Category Archives: La vita della Chiesa

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In Lombardia la povertà si trasmette da una generazione all’altra

Presentata a Milano "Pavimenti appiccicosi", l'indagine condotta dalle 10 Caritas diocesane della Regione

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Quante probabilità esistono per i minori cresciuti in un contesto di povertà di accedere, una volta adulti, a una vita agiata? Al contrario, quanto è forte il rischio di rimanere intrappolati in percorsi di fragilità e deprivazione e quindi in storie di povertà? A partire dalla ricerca nazionale “L’anello debole”, pubblicata un anno fa da Caritas italiana, le Caritas lombarde hanno promosso un’indagine finalizzata ad approfondire il fenomeno della trasmissione intergenerazionale della povertà nella regione più popolosa e ricca d’Italia, presentata nella mattinata di venerdì 20 ottobre nella sede di Caritas Ambrosiana, a Milano. Il rapporto “Pavimenti appiccicosi. La povertà intergenerazionale in Lombardia”, promosso e curato dalla Delegazione regionale Caritas, è la prima declinazione regionale della ricerca nazionale di Caritas Italiana e si basa su evidenze raccolte dai Centri d’ascolto ed elaborate dagli Osservatori delle povertà e delle risorse delle dieci Caritas diocesane che fanno capo alla Delegazione lombarda. Le storie e le esperienze di 1.700 beneficiari dei centri Caritas delle diocesi lombarde (il 7,1% del campione esplorato dalla ricerca nazionale). Il testo, oltre a elaborare dati quantitativi, propone testimonianze e approfondimenti qualitativi. Presente a Milano anche Alessio Antonioli, del Centro d’ascolto di Caritas Cremonese, che ha partecipato al lavoro di ricerca.

 

Il rapporto “Pavimenti appiccicosi” – download

 

«Ci siamo accorti che anche nella regione più ricca d’Italia il problema della povertà come fatica che si tramanda, se non addirittura come destino, è un tema rilevante – ha esordito don Roberto Trussardi (direttore di Caritas Bergamo, delegato regionale Caritas) –. Alle Caritas di Lombardia spetta il compito di fare scelte e avviare progetti che diano risposte concrete al fenomeno. Il Rapporto sottolinea che per spezzare la catena della povertà intergenerazionale i soli aiuti materiali non paiono risolutivi, se non affiancati da accompagnamenti a lungo termine basati su relazioni di fiducia e dall’inserimento attivo delle persone in povertà nelle rispettive comunità. Ciò è fondamentale per superare la sfiducia nel futuro e la convinzione che un riscatto non sia possibile, che spesso attanagliano i poveri, orientandoli a uno stile di vita passivo, basato sull’assistenzialismo».

«Come spezzare la catena di trasmissione delle povertà – si è chiesta Vera Pellegrino (sociologa, consulente di Caritas Italiana, curatrice della ricerca) –? Anzitutto potenziando le opportunità scolastiche, educative e formative, soprattutto in alcuni ambienti, come le periferie urbane. Poi, provando a incidere sull’offerta di lavoro dignitoso, perché la presenza di working poor è forte, e operando sulla fiducia, da parte delle persone in povertà, rispetto al fatto che un buon lavoro possa realmente cambiare la loro vita. E intervenendo infine sulla “narrazione di sé” che i poveri fanno, per superare lo stigma di cui sono vittime e l’autoesclusione che arrivano a infliggersi, attraverso il potenziamento dell’autostima e della partecipazione alle reti comunitarie».

«Un monito fornito da questa ricerca è che la povertà interessa tutti, essendo penetrata in profondità nelle nostre comunità – ha osservato Davide Maggi (economista, Fondazione Cariplo) –. Il cambiamento d’epoca in cui ci troviamo impone di affrontare questo fenomeno, di estrema complessità, non in ottica riformativa, ma trasformativa. Creando logiche connettive tra tutti i soggetti (istituzionali, sociali, comunitari) che devono affrontarlo: bisogna lavorare in modo coordinato sulla capacitazione, soprattutto dei giovani, affinché provino ad andare oltre il condizionamento derivante dalla povertà della propria famiglia d’origine».

 

SCARSA ISTRUZIONE, LAVORO CHE PEGGIORA, MAGGIORE INDIGENZA

Il confronto tra la condizione degli assistiti lombardi e quella delle loro famiglie di origine ha permesso di misurare il grado di mobilità intergenerazionale delle persone in stato di povertà, con particolare riguardo a tre dimensioni specifiche: istruzione; occupazione; condizione economica.

Riguardo all’istruzione, i genitori degli assistiti Caritas in Lombardia si collocano su livelli formativi molto bassi: tra le madri prevale la licenza elementare (46%), tra i padri la licenza media inferiore (37,3%). Significativa anche la presenza di persone senza titolo di studio (6,1% tra le madri e 4,6% tra i padri) o l’incidenza di chi risulta analfabeta (4,6% tra le madri, 1,2% tra i padri). Di contro, la percentuale di laureati e diplomati è bassa: il 9% dei padri e il 3,9% delle madri hanno conseguito il diploma di media superiore; tra le madri non figurano laureate, solo il 3,9% tra i padri.

Nel passaggio tra generazioni, non si registra una grande mobilità ascendente. Tra i figli lombardi prevale la licenza media inferiore, come tra i genitori, anche se con percentuali doppie (65,2%, contro il 37,3% del padre e il 31,7% della madre). Addirittura, si segnala una mobilità discendente rispetto al grado di studio più elevato: solo il 2% dei figli è laureato (i padri sono il 3,9%).

Riguardo al lavoro, i beneficiari Caritas in Lombardia si collocano per lo più nel gruppo delle occupazioni non qualificate (44,7%) e a seguire nel gruppo delle professioni qualificate delle attività commerciali e servizi (25,2%), come conduttori di impianti e conducenti di veicoli (18,4%) e nelle professioni tecniche (11,7%). Rispetto al dato nazionale, i beneficiari lombardi sembrano più presenti nelle professioni tecniche (11,7% contro 8,2%) e come conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili, conducenti di veicoli (18,4% versus 6,8%), ma al contempo sono maggiormente occupati nelle professioni non qualificate (lombardi: 44,7%; italiani: 34%).

Dal confronto con le occupazioni dei padri, emerge che in Lombardia il 45,9% dei beneficiari Caritas ha sperimentato una mobilità ascendente rispetto ai padri (i figli si sono collocati su posizioni occupazionali più qualificate), il 19,4% è rimasto allo stesso livello e più di un terzo ha peggiorato la posizione (34,8%). A livello nazionale, la mobilità discendente (42,8%) prevale su quella ascendente.

Sul versante della condizione economica, tra i beneficiari lombardi degli interventi Caritas ben due terzi ritengono di essersi impoveriti rispetto alla famiglia di origine (63%), il 21,3% di vivere in continuità con lo standard dei propri genitori e solo il 15,8% pensa di avere migliorato le proprie possibilità economiche. Tale ripartizione è analoga a quella rilevata con i dati nazionali, ma la percezione di impoverimento tra i lombardi è maggiore rispetto al dato italiano (63% versus 55,3%), mentre la percezione di miglioramento è più contenuta (Lombardia 15,8%, Italia 19,8%)

 

ORIGINE STRUTTURALE, BASSA CAPACITÀ REDISTRIBUTIVA

In conclusione, nelle storie di deprivazione intercettate dal circuito Caritas in Lombardia, i casi di povertà ereditaria pesano per il 59,3%. Quasi sei persone su dieci, insomma, risultano vivere una condizione di precarietà economica in continuità con la propria famiglia di origine, mentre i poveri “di prima generazione” sono il 40,7%.

Tali dati dimostrano, quindi, l’esistenza di una condizione di trasmissione intergenerazionale delle fragilità, che richiama i cosiddetti sticky grounds, i “pavimenti appiccicosi” della letteratura sociologica. I dati regionali sono, in termini generali, simili a quelli nazionali, a riprova del fatto che il problema ha un’origine strutturale, dovuta al peggioramento delle condizioni di vita dei poveri: accade in generale in Italia, ma nemmeno una regione avanzata e dinamica come la Lombardia riesce ad attenuare tale tendenza.

Infine, il dato è allarmante, sia a livello regionale che nazionale, anche in considerazione del peggioramento delle condizioni di vita, avvertito rispetto alla famiglia di origine da una percentuale consistente di persone coinvolte dal fenomeno (40%): ciò pone profondi interrogativi sulla capacità redistributiva e inclusiva, nel tempo, del nostro paese e della nostra regione.

 

SFIDUCIA NEL FUTURO, TENDENZA ALL’ASSISTENZIALISMO

La seconda parte della ricerca presenta l’analisi di interviste svolte a beneficiari Caritas e di focus group con operatori e volontari dei centri Caritas delle diocesi lombarde. L’analisi qualitativa conferma alcune delle evidenze emerse da quella quantitativa; in particolare, mette in risalto la stretta correlazione tra povertà e bassa scolarità, che risulta aver condizionato pesantemente i percorsi di vita degli intervistati, sia perché ne ha limitato l’accesso al mondo del lavoro, sia perché ha impedito loro di dotarsi degli strumenti per orientarsi nella complessità contemporanea.

Dalle interviste, poi, emerge la rilevanza della questione abitativa: tutte le persone incontrate vivono in una casa popolare, o hanno fatto domanda per averla, o sono alla ricerca di un’abitazione migliore.

Altro dato rilevante: più della metà degli intervistati svolge o ha svolto il ruolo di caregiver di un parente (genitori, figli) o di una persona cara malata; in questi casi, oltre alle difficoltà economiche entrano in gioco quelle dovute all’assenza o alla debolezza delle reti familiari ed extrafamiliari.

Il Rapporto, di conseguenza, sottolinea che per spezzare la catena della povertà intergenerazionale i soli aiuti materiali non paiono risolutivi, se non affiancati da accompagnamenti a lungo termine basati su relazioni di fiducia e dall’inserimento attivo delle persone in povertà nelle rispettive comunità.

Infine, tra le cause che alimentano la trasmissione della povertà, vi sono la sfiducia nel futuro e la convinzione che un riscatto non sia possibile. Tali atteggiamenti accomunano molti degli intervistati, non consentono di affrontare attivamente i problemi e facilitano uno stile di vita passivo, basato sull’assistenzialismo. Le persone che “ereditano” povertà fanno fatica a fare progetti con l’obiettivo di migliorare la loro condizione sociale. Questa fatica limita il loro percorso personale, e rischia di trasmettere ai figli un senso di fatalismo e di inadeguatezza: la catena intergenerazionale della povertà, in assenza di un’adeguata attenzione e di politiche conseguenti, rischia di perpetuarsi meccanicamente, mettendo a repentaglio esistenze individuali, storie famigliari, equilibri sociali.

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È deceduto nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 ottobre all’ospedale Misericordia di Grosseto, diocesi nella quale svolgeva il proprio ministero sacerdotale, don Ermille Berselli, originario di San Bassano, in provincia e diocesi di Cremona. Parroco di Ribolla e da poco canonico della Cattedrale di Grosseto, aveva 64 anni, compiuti in aprile. Era prete da 37 anni. A portarlo alla morte una malattia fulminante: il 17 ottobre era stato ricoverato in ospedale per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Continue reading »

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Anche i diaconi permanenti cremonesi a Brescia per il convegno regionale: «Il diaconato è ministero della soglia»

Il tradizionale appuntamento biennale si è svolto sabato 14 ottobre presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia

Sabato 14 ottobre si è svolto a Brescia, presso il Centro pastorale Paolo VI, il convegno regionale dei diaconi permanenti. Erano presenti il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, delegato CEI per il diaconato, il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, e i sacerdoti delegati diocesani per l’accompagnamento e la formazione dei diaconi. Continue reading »

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Papa Francesco nella Laudate Deum: “Di fronte alla crisi climatica non reagiamo abbastanza”

Papa Francesco nella Laudate Deum definisce la crisi climatica "una malattia silenziosa che colpisce tutti noi". "Non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato. Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici". La Cop28 può essere "un punto di svolta", ma serve "multilateralismo dal basso". L'intelligenza artificiale è "un avanzamento" del "paradigma tecnocratico": "Mai l'umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo userà bene"

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Di fronte alla crisi climatica “non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”. Otto anni dopo la Laudato si’, Papa Francesco con l’esortazione apostolica Laudate Deum lancia un nuovo appello “alle persone di buona volontà” e alle forze politiche a partire da una certezza:

“l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti”.

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Liturgia e disabilità. Online l’edizione speciale della Rivista di Pastorale liturgica

Il numero è curato dal Servizio nazionale per le persone con disabilità e dall'Ufficio liturgico nazionale

“Liturgia e disabilità. Celebrare insieme” è il titolo del numero speciale 2023 della Rivista di Pastorale liturgica. Un’edizione aperta dall’editoriale Liturgia, sensi e persone con disabilità di suor Veronica Donatello, seguito da dodici studi e approfondimenti – tra cui quello del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione – sul tema dell’inclusione e del coinvolgimento di tutti i fedeli nelle celebrazioni. Continue reading »

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“Qualcuno bussa al tuo cuore”, i Vescovi lombardi scrivono sulle vocazioni

Il documento è indirizzato a giovani, donne e uomini “in ricerca”: in ogni capitolo una preghiera da recitare in famiglia. L'opuscolo è disponibile in Curia, prezzo agevolato per le Parrocchie

Qualcuno bussa al tuo cuore. Lettera sulla preghiera per vivere la propria vocazione. Questo il titolo della Lettera che, per la prima volta, i Vescovi delle dieci diocesi lombarde hanno deciso di scrivere ai giovani, alle donne e agli uomini che stanno cercando il senso della vita, dando voce alle domande più vere che emergono in questo cambiamento d’epoca. Continue reading »

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Diocesi lombarde, indagine su oratori e volontariato: “Terreno fertile per la crescita dell’impegno per il bene comune”

“La Casa del Dono” è “uno sguardo sull’oratorio per esplorare, indagare e portare alla luce, con il metodo proprio di una ricerca, quanto e come il contesto e il metodo oratoriano sia generativo in ordine alla gratuità e al dono di sé”. Lo si legge in “La Casa del Dono. Indagine sugli oratori lombardi e il volontariato”, presentata il 2 ottobre all’Università Cattolica di Brescia. “Chi abita o ha abitato l’oratorio sa bene che, come in una famiglia, tutte le attività e le iniziative si reggono quasi esclusivamente grazie alla condivisione che le persone fanno di se stesse per la crescita degli altri, in particolare di chi è più giovane”. L’oratorio è stato, in questo senso, “la casa del dono” per “generazioni di persone che in esso hanno speso tempo, energie, passione”; ma è stato “la casa del dono” anche “per quanti, a vario titolo, hanno beneficiato di tanta gratuità e di innumerevoli servizi, spesso nascosti, a sostegno delle attività educative e pastorali in esso promosse”. Continue reading »

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Don Bruno Bignami riconfermato direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI

A conclusione della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della CEI, che si è svolta a Roma dal 25 al 27 settembre, è stata resa nota la nomina di don Bruno Bignami a direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI. Per il sacerdote pizzighettonese classe 1969 arriva dunque la riconferma dell’incarico dopo aver svolto già un primo mandato quinquennale, che era seguito a un anno svolto come vicedirettore. Continue reading »

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A Caravaggio il pellegrinaggio regionale dei preti anziani e ammalati: «Ci ricordate il valore dell’unità, della comunione e della corresponsabilità»

Guarda la photogallery completa   «Testimoni di una vita donata a Gesù». Così monsignor Michele Di Tolve, vescovo ausiliare di Roma e rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, ha definito i preti e i diaconi anziani e malati della Lombardia ospiti giovedì 21 settembre al Santuario di Caravaggio della nona edizione della Giornata regionale loro dedicata. Un vero e proprio pellegrinaggio al Santuario regionale della … Continue reading »

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