Il Mare Mediterraneo, quello che i nostri antenati romani avevano battezzato Mare Nostrum, è ormai un immenso cimitero liquido. Abbiamo ricevuto in queste ore la triste notizia dell’ennesima mattanza avvenuta nelle acque antistanti la Libia. Decine di migranti, tra cui donne e bambini, sono morti giovedì pomeriggio in quello che si teme possa essere stato il peggior naufragio dall’inizio dell’anno. Continue reading »
La fede deve dialogare con la natura e imparare a ridire le cose con misure e immagini della vita di oggi: questo il tema che sino a fine aprile farà da filo conduttore alle lezioni tenute al Centro pastorale diocesano di Cremona
Torna anche nell’anno pastorale 2019/2020 il Corso biblico tenuto settimanalmente al Centro pastorale diocesano di Cremona dal teologo e scritturista cremonese don Romeo Cavedo. Nel corso di quest’anno ci si continuerà a chiedere quali dogmi, quali riti, quali parole, quali tradizioni possono ancora aver senso nella vita di oggi. Continue reading »
Messa di suffragio nell'anniversario della morte, avvenuta il 24 luglio 1935
“Vivere vuol dire essere gli infaticabili portatori del Cristo, che è Vita”. È con questa citazione da “Un corsaro di Cristo. Scritti di Giacomo Maffei”, edito da L.I.C.E. nel 1936, che il parroco di Casalmaggiore, don Claudio Rubagotti, ha voluto Giacomo Maffei, giovane casalese (nato il 9 novembre 1914) cui è dedicato l’oratorio della parrocchia di Santo Stefano. L’occasione è stata la Messa celebrata la sera del 24 luglio in suo suffragio. nell’anniversario della morte avvenuta all’età di 21 anni, nella notte del 24 luglio 1935. Un giovane distintosi “per lo sguardo e l’intelligenza rivolte a Gesù”, cui aveva dedicato la sua breve vita. Continue reading »
Prospettive e iniziative per il nuovo anno pastorale dell'Ufficio diocesano per la Pastorale vocazionale
Nella diocesi di Como le chiamano settimane “Sicomoro”. A raccontarle è stato anche il film “Qui è ora”, prodotto da Oratori della Lombardia e Fondazione Ente Spettacolo, e anche a Cremona il Centro Diocesano Vocazioni ha deciso di adottarle come modello. Di che cosa si tratta? «È una proposta di settimane residenziali rivolta agli adolescenti» spiega l’incaricato di pastorale vocazionale don Davide Schiavon. Continue reading »
Pubblichiamo il messaggio del vescovo Antonio Napolioni nell'introduzione ai "Percorsi pastorali 2019/20", tra bilanci e prospettive
L’estate vede ogni anno, nella nostra diocesi, la pubblicazione e diffusione della programmazione pastorale diocesana, dapprima con la bozza di calendario disponibile via internet, in modo da orientare per tempo le programmazioni locali. Poi, con questa pubblicazione, ricca di contenuti e strumenti che con fiducia affido a tutti i membri del popolo di Dio. Grato ai tanti che, a vario titolo e in diversi campi, hanno faticato e continuano ad impegnarsi perché la Chiesa locale sia vitale e vivace, in ricerca della volontà di Dio e del bene dei fratelli. Continue reading »
Sosta a Casalmaggiore per il vescovo di Alessandria e altri 15 pellegrini diretti a Venezia, sulle orme di san Marco
“Fare pellegrinaggio è faticoso come vivere. Se decidiamo di non entrare nello stile di Dio la vita è ancora più faticosa”. Si potrebbe riassumere così l’originale incontro che i cittadini di Casalmaggiore hanno fatto venerdì 26 luglio, durante una mattinata all’insegna dell’accoglienza. Ad essere ospitati per un momento di spiritualità, nel piccolo gioiello artistico e storico che è la chiesa di Santa Maria dell’Argine, a Vicobellignano (frazione di Casalmaggiore), è stato mons. Guido Gallese, vescovo di Alessandria, e i suoi 15 accompagnatori. Motivo della visita una tappa durante il percorso sulle orme di San Marco intrapreso pochi giorni prima a partire dalla città piemontese per giungere a Venezia, dove saranno accolti dal patriarca della città e venereranno la tomba del Santo presso la Basilica a lui intitolata. Continue reading »
Dopo la soddisfazione delle organizzazioni che aderiscono alla Campagna di contrasto al gioco d'azzardo "Mettiamoci in gioco" per la recente entrata in vigore del divieto alla pubblicità, la preoccupazione di un possibile annacquamento del divieto stesso. Ai nostri microfoni don Armando Zappolini del CNCA
Rendere effettivo il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo previsto dal decreto Dignità approvato dal governo un anno fa, ma entrato in vigore solo il 15 luglio scorso, dopo che sono scadute le ultime deroghe, sarà complesso. A segnalarlo è l’Agcom che ieri ha inviato al governo una segnalazione di 31 pagine per “rappresentare alcune criticità interpretative e le problematiche applicative rilevate con riferimento alla disciplina introdotta dall’articolo 9 del decreto-legge 12 luglio 2018”. Secondo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la nuova normativa non sarebbe in linea con i principi Ue e la sanzione minima di 50mila euro può risultare “poco ragionevole” se la pubblicità è trasmessa durante “manifestazioni sportive a livello amatoriale o da esercizi commerciali di modeste dimensioni”.
Per le associazioni “Mettiamoci in gioco” la legge va applicata
Le preoccupazioni espresse dall’Agcom non stupiscono le numerose associazioni e organizzazioni civili ed ecclesiali che aderiscono alla Campagna “Mettiamoci in gioco” che da anni è impegnata nel contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo e che ha messo da sempre tra i suoi obiettivi principali proprio il divieto di farne pubblicità. Un traguardo non facile da raggiungere: troppi infatti sono gli interessi economici in campo per il governo che mette in tasca circa 10 miliardi l’anno grazie all’azzardo, ma anche per giornali ed emittenti televisive che dalla pubblicità al gioco guadagnano molto. Don Armando Zappolini, attuale presidente del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), che aderisce alla Campagna, legge nell’intervento di Agcom una trappola, un sabotaggio della legge stessa che vieta ogni forma di sollecitazione al gioco e la cui piena entrata a regime era stata commentata con soddisfazione lo scorso 18 luglio.
La soddisfazione per il divieto assoluto della pubblicità
Il comunicato diffuso dai membri della Campagna “Mettiamoci in gioco” esprime “grande soddisfazione” e tuttavia guarda avanti: “Raggiunto questo risultato, – si legge nel testo – ci attendiamo ora che governo e parlamento si attivino al più presto per arrivare ad approvare una legge quadro sul gioco d’azzardo, che regolamenti i tanti aspetti critici che riguardano il settore”. Ma perché resta così centrale il divieto alla pubblicità? Ai nostri microfoni risponde lo stesso don Zappolini:
Ascolta l’intervista a don Armando Zappolini
«Noi lo abbiamo messo al primo posto perché questa pubblicità così pervasiva, ossessiva produce in moltissime persone uno scivolamento verso l’idea che con l’azzardo ci si può sistemare nella vita, per cui questo messaggio continuo: “basta poco, vinci”, “puoi sistemare le tue condizioni” … Ovunque guardi la televisione, nello sport e in altre cose c’è questo continuo bombardamento e per noi questa è un’aggressione che persone più fragili non riescono a gestire. E’ il primo punto che abbiamo chiesto da sempre e abbiamo accolto con soddisfazione l’anno passato che il decreto Dignità lo prevedesse, anche se con questo anno di tempo per permettere la scadenza dei contratti già in vigore. Però io ero molto preoccupato, e con me anche gli altri della Campagna, perché davanti all’avvicinarsi di questa scadenza nessuna lobby, nessuna grande tv commerciale protestava. Io penso da calcoli che abbiamo fatto, per esempio, Mediaset perderebbe 50, 60 milioni di pubblicità… Non sono cose da poco! Abbiamo capito dopo come mai stavano tutti zitti, perché l’Agicom stava preparando questa trappola che annullava in effetti la sostanza del provvedimento. Per noi il primo punto è il divieto assoluto di pubblicità. Come si è fatto per il fumo, è un segno di civiltà che un Paese non pubblicizzi cose o sostanze e stili di vita che possano avere conseguenza sulla salute dei cittadini».
Però la vostra campagna richiede anche che ci siano dei controlli, sarà possibile realizzarli?
«In effetti abbiamo già visto che i controlli sono già stati bypassati perché l’Agicom che è un’agenzia che dovrebbe controllare la democrazia e l’efficacia delle comunicazioni, in realtà ha preparato una prima comunicazione, che sta cercando di correggere con quella mandata ieri, nella quale in pratica svuota l’effetto del provvedimento. Noi chiediamo che lo Stato tiri fuori una sua capacità di controllo e porti a compimento quanto ha scritto nella legge approvata dal parlamento l’anno scorso di divieto assoluto di pubblicità».
Ma perché lei dice che l’Agicom tenta di annullare ciò che prevede la legge? Eppure fa delle proposte, dice che ci vuole una legge quadro, che bisogna incentivare le campagne di informazione sui rischi…
«Sì ma tutto questo è contorno, non è sostanza, perché in realtà la sostanza è che la pubblicità continua, l’Agicom dice che non si può regolamentare un sistema così complesso, che è una cosa che richiede normative più specializzate, che è una cosa che attualmente non può essere gestita… L’obiettivo è che tutto continui com’è, al massimo prevedendo la scritta alla fine degli spot: “gioca in modo responsabile”, ma quelle sono cose che non incidono per niente. Capisco che lo Stato ha bisogno di soldi, ma continuare a prendere ogni anno più di 10 miliardi dalle tasche dei cittadini con questa trappola dell’azzardo che uccide e ammala persone è una cosa immorale e inaccettabile».
Anche il Lotto in tutte le sue varianti rientra nel gioco d’azzardo?
«Certo, l’azzardo è un fenomeno sociale del Paese. Ci giocano più di 20 milioni di persone; non può essere criminalizzato, ma va regolamentato in modo molto forte, partendo da quelle forme di azzardo che producono maggiore dipendenza. Le macchinette, sia le Vlt che le Slot, e i Gratta e Vinci, sono le realtà che producono una maggiore dipendenza. Ci vuole una regolamentazione forte, che metta al primo posto non tirar su i soldi, ma la salute dei cittadini. Quindi giocare con la tessera sanitaria; mettere un tetto di soldi da giocare; un tetto di tempo per la partita, sono tutte cose che sono ovvie, ma che chiaramente produrrebbero un’entrata minore e quindi anche queste sono cose che non vengono prese in considerazione».
Secondo i vostri dati, il gioco d’azzardo è un fenomeno ancora in crescita in Italia?
«Sì, certo. L’anno scorso il fatturato è stato di 107 miliardi. C’è qualche segnale positivo forse dal mondo giovanile di fronte alle nostre campagne che riescono a suscitare attenzione nelle persone più sensibili. Però è un fenomeno che sta crescendo e perciò è una cosa che non si può sottovalutare».
Le realtà impegnate in “Mettiamoci in gioco”
«Aderiscono alla campagna “Mettiamoci in gioco”: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp».
Intervista a don Roberto Rota in vista delle prossime mete, tra pellegrinaggi e occasioni di turismo religioso
Il pellegrinaggio diocesano del 2019, presieduto dal vescovo Napolioni, porterà (dal 2 all’8 settembre) un gruppo di cremonesi a percorrere le strade della Grecia seguendo la predicazione di San Paolo: da Filippi a Tessalonica e Atene, da Corinto fino a Micene e ad Epidauro, dove sorge uno dei più grandi teatri antichi. Così, i luoghi dove la nascente religione cristiana incontrò la cultura classica – nel viaggio organizzato dall’Ufficio per la pastorale del turismo con ProfiloTours – diventano occasione per conoscere e approfondire l’esperienza cristiana nella tradizione ortodossa greca. Continue reading »
Il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, esorta a leggere il fenomeno dei flussi migratori seguendo gli insegnamenti del Vangelo e non gli allarmismi della politica che cavalca la sindrome della paura
I cristiani hanno il dovere di leggere la realtà dell’immigrazione con la prospettiva del Vangelo e non con lo sguardo della politica influenzato da specifici interessi. A questa differenza di prospettiva il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, lega due diversi modi di inquadrare la questione dei flussi migratori. In una terra come la Sicilia, accogliere i forestieri “è una cosa normale” ma negli ultimi tempi, osserva, la “politica è cambiata”: “si cavalca la sindrome della paura”, si chiude la porta, “soprattutto quella del cuore”. Continue reading »
Una “squadra speciale di giustizia per la protezione dei bambini” presso il Ministero della giustizia. Ad annunciarne l’istituzione, per monitorare il percorso dell’affidamento familiare, è il titolare del dicastero. Giovanni Paolo Ramonda, responsabile della Comunità fondata da don Benzi, ribadisce al Sir che l’iniziativa “può essere anche valida ma non deve minare un iter già strutturato e consolidato”. Ciò che occorre è piuttosto “il potenziamento dell’istituto”
“Questa iniziativa può essere anche valida ma non deve andare a minare un iter già strutturato e collaudato, regolato da due leggi e con percorsi ben definiti. Laddove vengano accertati abusi questi vanno assolutamente perseguiti, da qualsiasi parte vengano, ma
ciò che serve è potenziare l’istituto dell’affidamento”.