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Il programma completo della festa patronale di sant’Omobono: gli eventi con il Vescovo e le celebrazioni nella chiesa di via Ruggero Manna

Solennità venerdì 13 novembre per il patrono della città e della diocesi di Cremona

Sarà, come sempre, ricco il programma celebrativo della festa di Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona. Venerdì 13 novembre la Cattedrale sarà meta di numerossimi fedeli sia per assistere alle solenni liturgie presiedute dal Vescovo Lafranconi sia per onorare le reliquie del “padre dei poveri”, conservate nella cripta. Da segnalare che dal 12 al 14 novembre la S. Vincenzo della parrocchia della Cattedrale promuove nel salone ex Borsino della Camera di Commercio (via Solferino 29) la consueta mostra benefica. Apertura dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19. Continua a leggere »

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Il 5 settembre a Calcio l’ingresso di don Santambrogio Il Vescovo: comunione per scardinare l’indifferenza

Ingresso nuovi parroci / 1

La qualità di una comunità cristiana si valuta dallo stile della comunione che la caratterizza e che diventa servizio nei confronti degli altri, vincendo l’indifferenza. È questo il messaggio, e il compito, che sabato 5 settembre il Vescovo ha proposto alla parrocchia di Calcio in occasione dell’insediamento del nuovo parroco, don Fabio Santambrogio, a cui mons. Lafranconi ha augurato di essere in mezzo alla comunità portatore di una parola che consenta di ritrovare i fondamenti della propria speranza.

È dalla Bergamasca, e per la precisione da Calcio, che hanno preso il via la celebrazioni di ingresso dei nuovi parroci nominati nei mesi estivi dal Vescovo. Prima tappa appunto la comunità di S. Vittore, orfana del proprio pastore dopo la prematura scomparsa di don Massimo Morselli.

Tutto ha avuto inizio intorno alle 15.30 presso la scuola delle Suore di Maria Bambina, proprio di rimpetto alla chiesa. Prima don Santambrogio e poi il vescovo Lafranconi sono stati accolti in maniera solenne dal corpo bandistico S. Gottardo.

Quindi si è formata la processione diretta alla chiesa parrocchiale. Dietro gli stendardi e i gonfaloni delle associazioni del paese, i ministranti con i confratelli del Santissimo Sacramento; poi i sacerdoti concelebranti (in particolare legati alle parrocchie in cui don Santambrogio ha svolto il proprio ministero). Accanto al Vescovo, il nuovo parroco e il vicario zonale, don Marco Leggio. Naturalmente non mancavano il vicario don Matteo Bottesini e il collaboratore parrocchiale don Carlo Merisi.

All’ingresso della chiesa una sosta, per ricevere il saluto del primo cittadino di Calcio, Elena Comendulli. Presenti anche i comandanti dell’Arma e della Polizia locale; oltre al sindaco di Martignana di Po, Alessandro Gozzi. La Comendulli ha rivolto un caloroso benvenuto al nuovo parroco e al Vescovo, che ha voluto ringraziare per aver concesso in tempi brevi un nuovo sacerdote. E il pensiero naturalmente è andato anche al compianto don Morselli. Il sindaco ha assicurato al nuovo parroco che non sarà «mai solo», garantendo una sincera collaborazione, pur nella distinzione dei ruoli. Nel suo intervento anche un forte richiamo alla necessità di scardinare l’indifferenza.

In chiesa, dopo il saluto liturgico del Vescovo, il vicario zonale ha dato lettura del decreto di nomina del nuovo parroco. Al termine, don Santambrogio ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica, due gesti caratteristici del rito di insediamento dei nuovi parroci.

Quindi Emanuele Mazzotti, membro del Consiglio pastorale parrocchiale, ha letto il saluto di benvenuto dell’intera comunità, «ricca di strutture e di risorse». Da qui la richiesta di «aiutarci a costruire comunione e armonia tra i vari gruppi, e a fare in modo che ciascuno lavori solo ed esclusivamente a servizio del Vangelo e degli ultimi». Anche nelle parole del rappresentante parrocchiale non è mancato il riferimento al periodo della malattia del predecessore, con un ricordo ai suoi familiari che «sono stati per noi, con la loro testimonianza nel dolore, un profondo esempio di fede». «Con don Massimo – ha proseguito – avevamo iniziato un profondo cammino di discernimento e di rinnovamento che aveva come obiettivo principale l’acquisizione di una coscienza comunitaria». Un percorso che la comunità intende continuare con convinzione. Infine l’abbraccio di Mazzotti al nuovo parroco e un regalo: un camice liturgico.

Nell’omelia il Vescovo ha preso spunto dai brani della Scrittura per alcune considerazioni. Anzitutto rispetto alla vita di un parroco che «spesso si incontra con persone smarrite di cuore: per motivi di carattere familiare, per la sofferenza, per la mancanza di lavoro, per evenienze che scombinano i progetti fatti della vita. Anche oggi quanti smarriti di cuore!». E ancora: «Un prete in mezzo alla sua gente deve avere il coraggio di dire parole anche non comprensibili immediatamente. Parole che anche vengono rifiutate lì per lì. Quello che conta è che dica parole vere, che dica parole pienamente conformi alla Parola di Dio! Lo auguriamo a don Fabio: essere in mezzo alla comunità come portatore di una parola che consenta anche agli smarriti di cuore di ritrovare i fondamenti della propria speranza; e che non si scoraggi se a volte queste parole da lui dette, proprio perché non corrispondono alle aspettative immediate di chi le ascolta, possano trovare rifiuto».

Poi l’attenzione si è spostata alla comunità. E dalle Letture un ulteriore richiamo: non essere una comunità indifferente. «Mi ha colpito – ha detto il Vescovo – nelle parole di saluto rivolte dal sindaco, l’immagine, molto bella, di ricorrere al grimaldello per vincere l’indifferenza. È vero: spesso viviamo gli uni accanto agli altri, ma anche così indifferenti gli uni nei confronti degli altri. E non pensiamo soltanto a quella indifferenza che fa venire le lacrime agli occhi di fronte alle scene degli immigrati e del modo con cui vengono trattati; di questa incapacità dell’Europa a riconoscere che questa è povera gente, che la loro vita vale prima e più di ogni altra cosa. Non inutilmente il Papa continua a ritornare su questo tema. Noi cristiani dovremmo farci un po’ di esame di coscienza! Ma non è soltanto questa indifferenza che possiamo vedere negli scenari dell’Europa o del mondo: pensiamo anche all’indifferenza più spicciola che segna le relazioni dentro le nostre comunità parrocchiali».

Superare l’indifferenza significa fare comunità. «Se una comunità cristiana – ha ricordato mons. Lafranconi – non è più capace di esprimere in maniera visibile e forte l’unità e la comunione, questa comunità cessa di essere segno di Gesù Cristo. Possiamo anche dire che il cupolone di Calcio si vede da lontano: ma non basta vedere il cupolone, bisogna vedere quello che ci sta sotto! Bisogna vedere il segno di una comunità viva, il segno di una comunità che si interessa degli interessi di Dio, ma anche degli interessi dei fratelli nella carità. Altrimenti i nostri segni sono invisibili o incomprensibili!». Poi altri esempi concreti: «Non soltanto siamo invitati a vincere l’indifferenza sapendoci interessare degli altri, ma a vincere anche tutte le tentazioni che portano ai pregiudizi, che, proprio perché tali, creano incomunicabilità. Una comunità cristiana – ne sono convinto sempre più fortemente! – non si qualifica per il numero, neanche per quello delle Comunioni che si fanno: una comunità cristiana si qualifica per lo stile della comunione che diventa servizio nei confronti degli altri, di tutti!».

Al termine dell’omelia, il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Alla fine della Messa, animata dalla corale parrocchiale S. Vittore, l’atteso intervento di don Santambrogio, che ha anzitutto ricordato il mandato ricevuto nel giorno dell’ordinazione sacerdotale. «Vi assicuro – ha detto – che è mia volontà camminare con voi seguendo Gesù nella strada della mansuetudine, del perdono, della comunione, del sacrificio fatto con gioia, della sincerità, dell’autenticità e della preghiera». Poi un primo indirizzo di cammino: «La mia vita sacerdotale – ha detto – è particolarmente legata a due sacramenti: la Riconciliazione e l’Eucaristia. Desidero anche in questa comunità parrocchiale di Calcio consacrare tempo al sacramento della Riconciliazione (…) e, insieme a voi, preparare bene la celebrazione eucaristica, sia festiva sia quotidiana, sapendo che è la comunità il primo soggetto celebrante. La S. Messa va attesa, preparata e desiderata ardentemente». Altro importante capitolo quella famiglia, con il fidanzamento da intendere come vera «palestra di vita». Non è mancato un pensiero rivolto ai sofferenti, così come il grazie ai propri familiari e il ricordo delle comunità servite in passato. Infine il ricordo del predecessore e il saluto agli altri sacerdoti di Calcio: «Chiedo a voi – ha quindi affermato – un grande regalo. Avete il grande dono di avere tre sacerdoti: aiutateci a volerci bene e a testimoniare la fraternità sacerdotale. Lo chiedo con tutto il cuore».

Il pomeriggio, che dopo un breve scroscio di pioggia proprio durante le parole di don Santambrogio, ha visto nuovamente splendere il sole si è concluso con un momento di festa in oratorio.

Prima però, le firme sul verbale della celebrazione da parte del Vescovo, di don Santambrogio e dei testimoni: Giacomo Togni e Rachele Vescovi.

Poi accanto alla chiesa ancora la musica della banda. Dopo il rinfresco in oratorio, per tutti la possibilità di fermarsi a cena, grazie al servizio cucina predisposto in occasione della Festa dell’oratorio. In serata un ulteriore appuntamento di benvenuto: il musical “Follow me”, proposto dal Coro Effatà Hope di Calcio. Altra occasione di festa, e per conoscere più da vicino il nuovo parroco, la serata di domenica 6 settembre quando, nella pizza del paese, interverranno l’attore Andrea Carretti e Gigi Cotichella, tra i più quotati educ-animatori italiani e docente alla Hope Music School.

In preparazione all’ingresso del nuovo parroco erano stati organizzati alcuni momenti di spiritualità: la sera di martedì 1° settembre alle 21 liturgia della Parola; mercoledì 2 alle 21 liturgia della riconciliazione; giovedì 2 a mezzanotte un’ora di veglia.

Omelia del Vescovo:   mp3   pdf

Saluto del nuovo parroco (mp3)

Photogallery: parte 1 parte 2 parte 3

 

Saluto del nuovo parroco sul giornalino

Carissimi miei amici parrocchiani di Calcio,

un grazie speciale a tutti…siete speciali…grazie di essere entrati nella mia vita! A tutti dico: accoglietemi nel nome di Gesù, non per i miei pregi e difetti ma perché vengo in nome e per conto del Buon Pastore che vuole tutti salvi. Vengo in una terra piena di storia e di cultura, di fede e di carismi.

Che sogno di parrocchia ho nel cassetto? Sogno una parrocchia di gradinate: i gradini servono a salire e scendere. Giacobbe e tanti Padri della Chiesa parlarono di Scala Santa. La Parrocchia è una delle possibilità di incontrare Dio. Tutte le iniziative possibili, tutte le aggregazioni inventabili non sono nulla se non portano a Dio. Qui si viene per amare Dio, di qui si esce per continuarlo a fare nel prossimo. Salire le scale comporta fatica, a volte ci si deve fermare, a volte bisogna abbattere barriere architettoniche. Giovanni Crisostomo ci ricorda che al termine della vita saremo giudicati sulla carità: una carità non filantropia ma espressione di un cuore innamorato di Dio. Amici il nostro programma pastorale è uno solo, quello dei discepoli di Giovanni Battista: “Maestro dove abiti?” “Venite e vedrete” (Gv 1, 38-39). Io sogno una parrocchia da campo di calcio. Una squadra dove non esistono titolari e panchinari, ma tutti giocano e le vittorie sono di tutti, così pure le sconfitte. Una delle regole del calcio è che la vittoria non collima con i protagonismi. Se uno pensa di giocare per tutti ha già decretato la fine. Ci sono punte, centravanti, difensori. Ognuno ha il suo carisma e ruolo ma per la valorizzazione dell’altro. La fede è un pallone che fa gol solo quando tutto funziona secondo lo schema del mister. E l’allenatore non è il parroco, ma il Vangelo. Amici, desidero una parrocchia dove ci sia gioia di squadra, serenità di lavoro, giovinezza di stile, profumo di fresco, entusiasmo di novità. Nessuno si senta mai escluso, anzi proprio gli ultimi sono i benvenuti. Apriamo le porte di questo campo, facciamoci entrare tutti. Bambini non fateci mancare la vostra tenerezza. Giovani, non abbandonateci ma asciugate le nostre lacrime e sostenete i nostri dubbi. Famiglie ed adulti lavoriamo perché questa grande famiglia sia viva di progettualità rinnovate e capacità rigenerate. Anziani ed ammalati siete i preferiti. La vostra saggezza e sofferenza sosterranno il nostro lavoro molto più di mille parole e fatti.

Ed infine sogno una parrocchia di persone, non di maschere. Personalmente non ho tante qualità: ho un cuore e da oggi è vostro. Non vengo a voi né con il bastone di Mosè capace di diramare le agitate acque del peccato sociale e personale, né con la bacchetta magica capace di trovare ricette appropriate ad ogni problema. Mi presento tenendo in una mano il Vangelo ed in un’altra la voglia di fare comunione. Ho due obiettivi: la prima è essere amico intimo di Gesù. Il resto è solo lavoro. La seconda è vedervi tutti in Paradiso, nessuno escluso! Aiutatemi a realizzare queste ambizioni, per voi e per me. Realizziamo comunione. Insieme siamo Chiesa ed insieme progetteremo parole coraggiose per tempi nuovi. Vi prometto che farò tutto con voi, nulla contro di voi!

Ho detto troppe parole, spero che i fatti divengano gradualmente più eloquenti di tante prediche.

Maria Madre di Provvidenza, San Vittore e San Gottardo allontanateci da ciò che non ha il sapore di Dio e permetteteci di rendere la nostra storia un po’ più bella di come l’abbiamo trovata.

Il vostro parroco don Fabio

Biografia di don Santambrogio

Don Fabio Santambrogio è nato a Milano il 25 maggio 1968. Originario di Rivolta d’Adda, è stato ordinato sacerdote a Verona nella Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Opera don Calabria) il 25 maggio 1996. È stato vicario in diocesi di Roma prima nella comunità cittadina di S. Maria Assunta (2004-2007) e poi a San Paolo in Genazzano (2007-2008). Dal 2008 al 2009 è stato collaboratore parrocchiale a Soncino (S. Maria Assunta e S. Pietro) e a Isengo. Nel 2009 è stato incardinato in diocesi ed è stato nominato vicario parrocchiale di Soncino (S. Maria Assunta e S. Pietro) e di Isengo dove è rimasto fino al 2013 quando è stato promosso parroco di Santa Lucia in Martignana di Po. Comunità che lascia per prendere la guida della parrocchia di “San Vittore Martire” in Calcio, succedendo al compianto don Massimo Morselli. Nel suo nuovo incarico pastorale può contare sull’aiuto del vicario don Matteo Bottesini e del collaboratore parrocchiale don Carlo Merisi.

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Il 6 settembre a Martignana l’ingresso di don Gino Assensi Il Vescovo: «La comunione è ancor più importante della presenza di un prete»

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«Coraggio, non temete!». È citando il profeta Isaia che il vescovo Lafranconi si è rivolto alla comunità di Martignana di Po invitandola a volgere lo sguardo e la propria fiducia al vero Pastore, anche per superare le incertezze suscitate dal rapido succedersi di parroci degli ultimi anni. L’occasione è stata, nel pomeriggio di domenica 6 settembre, l’insediamento del nuovo parroco, don Gino Assensi, che dopo l’intensa esperienza da rettore del Santuario di Caravaggio torna alla guida di una parrocchia.

Pur nella sobrietà, domenica 6 settembre a Martignana di Po si poteva respirare aria di festa, in un clima di attesa e speranza. Quelle di una guida «continuativa e duratura», come ha auspicato il sindaco Alessandro Gozzi nel saluto al Vescovo e al nuovo parroco sul sagrato della chiesa. Un intervento che è stato occasione per offrire la collaborazione tra Amministrazione e Parrocchia, già consolidata negli anni. E non è mancata neppure una battuta riferita all’età di don Assensi, che sul giornalino parrocchiale aveva fatto riferimento al limite dei suoi sessant’anni (compiuti il 14 agosto scorso): «Siamo quasi coetanei. Vedrà – ha affermato il primo cittadino – che dimostreremo a questi giovani che l’esperienza dei sessant’anni a volte è più importante dell’intraprendenza dei giovani. Avremo tempo per dimostrarlo!».

In chiesa tanti martignanesi (che hanno voluto che questa fosse l’unica celebrazione eucaristica della giornata), ma anche i familiari di don Assensi (originario di Commessaggio, non molto lontano), diversi amici e parecchi caravaggini. Ad accompagnare la processione d’ingresso anche lo stendardo del Santuario di S. Maria del Fonte, che don Assensi ha guidato per circa otto anni.

Più di una decina i sacerdoti concelebranti. Tra loro anche il vicario zonale, don Ottorino Baronio, che all’inizio della Messa ha letto il decreto di nomina. Secondo il rito proprio degli ingressi dei nuovi parroci, don Assensi ha quindi asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica.

Poi è stato il momento del benvenuto ufficiale della parrocchia, letto da Enore Soldi. Il rappresentante del Consiglio pastorale parrocchiale si è anzitutto rivolto al Vescovo ringraziandolo per aver dato a Martignana un nuovo parroco. Non sono mancate parole per esprimere lo sconcerto provocato in molti dal continuo avvicendamento di sacerdoti nell’ultimo quinquennio. Il pensiero, e il ringraziamento, è andato anche a loro, così come a quanti, da don Germinasi in avanti, hanno guidato la parrocchia intitolata a S. Lucia. Un benvenuto espresso insieme al dichiarato auspicio che il nuovo parroco possa spendere a Martignana ben più dei nove anni previsti dal decreto di nomina. Naturalmente con l’assicurazione di una fattiva e generosa collaborazione. Al termine del saluto un regalo: i contenitori per gli oli santi.

Le parole del rappresentate parrocchiale sono state riprese nell’omelia dal Vescovo che, citando le Letture, ha esordito: «Chissà se si può dire anche di voi di Martignana che siete smarriti di cuore?». Ma rileggendo il profeta Isaia ha subito rassicurato: «Coraggio, non temete! Dio comunque accompagna la nostra vita, accompagna la storia delle nostre comunità cristiane. E certamente attraverso le vicende, anche quelle umanamente meno comprensibili, vuol farci giungere qualche messaggio: anzitutto quello di credere e riconoscere che la Chiesa è sua prima di tutto, che Lui è il pastore e che noi preti siamo pastori in nome suo». Lo sguardo è andato così al vero Pastore, «colui che veramente salva».

Poi, riferendosi ai nove anni di nomina del nuovo parroco, ha proseguito: «Noi non misuriamo il nostro impegno, la nostra voglia di donarci, il nostro spirito di servizio, la nostra generosità, sulla durata del tempo, ma sulla validità della causa, su quell’amore con cui il vero grande Pastore ha dato la sua vita per tutti noi. Sembrerebbe che il ministero di Gesù non sia durato neanche nove anni, forse tre anni scarsi. Mi è sembrato molto significativo e anche molto consolante quello che pure abbiamo ascoltato prima e che esprimeva tutta la disponibilità e tutta la buona volontà dicendo: don Gino, può contare su di noi; non tutti saremo collaboratori, non tutti condivideremo alla stessa maniera, con lo stesso entusiasmo e con la disponibilità, ma può contare su di noi. Questo mi sembra l’atteggiamento bello che ci fa superare le scadenze, perché quello che viviamo lo viviamo come riflesso e profezia dell’eternità».

Infine il riferimento alla Seconda lettura, in cui l’apostolo Giacomo mette in guardia dalle divisioni e i pregiudizi che possono nascere in una comunità: «È ciò che va eliminato con decisione – ha detto il Vescovo –. Questo in una comunità cristiana è ancor più importante della presenza di un prete! Perché una comunità cristiana è chiamata a essere segno della presenza, dell’opera e della grazia di Dio, secondo quell’indicazione che Gesù ci ha dato: riconosceranno che siete miei discepoli si vi amerete l’uno con l’altro».

«Mentre affidiamo al Signore il ministero di don Gino – ha quindi concluso il Vescovo –, mentre rinnoviamo con gioia, entusiasmo e piena disponibilità il nostro impegno di servire questa comunità tutti insieme per farla crescere secondo l’immagine che Dio ha di ogni comunità dei suoi discepoli, chiediamo anche a Lui la grazia di poter rinsaldare tra di noi quei vincoli di comunione vera che sono fatti di verità nei rapporti, di pazienza nella condivisione, di tolleranza di fronte ai difetti che ciascuno di noi porta e che sono fatti di misericordia e di perdono, come chiediamo nella preghiera del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”».

La celebrazione è stata animata dalla corale parrocchiale, diretta da Jessica Braga. Ma l’intera assemblea ha potuto partecipare attivamente nel canto, e non solo, anche grazie al maxi schermo posizionato accanto all’altare, sul quale sono stati proiettati non solo i testi dei canti, ma anche le letture e le preghiere.

Prima della benedizione finale don Assensi ha preso la parola per il suo intervento. Un saluto che è stato più propriamente una preghiera di invocazione e di richiesta di benedizione: per i suoi familiari, gli amici, per i nuovi parrocchiani e per il suo nuovo ministero. Un’invocazione allo Spirito cui ha fatto seguito la richiesta di intercessione alla Vergine Maria e alla patrona santa Lucia.

Al termine dell’Eucaristia, dopo le firme sui documenti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di Manuel Bozzetti e Marco Lui in qualità di testimoni, il saluto a don Gino è proseguito in maniera più informale in oratorio, dove è stato preparato un rinfresco di benvenuto.

Omelia del Vescovo: mp3 pdf

Saluto del nuovo parroco (mp3)

Photogallery: parte 1 parte 2 parte 3

 

Il saluto di don Assensi sul giornalino

È arrivata “Santa Lucia”! Certo, fuori stagione e nell’imperversare della canicola, non suscita le emozioni come quando, da bambini, la si attendeva nella data canonica. Eppure, benché non più bambino da un pezzo, per me ha costituito una sorpresa. Non m’aspettavo, infatti, di essere nominato parroco quando desideravo essere riciclato al più come collaboratore, senza responsabilità dirette di parrocchia. Ma questo – cari Martignanesi – nulla toglie al fatto che io venga tra voi molto volentieri!

Penso, inoltre, che questa “Santa Lucia” costituisca motivo di sorpresa anche per voi, in quanto è la prima volta che vi viene destinato un parroco che ha ormai sessant’anni. Se questo dato di fatto non mi garantisce certamente la vitalità caratteristica dei miei predecessori, spero di poter contare sulla vostra collaborazione (peraltro risaputa!) per il bene della comunità, nonché sulla vostra indulgenza (che non dovrà essere poca!) verso i miei limiti.

Problemi e difficoltà li affronteremo e supereremo insieme nella misura in cui l’attenzione della nostra fede sarà rivolta al Signore Gesù, nel cui nome ci raduneremo almeno ogni Domenica: accogliamone con sollecitudine la parola di vita e i sacramenti della salvezza, nell’attesa della sua venuta!

Questo basti per avviare con voi un dialogo che desidero il più cordiale e schietto possibile. A presto!

Don Gino

 

 

Biografia del nuovo parroco

Don Gino Assensi è nato a Sabbioneta (Mn) il 14 agosto 1955. Ordinato sacerdote il 23 giugno 1979, ha celebrato la sua prima Messa a Commessaggio, suo paese d’origine. Il primo incarico ministeriale è stato come vicario a Cremona, nella parrocchia Ss. Clemente e Imerio (1979-1983); quindi il trasferimento, sempre come vicario, a Bozzolo (1983-1988). Nel 1988 la promozione a parroco, con il vescovo Assi che gli ha affidato la comunità di Quattrocase, frazione di Casalmaggiore. Incarico al quale, dal 1993, ha affiancato anche quello di parroco della vicina parrocchia di Vicomoscano. Nel 1995 è tornato di nuovo a Cremona, come parroco di Cavatigozzi. Negli stessi anni è stato anche responsabile della Sezione Musica per la liturgia dell’Ufficio liturgico diocesano. Nel 2003 il ritorno in terra mantovana come parroco di Cicognara, diventando, dall’anno successivo, parroco moderatore della neonata unità pastorale di Cicognara, Cogozzo e Roncadello Po. Nel 2007 mons. Lafranconi l’ha nominato rettore del Santuario S. Maria del Fonte presso Caravaggio, incarico che ha mantenuto fino all’aprile scorso.

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Papa Francesco a Firenze delinea il nuovo volto della Chiesa che è in Italia: «Beata, umile e disinteressata». Il testo completo del discorso

Martedì 10 novembre in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale

L’immagine della cupola di Santa Maria del Fiore, con la raffigurazione al suo interno del Giudizio Universale. Il Peppone e il don Camillo di Guareschi che si fronteggiano con rispetto da fronti opposti, senza paura di litigare. Un vescovo che in una metropolitana affollata non sa dove reggersi e allora conta sul sostegno della sua gente. Tre immagini che raccontano, in sintesi, il discorso che Papa Francesco ha pronunciato martedì 10 novembre dinanzi ai 2.200 rappresentanti della Chiesa italiana, riuniti a Firenze fino a venerdì 13 novembre per il loro quinto Convegno ecclesiale nazionale.

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Dalla Caritas richiesta di coperte e farmaci per i più poveri E torna la raccolta di S. Lucia

Appello alla solidarietà

Con l’arrivo di novembre le temperature sempre più basse. Nel più comune dei casi basta rispolverare coperte e giacconi per prepararsi alla stagione più rigida, ma non sono pochi quanti, a causa di una crisi che ancora continua a farse sentire, si ritrovano l’armadio vuoto, senza nemmeno la possibilità di una coperta. Da qui l’appello alla generosità di Caritas Cremonese, che chiede un aiuto ai cremonesi anche rispetto ai farmaci, senza dimenticare neppure i bambini, dato l’approssimarsi di Santa Lucia.

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Completamente rinnovato anche il sito internet della Federazione Oratori Cremonesi

Nuova grafica e stile giovane per la FOCr

In attesa della nuova versione del portale diocesano e del sito de “La Vita Cattolica” – on line per la solennità di Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona – il sito della Federazione Oratori si è completamento rinnovato: «Abbiamo pensato – spiega il presidente don Paolo Arienti – di rivedere stile e organizzazione non per sfizio, ma dentro una logica che vorremmo condividere con quanti seguono il nostro lavoro, lo apprezzano e ne impiegano con libera originalità risorse e idee». E così prosegue: «La comunicazione, il più possibile efficace e competente, se non può e non deve sostituire contenuti, pensiero e strumenti, certo aiuta. Un sito più agile ed immediato va in questa direzione. Abbiamo predisposto uno spazio web che mette molto più in correlazione immagini e testo, offre accesso ai contenuti in modo chiaro e veloce, si interfaccia con i social e presenta con semplicità la vasta gamma di attività, lavoro e approfondimenti che F.O.Cr. rende disponibile agli educatori delle nostre Parrocchie».

Parola d’ordine di questo importante Restyling è “dinamicità”: «Il dinamismo anche grafico che abbiamo scelto di imprimere al nuovo sito – continua don Arienti -, speriamo aiuti tutti a recuperare ciò che serve e a dialogare sui principali problemi educativi e sugli appuntamenti più significativi per ragazzi, giovani ed educatori».

Ed ecco alcune esempi concreti di dinamicità: la barra superiore del nuovo sito rimanda alle strutture più tecniche; quella principale, appena sotto, alle vaste aree dell’animazione, della formazione e della sussidiazione, sempre aggiornata e in crescita, ivi compreso un accesso rinnovato al Mosaico, il periodico per educatori e animatori d’oratorio. Già da anni sito e mensile cartaceo (disponibile anche in pdf per mail) sono pensati in stretta connessione. Da oggi, più che mai. Ma non finisce qui: un’agenda per gli appuntamenti sempre aggiornata e utile, il link fisso alla pagina di Facebook e le ultime news per non perdersi eventi imminenti accrescono l’offerta.

E così conclude il presidente F.O.Cr.: «Promettiamo che il nostro sito, come è stato negli ultimi anni, sarà sempre aggiornato, “sul pezzo”. È un impegno che per noi ha il sapore del dialogo costante, del lavoro quotidiano e della speranza di una costruzione comune di significati, cammini e proposte. Ai sacerdoti e agli educatori, ma anche ai genitori e a quanti hanno a cuore il capitolo formativo dei più giovani delle nostre comunità è riconsegnato questo spazio, nella sicura speranza che ne faremo buon uso per un percorso condiviso. Un grazie davvero grande a quanti dello staff Focr hanno lavorato per questo ulteriore tassello e si impegnano a continuare a lavorare per un servizio di ampio respiro».

Vai al sito della Federazione Oratori

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Il primo appuntamento della Settimana con la veglia di adorazione nella chiesa di S. Omobono

Settimana della Carità 2015

La Settimana della carità 2015 è stata inaugurata ufficialmente la sera di lunedì 9 novembre con la veglia di adorazione che, non a caso, è stata celebrata nella chiesa cremonese di via Ruggero Manna: Sant’Omobono. La celebrazione, presieduta dal direttore di Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti, si è svolta in comunione spirituale con  il V Convegno Ecclesiale Nazionale., inaugurato proprio in questa giornata a Firenze. Filo conduttore della Settimana della Catità 2015 è infatti “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

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L’Avvento è quasi alle porte Già disponibili i sussidi di preghiera e riflessione predisposti dalla F.O.Cr. Nuovi poster liturgici

Esempio di un testo da inserire

Il tempo forte dell’Avvento è quasi alle porte e sono già pronti i sussidi curati dalla Federazione Oratori Cremonesi per affrontare il cammino spirituale verso il Natale. Anche quest’anno sono stati preparati alcuni strumenti per ogni fascia di età, che aiutano famiglie, giovani, adolescenti e ragazzi a vivere momenti di riflessione e preghiera. Continua a leggere »

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Messa per i cento anni di vita di mons. Cavalleri. Il Vescovo: “Ha sempre operato per gli altri!”. Il festeggiato: “Mi preparo per l’eternità”

L'8 novembre presso la Casa di Cura delle Ancelle della Carità di Cremona

Nel pomeriggio di domenica 8 novembre in occasione dei 100 anni di don Mario Cavalleri, il vescovo Dante Lafranconi ha presieduto una Santa Messa di ringraziamento presso la Cappella della Casa di Cura “Ancelle della Carità” di Cremona insieme al festeggiato, a una ventina di sacerdoti e a un’assemblea di fedeli e amici, tra cui molti africani e diversi membri del cammino neocatecumenale. Una celebrazione calorosa e piena di affetto verso don Mario, allietata da canti gospel e seguita dall’immancabile taglio della torta.

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Conclusa trionfalmente la peregrinatio di don Grossi nella diocesi di Cremona

Soddisfazione di don Dalè

“Trionfo della fede”: potrebbe essere questa la sintesi di quanto è stato vissuto tra domenica 8 e lunedi 9 novembre a Gombito. Nella cornice suggestiva di una piazza Roma pavesata a festa, animata da antichi canti e invocazioni, giungeva, letteralmente tra due ali di folla, l’urna di San Vincenzo Grossi, proveniente da Vicobellignano. Davanti alla casa parrocchiale Il Sindaco e Il Parroco hanno dato il “benvenuto” alle spoglie mortali del novello santo proclamato alla venerazione della Chiesa universale il 18 ottobre ad opera di Papa Francesco.

Sovrastata dal baldacchino e scortata da carabinieri in grande uniforme, seguita da sacerdoti , l’urna è stata collocata al centro della navata della chiesa. Il parroco, Don Marino Dalè, ha precisato nuovamente le motivazioni che hanno mosso la parrocchia di Gombito a chiedere la presenza dell’urna con le venerate spoglie a in paese. Nel 1917 ci fu un singolare “turn over” di sacerdoti. Alla morte di Don Vincenzo Grossi a Vicobellignano, fu chiamato a succedergli Don Angelo Bernabè, contemporaneamente il vicario di Vicobellignano, nella persona di Don Ubaldo Grossi ( nipote di don Vincenzo) venne nominato parroco di Gombito. «In qualche modo – ha spiegato il parroco – ci siamo sentiti “imparentati” con un santo e desiderosi di raccogliere anche noi una benedizione, una emozione , un ricordo che diventa nostalgia di paradiso quale solo i Santi possono trasmettere».

Preparazione spirituale e materiale assai intensa quella che ha permesso di accogliere nel piccolo borgo il novello Santo. Con il Canto dei Vespri solenni in gregoriano con sette sacerdoti e l’esposizione del SS.mo Sacramento si è dato inizio alla lunga veglia di preghiera e di adorazione che ha visto una nutrita partecipazione durante la notte fino al mattino alle ore 8.30 quando è stata celebrata la Santa Messa solenne votiva di S.Vincenzo Grossi con il commiato e la partenza verso Maleo.

I vespri solenni sono stati presieduti da mons. Gabriele Bernardelli cancelliere della curia di Lodi nonché parroco di Castiglione d’Adda a cui hanno fatto corona sacerdoti della zona pastorale III. La solenne celebrazione del mattino è stata presieduta dal parroco don Dalè a cui si sono affiancati come concelebranti don Claudio Rubagotti di Persico Dosimo, Don Angelo Ruffini di s. Bassano e don Emilio Merisi di Romanengo.

Nei suoi interventi il parroco ha tenuto a sottolineare come la venerazione delle reliquie dei Santi sia uno strumento tradizionale della Chiesa che rimanda alla vita stessa di chi viene venerato e alla fonte di ogni grande Amore che è Dio stesso. Attraverso la venerazione delle reliquie si giunge a desiderare, in qualche modo, di essere associati alla visione beatifica di Dio in Paradiso.

Non è mancato, ovviamente il ringraziamento dovuto e necessario alla congregazione delle “Figlie dell’Oratorio” per la gentilezza e la cortesia dimostrate nel concedere benevolmente che l’urna venisse portata anche a Gombito.

«La “visita” di S. Vincenzo Grossi a Gombito – ha spiegato don Dalè – si è collocata nei grandi eventi religiosi ma anche civili che non mancano disegnare la Storia delle nostre comunità . Mai era accaduto qualcosa di simile a Gombito, ora l’auspicio è che numerose persone, nell’intimo della loro coscienza, decidano di farsi imitatori di S. Vincenzo come lui lo fu di Cristo per giunger anch’esse al traguardo raggiunto dal parroco cremonese».

Tra queste si colloca anche don Marino che, emozionato e coinvolto dall’evento, a stento ha trattenuto le lacrime innanzi all’urna.

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