Category Archives: News

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Domenica mattina la vista del vescovo Napolioni alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona

Alle 10 in cappella presiederà la Messa della Palme alla presenza degli ospiti della struttura e dei loro familiari

Nella mattinata del 20 marzo, Domenica delle Palme, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, visiterà la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di via Massarotti, a Cremona. In questa occasione alle ore 10 presiederà l’Eucaristia nella cappella della struttura, alla presenza degli ospiti e dei loro familiari, del personale e dei dirigenti della Fondazione “La Pace onlus”. La partecipazione alla celebrazione è naturalmente aperta all’intera città. Continue reading »

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Il cassanese Roberto Forti nel nuovo Consiglio nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli come segretario

Le elezioni si sono svolte sabato 12 marzo a Roma nell’ambito dell’Assemblea annuale dell’associazione

C’è anche il cassanese Roberto Forti nel nuovo Consiglio nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli, eletto il 12 marzo scorso a Roma. Per Forti (nella foto il quarto a destra), membro della Conferenza vincenziana della parrocchia dell’Annunciazione, l’incarico di segretario. Continue reading »

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A Cividale una serie di iniziative per ricorda don Morselli ad un anno dalla scomparsa

In memoria dell'arciprete di Calcio, morto il 6 aprile 2015, a solo 47 anni, anche il Requiem di Mozart proposto dal coro della Società Musicale Estudiantina e dall'orchestra Filarmonica di Mantova.

«Sono sicura che dal cielo ci stai guardando…..sei stato e rimani una persona eccezionale che ci ha dato tanto e ci è stata di esempio». È, questo, uno dei tanti messaggi scritti sulla bacheca facebook del gruppo pubblico “Per ricordare don Massimo Morselli” che attualmente conta 365 membri. In quest’era digitale la riconoscenza per questo prete strappato troppo presto dal suo fecondo ministero di parroco passa anche dal web. Il suo stesso profilo personale è ancora utilizzato dai suoi “amici” per condividere ricordi e manifestare gratitudine. Continue reading »

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La “prima” Messa del Crisma del vescovo Napolioni. Subito dopo pranzo in Seminario per tutti i sacerdoti: occorre iscriversi al più presto

Giovedì 24 marzo l'appuntamento è in Cattedrale alle ore 9.30. Diretta streaming sul nostro portale

Conclusi gli incontri del vescovo Antonio con i sacerdoti nelle undici zone pastorali, si attende ora il primo vero incontro unitario del clero, anche se in una convocazione prettamente liturgica. L’occasione sarà la Messa del Crisma che nella mattina di giovedì 24 marzo vedrà radunati in Duomo tutti i presbiteri della diocesi. Continue reading »

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Ottanta bambini della scuola “Sacra Famiglia” pellegrini a Caravaggio

Giovedì 17 marzo la visita alla chiesa giubilare a conclusione dell'itinerario quaresimale dedicato ai Santi della gioia

Per chiudere il percorso verso la Santa Pasqua, giovedì 17 marzo, le insegnanti della scuola dell’infanzia “Sacra Famiglia” di Cremona hanno accompagnato 80 bambini al Santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio una delle quattro chiese giubilari della diocesi in cui è possibile lucrare l’indulgenza plenaria dell’Anno Santo.

«In questa Quaresima i piccoli alunni hanno conosciuto i santi della gioia e dell’allegria, San Filippo Neri e San Giovanni Bosco e hanno approfondito la loro devozione a Maria, la mamma di Gesù. «Anche noi – spiegano le insengnati – abbiamo scelto di affidare le nostre vite alla Madonna. Siamo partiti dalla stazione dei treni di Cremona e, arrivati a Caravaggio, abbiamo seguito la croce cantando e pregando. Siamo passati per il luogo dove è sgorgato la fonte, dove abbiamo riempito le nostre borracce; siamo andati a consacrare i nostri cuori davanti al Sacro Speco, recitando la preghiera di Padre Grandmaison che quest’anno i bimbi hanno imparato e che apre ogni mattina le nostre giornate a scuola. Infine in Cancelleria sono state timbrate le nostre coccarde da pellegrini».

Durante il pranzo anche il Vescovo, che si trovava in santuario per incontrare i sacerdoti della zona pastorale prima, è andato a salutare bimbi e insegnanti.

«È stata una giornata speciale: portiamo nel cuore la gioia e l’allegria di chi vuole bene a Gesù» concludono soddisfatte le maestre.

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Sabato a Cremona “reading antimafia”: la maratona libraria al via alle 16 dalle Paoline

Il 21 marzo si celebrerà la 21esima edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” promossa da Libera

Inizierà dalla libreria Paoline di piazza libertà il “reading antimafia” promosso dal Comune di Cremona in sinergia con il coordinamento provinciale di “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Si tratta di una maratona di lettura di testi di impegno civile contro le mafie che nel pomeriggio di sabato 19 marzo farà tappa di fronte ad alcune delle librerie cittadine. L’evento prepara la 21esima edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” che si celebrerà il 21 marzo sul tema “Ponti di misericordia, luoghi di impegno”. Continue reading »

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La «due-giorni» assistenti d’oratorio sui nuovi linguaggi digitali

Si è tenuta al Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio mercoledì 16 e giovedì 17 marzo

Si è conclusa proprio a ridosso della Veglia delle Palme la consueta “Due giorni assistenti” dedicata all’approfondimento di un tema “caldo” in pastorale giovanile: i linguaggi digitali. Davvero significativi e ricchi gli interventi che hanno strutturato, presso il santuario di Caravaggio, l’edizione 2016 del momento formativo promosso annualmente da Focr.

Ad aprire i contributi l’introduzione di Mattia Cabrini che per conto di Focr e del Consultorio Ucipem di Cremona segue in modo particolare i percorsi dedicati ai giovanissimi sui temi dei new media. A seguire la corposa ed affascinante relazione del dott. Prada, del dipartimento di scienze umane dell’università di Milano Bicocca che ha delineato il “come” del mondo adulto rispetto alla troppo sbrigativa distinzione tra “nativi” (i ragazzi) e “migranti digitali” (gli adulti), stringendo con stile lucido ed impietoso sulla condizione proprio degli educatori. Moltissimi gli spunti, commentati e proposti in forma multimediale, con quelle interfacce “pubblicitarie” che hanno ricondotto di volta in volta gli uditori alla “banalità” della cultura diffusa, che però conserva una potenza pervasiva. Consumo, spettacolarizzazione, valore dell’esperienza e inselvatichimento sono stati gli snodi affrontati, declinati soprattutto sugli adulti che paiono non accorgersi degli spazi di responsabilità intelligente che stanno abbandonando.

La mattina successiva è stata aperta dalla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Antonio, cui è seguito un lavoro laboratoriale proposto dal prof. Rigogliosi, dell’università Cattolica. A lui il compito di far emergere dai vissuti di cinque storie di giovanissimi e adulti (anche sacerdoti) la distanza, l’uso e l’abuso dei mezzi di comunicazione e della connettività che pervade il mondo dei social. Forte anche la tesi di Rigogliosi che ha istruito un parallelo tra storie di dipendenza da social e le ormai classiche “tossicodipendenze” facendo ragionare su aspetti quali l’astinenza, la contro esperienza, l’educazione dei veri bisogni e dei desideri più autentici.

La chiusura, apparentemente fuori tema, è stata affidata alla dott.sa Bignardi che ha presentato i tratti salienti dell’ultima ricerca dell’Istituto Toniolo sull’universo giovanile, coagulato nel testo “Dio a modo mio”: uno spaccato sferzante, ma non privo di speranza educativa e di significatività che ha acceso anche il dibattito.

A breve sul Mosaico e sul sito focr.it gli atti della “Due giorni”.

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Il commento del Vescovo al Vangelo della Domenica delle Palme con i giovani di Soresina

In studio, insieme a mons. Napolioni, alcuni ragazzi dell'oratorio Sirino con il vicario don Andrea Piana

Continuano le riflessioni quaresimali del vescovo Antonio che, nel cammino verso la Pasqua, commenta il Vangelo festivo all’interno del “Giorno del Signore”, la rubrica prodotta dal Centro televisivo diocesano. Nell’ultimo appuntamento, dedicato alla domenica delle Palme, il format della trasmissione è stato completamente ribaltato: in studio insieme a mons. Napolioni e al conduttore, il giornalista Riccardo Mancabelli, sono stati invitati alcuni giovani dell’oratorio Sirino di Soresina con il vicario don Andrea Piana. Con loro il presule ha riflettutto partendo dall’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme, pagina evangelica che viene proclamata prima della benedizione delle palme e degli ulivi e che ricorda come le nuove generazioni siano capaci di grande entusiasmo.

Nella prima parte mons. Napolioni ha fatto parlare i giovani che si sono soffermati in modo particolare sul loro rapporto personale con Cristo e sulla loro partecipazione alle passate Giornate mondiali della gioventù: «In quelle esperienze – ha confidato una ragazza – ho scoperto un’idea di Chiesa che non avevo sperimentato in parrocchia. La Gmg mi ha insegnato ad amare la Chiesa, a ricaricare le batterie a non sentirmi sola nel cammino di fede».

C’è poi chi in studio ha portato dei segni: un giovane ha mostrato lo zainetto della Gmg di Madrid che gli ricorda il suo prossimo viaggio verso Cracovia, in luglio, per incontrare il Papa e centinaia di migliaia di altri coetanei; una giovane, invece, ha portato un pezzo di legno che rimanda alla Croce del Venerdì Santo, ma anche a quella della Gmg.

Nel suo intervento finale il vescovo Antonio si è quindi soffermato sul Vangelo della passione secondo Luca. Il cantore della misericordia divina presenta sfumature che gli altri Vangeli non hanno, come il pianto delle donne, la preghiera del buon ladrone  e le parole di Gesù in Croce sul perdono.

Il pianto delle donne  rivela una sensibilità e una pietà tutta particolare, caratteristica dell’universo femminile. Il buon ladrone è il primo santo della Chiesa perchè riconosce l’innocenza di chi gli sta accanto: egli sente risuonare la parola Paradiso proprio mentre è confitto alla Croce, ciò sta a significare che già nei momenti di sofferenza e di morte si possono già intravedere i germi della risurrezione. Infine le parole di perdono pronunciate da Gesù mentre pendeva dal legno mostrano l’infinita misericordia di Dio che non rinfaccia mai all’uomo il suo errore, ma gli offre sempre una possibilità di redenzione.

Il “Giorno del Signore” è trasmesso da:

  • Cremona1 (canale 211 del digitale terrestre): sabato alle 8, alle 11.30 e alle 20.30; domenica alle 12.15. Cremona1 è visibile anche in streaming su www.cremona1.it
  • Studio 1 (canale 80 del digitale terrestre): sabato sera alle 20.30
  • TelePace (Sky canale 850 o streaming internet su www.telepace.it): venerdì pomeriggio alle 14 e la sera alle 20.05.

Tutte le puntate del “Giorno del Signore” possono essere inoltre scaricate in podcast dal sito internet www.teleradiocremona.it.

Le precedenti riflessioni:

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Il Vescovo ai mille del PalaSport: «Non pompieri ma incendiari della misericordia di Dio»

La prima veglia delle Palme di mons. Napolioni con i giovani degli oratori, dei gruppi e dei movimenti sul tema «Beati i misericordiosi»

Alla fine è stato un lungo, caloroso abbraccio quello che i giovani cremonesi hanno riservato al vescovo Antonio durante la sua prima veglia delle palme celebrata nel tardo pomeriggio di sabato 19 marzo, al Palazzetto dello Sport di Cremona. L’evento, promosso dall’ufficio di pastorale giovanile, diretto da don Paolo Arienti, con l’ausilio dei collaboratori della Federazione Oratori nella caratteristica casacca gialla, ha avuto un inizio davvero suggestivo: la «costruzione» della croce della Gmg ad opera di due giovani che hanno visto la loro vita segnata dalla sofferenza, ma che hanno contemplato anche l’alba della risurrezione. Da un parte Filippo, 19 anni, reduce da una battaglia vinta contro la leucemia e dall’altra Iannik, profugo dalla Costa D’Avorio, testimone di uno degli infiniti viaggi della speranza per il Mediterraneo che per tante persone. E mentre i due giovani sollevavano la croce al centro della scena dal grande video è stato proiettato uno stralcio del messaggio di Papa Francesco per la Gmg di Cracovia del luglio prossimo dal titolo: «Beati i misericordiosi».

Accolto da una vera ovazione da stadio, mentre il coro giovanile della diocesi, diretto da Mauro Viola, intovana “Emmanuel”, il noto inno della Gmg del grande Giubileo del 2000, intorno alle 18.10 è entrato il vescovo Antonio, accompagnato da don Francesco Gandioli, diacono del Seminario che nel prossimo giugno sarà ordinato sacerdote. Mons. Napolioni subito dopo il saluto liturgico ha ricevuto il saluto di un collaboratore F.O.Cr., Giovanni, a nome di tutti i ragazzi presenti. «Siamo contenti di incontrarla – ha esordito il giovane – e di lasciarci guidare dal suo entusiasmo e dalla sua preghiera».  E poi ancora: «Questa sera vorremmo che il protagonista di questo incontro, l’ospite atteso, fosse Gesù Cristo, con il suo Vangelo di profezia, con la sua chiamata ad un amore vero, operoso e forte». E infine: «Grazie vescovo Antonio, per i primi passi che sta compiendo con noi nella Chiesa cremonese, e grazie per l’aiuto che anche stasera ci vorrà donare. La fede a volte per noi è difficile, e lei lo sa. Sia per noi maestro di una fede vera. La accogliamo un po’ come un nostro padre, proprio oggi che è la festa del papà».

Ad iniettare ancora più entusiasmo, ma anche voglia di riflettere e meditare il canto dei Queen “Somebody to love”. Un invito ad amare che si è concretizzato nello svelamento del quadro del Buon Samaritano di Vincent Van Gogh.

Un giovane lettore, quindi, ha rammentato provocatoriamente quanto le 14 opere di misericordia al giorno d’oggi siano considerate desuete, arretrate rispetto ad un mondo che si fa da sé e che lascia fatalmente indietro chi non è adatto. Meglio dunque sfruttare l’uomo piuttosto che servirlo, relegarlo a rango di oggetto o considerarlo come Pinocchio come una bambola che si può manovrare.

Un breve, ma simpatico mimo di Stefano Priori e Sonia Balestrero, ha illustrato come la relazione vera conduca a considerare l’altro non tanto come una marionetta da manovrare, ma una persona da amare e ad accogliere.

Allora le opere di misericordia non sono un qualcosa fuori dal tempo, ma realtà che si concretizzano nella cura verso l’altro. Come nel caso di Irene e Davide che spendono il loro servizio civile nella Casa dell’Accoglienza di Cremona accanto ai profughi e ai richiedenti asilo, oppure di Benedetta neuro psico motricista alla Casa del Sole di Mantova che si occupa di bambini diversamente abili, o di Angelo, educatore alla Tenda di Cristo di Acquanegra Cremonese, che ha perdonato la madre dopo che lo aveva abbandonato da piccolo con il padre dializzato e malato di cuore.

Storie semplici che dicono che amare e possibile e che la vita può essere una chiamata, una vocazione.

Le parole degli uomini hanno quindi lasciato lo spazio alla Parola di Dio. Il diacono Gandioli ha proclamato un brano del Vangelo di Marco nel quale Gesù invita i suoi discepoli a «servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Mons. Napolioni nella sua omelia, vero e proprio dialogo con i mille del PalaSport, ha toccato tutti i grandi temi cari ai giovani: i dubbi di fede, il senso vero della felicità, il servizio come autentica realizzazione della propria vita, la misericordia come unica strada per conquistare pace e felicità.

Il vescovo Antonio, che all’inizio ha ricordato di aver vissuto tutta la sua vita sacerdotale in mezzo ai giovani, ha spronato in modo particolare i ragazzi a non vivere una vita stile «zapping», senza un filo rosso, ma di affidare a Cristo i propri desideri sapendo però che il Signore non può agire senza l’assenso della libertà umana.

Quindi l’invito a «diventare grandi» senza però sgomitare o calpestare gli altri ma imparando da Gesù, il quale proprio sulla Croce manifesta che la vera realizzazione dell’uomo è nel dono totale di sè.

E poi una domanda chiara: «Ci state ad aiutare il Vescovo e i sacerdoti a rendere trasparenza dell’amore di Cristo questa nostra Chiesa? Servire è amare! È vero che amare è un verbo ambiguo e abusato tanto che il papa usata il termine «Misericordiare» cioè tirare fuori la propria tenerezza verso chi più ha bisogno». «Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco di misericordia – ha proseguito -. Non pompieri, ma incendiari non teneroni ma testimoni della misericordia ricevuta e donata». «Da dove viene la forza della Croce? Essa, come insegna il Santo Padre Francesco, è il segno più eloquente della misericordia di Dio: nella croce possiamo toccare la misericordia del Signore, possiamo lasciarci toccare dalla sua misericordia».

La riflessione del vescovo Napolioni

Parole che subito si sono tramutate in preghiera con una suggestiva adorazione della Croce. Il vescovo e i collaboratori della F.O.Cr. si sono posizionati in ginocchio dinanzi al grande legno mentre dallo schermo venivano proiettate immagini eloquenti di giovani e ragazzi la cui dignità è calpestata dalla cattiveria dell’uomo, ma anche fotografie di giovani con occhi pieni di speranza. Silenzio, canto e parole hanno unito in un’unica voce mons. Napolioni e i mille del PalaSport.

C’è stato poi spazio per la raccolta delle offerte che quest’anno andrà a favore di Casa di Nostra Signora che una volta ristrutturata ospiterà donne in difficoltà in ricerca di un riscatto sociale.

Le parole del Vescovo prima della consegna delle Palme

Mons. Napolioni ha quindi consegnato ai rappresentati di tutti gli oratori e le associazioni – presenti in modo massiccio i Neocatecumenali e gli Scout – la palma e un “gancio” che ricorda la prossima Gmg di Cracovia. È stato proprio il vescovo Antonio ad annunciare che in Polonia alla fine di luglio andranno oltre 500 giovani cremonesi.

Infine i ringraziamenti di don Paolo che ha anche ricordato l’immenente ordinazione di don Francesco: a lui è stato consegnato un calice e una patena ed è stata strappata la promessa di celebrare un’Eucaristia per i giovani della diocesi.

Il saluto del Vescovo prima della benedizione finale

La benedizione episcopale ha quindi concluso la prima parte della serata.

Dopo la cena al sacco è stato messo in scena lo spettacolo “La sosta”, a cura del Teatro Minimo: una rivisitazione in chiave moderna della parabola del buon samaritano. Riflettori puntati su un locale che, a causa di un improvviso temporale, diventa luogo di incontro di alcuni personaggi. Costretti a condividere alcune ore insieme, scoprono che sono molti i punti che hanno in comune, legati alla strana vicenda di un barbone trovato sofferente sulla strada. Solo una sempre più approfondita conoscenza del gruppo permette di leggere quella vicenda con un’attenzione ben diversa.

Claudio Rasoli

Photogallery della serata:

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Visita del vescovo Napolioni alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona

Alle 10 il Presule ha celebrato l'Eucaristia della Domenica delle Palme, quindi la visita ai reparti incontrando gli ospiti, i loro famigliari, gli operatori e i volontari

Domenica delle Palme alquanto particolare per gli ospiti della casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”, nell’ex clinica “La Pace” di via Massarotti, a Cremona. A presiedere l’Eucaristia è stato, infatti, il vescovo Antonio Napolioni, che ha poi visitato la struttura incontrando personalmente gli anziani insieme ai loro familiari presenti.

Ad accogliere il Vescovo i dirigenti della Fondazione “La Pace onlus” insieme a una rappresentanza dello staff della struttura sanitaria. Insieme al presidente Umberto Lonardi erano presenti in particolare la direttrice generale Silvia Galli e il direttore sanitario Luciano Filippini. Presenti anche alcuni membri del Consiglio di questa fondazione che nasce dalla collaborazione delle case di riposo di Casalmorano, Castelverde, Cingia de’ Botti e San Bassano insieme alla “Società di mutuo soccorso e previdenza tra i sacerdoti della diocesi di Cremona” e alla Cooperativa “Armonia”.

Ad accogliere mons. Napolioni sono stati quindi alcuni degli ospiti della struttura, sulle proprie carrozzine nel corridoio d’ingresso, quasi come uno schieramento d’onore, con i ramoscelli d’olivo in mano.

È stata quindi celebrata la Messa, con alcuni dei degenti in cappella e altri che hanno seguito la liturgia attraverso un maxischermo allestito nel salone attiguo. Accanto a loro famigliari, volontari e gli operatori della Casa, con le suore Adoratrici che qui prestano servizio.

Accanto al vescovo il cappellano don Achille Bolli e don Francesco Lucchi, ospite della casa, così come mons. Mario Cavalleri, don Enrico Prandini e don Luciano Sottili. C’erano poi il segretario vescovile don Flavio Meani, il presidente della Società di mutuo soccorso e previdenza tra i sacerdoti don Gianbattista Piacentini e don Marco d’Agostino, vicepreside del liceo Vida, presente settimanalmente nelle struttura con alcune studenti per un progetto didattico che vede coinvolti gli anziani ricoverati.

Presenti anche i benefattori: il cavalier Giovanni Arvedi con la moglie Luciana insieme alla famiglia Caldonazzo.

Dopo la lettura della Passione, mons. Napolioni nella sua riflessione ha indirizzato lo sguardo alla Settimana Santa: non una abitudine che si rinnova, ma il segno di una reale figliolanza divina, che dunque «coinvolge» ciascuno nella Passione. In particolare il Vescovo si è soffermato sull’immagine evangelica dell’asino usato da Gesù per entrare in Gerusalemme e con un richiamo all’asino presente della mangiatoia. «Nessuno di noi è mai inutile», ha ribadito con forza mons. Napolioni sottolineando come ciascuno è parte importante nel progetto di Dio. E proprio in questo senso il pensiero del Vescovo è andato a tutti coloro che si prendono cura degli anziani, «che nella società sono considerati scarti», in questa struttura: dallo staff dirigenziale agli operatori e i volontari, senza dimenticare neppure i benefattori che hanno reso possibile la realizzazione di questa importante opera.

Poi l’augurio di poter sperimentare «la pace» del Signore, «frutto maturo della Pasqua» e espressione d’amore. Con il Vescovo che ha giocato facendo riferimento al nome della clinica presente in passato in questa struttura.

«Il Signore ha bisogno di noi – ha concluso il Vescovo – e noi abbiamo bisogno degli altri. Lo riconosciamo e siamo in pace. Perché siamo onesti: le cose stanno così, non stanno come dice la cultura dominante per la quale chi non ha bisogno degli altri e fa tutto da sé si realizza con le sue forse sta in pace. No: ve lo dico nel nome del Signore. E preghiamo perché tutti se ne accorgano. E che questa pace raggiunga e contagi chi ancora non l’ha assaporata. Perché c’è ancora tanta sofferenza e tanta solitudine che attende di essere raggiunta dal Cristo, morto e risorto per noi, e dalle sue membra che siamo noi».

L’omelia del vescovo Napolioni

Al termine della Messa, dopo il saluto del cappellano don Bolli, il Vescovo ha ringraziato tutti coloro che, a diverso modo, operano nella struttura sanitaria. E ha voluto poi esprimere parole di particolare affetto e riconoscenza al «pezzetto sofferente ma preziosissimo del nostro presbiterio»: «Diciamo che abbiamo fatto un po’ di Messa Crismale – ha detto mons. Napolioni –. Grazie per la vostra testimonianza. Offrite ancora da sacerdoti la vostra sofferenza insieme alla Pasqua di Gesù».

E poi, dopo un ricordo personale a sua mamma, vissuta negli ultimi cinque anni di vita in una casa di riposo, anche un monito a quanti hanno compiti di responsabilità in questa struttura, perché questa Casa possa essere sempre all’altezza dell’importante compito cui è chiamata a rispondere. E il riferimento è stato anche ai fatti di cronaca dei giorni scorsi: «Soffro terribilmente quando vedo immagini come quelle trasmesse dalla televisione, accadute non lontane da qui. Che il Signore ci tenga lontani, tutti, da quelle leggerezza, da quelle violenze, da quelle assurdità di cui la miseria umana è capace e possiamo andare fieri di come custodiamo i nostri anziani che, di turno, ci precedono nella fatica del cammino».

Il saluto di don Bolli e le parole di mons. Napolioni

Conclusa la Messa il coro formato da alcuni degli anziani della Casa ha intrattenuto il Vescovo con un breve momento musicale, inaugurato con la canzone Mamma. Lo stesso mons. Napolioni si è unito al canto, supportato anche da alcune volontarie Avulss. Poi proprio dal Vescovo la richiesta di una canzone: La Valsugana. Quindi in dono al Vescovo un cestino pasquale, completamente realizzato dagli ospiti della Casa.

Mons. Napolioni ha quindi avuto modo di visitare i vari reparti, dove ha di nuovo incontrato gli ospiti, con i quali si è intrattenuto volentieri tra momenti di allegria e altri più profondi, in cui il Vescovo ha condiviso storie di vita e difficoltà della quotidianità. Una visita conclusa nel parco della struttura, per una preghiera davanti alla grotta della Madonna di Lourdes.

La casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”, aperta il 10 febbraio 2014 e ufficialmente inaugurata il 21 giugno dello stesso anno, conta circa un centinaio di ospiti tra RSA, comunità alloggio, alloggi protetti e centro diurno.

Il complesso de “La Pace”, un tempo di proprietà della Congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda, è stato acquistato dal cavalier Giovanni Arvedi che l’ha donato alla Diocesi di Cremona che, a sua volta, l’ha messo a disposizione della Fondazione “La Pace onlus”. Sempre il Cavalier Arvedi ha deciso di accollarsi gli oneri dell’intervento di manutenzione straordinaria.

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