaconi cremonesi. All’incontro, oltre a mons. Napolioni, erano presenti il delegato episcopale per il Clero, Mons. Mario Barbieri, don Floriano Scolari e don Antonio Facchinetti, incaricati, rispettivamente, della formazione dei diaconi ordinati e dei candidati e aspiranti diaconi. Non mancavano naturalmente i diaconi permanenti insieme alle mogli, i candidati e gli aspiranti. Continua a leggere »

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Il cremonese Giacomo Ghisani nuovo legale rappresentante e responsabile dell’Ufficio amministrativo di Radio Vaticana

La nomina “ad interim” di Ghisani, già vicedirettore della Direzione generale della Segreteria per la comunicazione, avrà decorrenza dal prossimo 1° marzo con il termine del servizio del direttore padre Federico Lombardi

È il cremonese Giacomo Ghisani, già vicedirettore della Direzione generale della Segreteria per la comunicazione, il nuovo legale rappresentante e responsabile dell’Ufficio amministrativo della Radio Vaticana. La nomina “ad interim” avrà decorrenza dal prossimo 1° marzo. A darne notizia la Segreteria per la comunicazione con una nota diffusa lunedì 22 febbraio dalla sala stampa vaticana. Continua a leggere »

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L’emozione dei 250 pellegrini in piazza S. Pietro per l’udienza di Papa Francesco

Sono giunti ai cancelli di S. Pietro intorno alle 8 di mercoledì 24 febbraio gli oltre 250 cremonesi che da lunedì 22 stanno prendendo parte al pellegrinaggio giubilare a Roma promosso dal Segretariato diocesano pellegrinaggi, diretto da don Roberto Rota, con l’assistenza tecnica dell’agenzia viaggi Profilotours, presente con il suo direttore Gianluigi Gremizzi. A guidare il pellegrinaggio il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni. Presente anche l’emerito mons. Dante Lafranconi.

I due Vescovi hanno seguito l’udienza ai lati dell’altare papale, a pochi passi da Papa Francesco. Un posto privilegiato è stato riservato anche a una piccola delegazione cremonese, formata da Manuela Cantini con le figlie Anastasia e Giulia (di Mozzanica), la giovane Lucia Tresoldi di Castelleone e il responsabile del Segretariato pellegrinaggi.

Il resto del gruppo ha preso posto, invece, nell’area riservata proprio di fronte all’altare papale. Presenti le comunità di Castelverde, Boschetto, Caravaggio, Brignano, Vailate, l’unità pastorale di San Giovanni in Croce, San Felice, Persico-Dosimo, Castelleone, Crotta d’Adda, oltre a diversi pellegrini dalla città di Cremona. E non mancava neppure la parrocchia di Cassano d’Adda, che nei giorni scorsi ha seguito un percorso proprio.

I cremonesi hanno potuto seguire tutta l’udienza in “prima fila”. I momenti in attesa del Papa sono stati vissuti nella preghiera e non senza alcuni momenti di euforia, come quando lo speaker che annuncia la presenza in piazza dei vari gruppi ha presentato il pellegrinaggio della Diocesi di Cremona.

Puntuale alle 9.30 ha fatto il suo ingresso in piazza Papa Francesco che, a bordo della consueta jeep bianca, ha incontrando i pellegrini. Circa 20mila le persone presenti all’Udienza, tornata ormai ai grandi numeri dopo il calo seguito agli attentati di Parigi. Moltissime le bandiere variopinte che svettavano sotto il sole di un cielo terso. A distinguersi chiaramente anche i cremonesi, tutti con indosso il fazzolettone bianco del pellegrinaggio. Proprio di fronte al settore a loro riservato si è fermata la jeep del Papa.

 

L’udienza di Papa Francesco

«La ricchezza e il potere sono realtà che possono essere buone e utili al bene comune, se messe al servizio dei poveri e di tutti, con giustizia e carità. Ma quando, come troppo spesso avviene, vengono vissute come privilegio, con egoismo e prepotenza, si trasformano in strumenti di corruzione e morte». Questo l’ammonimento con il quale il Papa ha cominciato la catechesi dell’udienza generale nella quale, proseguendo le catechesi sulla misericordia nella Sacra Scrittura, si è soffermato sui “passi” di quest’ultima in cui «si parla dei potenti, dei re, degli uomini che stanno in alto, e anche della loro arroganza e dei loro soprusi».

Il passo scelto era quello dell’episodio della vigna di Nabot, descritto nel Primo Libro dei Re, in cui «si racconta che il re d’Israele, Acab, vuole comprare la vigna di un uomo di nome Nabot, perché questa vigna confina con il palazzo reale». Ma «la terra è sacra, perché è un dono del Signore, che come tale va custodito e conservato, in quanto segno della benedizione divina che passa di generazione in generazione, è garanzia di dignità per tutti», ha ricordato Francesco. E così Nabot si rifiuta di cedere al re la sua terra. Da qui la reazione di Acab e della moglie Gezabele, che «non era brutta, ma era cattiva», le parole a braccio del Papa.

«Se si perde la dimensione del servizio – ha spiegato il Pontefice – il potere si trasforma in arroganza e diventa dominio e sopraffazione». La regina «si serve delle apparenze menzognere di una legalità perversa». Gesù capovolge e sconfessa la legge del più forte.

Quella narrata nella Bibbia «non è la storia di altri tempi – ha detto il Papa a braccio -, è la storia di oggi, la storia dei potenti che per avere più soldi sfruttano i poveri, sfruttano la gente». E ancora: «È la storia della tratta delle persone, del lavoro schiavo, della povera gente che lavora in nero, con il minimo, per arricchire i potenti. È la storia dei politici corrotti, che vogliono più e più e più…». «Il grande Sant’Ambrogio – ha ricordato poi il Papa sempre fuori testo – ha scritto in piccolo libro su questo episodio, si chiama ‘Nabot’, che è un libro di attualità, un libro molto bello e molto concreto». Quindi un invito preciso: «Ci farà bene leggerlo in questo tempo di Quaresima».

«Ecco dove porta l’esercizio di un’autorità senza rispetto per la vita, senza giustizia, senza misericordia. Ed ecco a cosa porta la sete di potere: diventa cupidigia che vuole possedere tutto», ha affermato ancora il Pontefice. «Un testo del profeta Isaia è particolarmente illuminante al riguardo: in esso il Signore mette in guardia contro l’avidità i ricchi latifondisti che vogliono possedere sempre più case e terreni». Poi le parole del profeta: «Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nel paese». «E il profeta Isaia non era comunista», ha commentato il Papa a braccio.

«Dio è più grande della malvagità e dei giochi sporchi fatti dagli esseri umani», ha assicurato il Papa. Che poi ha proseguito: «Che bello sarebbe che i potenti, gli sfruttatori di oggi, facessero lo stesso, facessero come Acab!». «Il Signore accetta il suo pentimento», ma «un innocente è stato ucciso, e la colpa commessa avrà inevitabili conseguenze», ha commentato il Papa: «Il male compiuto lascia le sue tracce dolorose, e la storia degli uomini ne porta le ferite».

La misericordia è dunque «la via maestra che deve essere perseguita», perché «può guarire le ferite e può cambiare la storia». E ancora: «La misericordia divina è più forte del peccato degli uomini». «Gesù Cristo è il vero re, ma il suo potere è completamente diverso», ha ricordato Francesco: «Il suo trono è la croce. Lui non è un re che uccide, ma al contrario dà la vita. Il suo andare verso tutti, soprattutto i più deboli, sconfigge la solitudine e il destino di morte a cui conduce il peccato. Con la sua vicinanza e tenerezza porta i peccatori nello spazio della grazia e del perdono». «Questa è la misericordia», ha concluso il Papa a braccio citando il tema dell’anno giubilare.

La catechesi di Papa Francesco

Alla fine dei saluti nelle varie lingue il Papa si è rivolto anche ai pellegrini italiani. E qui non è mancato un riferimento specifico a «i fedeli della Diocesi di Cremona, accompagnati dal Vescovo Mons. Antonio Napolioni». «Auspico che tutti, in questo Anno Santo della misericordia, – ha detto il Papa – vivano ogni forma di potere come servizio per Dio e per i fratelli, con i criteri dell’amore alla giustizia e del servizio al bene comune».

Infine come sempre un saluto particolare ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. «La Quaresima è un tempo favorevole per intensificare la vita spirituale – ha spiegato Papa Francesco -: la pratica del digiuno vi sia di aiuto, cari giovani, per acquisire maggiore padronanza su voi stessi; la preghiera sia per voi, cari ammalati, il mezzo per affidare a Dio le vostre sofferenze e sentirlo sempre vicino; le opere di misericordia, infine, aiutino voi, cari sposi novelli, a vivere la vostra esistenza coniugale aprendola alle necessità dei fratelli».

Il saluto del Papa ai pellegrini italiani

Il testo integrale delle parole del Papa

 

Photogallery dei cremonesi all’Udienza

 

La conclusione del Pellegrinaggio

Dopo l’udienza per il gruppo cremonese tappa nella vicinissima chiesa di Santa Maria delle Fornaci per la Messa a conclusione del pellegrinaggio a Roma.

Quindi il pranzo e, tempo permettendo, la visita all’ultima basilica papale, San Paolo Fuori le Mura, sulla via Ostiense, che conserva la memoria del martirio dell’Apostolo delle genti. A metà pomeriggio è previsto l’inizio del viaggio di ritorno.

 

Gli altri momenti del viaggio a Roma

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A Tignale gli esercizi spirituali per i giovani promossi dalla FOCr

L'esperienza dal 19 al 21 febbraio all’eremo di Montecastello, sul “monte del silenzio”

Si è conclusa con un pranzo in fraterna allegria e con la tradizionale foto ricordo sulla terrazza vista lago l’esperienza degli esercizi spirituali per i giovani a Tignale, dal 19 al 21 febbraio. Tre giorni, promossi dall’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile, all’eremo di Montecastello, sul “monte del silenzio”, circondati da cime innevate e impegnati nella riflessione personale, accompagnata dalle meditazioni proposte da fra Giorgio Peracchi, del convento cappuccino di Cremona, e dalla preghiera. Continua a leggere »

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