Visita del vescovo Napolioni alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona

Alle 10 il Presule ha celebrato l'Eucaristia della Domenica delle Palme, quindi la visita ai reparti incontrando gli ospiti, i loro famigliari, gli operatori e i volontari

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Domenica delle Palme alquanto particolare per gli ospiti della casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”, nell’ex clinica “La Pace” di via Massarotti, a Cremona. A presiedere l’Eucaristia è stato, infatti, il vescovo Antonio Napolioni, che ha poi visitato la struttura incontrando personalmente gli anziani insieme ai loro familiari presenti.

Ad accogliere il Vescovo i dirigenti della Fondazione “La Pace onlus” insieme a una rappresentanza dello staff della struttura sanitaria. Insieme al presidente Umberto Lonardi erano presenti in particolare la direttrice generale Silvia Galli e il direttore sanitario Luciano Filippini. Presenti anche alcuni membri del Consiglio di questa fondazione che nasce dalla collaborazione delle case di riposo di Casalmorano, Castelverde, Cingia de’ Botti e San Bassano insieme alla “Società di mutuo soccorso e previdenza tra i sacerdoti della diocesi di Cremona” e alla Cooperativa “Armonia”.

Ad accogliere mons. Napolioni sono stati quindi alcuni degli ospiti della struttura, sulle proprie carrozzine nel corridoio d’ingresso, quasi come uno schieramento d’onore, con i ramoscelli d’olivo in mano.

È stata quindi celebrata la Messa, con alcuni dei degenti in cappella e altri che hanno seguito la liturgia attraverso un maxischermo allestito nel salone attiguo. Accanto a loro famigliari, volontari e gli operatori della Casa, con le suore Adoratrici che qui prestano servizio.

Accanto al vescovo il cappellano don Achille Bolli e don Francesco Lucchi, ospite della casa, così come mons. Mario Cavalleri, don Enrico Prandini e don Luciano Sottili. C’erano poi il segretario vescovile don Flavio Meani, il presidente della Società di mutuo soccorso e previdenza tra i sacerdoti don Gianbattista Piacentini e don Marco d’Agostino, vicepreside del liceo Vida, presente settimanalmente nelle struttura con alcune studenti per un progetto didattico che vede coinvolti gli anziani ricoverati.

Presenti anche i benefattori: il cavalier Giovanni Arvedi con la moglie Luciana insieme alla famiglia Caldonazzo.

Dopo la lettura della Passione, mons. Napolioni nella sua riflessione ha indirizzato lo sguardo alla Settimana Santa: non una abitudine che si rinnova, ma il segno di una reale figliolanza divina, che dunque «coinvolge» ciascuno nella Passione. In particolare il Vescovo si è soffermato sull’immagine evangelica dell’asino usato da Gesù per entrare in Gerusalemme e con un richiamo all’asino presente della mangiatoia. «Nessuno di noi è mai inutile», ha ribadito con forza mons. Napolioni sottolineando come ciascuno è parte importante nel progetto di Dio. E proprio in questo senso il pensiero del Vescovo è andato a tutti coloro che si prendono cura degli anziani, «che nella società sono considerati scarti», in questa struttura: dallo staff dirigenziale agli operatori e i volontari, senza dimenticare neppure i benefattori che hanno reso possibile la realizzazione di questa importante opera.

Poi l’augurio di poter sperimentare «la pace» del Signore, «frutto maturo della Pasqua» e espressione d’amore. Con il Vescovo che ha giocato facendo riferimento al nome della clinica presente in passato in questa struttura.

«Il Signore ha bisogno di noi – ha concluso il Vescovo – e noi abbiamo bisogno degli altri. Lo riconosciamo e siamo in pace. Perché siamo onesti: le cose stanno così, non stanno come dice la cultura dominante per la quale chi non ha bisogno degli altri e fa tutto da sé si realizza con le sue forse sta in pace. No: ve lo dico nel nome del Signore. E preghiamo perché tutti se ne accorgano. E che questa pace raggiunga e contagi chi ancora non l’ha assaporata. Perché c’è ancora tanta sofferenza e tanta solitudine che attende di essere raggiunta dal Cristo, morto e risorto per noi, e dalle sue membra che siamo noi».

L’omelia del vescovo Napolioni

Al termine della Messa, dopo il saluto del cappellano don Bolli, il Vescovo ha ringraziato tutti coloro che, a diverso modo, operano nella struttura sanitaria. E ha voluto poi esprimere parole di particolare affetto e riconoscenza al «pezzetto sofferente ma preziosissimo del nostro presbiterio»: «Diciamo che abbiamo fatto un po’ di Messa Crismale – ha detto mons. Napolioni –. Grazie per la vostra testimonianza. Offrite ancora da sacerdoti la vostra sofferenza insieme alla Pasqua di Gesù».

E poi, dopo un ricordo personale a sua mamma, vissuta negli ultimi cinque anni di vita in una casa di riposo, anche un monito a quanti hanno compiti di responsabilità in questa struttura, perché questa Casa possa essere sempre all’altezza dell’importante compito cui è chiamata a rispondere. E il riferimento è stato anche ai fatti di cronaca dei giorni scorsi: «Soffro terribilmente quando vedo immagini come quelle trasmesse dalla televisione, accadute non lontane da qui. Che il Signore ci tenga lontani, tutti, da quelle leggerezza, da quelle violenze, da quelle assurdità di cui la miseria umana è capace e possiamo andare fieri di come custodiamo i nostri anziani che, di turno, ci precedono nella fatica del cammino».

Il saluto di don Bolli e le parole di mons. Napolioni

Conclusa la Messa il coro formato da alcuni degli anziani della Casa ha intrattenuto il Vescovo con un breve momento musicale, inaugurato con la canzone Mamma. Lo stesso mons. Napolioni si è unito al canto, supportato anche da alcune volontarie Avulss. Poi proprio dal Vescovo la richiesta di una canzone: La Valsugana. Quindi in dono al Vescovo un cestino pasquale, completamente realizzato dagli ospiti della Casa.

Mons. Napolioni ha quindi avuto modo di visitare i vari reparti, dove ha di nuovo incontrato gli ospiti, con i quali si è intrattenuto volentieri tra momenti di allegria e altri più profondi, in cui il Vescovo ha condiviso storie di vita e difficoltà della quotidianità. Una visita conclusa nel parco della struttura, per una preghiera davanti alla grotta della Madonna di Lourdes.

La casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”, aperta il 10 febbraio 2014 e ufficialmente inaugurata il 21 giugno dello stesso anno, conta circa un centinaio di ospiti tra RSA, comunità alloggio, alloggi protetti e centro diurno.

Il complesso de “La Pace”, un tempo di proprietà della Congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda, è stato acquistato dal cavalier Giovanni Arvedi che l’ha donato alla Diocesi di Cremona che, a sua volta, l’ha messo a disposizione della Fondazione “La Pace onlus”. Sempre il Cavalier Arvedi ha deciso di accollarsi gli oneri dell’intervento di manutenzione straordinaria.

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