Via Crucis a Corte de’ Frati con il vescovo Antonio: “Vogliamo essere testimoni di misericordia”

L’appuntamento è stato la sera di venerdì 19 febbraio invocando misericordia e pace su tutti gli scenari di guerra

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Venerdì 19 febbraio, alle 20.30 nella chiesa parrocchiale di Corte de’ Frati, il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la Via Crucis della Misericordia, affiancato dal parroco don Antonio Agnelli.

Una serata, promossa in sinergia con Pax Christi e il gruppo Oscar Romero, per invocare misericordia e pace su tutti gli scenari di guerra in corso: a partire dalla tragedia Siria e dal dramma dei profughi respinti alle frontiere, ma allargando lo sguardo ai 424 i conflitti in corso nel mondo, con le 33 guerre ad alta intensità che mietono milioni di vittime.

Le singole stazioni della Via Crucis hanno ripercorso il dolore dei popoli massacrati, ridotti in miseria da un sistema economico avido di profitti; popoli interi violati nei loro diritti umani da regimi repressivi o dalla violenza brutale del terrorismo. E non è mancata la denuncia di un commercio delle armi che prospera sulla morte degli innocenti e dell’inerzia di una comunità internazionale incapace di fermare le guerre, di prevenirle e di risolvere le cause che le generano.

Per il Vescovo questa Via Crucis è stata la ripresa di una tradizione interrotta cinque anni fa, da quando – lasciando presiedere la celebrazione in chiesa a un sacerdote anziano – ha “celebrato la Via Crucis” nella visita alle case, come da tradizione della propria terra. Una Via Crucis fatta di “racconti, croci, dolori, lutti, tradimenti, paure, mancanza di lavoro e malattie”.

“Il bello di stasera – ha quindi affermato mons. Napolioni – è che questa comunità ha vissuto una Via Crucis onesta”. “Onesta” perché ha guardato alla situazione reale e perché è stata occasione per dire “no” al male in tutte le sue forme.

“Abbiamo trovato questa onestà per guardare la realtà nel fare la via della croce con speranza – ha spiegato il Vescovo – nelle parole di quattro grandi credenti: Papa Francesco, mons. Oscar Romero, don Primo Mazzolari, don Tonino Bello”. “Preti che sanno talmente guardare in alto verso il Signore, che amano e che cercano, – ha affermato – da saper guardare anche in basso, trovandolo nelle miserie del mondo”. Un insegnamento concreto “a non essere rassegnati e magari anche complici di tutto ciò che accade nel mondo”.

E andando con la mente al gesto quotidiano di indossare la croce al collo, il Vescovo ha affermato: “Da domani voglio proprio mettermela iniziando ogni giorno la mia Via Crucis, come la facevo nelle case. Ognuno di noi la faccia nel suo percorso quotidiano”.

Proprio l’esperienza di questi testimoni ricorda che la Croce non ha l’ultima parola. Occorre esserne consapevoli, come della presenza constante del Signore accanto a chi soffre.

“Vogliamo essere testimoni di misericordia”, ha quindi affermato con forza il Vescovo riprendendo una delle preghiere delle Via Crucis. “Testimoni di come la tenerezza di Dio, e persino la sua umiltà nel silenzio, – ha detto – ci raggiunge e cambia la morte in vita e ci riapre prospettive di giustizia e di pace”. L’esempio arriva proprio da queste quattro figure “che non solo hanno scritto, ma hanno vissuto, e hanno dato tutto. È martire e testimone della misericordia chi la sa ricevere”.

“Pieni della sua misericordia – ha poi aggiunto –: il sacramento della confessione realizza a pieno questa esperienza di liberazione dell’anima. A quel punto possiamo essere testimoni e martiri della misericordia perché la diamo a chi la cerca e ci proviamo magari anche con chi non la vuole”.

Un concetto che ha espresso riprendendo anche le parole di san Francesco d’Assisi: è perdonando che si è perdonati. In altre parole “facendo il primo passo, in nome di Gesù e grazie a lui, non restando ad aspettare che il mondo cambi senza di noi. Ve lo auguro – ha concluso il Vescovo – ci preghiamo e ci diamo appuntamento ogni domenica di Quaresima, nella Pasqua del Signore e in Cielo, dove tutto sarà chiaro. Vogliamo provare a scoprirlo anche un po’ prima?“.

CRUCIS 2

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