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Don Compiani confermato assistente dell’Università Cattolica di Piacenza-Cremona

Il provvedimento è stato preso dalla Presidenza della CEI durante la sessione del 15 giugno scorso

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, nella sessione del 15 giugno 2016, ha confermato il sacerdote cremonese don Maurizio Compiani assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza-Cremona, per un ulteriore triennio (1° settembre 2016 – 31 agosto 2019).

Don Maurizio Compiani è nato a Castelleone il 20 settembre 1960. Ordinato sacerdote il 24 giugno 1984 ha iniziato il proprio ministero pastorale in qualità di vicario nella parrocchia “S. Maria Annunciata” in Viadana. Insegnante presso il Seminario vescovile di Cremona (1990-1999), nel 1998 è stato nominato parroco di “S. Alessandro Martire” in Fengo, frazione di Acquanegra Cremonese.

Dal 1999 al 2003 è stato in Albania come “fidei donum”, svolgendo anche (dal 2000 al 2003) l’incarico di responsabile del Seminario interdiocesano maggiore nella diocesi di Scutari. Al rientro in Italia gli è stata affidata la comunità “Ss. Nazario e Celso in S. Giuseppe” nel quartiere Cambonino di Cremona, di cui è stato parroco sino al 2005.

Dal 2005 al 2008 don Compiani è stato responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, incaricato per la formazione spirituale delle ACLI e per la pastorale universitaria, essendo nel frattempo impegnato come docente di Teologia presso la sede cremonese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto interdisciplinare di Scienze religiose “S. Ilario di Poiters” di Parma. Dal 2005 al 2010 è stato anche assistente diocesano della F.U.C.I. e del M.E.I.C..

Dal 2010 al 2011 è stato pro-rettore dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia.

Dal 2012 è responsabile della pastorale universitaria e dal 2013 è assistente spirituale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore delle sedi di Piacenza-Cremona.

Il 16 giugno 2016 mons. Napolioni lo ha confermato come incaricato della pastorale universitaria e lo ha nominato incaricato dell’apostolato biblico.

Laureato in Sacra Scrittura, dal 2007 insegna esegesi presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle diocesi di Crema-Cremona-Lodi e in quello di Mantova, oltre che all’istituto teologico e filosofico del Seminario di Scutari in Albania.

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Suore Adoratrici in Terra Santa nell’Anno della Misericordia

Dal 21 al 28 luglio una trentina di religiose vivranno un intenso percorso di fede guidate da don Compiani e don Anselmi

Oltre trenta suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda sono partite giovedì 21 luglio per la Terra Santa per vivere un intenso pellegrinaggio guidato dal biblista cremonese don Maurizio Compiani e da don Claudio Anselmi, responsabile diocesano della pastorale scolastica. Un evento di fede particolarmente atteso in questo Anno della Misericordia che coincide per molte religiose con un particolare anniversario di vita religiosa.

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Per la prima volta nella Cattedrale di Cremona grande concerto della Cappella Sistina, il coro del Papa

La prestigiosa compagine terrà un concerto il 1° ottobre alle 21 in Cattedrale in occasione di CremonaFiere-MondoMusica

Un evento senza precedenti per la città di Cremona. Il prossimo 1° ottobre, alle ore 21, in Cattedrale, si terrà un concerto della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, diretta dal maestro mons. Massimo Palombella. Il “coro del Papa” – che giunge a Cremona per la prima volta – proporrà lo stesso programma registrato un paio d’anni fa per la prestigiosa casa discografica Deutsche Grammophon e comprendente brani della grande polifonia romana cinquecentesca, da Palestrina a Da Victoria, Allegri, Anerio e Orlando di Lasso.

La presenza della Cappella “Sistina” si inserisce in un progetto di CremonaFiere-MondoMusica, grazie alla collaborazione di don Giuseppe Ferri e Marco Ruggeri, consulenti artistici e promotori dell’evento. La manifestazione è sostenuta dalla generosità di una cordata di sponsors.

Il concerto in Cattedrale si pone al centro di una serie di iniziative di grande spessore: un Convegno Internazionale, una Masterclass per direttori di coro e cantori e la S. Messa conclusiva. Lo stesso 1° ottobre, infatti, al mattino, nella sede di MondoMusica, si terrà il VII Seminario Internazionale sulla musica liturgica avente per tema: «Ut unum sint: la musica come elemento di unità tra i cristiani».

Il Convegno, organizzato come gli scorsi anni da don Ferri e Ruggeri, prevede il saluto del vescovo Antonio Napolioni, e gli interventi di mons. Arthur Roche, segretario della Congregazione vaticana per il Culto Divino e quelli dei direttori di tre prestigiosi cori di ambito luterano, anglicano e cattolico: il maestro Matthias Grünert, direttore del coro luterano della Frauenkirche di Dresda; il maestro James O’Donnel, direttore del coro anglicano dell’Abbazia di Westminster e, infine, il maestro Massimo Palombella, per la Cappella Sistina.

Il tema del Convegno è in piena linea con l’obiettivo che papa Francesco ha affidato alla Cappella Sistina e alla musica di cui essa è portavoce: porsi al mondo come segno concreto dell’unità dei cristiani. La musica infatti giunge facilmente laddove la teologia stenta ad arrivare: l’arte dei suoni, nelle sublimi armonie dei grandi maestri della storia musicale, sa abbattere barriere e unire i fedeli nel segno della bellezza. Tale progetto dell’ecumenismo attraverso la musica si è già sviluppato negli anni scorsi tramite concerti della Cappella Sistina a Westminster, a Lipsia e a Mosca, con scambi e incontri memorabili. Il Seminario di Cremona del prossimo 1° ottobre si inserisce dunque in tale percorso ecumenico fermamente voluto da papa Francesco.

Ma la manifestazione cremonese avrà anche un inaspettato risvolto didattico: il giorno successivo, domenica 2 ottobre, presso la chiesa cittadina di S. Agostino, si terrà una Masterclass (ore 14.30-16.30) dell’Ensemble Vocale della Cappella Sistina, un gruppo di 12 cantori sempre diretti da Massimo Palombella, che si produrranno in una sorta di “prove aperte”, ossia una lezione teorico-pratica rivolta a direttori di coro, cantori e appassionati di musica sacra. Il titolo dell’incontro – Dal segno grafico al segno sonoro: elementi di interpretazione della polifonia alla luce del Concilio Vaticano II – è molto accattivante e di grande interesse per chi si occupa di musica sacra e dell’attività liturgica corale.

Al termine della Masterclass, l’Ensemble della Cappella Sistina allieterà con la propria arte la S. Messa delle ore 17, sempre presso la chiesa di S. Agostino.

Scarica la locandina

Note storiche

La Cappella “Sistina” deve questo nome al luogo della sua sede, la celeberrima chiesa a fianco della basilica vaticana (ove si raduna il conclave per l’elezione dei papi), e al papa Sisto IV che nel 1471 ne definì l’organizzazione. Ma il coro esisteva già da oltre un millennio, fin dai primi secoli dell’era cristiana, tanto che senza dubbio può essere considerato il più antico coro del mondo ancora in attività.

Suoi cantori e direttori sono stati tra i maggiori compositori della storia: Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, Cristóbal de Morales, Costanzo Festa, Josquin Desprès e Jacob Arcadelt. In tempi più recenti, essa ha vantato i due maggiori compositori di musica sacra del Novecento: Lorenzo Perosi e Domenico Bartolucci, il cui magistero è durato complessivamente un secolo, dal 1898 al 1956 con Perosi, dal 1957 al 1997 con Bartolucci. Dal 1997 al 2010 il coro è stato diretto da Mons. Giuseppe Liberto. Il 16 ottobre 2010 S.S. Benedetto XVI ha nominato Mons. Massimo Palombella Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”.

Il coro è composto da 20 cantori adulti stabili, con l’inserimento a seconda delle situazioni di alcuni cantori aggiunti, e da circa 35 ragazzi cantori (i Pueri Cantores) che costituiscono la sezione di voci bianche della Cappella Musicale.

Oltre al suo principale impegno nell’ambito della Liturgia Papale, la Cappella “Sistina”, sia nella sua completezza che con la sola sezione di voci bianche, svolge attività concertistica in tutto il mondo dove attraverso attraverso il patrimonio storico della musica per la Liturgia attua, secondo il suo primo mandato, un’opera di Evangelizzazione.

Sotto la direzione del Maestro Massimo Palombella la Cappella “Sistina” ha iniziato a pubblicare in esclusiva con l’etichetta discografica Deutsche Grammophon, con la quale ha presentato nel 2015 il CD Cantate Domino. La Cappella Sistina e la musica dei papi; il prossimo ottobre verrà presentato un secondo CD contenente la celebre Missa Papae Marcelli.

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Nomine, don Gaiardi a S. Felice, don Gandioli a S. Abbondio e don Agnelli alle Acli

Nuovi provvedimenti del vescovo Antonio Napolioni annunciati domenica 17 luglio

Nuovi provvedimenti del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, riguardanti alcuni sacerdoti cremonesi e comunicati alle rispettive comunità al termine delle celebrazioni eucaristiche di domenica 17 luglio. Don Gianluca Gaiardi,  finora vicario parrocchiale di «S. Maria Immacolata e S. Zeno» in Cassano, è stato nominato, con decreto datato 13 luglio 2016, parroco di «S. Felice martire» e «S. Savino vescovo» in Cremona al posto di don Claudio Rossi trasferito a Torre de’ Picenardi. Don Francesco Gandioli, sacerdote novello originario di Gallignano, frazione di Soncino, è stato nominato, con decreto datato 14 luglio 2016, vicario di Sant’Abbondio in Cremona: riceverà il testimone da don Francesco Cortellini, nuovo vicerettore del Seminario. Infine a don Antonio Agnelli, parroco di Corte de’ Frati,  con decreto del 14 luglio 2016, è stata affidato anche l’incarico di accompagnatore spirituale delle Acli cremonesi.

 

BIOGRAFIA DEI SACERDOTI INTERESSATI ALLE NOMINE

Don Gianluca Gaiardi è nato ad Orzinuovi (Brescia) il 21 dicembre 1971 ed è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996 mentre risiedeva nella comunità di Soncino. È stato vicario a Covo dal 1996 al 2000, quindi a Brignano Gera d’Adda dal 2000 al 2005 e a Vailate dal 2005 al 2009. Dal 2009 era vicario nella comunità di S. Maria Immacolata e S. Zeno in Cassano d’Adda. Il 16 giugno 2016 mons. Napolioni lo ha nominato incaricato diocesano dei beni e delle attività culturali. Ora gli ha anche affidato la guida delle comunità di San Felice e San Savino in Cremona.

Don Francesco Gandioli, nato il 21 febbraio 1989 a Chiari (Bs), è originario della parrocchia S. Pietro Apostolo in Gallignano. Diplomato presso il liceo classico Racchetti di Crema, nel settembre del 2009 è entrato in Seminario, nella classe di Propedeutica. Durante gli anni di formazione ha prestato servizio pastorale nelle parrocchie di S. Francesco d’Assisi in Cremona, nell’unità pastorale di Pozzaglio-Castelnuovo Gherardi-Olmeneta-Casalsigone e in quella di Azzanello-Barzaniga-Casalmorano-Castelvisconti-Mirabello Ciria. Inoltre ha collaborato con il Centro diocesano vocazioni, prestando inoltre servizio presso la Casa della Speranza di Cremona. Ha svolto alcuni esperienze estive insieme agli studenti del Liceo Vida in Albania e a sostegno degli utenti della cooperativa sociale Gamma. Il 26 settembre 2015 don Gandioli è stato ordinato diacono dal vescovo Dante Lafranconi e nell’anno pastorale 2015/2016 ha prestato il proprio servizio diaconale, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, nelle comunità di Vicomoscano-Casalbellotto-Quattrocase-Fossa Caprara, guidate da don Ottorino Baronio. L’11 giugno 2016, nella Cattedrale di Cremona, mons. Antonio Napolioni lo ha ordinato sacerdote. Ora il presule lo ha scelto come nuovo vicario di Sant’Abbondio in città al posto di don Francesco Cortellini che è stato nominato vicerettore del Seminario.

Don Antonio Agnelli è nato a Isorella (Brescia) il 21 luglio 1957 ed è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982 mentre risiedeva nella comunità di Scandolare Ripa d’Oglio. È stato vicario nella comunità «Beata Vergine di Caravaggio» in Cremona dal 1982 al 1983 e poi a Casalbuttano dal 1983 al 1995. Quindi la promozione a parroco di Dosimo e Quistro dal 1995 al 2004. Dal 2004 è parroco di Corte de’ Frati, incarico che manterrà accanto a quello nuovo di accompagnatore spirituale delle Acli cremonesi. Don Agnelli, autore di numerosi libri di teologia ed esperto della figura di mons. Oscar Romero, è laureato in teologia dogmatica.

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I numeri di Cracovia: oltre 600 i giovani della diocesi iscritti alla GMG

Partiranno scaglionati nei due gruppi, martedì 19 e sabato 24 luglio e saranno ospitati nelle famiglie polacche

Sono 604 i giovani che stanno ultimando i preparativi per la partenza verso la GMG di Cracovia. Culmine di questo viaggio sarà la Veglia con il Santo Padre che incontrerà i ragazzi da tutto il mondo sabato 30 luglio nel Campus Misericordiae: secondo gli organizzatori saranno oltre un milione e mezzo.

Momento tutto nuovo in questa Giornata mondiale della gioventù un pellegrinaggio pensato in occasione di questo particolare anno santo: la visita al Santuario della Divina Misericordia sulla collina di Łagiewniki con la Messa degli italiani nella spianata davanti alla chiesa, prevista per mercoledì 27 luglio.

I giovani cremonesi avranno la possibilità di vivere l’esperienza unica della GMG in due modalità diverse: un primo gruppo partirà martedì 19 luglio per un’interessante gemellaggio con la diocesi di Katowice. Con loro anche il vescovo Antonio che vivrà anch’egli queste particolari giornate di incontri e di scambio culturale. Un secondo gruppo partirà invece domenica notte, per essere a Cracovia lunedì 25 luglio.

Tutti i partecipanti, durante la settimana dal 25 al 31 luglio, saranno ospiti delle famiglie polacche che si sono rese disponibili ad accoglierli; in particolare risiederanno presso i parrocchiani di Wola Batorska, comunità a circa 30 km da Cracovia.

 

Partecipanti al gemellaggio con Katowice

In 125 parteciperanno al gemellaggio con la diocesi di Katowice, dal 19 al 24 luglio. Circa 90 sono i giovani che provengono da fuori città:

  • 10 da Acquanegra-Fengo,
  • 4 da Torre de’ Picenardi,
  • 10 da Vescovato,
  • 4 da Solarolo,
  • 8 da Motta e Scandolara Ravara,
  • 1 da Trigolo,
  • 6 da San Matteo delle Chiaviche,
  • 28 da Brignano Gera d’Adda,
  • 9 da Soresina,
  • 4 dalla parrocchia di San Zeno di Cassano,
  • 1 da Dosimo,
  • 2 da Pizzighettone

Per quanto riguarda i giovani della città, invece, parteciperanno 2 giovani di San Giuseppe al Cambonino e in 20 da Sant’Agata e Sant’Ilario. Partiranno martedì 19 anche 5 collaboratori della FOCr, insieme a don Paolo Arienti, responsabile dell’intera esperienza.

 

Gruppi che aderiscono solo alla settimana della GMG

Altri 479 raggiungeranno la Polonia la settimana successiva, arrivando a Cracovia il 25 luglio. Sono:

  • 1 da Scandolara,
  • 7 dalla parrocchia dell’Annunciazione di Cassano
  • 1 da Motta Baluffi,
  • 10 da Castelverde
  • 5 da Sospiro
  • 8 da Fontanella,
  • 15 da Casalmaggiore
  • 9 da Viadana
  • 7 da Cicognara
  • 26 da Caravaggio
  • 1 da Dosimo,
  • 14 da Covo
  • 25 giovani dalla Zona 3
  • 19 da Castelleone
  • 8  da Pizzighettone,
  • 7  da Rivolta d’Adda,
  • 56 della Zona 2
  • 12 da Bozzolo e Rivarolo del Re

Dalla città 3 giovani parrocchiani di San Giuseppe al Cambonino, 12 da San Michele Vetere, 9 da Sant’Ambrogio, 20 da San Francesco e 2 dalla Beata Vergine di Caravaggio.

Parteciperanno solamente alla Veglia e alla Messa di domenica 31 luglio altri 29 giovani e 140 neocatecumenali.

In tutti i sacerdoti saranno una ventina, la maggior parte vicari d’oratorio.

Il programma delle due proposte della FOCr con le informazioni necessarie per il viaggio

#lamiagmg: il concorso della pastorale giovanile e del nostro portale

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Quali scenari per la Turchia, «terra santa della Chiesa»?

La riflessione di don Roberto Rota, responsabile del segretariato diocesano pellegrinaggi

Fin dall’inizio della guerra in Siria (2011) e nel momento in cui le potenze occidentali prendono coscienza del pericolo del califfato di Al Bagdadi (2014), la Turchia non assume una posizione chiara: da una parte si schiera con i ribelli anti-Assad, dall’altra sembra guardare di buon occhio allo  sviluppo territoriale dello stato islamico, tanto da favorire il libero passaggio del proprio confine a tutti quelli che desiderano unirsi alle milizie che combattono per il califfato, nel nord dell’Irak. Contemporaneamente il governo porta avanti una campagna di accuse contro le popolazioni curde, colpevoli di destabilizzare il paese. A loro infatti vengono addebitate le responsabilità di una serie di attentati ad Ankara, Istanbul e in altri centri minori, tra il 2104 e il 2015.

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Il Vescovo celebra a Viadana: «Entriamo in intimità con Cristo»

Il presule ha presieduto l'Eucaristia nella chiesa arcipretale di S. Maria Assunta in Castello insieme ai sacerdoti della comunità pastorale nel tardo pomeriggio di domenica 17 luglio

Domenica 17 luglio il vescovo Antonio Napolioni ha visitato, per la prima volta e «in famigliarità», la comunità delle parrocchie di Viadana e Buzzoletto. «In questi cinque mesi dal mio insediamento – ha affermato il presule – ho sentito spesso parlare di Viadana, ed ero proprio curioso di venire a conoscerla».

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Il Vescovo in visita alla clinica Figlie di San Camillo

Domenica 17 luglio mons. Napolioni ha celebrato l'Eucaristia e poi ha visitato tutti i reparti della struttura sanitaria

Una grande festa in famiglia attorno all’Eucarestia: è questo quanto vissuto domenica 17 luglio a Cremona presso la Casa di Cura delle Figlie di San Camillo, la prima domenica dopo la ricorrenza liturgica del patrono. Lo ha sottolineato il Vescovo, mons. Antonio Napolioni, che ha presieduto la S. Messa: l’esser una «Casa» dona già il senso di un ambiente domestico, familiare; il fatto che si specifichi essere «di Cura» offre la giusta dimensione, quella del prendersi a cuore «l’uno dell’altro».

Era gremita la cappella per l’importante occasione: pazienti, personale medico e paramedico, familiari ed amici. All’inizio della celebrazione, il direttore sanitario, dott. Andrea Bianchi, ha porto il benvenuto al Vescovo, evidenziando come sia certamente necessario corrispondere alle situazioni di bisogno dei malati con «una struttura accogliente, con tecnologie adeguate, con competenze, con professionalità», benché anche questo non basti: occorre anche tener conto delle dimensioni «psicologiche e spirituali» dei pazienti, occorre accogliere e far proprie le parole del beato Paolo VI, che all’Associazione Medici Cattolici raccomandò di non soggiacere «alle lusinghe della medicina», quand’anche appaia «onnipotente», col rischio in realtà di «ledere la persona». Insomma, servono cuore ed anima oltre a sintomi, apparati ed organi.

Mons. Napolioni ha risposto con parole piene di gratitudine e d’incoraggiamento: nei reparti – ha detto – si vive una «testimonianza della carità», che rende chiunque la eserciti, a qualsiasi titolo e da tutti i punti di vista, «un’eccellenza». E poi, rivolto in particolare alle religiose, ha ricordato come la croce rossa camilliana che indossano, sia «un abito compromettente», ma allo stesso tempo anche «un abito di salvezza».

Durante l’omelia, il Vescovo ha sottolineato la grandezza nella santità di Camillo de Lellis, che, «nella sua ricerca di senso» esistenziale, capì come «solo sperimentando fragilità e malattia», si possa spalancare «il cuore» al punto da lasciarsi «illuminare da Cristo, trovandoLo ovunque»; e così è anche oggi «nei nostri anziani, nei nostri malati», ovunque. San Camillo, insomma, è «talmente di Dio da spendersi, sporcarsi, compromettersi col corpo umano», che è «tabernacolo del Signore». Da qui, un invito accorato: «Vi esorto ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente», doni ricevuti per essere spesi «con amore», in ogni istante.

Al termine della S. Messa, dopo i ringraziamenti rivolti da don Anton Jicmon, cappellano presso la Casa di cura “Figlie di San Camillo”, si è tenuto un ricco buffet aperto a tutti nell’area antistante il Cup, dove il Vescovo si è intrattenuto amabilmente coi presenti («anche senza prenotazione», ha detto scherzando). Poi ha desiderato visitare tutti i reparti, nessuno escluso: chirurgia, ortopedia, riabilitazione, medicina, cardiologia,… Ha salutato uno ad uno i pazienti, felici di incontrarlo; li ha ascoltati, ha pregato con loro. Sono stati momenti davvero belli ed intensi. La visita alla struttura si è conclusa col pranzo condiviso con la comunità religiosa. Una giornata trascorsa, insomma, «serena, con cose semplici ma belle», come ha evidenziato la Superiora, Suor Gabriella Marzio, a conclusione di questa domenica di festa e di gioia.

M.F.

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L’impegno della Caritas contro il gioco d’azzardo

Progetti di sensibilizzazione, sportelli di ascolto e prospettive di rete con le Caritas lombarde per la prevenzione di una patologia sempre più dilagante

Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico sta interessando sempre di più le fasce maggiormente vulnerabili della popolazione: in particolare, preoccupano i giovanissimi e gli anziani. Sono proprio gli adolescenti a far uso soprattutto del gioco on-line. L’Italia è diventato in pochi anni il Paese europeo in cui il gioco d’azzardo è più diffuso: è al primo posto in Europa, al terzo nel mondo tra i paesi che giocano di più e detiene anche il primato della spesa pro capite, ammontante a circa 1.300 euro (nel conto sono compresi anche i neonati). Il gioco, insomma, è diventata nell’economia italiana la terza tra le aziende più ricche, con profitti che arrivano a coprire addirittura il 3-4% del PIL nazionale.

Se parliamo, poi, della Lombardia, essa è definita addirittura la capitale del gioco d’azzardo: i numeri sono davvero preoccupanti: un volume da 10 milioni di euro all’anno e una spesa pro-capite per giocatore che sfiora i 2000 euro.

Per far fronte a questo problema sempre più dilagante, la Delegazione di Regione Lombardia della Caritas si è interrogata pochi giorni fa su nuove progettualità da mettere in campo a questo proposito. «La collaborazione delle Caritas lombarde su questo tema è nata per riuscire a monitorare il problema e condividerne numeri e caratteristiche», afferma don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas Cremonese e referente del coordinamento lombardo. «Trattandosi di una problematica particolarmente importante e sempre più in crescita, trovare soluzioni comuni e progettualità condivise è il miglior modo per affrontare l’emergenza».

Non mancano a Cremona le campagne di sensibilizzazione per rendere i cittadini consapevoli della portata del fenomeno. L’associazione La Zolla, ad esempio, questa primavera ha anche realizzato “Illusioni”, un progetto di prevenzione che ha incontrato e coinvolto le fasce più a rischio della popolazione.

«Già nel 2015 avevamo costruito una mostra – molto visitata dalle varie scuole – nella quale si dimostrava che il gioco d’azzardo è sempre ingannevole», racconta don Giuseppe Salomoni, presidente de La Zolla. «Alcuni esperiti di matematica spiegavano i meccanismi delle slot e degli altri giochi d’azzardo. Quest’anno il progetto di cui la Zolla era capofila, è stato finanziato dall’Asl e ha riguardato la prevenzione sul territorio soprattutto su giovani e anziani».

Nel progetto sono stati coinvolti anche enti e associazioni che già hanno a cuore il problema delle dipendenze e che sono a contatto con le fasce più a rischio della popolazione, come Caritas, Approdo, Bessimo, Iride, Fuxia, Krikos e Libera. In particolare la parte del progetto dedicata alle scuole ha interessato 30 classi (prime, terze e quarte) delle suole ITIS di Cremona, CrForma di Cremona e di Crema e Enaip di Cremona. L’obbiettivo, oltre a far riflettere i ragazzi sul benessere e sulla salute, è stato quello di promuovere una consapevolezza del problema. Gli adolescenti che hanno partecipato sono stati aiutati da Simone Feder, esperto della patologia, nella focalizzazione delle caratteristiche del gioco d’azzardo, riflettendo anche sugli stili di vita che potrebbero essere considerati a rischio.

«Siamo stati anche presenti con i nostri stand informativi in alcuni paesi della provincia, in particolare in quelli rivieraschi, nei quali abbiamo cercato di catturare l’interesse della gente su questo problema», continua don Salomoni. «Sono stati coinvolti anche i bambini: per esempio, al Bosco Ex-Parmigiano abbiamo realizzato per loro alcune attività in cui si sottolineava la profonda differenza tra il gioco ludico e quello d’azzardo».

Durante l’anno sono stati organizzati anche incontri frontali indirizzati a anziani e carcerati, soggetti considerati più a rischio. Anche attraverso i quattro sportelli attivati sul territorio, gli operatori hanno potuto dare informazioni sul tema e fare alcune prime valutazioni in persone che hanno manifestato i segni della patologia, per indirizzarli al Sert, affinché riescano ad avviare percorsi mirati.

 

Qualche informazione sul gioco d’azzardo

L’alea (il rischio, la probabilità di vittoria) e il fine di lucro sono i due elementi costitutivi del gioco d’azzardo come definito nel Codice Penale (Art. 721). Il gioco d’azzardo patologico consiste in frequenti, ripetuti episodi di gioco d’azzardo che dominano la vita dell’individuo a scapito della vita sociale, professionale, materiale, dei valori e degli impegni personali e familiari.
I giocatori patologici descrivono bisogno intenso di giocare, difficile da controllare, unito all’ossessione per immagini e pensieri dell’atto del gioco e delle situazioni che lo circondano.

Il giocatore patologico è privo di controllo, incapace di resistere all’impulso di giocare: il gioco diventa la cosa più importante delle sua esistenza.
É una persona soggetta ad un disturbo psicopatologico che compromette la salute fisica e provoca molteplici possibili conseguenze personali, sociali ed economiche come ad esempio la perdita del lavoro, la disgregazione della famiglia, l’impoverimento e la messa in atto di comportamenti illeciti come il ricorso all’usura, che diventa uno strumento agevole per procurarsi il denaro necessario a giocare e/o scommettere.
Qui il pericolo dell’infiltrazione mafiosa, in quanto le mafie si inseriscono in questo “giro” prestando soldi a tassi elevati.

Fortemente coinvolta, sia dal punto di vista emotivo che economico, è la sfera familiare e delle relazioni personali.
La famiglia convive con la depressione, l’impotenza, l’incertezza, il progressivo impoverimento e può attraversare periodi di dissesto finanziario anche molto grave, di conseguenza rischi di disgregazione familiare sono enormi.

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Strage di Nizza, il Tavolo della Pace di Cremona: «La violenza non ammutolisca il nostro cuore»

«È necessario aprire un grande dialogo sulla violenza e sulle tante guerre che continuano a terrorizzare il mondo, su come fare a fermarle, come impedirne di nuove, come soccorrere e proteggere le vittime».

«Cosa possiamo dire dopo l’ennesima, orribile strage? Tutte le parole rischiano di apparire vuote, inutili, insensate. Eppure non possiamo restare muti. La condanna della tragedia e la solidarietà con le vittime è credibile solo se è seguita da un’azione». Inizia così il comunicato del Tavolo della Pace di Cremona dopo l’orribile carneficina compiuta da un fondamentalista islamico a Nizza. Il bilancio è impressionante: 84 morti tra i quali dieci bambini, un centinaio di feriti di cui una ventina assai gravi.

«Vincere il terrorismo – si legge nella nota – è una sfida difficile, che può essere vinta solo con l’impegno di tutti. Tutti abbiamo il potere di fare qualcosa: non permettiamo che la violenza ammutolisca il nostro cuore! Non possiamo lasciare che la violenza alimenti l’intolleranza, la paura dell’altro, il razzismo, l’islamofobia, la radicalizzazione, la chiusura. Non vogliamo minimizzare quello che è accaduto invocando, come sempre, un rapido ritorno alla normalità. La situazione è eccezionalmente grave: dobbiamo reagire interrogando noi stessi e ripensando il nostro modo di vivere e di guardare al mondo».

E così conclude il documento: «È necessario aprire un grande dialogo sulla violenza e sulle tante guerre che continuano a terrorizzare il mondo, su come fare a fermarle, come impedirne di nuove, come soccorrere e proteggere le vittime.  Il 9 ottobre 2016 partecipiamo alla Marcia della Pace e della Fraternità. Da Perugia ad Assisi.Quando persone motivate si uniscono, anche un piccolo gesto può avere un grande effetto».

Al Tavolo della Pace di Cremona aderiscono: ACLI Provinciali, Amici di Emmaus, ANPI Cremona, ARCI Cremona, Associazione Latinoamericana, Associazione dei Senegalesi di Cremona e provincia, CGIL, CISL, Comitato Casalasco per la Pace, Comitato Provinciale UISP, Coop.Soc. NONSOLONOI, Comitato Provinciale LIBERA, Donna senza Frontiere, Forum per la pace e il diritto dei popoli “Don Primo Mazzolari”, Forum Provinciale del Terzo Settore, Forum Territoriale del Terzo Settore di Cremona e del cremonese, Gruppo Articolo 32, Immigrati Cittadini, Lega di Cultura di Piadena, Movimento Federalista Europeo, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, Pax Christi, Raddhodiaspora- Italia, UIL.
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