Esposto in Cattedrale il Presepio del Paladino, il più antico in diocesi

L’opera lignea realizzata nel 1480 da Bongiovanni de’ Lupi e originariamente conservato nell'Oratorio di Rivolta d'Adda, restaurato nel 1998, è solitamente conservato al Museo Diocesano

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C’è un angolo della Cattedrale di Cremona che, in questi giorni, invita a rallentare il passo e a fermarsi a osservare. Nell’ultimo altare a sinistra, prima del transetto, è esposto un presepe che viene da lontano. Non solo lontano nel tempo, ma anche nella storia della devozione locale: è il più antico presepe cremonese, conosciuto come “Presepio del Paladino», dalla chiesa in cui era conservato originariamente, appunto l’Oratorio del Paladino, a Rivolta d’Adda. Nel tempo di Avvento e di Natale la sua presenza in Cattedrale (solitamente è custodito nel Museo diocesano) diventa un dono per i fedeli e per i visitatori.

Si tratta di una rara ancona lignea, realizzata nel 1480 da Bongiovanni de’ Lupi, che consente di riscoprire una forma antica di narrazione del mistero della Natività, quando la fede prendeva corpo nel legno intagliato e nel colore dorato.

La tradizione del presepe, nata dall’intuizione di san Francesco a Greccio nel 1223, ha conosciuto nei secoli forme e linguaggi diversi. In molte parrocchie sopravvivono ancora allestimenti novecenteschi in gesso, segno di una pietà popolare diffusa. Ben più raro è, invece, incontrare una natività lignea tardomedievale giunta fino a noi, come quella realizzata nel 1480 da Bongiovanni de’ Lupi.

Originariamente collocata sull’altare dell’oratorio del Paladino, la natività fu trasferita all’inizio del Novecento nella parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Sigismondo, a Rivolta d’Adda, per poi trovare posto al Museo diocesano di Cremona.

La firma incisa e dorata sulla predella (Boniohanes de lvpis de lavde intaliavit pinxit et doravit MCCCCIXXX) conferma con chiarezza la datazione e l’esecuzione da parte di Bongiovanni de’ Lupi, membro di una nota bottega lodigiana che realizzò anche il polittico di Borgonovo e l’ancona di San Cristoforo a Lodi.

L’ultimo restauro, eseguito nel 1998 da Eugenio Gritti, ha permesso di comprenderne la complessa struttura: un tavolato dipinto sul quale sono applicati rilievi intagliati singolarmente, secondo una tecnica raffinata e paziente.

La scena della Natività si sviluppa dentro una cornice traforata a motivi vegetali. Al centro il Bambino Gesù (unica figura a tutto tondo) giace su un lettuccio di rami intrecciati. Attorno a lui la Vergine inginocchiata e san Giuseppe in adorazione, affiancati da piccoli angeli oranti. Sullo sfondo si articolano il paesaggio, i pastori, la capanna con il bue e l’asino, mentre resti della policromia originaria emergono ancora nel prato fiorito e in alcune dorature. Le figure principali sono state ridipinte probabilmente nel Seicento, testimonianza del lungo percorso di conservazione e restauro

A distanza di oltre cinque secoli, l’opera di Bongiovanni de’ Lupi continua a svolgere la sua funzione originaria: accompagnare lo sguardo verso il centro della scena, dove la fragilità di un bambino diventa segno di speranza per ogni tempo. La scelta di esporre quest’opera in Cattedrale restituisce alla città un frammento importante della propria storia e invita a contemplare il mistero dell’Incarnazione.

TeleRadio Cremona Cittanova
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