Successo per la «Passione secondo San Marco» di Perosi offerta sabato 19 marzo a S. Agostino

In chiusura visita a sorpresa del vescovo Napolioni, reduce dalla Veglia delle Palme

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Non poteva concludersi meglio la magnifica serata di sabato 19 marzo a S. Agostino: in coda al concerto della “Passione secondo S. Marco” di Perosi, infatti, mentre tutti stavano per alzarsi e coro e orchestra lasciare i propri posti, ecco la visita a sorpresa – graditissima – del vescovo Napolioni. Reduce dalla veglia delle Palme, il presule non ha voluto mancare, seppur in extremis, al prestigioso appuntamento musicale di S. Agostino con la sua presenza e il suo saluto cordiale. «Ci sono ‘scherzi da prete’ e ‘scherzi da vescovo’» ha simpaticamente chiosato don Ferri all’arrivo di mons. Napolioni, e prontamente i musicisti hanno bissato il Lauda Sion che chiude la prima parte della Cena perosiana.

Il concerto è stato memorabile, una vera preparazione alla Settimana Santa grazie alla magnifica musica perosiana, alla sentita prestazione del Coro “SS. Pietro e Paolo” e all’Orchestra Sinfonica di Gessate; e, non da ultimo, grazie anche al numeroso pubblico che ha risposto all’invito di don Ferri con calore e partecipazione, riempiendo la lunga chiesa agostiniana. Un tempio, come quelli vicini di S. Omobono e S. Marcellino, che sembra proprio destinato alla musica, tale è la bellezza di un’acustica che chiarisce e potenzia ogni suono, avvolgendo l’ascoltatore come raramente accade.

Un’ora di musica – quanto dura la Passione secondo S. Marco – nella quale l’arte di Perosi sa letteralmente affrescare con coerenza di tinte e di colori il drammatico momento della Passione: dalla prima all’ultima nota l’ambientazione sonora perosiana infatti ti inchioda al mistero del Venerdì Santo, tanto è capace di trascinare l’ascoltatore in quei luoghi e in quei momenti. Ma il merito di Perosi è anche quello di non cadere nel descrittivismo, perchè compito della musica sacra non è dipingere con il maggior realismo possibile, bensì osservare, riflettere, in ultima analisi contemplare. Forse il difficile e mirabile equilibrio tra descrizione e contempazione è proprio il segreto del fascino intramontabile di quest’opera.

E gli interpreti si sono lasciati coinvolgere dalla lettura perosiana della Passione e, con essi, il pubblico presente (che ha potuto seguire l’esecuzione sulle eleganti brochures offerte da Fantigrafica). Davvero bravi coro e orchestra, ben amalgamati dall’ottimo direttore Pierangelo Pelucchi; all’altezza della situazione anche i solisti Bruno Rota, Sergio Rocchi e in particolare il Cristo di Massimo Pagano e il poderoso Storico di Alberto Rota. Una serata da ricordare, nella quale – tra l’altro – il Coro di Gessate ha festeggiato il 30° della propria fondazione.

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