Gli ultimi dati Istat su occupazione e disoccupazione hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a chiunque abbia a cuore il bene del Paese. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 59%, il massimo rispetto alle serie storiche delle rilevazioni, e quello di disoccupazione è sceso al 9,9%, il livello più basso dal febbraio 2012, un decimale sotto la soglia simbolica del 10%. Certo, il dato della disoccupazione resta ben al di sopra della media europea (7,5%) e ci colloca ancora in coda alla classifica: soltanto in Spagna e in Grecia risulta più elevato. Il che sarebbe già sufficiente per moderare gli entusiasmi. Ma ulteriori e più puntuali motivi di riflessione arrivano da un’analisi in profondità dentro e intorno a questi numeri. Così com’è accaduto nelle precedenti stagioni politiche, anche in questo caso è doveroso andare oltre la superficie dei dati per coglierne gli eventuali aspetti problematici, nella fase attuale e soprattutto in prospettiva. Tanto più se si considera l’andamento complessivo dell’economia: siamo praticamente fermi e sarebbe irrealistico ipotizzare per il futuro una ripresa significativa in assenza di una robusta politica di sostegno agli investimenti. Così che anche il quadro occupazionale potrebbe cambiare di segno. Continue reading
I dati sulla disoccupazione sono davvero positivi? Cosa c’è dietro i numeri
Dagli ultimi dati Istat il dato della disoccupazione resta ben al di sopra della media europea (7,5%) e ci colloca ancora in coda alla classifica: soltanto in Spagna e in Grecia risulta più elevato. Ma ulteriori e più puntuali motivi di riflessione arrivano da un’analisi in profondità dentro e intorno a questi numeri: tra aumento della Cassa integrazione e l'incremento di nuove tipologie di lavoro come lo staff-leasing, il quadro è ampio e richiede una sempre maggiore attenzione













