Dal Centro d’ascolto Caritas il punto della situazione da gennaio ad oggi

Oltre 580 gli interventi erogati, 30 mila euro di finanziamenti grazie al microcredito. L'operatore Alessio Antonioli illustra i dati del primo semestre 2016

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Sono ancora numerose le persone che ogni giorno si rivolgono agli sportelli Caritas per chiedere sostegni per riuscire a condurre una vita dignitosa. Da gennaio ad oggi il Centro d’Ascolto di via Stenico a Cremona ha già provveduto infatti a quasi 600 interventi economici.

Alessio Antonioli, operatore sociale presso la Caritas diocesana, illustra, attraverso i dati di questo primo semestre del 2016, la situazione del disagio sociale nel territorio cremonese.

Qual è l’entità degli interventi erogati da gennaio ad oggi?

«Da gennaio sono stati forniti 584 aiuti economici, per una spesa totale di 153 mila euro. Tra le persone passate dal nostro Centro d’ascolto, quest’anno sono una sessantina quelle che si sono presentati per la prima volta. Diversi sono poi gli utenti che si rivolgono direttamente all’ambulatorio infermieristico della nostra sede, aperto 5 giorni alla settimana (3 nel periodo estivo), che hanno bisogno di cure; molti sono i farmaci che vengono ricavati grazie al Banco farmaceutico o forniti dai cittadini stessi. A questi però bisogna aggiungere un’ulteriore spesa che si rende necessaria che corrisponde a circa 7.300 euro».

La Caritas ha attivato anche l’iniziativa del microcredito per affrontare l’emergenza abitativa: quanti usufruiscono di questa forma di aiuto?

«In questo ambito, Caritas nel 2016 ha attivato prestiti per un totale di 30 mila euro. Si tratta di uno strumento che permette l’accesso a servizi finanziari a persone o famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale, finalizzato a far fronte a spese d’emergenza. La valutazione e i criteri di concessione spettano direttamente alla Caritas, che, analizzando e conoscendo le situazioni, decide a quali famiglie concedere il prestito. Vi è anche un’altra forma di finanziamento, il Prestito della Speranza, in sinergia con Intesa San Paolo, partita nella primavera del 2015, ma fino ad ora solo una persona sulle tre che avevano fatto richiesta ha potuto usufruirne».

Gli aiuti si rivolgono ai residenti sul territorio sia italiani, sia di origine straniera. In quale proporzione?

«I dati relativi a questo sono simili allo scorso anno: circa il 55% delle persone che chiedono sostegno è di origine straniera, soprattutto romena, marocchina e albanese, il restante 45% è italiano. Vi è ancor più uniformità per quanto riguarda il genere: le percentuali di uomini e di donne che usufruiscono degli aiuti si equivalgono».

Quali ambiti interessano le richieste più frequenti?

«Sono soprattutto richieste economiche di sostegno al reddito per il pagamento di utenze, per affitti, spese sanitarie o scolastiche. A questo proposito, soprattutto con le famiglie numerose, si cercano di attuare accordi con le scuole, concordando anche il pagamento rateale delle tasse».

Il vostro lavoro si svolge dunque in rete con i vari enti del territorio…

«Si cerca sempre di intraprendere il dialogo con le Caritas parrocchiali e con i Servizi Sociali del Comune, sia per non sovrapporre gli interventi, ma soprattutto per creare una risposta funzionale e su misura per quanti richiedono un aiuto».

Quali sono i profili delle persone che chiedono aiuti?

«Solitamente hanno tra i 30 e i 50 anni. Le situazioni più frequenti riguardano persone che hanno perso il lavoro e che non riescono a trovare nuovi posti, nonostante progetti, aiuti messi in atto anche dalla Provincia o dalla Regione. Tra questi vi sono persone che vivono contemporaneamente la separazione dal proprio coniuge e sono costretti a tornare nella propria famiglia d’origine che si trova a mantenerli, spesso con difficoltà. Vi sono anche anziani la cui pensione di invalidità non è sufficiente per coprire le alte spese affittuarie, o che non riescono a far fronte alle bollette relative ai consumi dei mesi invernali. C’è poi chi vive l’emergenza dello sfratto e che magari, pur ottenendo un alloggio nell’edilizia pubblica, non riesce a sostenere il pagamento della cauzione».

Che tipo di problematiche vivono invece oggi le famiglie più in difficoltà?

«I nuclei che chiedono sostegno economico, nella maggior parte dei casi, hanno subito la perdita del lavoro di uno o più componenti della famiglia. In difficoltà sono spesso anche le famiglie monogenitoriali. La richiesta di aiuto, in questi casi, avviene se, anche prima della mancanza di un’entrata mensile, la situazione risulta già particolarmente precaria e dall’equilibrio molto fragile».

 

Il Centro d’Ascolto Caritas è un luogo della comunità cristiana dove tutti gli abitanti del territorio, ma anche le persone di passaggio, possono trovare accoglienza e ascolto fraterno per presentare situazioni di bisogno proprie e altrui. Gli operatori del Centro di Ascolto si preoccupano di orientare ed accompagnare le persone ascoltate verso le risorse presenti sul territorio.

I  servizi offerti

  • Informazione sui servizi agli stranieri sul territorio Cremonese;
  • informa e accompagna nella domanda di permesso di soggiorno, di ricongiungimento familiare e per le pratiche amministrative;
  • aiuta a valutare le opportunità lavorative;
  • invia ai diversi uffici della Caritas e del Servizio Sociale del Comune competente.
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