Mons. Lafranconi nell’omelia a S. Croce in Gerusalemme sprona alla difesa dei diritti dei più fragili

Dopo la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo emerito, il pellegrinaggio giubilare è continuato con la visita alle basilica di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Mercoledì mattina l'attesa udienza con Papa Francesco

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La seconda giornata del pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione dell’Anno Santo della Misericordia è iniziata nella graziosa basilica di Santa Croce in Gerusalemme, nel quartiero Esquilino, con la Santa Messa celebrata dal vescovo emerito Dante, affiancato dal successore, mons. Antonio Napolioni, e dalla quindici di sacerdoti presenti alla trasferta capitolina. Mons. Lafranconi, nell’omelia, ha insistito sulla necessità di dover imparare da Gesù che cosa significa esattamente misericordia, non solo per poterla accogliere e meglio gustare nella propria vita, ma anche per saperla donare. Riprendendo alcune suggestioni delle letture del giorno, dove si sottolinea il dovere di difendere i diritti delle classi meno tutelate del popolo ebraico – le vedove, gli orfani e i forestieri – il presule ha richiamato il dovere dei cristiani di soccorrere e difendere queste persone: “In questi giorni abbiamo sotto gli occhi – ha spiegato – le immagini strazianti dei maltrattamenti che alcuni anziani o persone diversamente abili hanno subito in alcune casa di riposo o di accoglienza. Sono cose che non devono accadere più. Fortunatamente nella nostra società c’è chiara la coscienza di dover difendere i diritti e le prerogative dei più fragili. E’ consolante, poi, che nella nostra diocesi ci sono istituzioni di ispirazione cattolica che si occupano di queste fasce della società”. “In quest’anno giubilare – ha proseguito – diamo voce a chi non è riconosciuta la propria dignità umana”.

Terminata la celebrazione eucaristica, i pellegrini hanno potuto sostare in preghiera alcuni istanti dinanzi alla Reliquie della passione del Signore, che, secondo la tradizione, furono portate da Gerusalemme dalla madre dell’imperatore Costantino, Elena. Non è mancata una sosta alla tomba di Antonietta Meo, detta Nennolina, morta quando appena aveva 7 anni e che è stata dichiarata venerabile nel 2007. A Roma la devozione dei fedeli a questa bambina, vissuta e deceduta santamente, è ancora molto forte.

La mattinata è poi proseguita con la visita, a gruppi, della basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale del Papa. I pellegrini, dopo rapidi controlli delle forze dell’ordine, sono entrati nel grande tempio passando per la Porta Santa. Dinanzi all’altare papale sormontato dallo spettacolare baldacchino gotico, opera dell’architetto Giovanni di Stefano, i cremonesi hanno pregato per il Papa e per l’unità di tutti i cristiani e hanno ricordato, con una certa emozione, il recente incontro tra Francesco e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill. C’è stato poi il tempo per una veloce visita alla basilica, in modo particolare all’abside con il meraviglioso mosaico con al centro la croce gloriosa e con sotto la maestosa cattedra papale. Prima di dirigersi a Santa Maria Maggiore è stata fatta una sosta anche nel vicino battistero di San Giovanni in Laterano, di origine paleocristiana.

Anche a S. Maria Maggiore il gruppo cremonese ha potuto passare la Porta Santa che papa Francesco ha solennemente aperto il 1° gennaio 2016, solennità di Maria Madre di Dio. Dinanzi all’altare papale, a pochi passi dalla fastosa cappella che accoglie l’icona di Maria “Salus Populi Romani”, i pellegrini hanno lodato la Vergine attraverso il canto del Magnificat. Anche in questo caso c’è stato tempo per le devozioni personali e per una rapida visita alle opere d’arte più significative.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo in un ristorante a pochi passi dal Colosseo, i pellegrini, divisi in gruppi, hanno visitato alcuni degli angoli più suggestivi della Capitale attraverso un interessante itinerario storico-artistico guidato da guide competenti e preparate.

Mercoledì, ultimo giorno del pellegrinaggio, è prevista alle 10.30 l’udienza di Papa Francesco in piazza San Pietro. Sarà il momento certamente più emozionante dell’intera trasferta capitolina. I vescovo Antonio e Dante saranno a pochi passi dal palco papale e al termine della catechesi potranno avvicinare il Pontefice per il cosiddetto baciamano. Certamente Francesco, al momento dei saluti delle comitive di lingua italiana, citerà la diocesi di Cremona e avrà parole di incoraggiamento. Terminata l’udienza il gruppo si dirigerà nella vicinissima chiesa di Santa Maria delle Fornaci per la celebrazione eucaristica. Dopo pranzo, tempo permettendo, si terrà la visita all’ultima basilica papale, San Paolo Fuori le Mura, sulla via Ostiense, che conserva la memoria del martirio dell’Apostolo delle genti. A metà pomeriggio è previsto l’inizio del viaggio di ritorno.

Photogallery del secondo giorno di pellegrinaggio

L’omelia del vescovo Dante a Santa Croce in Gerusalemme

Al pellegrinaggio partecipano le comunità di Castelverde, Boschetto, Caravaggio, Brignano, Vailate, l’unità pastorale di San Giovanni in Croce, San Felice, Persico-Dosimo, Castelleone, Crotta d’Adda. Bisogna poi aggiungere dei pellegrini individuali provenienti soprattutto dalla città di Cremona. Presente anche la parrocchia di Cassano d’Adda che seguirà un percorso proprio.

La prima giornata del pellegrinaggio giubilare

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