La «due-giorni» assistenti d’oratorio sui nuovi linguaggi digitali

Si è tenuta al Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio mercoledì 16 e giovedì 17 marzo

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Si è conclusa proprio a ridosso della Veglia delle Palme la consueta “Due giorni assistenti” dedicata all’approfondimento di un tema “caldo” in pastorale giovanile: i linguaggi digitali. Davvero significativi e ricchi gli interventi che hanno strutturato, presso il santuario di Caravaggio, l’edizione 2016 del momento formativo promosso annualmente da Focr.

Ad aprire i contributi l’introduzione di Mattia Cabrini che per conto di Focr e del Consultorio Ucipem di Cremona segue in modo particolare i percorsi dedicati ai giovanissimi sui temi dei new media. A seguire la corposa ed affascinante relazione del dott. Prada, del dipartimento di scienze umane dell’università di Milano Bicocca che ha delineato il “come” del mondo adulto rispetto alla troppo sbrigativa distinzione tra “nativi” (i ragazzi) e “migranti digitali” (gli adulti), stringendo con stile lucido ed impietoso sulla condizione proprio degli educatori. Moltissimi gli spunti, commentati e proposti in forma multimediale, con quelle interfacce “pubblicitarie” che hanno ricondotto di volta in volta gli uditori alla “banalità” della cultura diffusa, che però conserva una potenza pervasiva. Consumo, spettacolarizzazione, valore dell’esperienza e inselvatichimento sono stati gli snodi affrontati, declinati soprattutto sugli adulti che paiono non accorgersi degli spazi di responsabilità intelligente che stanno abbandonando.

La mattina successiva è stata aperta dalla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Antonio, cui è seguito un lavoro laboratoriale proposto dal prof. Rigogliosi, dell’università Cattolica. A lui il compito di far emergere dai vissuti di cinque storie di giovanissimi e adulti (anche sacerdoti) la distanza, l’uso e l’abuso dei mezzi di comunicazione e della connettività che pervade il mondo dei social. Forte anche la tesi di Rigogliosi che ha istruito un parallelo tra storie di dipendenza da social e le ormai classiche “tossicodipendenze” facendo ragionare su aspetti quali l’astinenza, la contro esperienza, l’educazione dei veri bisogni e dei desideri più autentici.

La chiusura, apparentemente fuori tema, è stata affidata alla dott.sa Bignardi che ha presentato i tratti salienti dell’ultima ricerca dell’Istituto Toniolo sull’universo giovanile, coagulato nel testo “Dio a modo mio”: uno spaccato sferzante, ma non privo di speranza educativa e di significatività che ha acceso anche il dibattito.

A breve sul Mosaico e sul sito focr.it gli atti della “Due giorni”.

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