Padre Puccini in Caritas: «Aspettiamo notizie di pace dai Tg, ma è sul campo che cogliamo la vera notizia di pace»

Tappa cremonese per il missionario dell’Associazione Oui Pour La Vie che opera in Libano e che da anni è sostenuta da Caritas Cremonese

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È un legame ormai consolidato quello tra la Chiesa cremonese e padre Damiano Puccini, dell’Associazione Oui Pour La Vie (con sede a Damour, nel distretto libanese dello Shuf), realtà che Caritas Cremonese sostiene da anni. Padre Puccini, che in questo periodo si trova in Italia, lunedì 13 ottobre ha fatto tappa anche a Cremona, incontrando gli operatori della Caritas diocesana nei nuovi uffici rinnovati di via Stenico.

L’incontro è stato occasione anche per guardare alla situazione in Terra Santa e alle conseguenze anche per il Libano. «Auspichiamo – dice padre Damiano – che anche da noi ci siano dei passi avanti, che cessino i bombardamenti nelle zone in cui avvengano, che si adempia al disamo di Hezbollah, che si risolva la questione palestinese e quella dei profughi siriani».

In un anno, segnali positivi ci sono stati: le elezioni del Presidente della Repubblica Joseph Aoun (cristiano) e quella del Primo ministro Nawaf Salam (sunnita), nel rispetto del criteri multiconfessionali della Repubblica parlamentare libanese. «Questa nuova stabilità – il commento di padre Damiano – ha messo fine al baratro delle Istituzioni libanesi, ha consentito al Paese in qualche modo di ripartire, ha determinato anche la possibilità di realizzare la visita del Papa in Libano, che è in programma a novembre».

Segnali di ripresa che comunque si inseriscono in una situazione ancora difficile: gli indici di povertà sono gli stessi di un anno fa, 1 bimbo su 4 (fonte Unicef) vive sotto la soglia di povertà, l’inflazione è al 200%, la fornitura pubblica di corrente elettrica è solo per due ore al giorno e ci sono oltre 2 milioni di profughi nel Paese (per la maggior parte siriani).

In questo contesto, l’Associazione Oui Pour La Vie continua la sua missione: «Continuiamo a proporre a tutti – racconta il religioso – un cammino di moderazione e di reciproca integrazione, chiedendo di assumere atteggiamenti improntati al dialogo, alla partecipazione ognuno del disastro degli altri. Sia chi è vincitore, sia chi è vinto, ora come 50 anni fa, si trovano nella medesima situazione di miseria. Pace vuol dire far vedere che la nostra cucina è luogo di incontro tra donne di gruppi diversi, che la nostra scuola per analfabeti è luogo di aggregazione di bambini appartenenti a famiglie con religioni diverse. Questo è un messaggio per tutti. Siamo un paese che ha il ricordo dei traumi passati ed è bello far vedere che, grazie al Cristianesimo, i piccoli e gli ultimi, anche se di credo differenti, possono farsi vedere insieme con il sorriso. Si tratta di un incoraggiamento per tutti».

Riprendendo le parole del cardinal Pizzaballa – «Beati i miti che erediteranno la terra» – padre Puccini prosegue: «Nella dinamica in cui chi è perseguitato diventa persecutore, l’unica soluzione è quella di disarmare. Il compito della nostra missione è formare persone miti, sul campo, stando con le persone. Chiediamo ai poveri di rinunciare a qualcosa a favore dei gruppi nemici per vincere la rigidità, la rabbia, la vendetta che ci sono dentro di loro. La pace si costruisce con i mezzi di pace, non ai danni di qualcuno».

Tra le tante storie di mitezza provenienti dal Libano, padre Puccini ci tiene a ricordare la volontaria 40enne Nagham Aoun, maestra di scuola materna con due figli, scomparsa a causa di un tumore: «Fino a quando ha avuto le forze – racconta il missionario – Nagham veniva nei luoghi della missione a creare relazioni di amicizia tra bambini e genitori di tutti i gruppi. Il funerale ha reso pubblico questo lavoro, che era svolto in maniera privata. Il parroco nell’omelia ha dichiarato che è stata la grazia più grande aver conosciuto Nagham. Con grande meraviglia di tutti, nel salone delle condoglianze sono arrivate famiglie cristiane, musulmane, siriane: tutte insieme ricordavano bene ricevuto. Queste sono circostanze locali e personali, ma nel nostro paese diventano significative. È dai Tg che aspettiamo sempre la notizia della pace, ma è sul campo che cogliamo la vera notizia di pace. Quando il bene di qualcuno diventa bene per tutti».

E allora, il messaggio è rivolto a tutti: «Ognuno può essere sempre operatore di pace nell’ambito in cui il signore lo chiama a operare – conclude padre Damiano Puccini –. La storia è fatta da tutti, non solo dai grandi. Questo vuol dire anche responsabilizzare i poveri. Con la pazienza e la mitezza di parole, tempo e cuore, Dio anticipa la dignità delle persone, anche nell’attesa della risoluzione geopolitica».

TeleRadio Cremona Cittanova
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