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“Musica e teologia in Cattedrale”: domenica l’ensemble “Laeta Vox” protagonista della rassegna quaresimale

Anche il 13 marzo preludio musicale del Vespro con riflessione teologica di mons. Alberto Franzini. Venerdì 18 marzo la Passione secondo Matteo di Bach

Il 13 marzo ultimo appuntamento della domenica pomeriggio nel Duomo di Cremona per la rassegna quaresimale “Musica e teologia in Cattedrale”. A fare da protagonista l’ensemble “Laeta Vox”. le cui musiche si alterneranno alla  protagonista della rassegna quaresimale riflessione teologica tenuta dal parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini. L’appuntamento è come consueto per le ore 17 e sarà seguito dal canto dei Vespri solenni.

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Tempo di iscrizioni per le vacanze di servizio all’estero e in Calabria con il progetto “Drum bun family – Bambini futuro del mondo”

Dal 1997 quasi 200 volontari, tra giovani e adulti, hanno condiviso questa esperienza che dalla Romania si è estesa anche in Albania e nel sud Italia

Il progetto “Drum bun family – Bambini futuro del mondo” nasce da una richiesta di aiuto rivolta a don Pier Codazzi da alcune suore italiane presenti a Ploiesti, in Romania. Negli anni l’esperienza in Romania si è ampliata andando a incontrare diverse realtà, tra cui due parrocchie cattoliche (Ploiesti e Buzau), una ortodossa (Bobolia), due comunità religiose impegnate con malati e bambini (Ploiesti e Campina), due case di accoglienza per bambini in situazioni di abbandono legati alla Caritas Austriaca (Coc e Aricesti) e un piccolo villaggio Rom (Draghenasa). A partire dal 2006 l’esperienza, su invito di un prete cremonese “fidei donum”, si è aperta anche all’Albania (Puke e Fushe Arrez). Continua a leggere »

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Via Crucis delle scuole paritarie. Dal Vescovo un augurio di “passione”: «Siate simpatici come Gesù»

La preghiera itinerante si è svolta giovedì 10 marzo ed è stata partecipata da un migliaio di persone tra alunni, genitori e insegnanti

«Simpatici come Gesù, compassionevoli», «appassionati» di chi sta accanto. Questo l’augurio che il vescovo Antonio ha rivolto ai bambini e i ragazzi delle scuole paritarie di Cremona che la sera di giovedì 10 marzo hanno vissuto la loro tradizionale Via Crucis cittadina. Oltre un migliaio hanno pacificamente invaso la Cattedrale e le vie circostanti. Continua a leggere »

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Dall’8xmille un contributo di 459mila euro per i beni culturali ecclesiastici cremonesi

Nella scelta favorite le piccole comunità che hanno meno disponibilità finanziaria. Mons. Bonazzi: "Spiace non metter mano a chiese importanti come S. Omobono, S. Lucia e S. Vincenzo"

Anche quest’anno i Vescovi delle diocesi italiane sono stati invitati a inoltrare le richieste sui fondi dell’8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i delegati vescovili. Fondi che interessano diversi ambiti propri dei beni culturali: quali immobili sottoposti a vincolo, come le Chiese e le loro pertinenze (case parrocchiali o vicariali, oratori..), impianti di sicurezza per le stesse, archivi, biblioteche, musei, restauro organi storici, associazioni di volontariato.

Le richieste inoltrate per la diocesi di Cremona sono sulla base dei budget a disposizione: 350.000 euro per i beni immobili; 13.000 per musei, 13.000 per le biblioteche (anche per quelle di ordini religiosi); 13.000 per gli archivi; 19.000 per gli impianti di sicurezza; il 40% sull’importo delle spese per il restauro degli organi; 10.000 per le Associazioni. La sintesi nella seguente tabella:

Riepilogo-controbuti

Come si può osservare è sempre stato chiesto il massimo per ogni voce, ad eccezione degli archivi (mancano i presupposti giuridici), musei (si sta elaborando il progetto) e il volontariato (non esistono associazioni diocesane che abbiano come finalità la tutela dei beni culturali).

Si può notare anche che due sono le biblioteche per le quali si sono ottenuti fondi: quella del Seminario Vescovile e quella delle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda.

La parte più consistente riguarda i beni immobili, per i quali da qualche anno, vista la crisi economica, occorre prestare attenzione poiché i fondi 8×1000 possono coprire al massimo la metà della spesa; l’altra è a carico della Parrocchia. Purtroppo non sempre è possibile inoltrare richiesta per alcune chiese proprio perché la Parrocchia non è in grado di garantire la restante copertura finanziaria.

Il criterio di scelta è nelle mani di una Commissione diocesana che propone al Vescovo quanto ipotizzato; ed è il Vescovo a inoltrare direttamente a Roma la richiesta.

Per quest’anno la richiesta, procedendo, come sempre, con il criterio di favorire le piccole comunità che hanno meno disponibilità finanziaria, riguarda le coperture delle chiese parrocchiali di Villastrada (Dosolo – MN), Castelfranco d’Oglio (Drizzona – CR) e di Gombito (CR). Ha avuto fondi anche la Parrocchia di Casalbuttano, che si è trovata ad affrontare diversi lavori sia per la sagrestia che per l’Oratorio. E Villa Pasquali (Sabbioneta), che aveva già avuto contributi nell’anno 2012/2013: trattasi di una bellissima Chiesa – del Bibbiena – posta in una piccola comunità. Si è dovuto modificare il regolamento nazionale per avere i fondi necessari per l’intervento della zona absidale, fessurata anche per i terremoti del 2012.

Avuta certezza del contributo il 1 dicembre 2015, il giorno seguente alla scadenza della richiesta (30 novembre), i lavori sono già iniziati a Castelfranco, Villastrada e Casalbuttano, mentre Gombito e Villa Pasquali stanno predisponendo l’inizio o hanno già iniziato, ma non è stata ancora completata la documentazione per accedere alla prima rata.

Gli impianti di sicurezza sono stati stanziati per le Chiese di Romanengo, Casalbuttano (Santuario della Graffignana), Cassano d’Adda (Chiesa di S. Antonio), S. Martino in Beliseto e Villastrada.

L’organo storico è quello della Chiesa Parrocchiale di Soresina.

Qualcuno può affermare che si tratta di somme relativamente significative, ma nel panorama di povertà che caratterizza anche le comunità parrocchiali questi contributi risultano invece indispensabili per la conservazione dei luoghi di culto: il contesto verso il quale si sta andando, considerato che non esistono le possibilità economiche per mantenere aperte tutte le chiese, anche quelle di un valore religioso e storico-artistico elevato, è quello di chiuderne alcune per il culto. Spiace, ad esempio, rimanendo nel solo ambito della città, non metter mano a chiese importanti, come S. Omobono, S. Lucia e S. Vincenzo. Chissà se in un prossimo futuro sarà possibile concretizzare qualcosa.

mons. Achille Bonazzi
responsabile Ufficio diocesano
per i Beni culturali ecclesiastici

Nella foto la chiesa di Villa Pasquali opera del Bibiena

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Mons. Napolioni: “Dalle donne i più ammirevoli gesti di quotidiano eroismo”

Per la festa dell'8 marzo promosso dal "Tavolo Rosa" un convegno dedicato al mondo femminile e al progetto di Casa di Nostra Signora

Storie di donne per la festa dell’8 marzo al Centro pastorale diocesano di Cremona. L’occasione per ricordare le tante storie di sofferenza, nel corpo e nell’animo, ma anche la grande ricchezza che il femminile dona al mondo. Un’azione che deve interessare la società e la Chiesa, ma che parte sicuramente dalla casa. Non a caso il convegno diocesano promosso per la festa della donna è stato occasione per rilanciare nuovamente il progetto di Casa di Nostra Signora, la struttura di via Ettore Sacchi un tempo sede delle Oblate e che dalla fine dell’anno diventerà un luogo di accoglienza, sostegno e cura delle donne in stato di fragilità, così come un punto di riferimento educativo e culturale “in rosa” per la città e non solo. Continua a leggere »

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Giovedì 10 marzo a Cremona la Via Crucis delle scuole paritarie cittadine

“Dalla Croce, la misericordia” il titolo dell'edizione 2016, promossa dagli istituti “Sacra Famiglia” e “Beata Vergine”

Si terrà la sera di giovedì 10 marzo la tradizionale Via crucis proposta a Cremona dalle scuole paritarie cittadine. L’iniziativa, promossa dagli istituti “Sacra Famiglia” e “Beata Vergine”, prenderà il via alle 20.30 dalle Cattedrale. Cinque le stazioni predisposte per la Via crucis 2016, dal titolo “Dalla Croce, la misericordia”. Ad aiutare la preghiera e la riflessione saranno alcune meditazioni tratte dalle omelie di papa Francesco.

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Problemi demografici e prospettive di sviluppo. On-line la relazione del prof. Blangiardo a La fatica di credere

Sabato 19 marzo la conclusione della rassegna rileggendo l'enciclica Evangelii Gaudium con il sacerdote cremonese don Bruno Bignami

La fatica di credere, il percorso di confronto tra credenti e non promosso dal Centro pastorale diocesano, è proseguita sabato 5 marzo con un appassionato intervento del prof. Gian Carlo Blangiardo. Il demografo, che vanta una lunga carriera di docente presso l’università di Milano Bicocca e numerose collaborazioni con enti locali nazionali ed europei, ha infatti tracciato un quadro che dai dati statistici si è allargato alle implicazioni sociali e politiche dei cambiamenti in atto.  Continua a leggere »

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“È il tempo di Dio!”: riflessioni di misericordia nella mostra al Santuario di Caravaggio

L'esposizione, promossa dall'A.Vo.S.S., sarà visitabile sino a sabato 19 marzo nella ex penitenzieria

È stata inaugurata nel pomeriggio di sabato 5 marzo presso il Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, la mostra “È tempo di Dio! Riflessioni sulla misericordia”. L’esposizione, con sculture di Luisa Marzatico, Cirillo Grott, Bruno Luzzani e quadri di Luigi Marchesi, intende aiutare a comprendere e vivere lo straordinario momento di grazia del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, favorevole al recupero dei veri valori della vita. Continua a leggere »

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Auguri al vescovo Dante che festeggia il 76° compleannno

Mons. Lafranconi è nato a Mandello del Lario (provincia di Lecco, ma diocesi di Como) il 10 marzo 1940

Mercoledì 10 marzo il vescovo emerito, mons. Dante Lafranconi, compie 76 anni: il presule è nato, infatti, a Mandello del Lario (provincia di Lecco, ma diocesi di Como) nel 1940 da Albino e Giulia Bassini. Il presule ha anche tre fratelli: Giancarlo, Ermes e June, quest’ultima lo ha seguito sia a Savona sia a Cremona. Dopo aver compiuto gli studi ginnasiali e teologici nel seminario diocesano, è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1964. Per completare il percorso teologico è stato inviato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Storia ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana e il diploma di Teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana. Il 7 dicembre 1991 è stato eletto vescovo di Savona-Noli, mentre il 25 gennaio 1992 è stato ordinato vescovo nella Cattedrale di Como. L’8 settembre 2001 Giovanni Paolo II l’ha destinato alla Chiesa di Cremona nella quale ha fatto il suo ingresso il 4 novembre dello stesso anno. Il 16 novembre 2015 il Papa lo ha nominato amministratore apostolico della diocesi di Cremona fino al 30 gennaio scorso, giorno in cui ha ordinato vescovo il suo successore, mons. Antonio Napolioni. Al Vescovo emerito, che ha deciso di rimanere ad abitare a Cremona e che continua a prestare il suo servizio episcopale in stretta collaborazione con il vescovo Antonio, gli auguri più fervidi di tutta la Chiesa che è in Cremona con l’assicurazione di un costante ricordo nella preghiera.

Biografia completa di mons. Lafranconi

Riepilogo della Messa di ringraziamento a conclusione del ministero episcopale (23 gennaio 2016)
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Otto marzo: serve proprio raggiungere la parità con il «sesso forte»?

La provocazione di Nicoletta D'Oria Colonna, operatrice di Caritas cremonese e referente del progetto «Pronto Intervento Donna»

È una grande responsabilità parlare oggi del senso dell’otto marzo. Perché significa parlare del senso dei diritti delle donne, per le donne. Nel senso che vorrei capire che cosa intendiamo noi donne per “diritti”. Abbiamo lottato per il voto, ma a votare ci andiamo poco, abbiamo voluto il divorzio, ma a sposarci ci andiamo meno, vogliamo leggi per la maternità ma i figli non li facciamo, abbiamo voluto la libertà di disporre del nostro corpo ma poi ci offendiamo perché ci considerano oggetti …

Care donne come me, è questa la nostra libertà? E a che punto siamo con la parità? È aumentato il numero delle donne lavoratrici, ma a parità di titoli guadagniamo il 30% in meno degli uomini, siamo ancora alquanto escluse sia dai vertici della vita economica che politica. Anche nel delicato tema della procreazione è entrato il commercio, un commercio “della riproduzione umana” che mette in circolo somme da capogiro e incrementa le disuguaglianze tra pari e lascia scorgere il dolore dei figli di madri mercenarie. Quindi forse ci stiamo sbagliando. Forse ci siamo lasciate ingannare. Perché la verità è che forse non abbiamo bisogno di raggiungere la parità con il “sesso forte”, non ci interessa, non ci serve. Per noi non è la strada giusta, dobbiamo cambiare senso di marcia. Abbiamo bisogno di vederci riconosciuti diritti nostri.

Mi piace rileggerlo così questo otto marzo. Come la presa di coscienza delle donne della necessità di ottenere diritti propri e propri riconoscimenti, in nome dell’unicità di ciascuno di noi e dell’originalità e della specificità proprie della donna. L’uomo e la donna hanno pari dignità di fronte a Dio ma sono profondamente diversi. Già ventotto anni fa Giovanni Paolo II nella “Mulieris Dignitatem” affermava che “esiste il fondato timore che su questa via la donna non si realizzerà, ma potrebbe invece deformare e perdere ciò che costituisce la sua essenziale ricchezza”. Non bisogna, per esempio, correre il rischio di ridurre la maternità ad un ruolo sociale che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non lascia spazio al “genio femminile”, non la valorizza. Ma non bisogna nemmeno promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti agli uomini abbandona ciò che è la caratteristica femminile con i suoi tratti unici e preziosi.

Perché non ci riprendiamo il privilegio di essere donne, destinate ad accogliere la vita non solo procreando ma prendendoci cura del genere umano e del creato in tutte le modalità che la fantasia ci saprà suggerire? Dice Erri de Luca che “in nome del padre inaugura il segno della croce. In nome della madre si inaugura la vita” e in effetti con la maternità Dio ha affidato l’uomo, il mondo, il genere umano, alle donne. La donna, cui Dio ha affidato il prezioso compito della cura, si renda promotrice e responsabile di un amore asimmetrico perché incondizionato e unilaterale. L’uomo non può esistere “solo” ma soltanto in relazione a qualcun altro. Realizziamoci dunque, donandoci, accogliendo, incontrando.

Apriamoci al mondo con responsabilità, e amando, cerchiamo di capire veramente di cosa abbiamo bisogno, quale senso vogliamo dare alla nostra esistenza, alle nostre richieste. E che gli uomini vadano pure a comprarci le mimose. Le faremo fiorire.

Nicoletta D’Oria Colonna
Operatrice Caritas cremonese
e referente del progetto “Pronto Intervento Donna”

 

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