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Un giovane medico di Pizzighettone in Sierra Leone con Cuamm

Michele Orsi lavorerà per sei mesi presso il Princess Christian Maternity Hospital grazie a un progetto di Medici con l’Africa Cuamm

Partirà lunedì 18 marzo, per Freetown, capitale della Sierra Leone, dove presterà servizio per 6 mesi. Michele Orsi, specializzando al quarto anno di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano, originario di Pizzighettone, ha 29 anni e tanta curiosità e voglia di mettersi in gioco in un contesto così difficile. Continua a leggere »

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A fine agosto la quarta scuola per animatori di Oratorio

Una tre giorni di formazione presso l'oratorio di Sirino di Soresina per affrontare alcune tematiche su animazione e fede

Mancano solo pochi giorni alla quarta edizione della scuola diocesana per animatori di Oratorio. Si sa che la parola scuola fa paura, soprattutto in vacanza… ma al di là delle parole, sono attesi gli animatori cremonesi che saranno ospiti all’oratorio Sirino di Soresina per condividere tre giorni di formazione e animazione, tra divertimento e momenti di riflessione… il tutto per guardare al prossimo anno oratoriano che non mancherà di vedere protagonista chi in Oratorio sta non come parcheggiato (sul “divano” direbbe papa Francesco), ma da giovanissimo che spende volentieri le sue energie per una casa sempre più bella e percorsi sempre più ricchi.

Le iscrizioni sono aperte e in questi giorni su facebook rimbalzeranno un sacco di inviti. Approfittiamo dell’iniziativa e iscriviamoci! Il modulo “Avanzati” partirà giovedì 25, mentre tutti gli altri ragazzi sono attesi per venerdì 26 sino a sabato 27 alle ore 16.

don Paolo Arienti

La locandina Scuola Animatori 2016

PROMO Scuola Animatori_01

In particolare le sessioni di lavoro comprenderanno:

  • un focus sull’Oratorio
  • lo stile educativo e l’anima dell’animazione oratoriana
  • l’animazione di serate e gruppi
  • la competenza dei linguaggi e degli strumenti
  • il primo soccorso in Oratorio
  • l’animazione in contesti particolari: la piscina

Centrale sarà anche il confronto sul capitolo vocazionale dell’animazione in Oratorio, con il contributo di don Davide Schiavon, nuovo responsabile del servizio vocazionale della diocesi.

Scarica il modulo iscrizioni scuola animatori 2016

Le iscrizioni vanno inviate via fax (0372 25336) o via mail (segreteria@focr.it). Per ulteriori informazioni si rimanda al sito dell FOCr.

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I numeri di Cracovia: oltre 600 i giovani della diocesi iscritti alla GMG

Partiranno scaglionati nei due gruppi, martedì 19 e sabato 24 luglio e saranno ospitati nelle famiglie polacche

Sono 604 i giovani che stanno ultimando i preparativi per la partenza verso la GMG di Cracovia. Culmine di questo viaggio sarà la Veglia con il Santo Padre che incontrerà i ragazzi da tutto il mondo sabato 30 luglio nel Campus Misericordiae: secondo gli organizzatori saranno oltre un milione e mezzo.

Momento tutto nuovo in questa Giornata mondiale della gioventù un pellegrinaggio pensato in occasione di questo particolare anno santo: la visita al Santuario della Divina Misericordia sulla collina di Łagiewniki con la Messa degli italiani nella spianata davanti alla chiesa, prevista per mercoledì 27 luglio.

I giovani cremonesi avranno la possibilità di vivere l’esperienza unica della GMG in due modalità diverse: un primo gruppo partirà martedì 19 luglio per un’interessante gemellaggio con la diocesi di Katowice. Con loro anche il vescovo Antonio che vivrà anch’egli queste particolari giornate di incontri e di scambio culturale. Un secondo gruppo partirà invece domenica notte, per essere a Cracovia lunedì 25 luglio.

Tutti i partecipanti, durante la settimana dal 25 al 31 luglio, saranno ospiti delle famiglie polacche che si sono rese disponibili ad accoglierli; in particolare risiederanno presso i parrocchiani di Wola Batorska, comunità a circa 30 km da Cracovia.

 

Partecipanti al gemellaggio con Katowice

In 125 parteciperanno al gemellaggio con la diocesi di Katowice, dal 19 al 24 luglio. Circa 90 sono i giovani che provengono da fuori città:

  • 10 da Acquanegra-Fengo,
  • 4 da Torre de’ Picenardi,
  • 10 da Vescovato,
  • 4 da Solarolo,
  • 8 da Motta e Scandolara Ravara,
  • 1 da Trigolo,
  • 6 da San Matteo delle Chiaviche,
  • 28 da Brignano Gera d’Adda,
  • 9 da Soresina,
  • 4 dalla parrocchia di San Zeno di Cassano,
  • 1 da Dosimo,
  • 2 da Pizzighettone

Per quanto riguarda i giovani della città, invece, parteciperanno 2 giovani di San Giuseppe al Cambonino e in 20 da Sant’Agata e Sant’Ilario. Partiranno martedì 19 anche 5 collaboratori della FOCr, insieme a don Paolo Arienti, responsabile dell’intera esperienza.

 

Gruppi che aderiscono solo alla settimana della GMG

Altri 479 raggiungeranno la Polonia la settimana successiva, arrivando a Cracovia il 25 luglio. Sono:

  • 1 da Scandolara,
  • 7 dalla parrocchia dell’Annunciazione di Cassano
  • 1 da Motta Baluffi,
  • 10 da Castelverde
  • 5 da Sospiro
  • 8 da Fontanella,
  • 15 da Casalmaggiore
  • 9 da Viadana
  • 7 da Cicognara
  • 26 da Caravaggio
  • 1 da Dosimo,
  • 14 da Covo
  • 25 giovani dalla Zona 3
  • 19 da Castelleone
  • 8  da Pizzighettone,
  • 7  da Rivolta d’Adda,
  • 56 della Zona 2
  • 12 da Bozzolo e Rivarolo del Re

Dalla città 3 giovani parrocchiani di San Giuseppe al Cambonino, 12 da San Michele Vetere, 9 da Sant’Ambrogio, 20 da San Francesco e 2 dalla Beata Vergine di Caravaggio.

Parteciperanno solamente alla Veglia e alla Messa di domenica 31 luglio altri 29 giovani e 140 neocatecumenali.

In tutti i sacerdoti saranno una ventina, la maggior parte vicari d’oratorio.

Il programma delle due proposte della FOCr con le informazioni necessarie per il viaggio

#lamiagmg: il concorso della pastorale giovanile e del nostro portale

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L’impegno della Caritas contro il gioco d’azzardo

Progetti di sensibilizzazione, sportelli di ascolto e prospettive di rete con le Caritas lombarde per la prevenzione di una patologia sempre più dilagante

Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico sta interessando sempre di più le fasce maggiormente vulnerabili della popolazione: in particolare, preoccupano i giovanissimi e gli anziani. Sono proprio gli adolescenti a far uso soprattutto del gioco on-line. L’Italia è diventato in pochi anni il Paese europeo in cui il gioco d’azzardo è più diffuso: è al primo posto in Europa, al terzo nel mondo tra i paesi che giocano di più e detiene anche il primato della spesa pro capite, ammontante a circa 1.300 euro (nel conto sono compresi anche i neonati). Il gioco, insomma, è diventata nell’economia italiana la terza tra le aziende più ricche, con profitti che arrivano a coprire addirittura il 3-4% del PIL nazionale.

Se parliamo, poi, della Lombardia, essa è definita addirittura la capitale del gioco d’azzardo: i numeri sono davvero preoccupanti: un volume da 10 milioni di euro all’anno e una spesa pro-capite per giocatore che sfiora i 2000 euro.

Per far fronte a questo problema sempre più dilagante, la Delegazione di Regione Lombardia della Caritas si è interrogata pochi giorni fa su nuove progettualità da mettere in campo a questo proposito. «La collaborazione delle Caritas lombarde su questo tema è nata per riuscire a monitorare il problema e condividerne numeri e caratteristiche», afferma don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas Cremonese e referente del coordinamento lombardo. «Trattandosi di una problematica particolarmente importante e sempre più in crescita, trovare soluzioni comuni e progettualità condivise è il miglior modo per affrontare l’emergenza».

Non mancano a Cremona le campagne di sensibilizzazione per rendere i cittadini consapevoli della portata del fenomeno. L’associazione La Zolla, ad esempio, questa primavera ha anche realizzato “Illusioni”, un progetto di prevenzione che ha incontrato e coinvolto le fasce più a rischio della popolazione.

«Già nel 2015 avevamo costruito una mostra – molto visitata dalle varie scuole – nella quale si dimostrava che il gioco d’azzardo è sempre ingannevole», racconta don Giuseppe Salomoni, presidente de La Zolla. «Alcuni esperiti di matematica spiegavano i meccanismi delle slot e degli altri giochi d’azzardo. Quest’anno il progetto di cui la Zolla era capofila, è stato finanziato dall’Asl e ha riguardato la prevenzione sul territorio soprattutto su giovani e anziani».

Nel progetto sono stati coinvolti anche enti e associazioni che già hanno a cuore il problema delle dipendenze e che sono a contatto con le fasce più a rischio della popolazione, come Caritas, Approdo, Bessimo, Iride, Fuxia, Krikos e Libera. In particolare la parte del progetto dedicata alle scuole ha interessato 30 classi (prime, terze e quarte) delle suole ITIS di Cremona, CrForma di Cremona e di Crema e Enaip di Cremona. L’obbiettivo, oltre a far riflettere i ragazzi sul benessere e sulla salute, è stato quello di promuovere una consapevolezza del problema. Gli adolescenti che hanno partecipato sono stati aiutati da Simone Feder, esperto della patologia, nella focalizzazione delle caratteristiche del gioco d’azzardo, riflettendo anche sugli stili di vita che potrebbero essere considerati a rischio.

«Siamo stati anche presenti con i nostri stand informativi in alcuni paesi della provincia, in particolare in quelli rivieraschi, nei quali abbiamo cercato di catturare l’interesse della gente su questo problema», continua don Salomoni. «Sono stati coinvolti anche i bambini: per esempio, al Bosco Ex-Parmigiano abbiamo realizzato per loro alcune attività in cui si sottolineava la profonda differenza tra il gioco ludico e quello d’azzardo».

Durante l’anno sono stati organizzati anche incontri frontali indirizzati a anziani e carcerati, soggetti considerati più a rischio. Anche attraverso i quattro sportelli attivati sul territorio, gli operatori hanno potuto dare informazioni sul tema e fare alcune prime valutazioni in persone che hanno manifestato i segni della patologia, per indirizzarli al Sert, affinché riescano ad avviare percorsi mirati.

 

Qualche informazione sul gioco d’azzardo

L’alea (il rischio, la probabilità di vittoria) e il fine di lucro sono i due elementi costitutivi del gioco d’azzardo come definito nel Codice Penale (Art. 721). Il gioco d’azzardo patologico consiste in frequenti, ripetuti episodi di gioco d’azzardo che dominano la vita dell’individuo a scapito della vita sociale, professionale, materiale, dei valori e degli impegni personali e familiari.
I giocatori patologici descrivono bisogno intenso di giocare, difficile da controllare, unito all’ossessione per immagini e pensieri dell’atto del gioco e delle situazioni che lo circondano.

Il giocatore patologico è privo di controllo, incapace di resistere all’impulso di giocare: il gioco diventa la cosa più importante delle sua esistenza.
É una persona soggetta ad un disturbo psicopatologico che compromette la salute fisica e provoca molteplici possibili conseguenze personali, sociali ed economiche come ad esempio la perdita del lavoro, la disgregazione della famiglia, l’impoverimento e la messa in atto di comportamenti illeciti come il ricorso all’usura, che diventa uno strumento agevole per procurarsi il denaro necessario a giocare e/o scommettere.
Qui il pericolo dell’infiltrazione mafiosa, in quanto le mafie si inseriscono in questo “giro” prestando soldi a tassi elevati.

Fortemente coinvolta, sia dal punto di vista emotivo che economico, è la sfera familiare e delle relazioni personali.
La famiglia convive con la depressione, l’impotenza, l’incertezza, il progressivo impoverimento e può attraversare periodi di dissesto finanziario anche molto grave, di conseguenza rischi di disgregazione familiare sono enormi.

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L’esperienza di alcuni “Giovani insieme” che hanno lavorato negli oratori

Il progetto che coinvolge i giovani del territorio diocesano verrà riproposto anche il prossimo anno. Testimonianze da Brignano, San Francesco in città e Soresina

Continua l’esperienza di Giovani insieme. Anche per il prossimo anno pastorale, infatti, viene riproposto l’inserimento lavorativo di 20 giovani (in età compresa tra i 20 e i 30 anni, che non abbiano altro lavoro in corso) sul territorio diocesano a servizio degli Oratori. Continua a leggere »

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La famiglia così come la vuole Dio: la riflessione del vescovo Antonio sull’Amoris laetitia

Nella cornice dell'Happening, mons. Napolioni si è soffermato su alcuni passi dell'esortazione di Papa Francesco per riflettere sull'identità della famiglia e sulle sfide di oggi

Nel contesto dell’Happening che in questi giorni si sta animando Cremona, lunedì 11 luglio il Vescovo è stato invitato a riflettere sull’esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco. Tante le famiglie e le coppie che si sono fermate ad ascoltare le parole di mons. Napolioni sul palco di Piazza Stradivari. Insieme a lui due coppie di giovani sposi che hanno lanciato alcune provocazioni proprio a partire dal testo dell’esortazione.

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Campo di servizio per giovani con le Adoratrici di Rivolta

Dal 28 agosto al 3 settembre, l'esperienza di animazione e di formazione per i giovani dai 18 ai 35 anni dal titolo Orizzonti verticali

Come ormai da quattro anni, anche quest’estate arriva dalle Suore Adoratrici la proposta del Campo di servizio rivolta ai giovani. Orizzonti verticali è il tema che caratterizzerà l’esperienza che si terrà presso la Casa Madre delle suore di Rivolta d’Adda.

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I consigli di lettura per l’estate dalla Libreria Paoline

Siamo andanti a curiosare tra gli scaffali: questa la classifica dei volumi che vanno per la maggiore nell'ultimo periodo, utile come spunto per gli acquisti o per qualche idea regalo

Sia che si vada in vacanza, sia che si rimanga a casa, probabilmente l’estate è uno dei periodi in cui ci si concede qualche svago in più: tra questi, molti scelgono di ritagliarsi un po’ di tempo da dedicare alla lettura di un buon libro che oltre a intrattenere possa far riflettere.

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Indovina chi viene a cena: le prime testimonianze del progetto di Filiera Corta

I racconti di alcune famiglie che hanno ospitato da gennaio ad oggi alcune coppie di immigrati, invitandoli a cena

Era partito lo scorso gennaio il progetto per promuovere l’integrazione promosso da Filiera Corta Solidale di Cremona in collaborazione con Caritas, Coop. Nazareth e Il Sentiero. L’idea di Indovina chi viene a cena nasceva dall’attenzione all’emergenza migranti che riguarda non solo la cura nell’accoglienza, ma anche percorsi di integrazione ed aggregazione con la cittadinanza.

In questi mesi alcune famiglie si sono rese disponibili ad invitare coppie di immigrati nella propria casa per una cena o per condividere un piccolo momento conviviale. Sono nate così diverse occasioni di incontro che fino ad ora si sono rivelate particolarmente positive.

Obiettivo principale di questa iniziativa è offrire ai migranti dei momenti di normalità e di serenità, un’occasione per sentirsi meno soli, frequentare persone esterne al circuito dell’accoglienza, impratichirsi con l’italiano. Si è chiesto ai partecipanti di garantire un minimo di continuità, affinché la relazione instaurata possa crescere nel tempo.

 

Alcune testimonianze

Sabato scorso abbiamo finalmente invitato Salman e Zadran a cena. Non che avessimo dubbi, ma siamo rimasti molto contenti della gentilezza e cordialità dei nostri ospiti. Hanno qualche difficoltà con l’italiano, ma nei loro panni non sarei certo messo meglio col pashtun… Ci hanno raccontato un po’ della loro quotidianità e accennato agli anni passati da migranti in Grecia e in Norvegia. Alla fine ci hanno invitato a cena a casa loro e dall’entusiasmo di Salman nel celebrare Zadran come bravo cuoco, credo che gusteremo un ottimo riso in stile afgano! Diego

Un paio di settimane fa abbiamo invitato a cena Abdul e Amadou. Abdul ha 35 anni e viene dal Ghana, ci siamo conosciuti circa 2 anni fa alla Casa dell’Accoglienza. Il suo amico Amadou, del Gambia, ha 18 anni ed è arrivato in Italia da pochi mesi. La serata è stata davvero molto piacevole. Il fatto di aver già instaurato un rapporto di amicizia con uno degli ospiti ha sicuramente contribuito a rendere l’atmosfera più spontanea e a creare un terreno comune per la conversazione – elemento non scontato, date le diverse età ed esperienze. Siamo riusciti a parlare in italiano degli argomenti più semplici (vita quotidiana, interessi) ma ogni tanto siamo ricorsi all’inglese. Abbiamo in programma di rivederci un sabato o domenica per cucinare insieme: speriamo che Abdul ci insegni qualche specialità ghanese! Federica

Abbiamo contattato per telefono Loqman e Ramazan, due ragazzi afghani. Siamo andati a prenderli al loro appartamento e abbiamo pranzato assieme a casa nostra, con i nostri quattro figli. Il pranzo è stato molto piacevole, abbiamo conversato molto di tanti argomenti: abitudini alimentari, religiose e anche dei rapporti tra uomini e donne, ragazzi e ragazze, visto che di lì a poco ci sarebbe stato S. Valentino e Loqman era molto interessato a sapere come funzionava, per non fare errori! Siamo riusciti sempre a parlare in Italiano, anche perché entrambi, nonostante la fatica di comunicare, hanno molta voglia di imparare. Loqman e Ramazan hanno cucinato un tipico cibo afghano, il “qabeli pilau”: un piatto unico a base di riso condito con uva sultanina e verdure soffritte in olio di semi e carne di pollo, buono e gustoso. I nostri figli hanno seguito con molta curiosità le fasi della preparazione e hanno anche aiutato! Nonostante la giovane età dei nostri ospiti (23 e 27 anni) è stato facile e piacevole stare in loro compagnia e li abbiamo visti curiosi e desiderosi di scambio culturale. Anche i nostri figli sono stati contenti e partecipi, crediamo sia stata per tutti una bella esperienza di arricchimento reciproco!! Chiara, Davide e Monica

Noi abbiamo intessuto una relazione con una famiglia: Osman è il marito, ghanese, un sorriso fantastico e due occhi splendenti, Mercy è la moglie, nigeriana, molto dolce, Ali il loro bambino di 6 anni. Osman parla bene l’italiano e suona in un gruppo di percussionisti “organizzato” alla casa dell’accoglienza: per lui far parte di questo gruppo è sicuramente una grande risorsa. In questo periodo ci siamo affiatati sempre più, ritrovandoci ogni settimana per mangiare e soprattutto per fare i compiti e leggere insieme. Marina

Con Ismail e Shir siamo coetanei. Si é creato un rapporto molto piacevole. Abbiamo conosciuto i loro amici e loro hanno conosciuto i nostri. Ci siamo visti 7-8 volte, a volte a casa nostra, a volte a casa loro o in giro. Quando ci vediamo, Shir e Ismail preferiscono “staccare” dalla loro situazione difficile e vivere con noi momenti di serenità. I nostri incontri sono sempre molto piacevoli e ridiamo e scherziamo molto. Mi fa molto piacere poter contribuire alla diffusione del progetto, anche perché la nostra esperienza è davvero molto bella! Raccontare del nostro rapporto via mail mi mette addirittura in imbarazzo, essendo ormai diventato un rapporto d’amicizia e come tale intimo e personale. Grazie per questo progetto! Marina

 

Pranzo

 

Come funziona il progetto

La cena è naturalmente solo un pretesto per stare insieme e conoscersi: ogni partecipante può decidere autonomamente se incontrare il proprio ospite in casa propria o in un luogo pubblico, se condividere un pasto o semplicemente un caffè, fare una passeggiata; conversare. Le persone aderenti possono decidere se unirsi ad un altro nucleo famigliare e che frequenza dare agli incontri (il nostro suggerimento è di 2 incontri al mese).

Quanti desiderano partecipare possono inviare una mail a info@filieracortasolidale.it.

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