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Giubileo degli animatori: accendere l’anima per animare la vita

È stata una serata di musica, divertimento, ma anche di profonda riflessione sul tema del viaggio e della misericordia. Nella serata di martedì 21 giugno adolescenti e giovani di tutta la diocesi si sono radunati in Piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria, davanti alla Porta della misericordia della Cattedrale di Cremona in occasione del Giubileo degli animatori del Grest, organizzato dalla Federazione Oratori Cremonesi.

Nella piazza, ricolma di giovani, si è respirata una vera e propria atmosfera di festa, grazie anche all’animazione musicale che ha permesso ai ragazzi, accompagnati dai loro sacerdoti, di divertirsi e ballare grazie alla musica dei SuperIo con Lorenzo Biagiarelli, Giacomo e Tommaso Ruggeri. Anche il vescovo Antonio ha voluto condividere con quanti hanno partecipato alcuni momenti di convivialità e di dialogo, fermandosi in mezzo a loro. Garantito il anche il servizio bar grazie ai ragazzi della Fattoria della Carità di Cortetano.

Davanti agli animatori si sono esibiti anche i giovani del Centro Giona che, guidati da Marco Patanè, hanno offerto un breve ma intenso intermezzo con i tamburi.

Intorno alle 22 è iniziato il Giubileo vero e proprio, che ha visto i ragazzi passare attraverso la Porta Santa. Prima di entrare in Cattedrale, il Vescovo ha salutato con ammirazione gli animatori e ha ricordato il senso di questo momento: «Vogliamo la vita tutta intera, la sorgente, vogliamo la salvezza della vita: questa porta ci introduce nel segreto della vita». Mons. Napolioni ha sottolineato anche l’importanza di vivere questo momento insieme agli altri, a fianco della comunità, ma soprattutto accanto a Cristo, unico che ci permette di «accendere l’anima per animare ancora di più la nostra vita».

Si è formata così una lunga processione che ha presto riempito le navate della Cattedrale. Ad attirare l’attenzione dei ragazzi in chiesa alcuni pannelli con fotografie che illustravano il tema del viaggio: l’incertezza della partenza, la speranza della meta, la difficoltà del cammino… Spunti di riflessione che hanno introdotto tre testimonianze in cui sono emerse diverse dimensioni del viaggio.

Per primo, intervistato da Mattia Cabrini, è intervenuto Francesco Messori, capitano della nazionale di calcio amputati, che con una grande forza d’animo ha seguito il suo sogno nel mondo dello sport. «La vita mi ha posto davanti a questa sfida e io ho voluto dimostrare, nonostante il mio problema, di farcela e di essere uguale a tutti voi». Ciò che ha animato Francesco è stata soprattutto la passione, che l’ha spinto sempre a non rinunciare, ma ci sono state anche persone che l’hanno sempre accompagnato ed incoraggiato, accettando con lui questa grande sfida.

Ha preso poi la parola Marco Loffi, medico cardiochirurgo che ha prestato il suo servizio in un ospedale da campo in Senegal. A lui il compito di riflettere su cosa significa vivere in una terra da straniero e confrontarsi con una popolazione completamente diversa dalla propria: «Per il primo mese non si capisce niente, ci devi un po’ credere… Poi arriva il momento più bello, in cui cammini veloce e lavori con loro, perché ti sei messo in discussione, in contatto con la loro umanità».

Per ultimo è intervenuto il vescovo Antonio, che ha raccontato dove è iniziato il viaggio che la ha portato fin qui, dove è arrivato «non per la carriera, ma per dare tutto, per morirci giorno per giorno, condividendo la mia vita con voi, con tanta gente, con i miei sacerdoti». Ha dunque ricordato il periodo della giovinezza, dedicato tutto allo scoutismo, esperienza nella quale ha dovuto occuparsi dei più piccoli e dove è nata la sua ricerca di fede e la passione per il mondo educativo. «Quei ragazzi sono diventati sempre più “tutto” e sempre più “per sempre”», fino a che questo desiderio grande si è concretizzato nel sogno di diventare sacerdote, di essere «per Gesù che rende tutto possibile».

 

Photogallery:     Festa in piazza     Preghiera con il Vescovo




A Cremona una intensa settimana di preghiera con la statua della Madonna pellegrina di Fatima grazie ai Templari Cattolici d’Italia

È rimasta a Cremona da lunedì 13 a domenica 19 giugno la statua della Madonna pellegrina di Fatima: una delle immagini ufficiali concesse dal Santuario portoghese per la devozione in tutto il mondo. La peregrinatio è stata promossa, con l’autorizzazione del vescovo Antonio, dall’Associazione Templari Cattolici d’Italia – Priorato di S. Michele – Comanderia ex Val d’Oglio Cremona-Mantova attraverso l’Apostolato mondiale di Fatima.

L’effigie della Madonna è giunta nella mattinata di lunedì 13 giugno alla casa di cura Figlie di S. Camillo dove è avvenuta la recita del Rosario. Alle 15 don Vittorio De Paoli, assistente spirituale nazionale dell’Apostolato mondiale di Fatima ha presieduto la Santa Messa. Non è mancata la benedizione ai malati con la statua che è stata portata nei diversi reparti della clinica. Poi il trasferimento nella chiesa di S. Vincenzo di via Palestro, sede della Comanderia dell’Associazione Templari Cattolici d’Italia di Cremona, dove alle 18 si è celebrata l’eucarestia. I membri dell’Associazione Templari Cattolici d’Italia hanno garantito durante tutta la notte la custodia della statua della Madonna Pellegrina.

L’effige è rimasta in S. Vincenzo nelle giornate di martedì e mercoledì, dove mons. Dennis Feudatari ha celebrato le Sante Messe del mattino e della sera. Molti i fedeli che si sono fermati anche alla recita dell’Angelus e del Rosario, durante le due giornate.

La sera di mercoledì 15 giugno la statua è stata quindi trasferita nella rettoria di S. Rita (Ss. Margherita e Pelagia) dove è rimasta per l’intera giornata di giovedì 16 giugno. Don Pietro Bonometti ha celebrato la messa del mattino; sono seguite poi il Rosario, l’Angelus e, nel pomeriggio, un’altra celebrazione eucaristica. Alle 18 la statua ha lasciato la chiesa di via Trecchi alla volta della parrocchiale di S. Agostino, grazie alla disponibilità del parroco don Stefano Moruzzi e del collaboratore parrocchiale don Giuseppe Ferri.

La giornata di venerdì 17 giugno, così come quella di sabato 18 giugno è iniziata alle 7.30 con la recita delle lodi e del Rosario e, alle 8.30, la Messa. Nel pomeriggio, dalle 16, un’ora di adorazione eucaristica e poi la celebrazione penitenziale. Alle 18, come di consueto, la recita del Rosario, seguito dalla Messa. L’ultimo appuntamento è stato quello di sabato sera, con il Rosario meditato e cantato.

Anche la giornata di domenica 19 giugno ha previsto la preghiera delle Lodi, il Rosario, e la Messa festiva, animata con il canto dal coro parrocchiale e dai bambini. Alle 11.15 l’Eucaristia è stata animata invece dal corso “Il discanto” diretto dal maestro Daniele Scolari. La statua della Madonna pellegrina di Fatima ha lasciato quindi la città di Cremona alla volta di Rovigo.

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L’Immagine Pellegrina di Nostra Signora di Fatima

Scolpita seguendo le indicazioni di suor Lucia, la prima immagine Pellegrina di Nostra Signora di Fatima fu offerta dal vescovo di Leiria e coronata solennemente dall’arcivescovo di Evora il 13 maggio del 1947. A partire da questa data, l’immagine ha percorso, diverse volte, il mondo intero, portando con sé un messaggio di pace ed amore.

La genesi di questo percorso risale all’anno 1945, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando il parroco di Berlino propose che un’immagine di Nostra Signora di Fatima percorresse tutte le capitali e città episcopali d’Europa, fino alla frontiera con la Russia. L’idea venne ripresa nell’aprile 1946, da un rappresentante del Lussemburgo nel Consiglio Internazionale della Gioventù Cattolica Femminile e, nell’anno successivo, nello stesso giorno della sua incoronazione, ebbe inizio il suo primo viaggio.

Dopo oltre mezzo secolo di pellegrinaggi, durante i quali l’Immagine ha visitato ben 64 paesi dei vari continenti, alcuni dei quali per più volte, la Direzione del Santuario di Fatima ha ritenuto opportuno che questa non viaggiasse ulteriormente, se non in occasione di circostanze straordinarie. Nel maggio del 2000 venne collocata presso la mostra “Fatima Luce e Pace”, nella quale venne venerata da decine di migliaia di visitatori. Trascorsi tre anni, più esattamente giorno 8 dicembre 2003, ricorrenza dell’Immacolata Concezione, l’immagine venne consacrata nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, dopo esser stata collocata su una colonna accanto all’Altare Maggiore. L’immagine pellegrinò nuovamente il 12 maggio del 2014, inizialmente per una visita alle comunità religiose contemplative esistenti in Portogallo (visita che si estese fino al 2 febbraio 2015) e successivamente in visita a tutte le diocesi portoghesi dal 13 maggio 2015 al 13 maggio 2016. Queste uscite hanno avuto come obiettivo il coinvolgimento delle comunità di preghiera e delle diocesi portoghesi nella celebrazione del Centenario delle Apparizioni di Fatima.

Al fine di rispondere alle infinite richieste provenienti da tutto il mondo, vennero nel frattempo realizzate varie repliche della prima immagine pellegrina, fino a raggiungere un totale di tredici.

Da tutti i luoghi visitati provengono resoconti straordinari della presenza dell’Immagine Pellegrina, delle migliaia che accorgono al suo passaggio, delle partecipazioni, che mai prima si sono verificate nelle varie celebrazioni, di un grande numero di penitenti che si prostrano per ottenere il sacramento della riconciliazione, dell’affluenza massiccia di ogni genere di persone, sia bambini che giovani, che adulti e malati, provenienti dai più disparati contesti sociali e perfino da diverse confessioni religiose, insomma resoconti dei significativi frutti pastorali e delle abbondanti grazie concesse.




Arrivati a destinazione i fondi raccolti durante l’Avvento di Fraternità per la Chiesa cattolica di Antiochia

Padre Domenico Bertogli della Chiesa di Antiochia con il Vescovo Dante e alcuni pellegrini cremonesi

 

È stato ufficialmente consegnato quando raccolto durante l’Avvento di Fraternità. Lo scorso Natale, infatti la Chiesa cremonese ha rivolto l’attenzione alla Turchia. I 14.975 € raccolti sono stati inviati infatti a padre Domenico Bertogli, parroco della Chiesa cattolica di Antiochia, particolarmente impegnata nell’accoglienza ai migranti che provengono dalla Siria.

È abitudine della diocesi quella di rivolgere l’attenzione a Paesi che vivono situazioni di difficoltà. La Chiesa di Antiochia ha da qualche anno un particolare legame con la realtà cremonese: nel 2010, durante un pellegrinaggio diocesano in Siria e Turchia guidato dall’allora vescovo Dante Lafranconi, un gruppo di fedeli aveva incontrato i membri della comunità di Antiochia e condiviso con essi l’Eucarestia.

Quello dei profughi sul confine turco-siriano è un fenomeno davvero importante: solo nella regione dello Hatay, su una popolazione di circa 1.500.000 abitanti, vi sono 350mila profughi. Quasi tutti sono provenienti dalla Siria: metà di loro vive in tre campi profughi, gli altri nelle città di Antiochia e Iskenderun e in tanti villaggi che hanno raddoppiato la loro popolazione.

 

L’impegno della Chiesa latina di Antiochia

La Chiesa latina di Antiochia è impegnato soprattutto nell’accoglienza dei cristiani, che non trovano posto nei campi profughi, dove la stragrande presenza è di musulmani, i quali possono contare anche su un sussidio economico e assistenza sanitaria gratuita.

«I cristiani – conferma padre Domenico Bertogli, parroco della Chiesa latina di Antiochia – non vanno nei campi, perché vi sono solo musulmani. I cristiani che si fermano ad Antiochia spesso hanno l’appoggio di parenti. In genere si tratta di presenze solo di passaggio, visto che la speranza per tutti è di continuare il viaggio verso l’Europa».

«Nella nostra Casa di accoglienza – prosegue il parroco – ospitiamo, ad esempio, una signora eritrea protestante, ma proveniente dalla Siria, con il figlio piccolo. Sta aspettando il visto per gli Usa. Era sulla strada e nessuno la voleva, perché senza denaro e con un figlio piccolo».

L’aiuto della Chiesa latina di Antiochia nei confronti dei cristiani siriani si concretizza anche nel sostegno a due famiglie con figli, specialmente per quanto riguarda la scuola, a una coppia di anziani e a una signora sola. Tutti cattolici, ma non i soli a essere in una di precarietà.

L’attenzione della comunità latina si estende anche ad Altinozu, un villaggio vicino, dove è presente una grossa comunità di ortodossi: proprio attraverso il prete ortodosso è garantito il sostegno a cinque famiglie cattoliche, specialmente per quanto riguarda gli affitti e piccole spese, mentre per il vitto provvede la Turchia e i cristiani del villaggio.

«Ora è iniziato il freddo – conclude padre Bertogli – e avremo certamente richieste per il riscaldamento». Nuove spese che proprio la generosità dei cremonesi potrà aiutare ad affrontare.

La destinazione dell’Avvento di Fraternità 2015 è stato scelto in continuità con un progetto di sostegno ai cristiani profughi dalla Siria già avviato dalla parrocchia di Arzago d’Adda proprio attraverso la Chiesa latina di Antiochia, con la quale proprio a motivo del pellegrinaggio diocesano del 2010 si era instaurato un particolare legame di comunione.

La chiesa di Antiochia fa parte del Vicariato apostolico dell’Anatolia, che si estende su tutta la Turchia orientale, da Trebisonda ad Iskenderum, fino al monte Ararat, con una popolazione complessiva di circa 5milioni di abitanti, di cui solo circa 4mila sono i cattolici (dato del 2004).

Si tratta di una terra di martiri, anche del nostro tempo. Si ricordano in particolare don Andrea Santoro e il vescovo Luigi Padovese, assassinato nel 2010 e al quale è succeduto, lo scorso 14 agosto, il gesuita Paolo Bizzeti.




L’oratorio di San Francesco vince la Festa in Piazza cittadina

I campi da gioco dell’oratorio della Beata Vergine di Caravaggio nella mattina di mercoledì 22 giugno si sono riempiti di bambini ed animatori, arrivati dalle loro parrocchie della Zona IV per la tradizionale Festa in piazza.

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Per qualche ora sono stati tutti intenti a sfidarsi in giochi di abilità e gare, dal basket al calcio, dai birilli al tiro alla fune. Nel campo anche un maxi calcio balilla gonfiabile, all’interno del quale le varie squadre potevano gareggiare.

Ospite d’eccezione durante la mattinata il vescovo Antonio, che ha seguito i vari giochi, fermandosi in mezzo ai bambini, scambiando con loro qualche parola e incoraggiandoli a cantare e ballare. Alla fine mons. Napolioni ha anche consegnato il premio ai vincitori.

La coppa-mappamondo questa volta è finita nelle mani dei bambini di San Francesco, che hanno conquistato più cartoline di tutti. A pari merito al secondo posto si sono classificati gli oratori di San Sebastiano e del Boschetto, terzo posto invece per San Michele.

Come nelle altre Feste in piazza, l’obiettivo per cui battersi era la conquista di kapla, che permettevano di percorrere idealmente un lungo viaggio, da una capitale all’altra, accumulando cartoline da tutto il mondo.

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L’incontro del Vescovo con gli operatori del Consultorio: «La formazione umana prima di tutto»

Continua la visita del vescovo Antonio ai luoghi significativi della diocesi. Nella mattinata di martedì 21 giugno ha visitato il Consultorio UCIPEM in Via Milano e si è trattenuto a dialogare insieme a educatori, psicologi e le figure educative che collaborano all’interno del servizio. Il Vescovo è stato accolto dal presidente, il Dott. Mario Mantovani e dalla Dott. Maria Grazia Antonioli, direttrice del Consultorio, recentemente incaricata per la pastorale familiare insieme al Dott. Roberto Dainesi.

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Mons. Napolioni, dopo essersi soffermato a visitare gli spazi della struttura, si è innanzitutto presentato agli operatori del Consultorio, ricordando la sua esperienza familiare e i suoi studi prima universitari poi in seminario. La sua esperienza di sacerdote, ha affermato, si è sempre intrecciata con il piano educativo: dallo scoutismo, alla pastorale giovanile, al ruolo di vice-rettore del seminario regionale, è sempre stata necessaria una particolare attenzione alla formazione umana, volta a garantire e salvare prima di tutta l’armonia delle persone. Un prendersi cura che risulta un fondamentale servizio all’uomo, ha continuato, al quale dedicarsi pienamente prima ancora di occuparsi dell’ambito della fede.

Il Vescovo si è poi fermato con gli operatori che si sono confrontate con lui e hanno riportato la situazione attuale del servizio, evidenziando risorse e criticità.

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Il Consultorio UCIPEM

l consultorio è un servizio di consulenza e orientamento per la famiglia caratterizzato da attenzione primaria alla persona ed alle relazioni interpersonali. Offre la possibilità di ascolto, dialogo e riflessione su tematiche familiari.
Propone informazione, consulenza e sostegno al singolo, alla coppia ed ai nuclei familiari attraverso consulenza familiare e psicosociale, consulenza psicologica, pedagogica, ostetrico-ginecologica, consulenza legale ed etica, informazione alla coppia riguardo la procreazione responsabile e la regolazione delle nascite, corsi di peparazione al parto, incontri a sostegno della genitorialità.
Il Consultorio si propone di collaborare con le diverse realtà educative presenti sul territorio: scuole di ogni ordine e grado, oratori e altre realtà diocesane e associazioni del privato sociale.

 




L’Amoris Laetitia commentata dal Vescovo a Rivarolo Mantovano: on-line l’intervento di mons. Napolioni

Lo scorso 18 giugno il Vescovo Antonio è stato ospite all’oratorio di Rivarolo Mantovano per presentare l’esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco. Ad accoglierlo don Samuele Riva, insieme a numerose famiglie della Zona X, che hanno ascoltato la sua riflessione sulla famiglia.

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L’Amoris Laetitia

Pubblicata lo scorso aprile, è l’esortazione apostolica nella quale Papa Francesco si occupa dell’istituzione della famiglia. Il testo raccoglie le sintesi dei due sinodi sulla famiglia indetti da papa Francesco: quello straordinario del 2014, sulle sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione e quello ordinario del 2015 su vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.




Andare e rimanere: i verbi dell’insegnante di religione per affrontare la scuola di oggi

Si sono riuniti lunedì 20 giugno al Centro pastorale diocesano gli insegnanti di religione per l’assemblea di fine anno scolastico. Ad accoglierli don Claudio Anselmi, incaricato diocesano per l’Insegnamento della religione cattolica nelle scuole.


L’incontro è iniziato con l’intervento del vescovo Antonio, che ha voluto rivolgere il suo saluto ai docenti. Ricordando i suoi primi anni di sacerdote, durante i quali ha avuto anch’egli a che fare con il mondo della scuola, ha condiviso alcune considerazioni sul mondo scolastico di oggi, che sta diventando sempre più luogo di frontiera, di missione, di dialogo tra la Chiesa e il mondo.

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Per questo motivo gli insegnanti devono diventare abili esploratori, capaci di entrare in comunione proprio con le situazioni più faticose. Andare e rimanere, questi i verbi dell’insegnate, come del buon cristiano. Infatti, «esce senza fuggire solo chi abita veramente la sua casa, la sua vita, la sua storia», ha affermato il vescovo Napolioni. Determinante nel lavoro del docente è dunque lo stile, che non è sinonimo di esteriorità, ma figlio di un essere, di come lo spirito umano riesce a trasferire nella vita quotidiana ciò che lo Spirito Santo ispira. Ed è proprio questo Spirito che rende capaci «di testimoniare senza imporre, di raccontare affascinando, di aprire la mente alla verità senza farne un’ideologia, di suscitare il dialogo in cui la vita emerge», diventando così punti di riferimento per i ragazzi. Il Vescovo ha concluso ricordando quanto sia importante non educare in solitudine, ma insieme alla comunità.

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Dopo la benedizione del Vescovo, ha preso la parola don Claudio Anselmi, che fatto il punto sulla situazione scolastica, trattando le specifiche questioni che riguardano l’insegnamento della religione cattolica. Filo conduttore della nuova progettualità per l’anno prossimo sarà ancora una volta quanto emerso dal Convegno ecclesiale di Firenze, che aveva delineato cinque vie possibili: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Azioni da declinare anche nel mondo della scuola.

Don Anselmi ha ricordato che come ogni anno saranno proposti ai docenti alcuni momenti di formazione e si sta già programmando anche un Giubileo degli insegnanti, in occasione di questo particolare Anno della Misericordia.

DSC_0099Il Responsabile dell’Ufficio, a margine dell’assemblea, precisa inoltre, onde evitare equivoci e fraintendimenti tra Responsabilità dell’Ufficio e legittimità del Sindacato  autonomo degli Insegnanti di Religione, che nessun collegamento esiste tra SNADIR  e altre realtà associative di impronta laicista, tra cui richiama l’Uaar.

Tale collegamento  è dedotto impropriamente da brevi appunti di ricostruzione storica prodotta da alcuni docenti di religione che chiedono un parere agli Uffici diocesani in merito alla costituzione di una nuova associazione di IdR.

In tale sede, il Responsabile ha inteso sensibilizzare i destinatari su alcuni venti di “laicismo” che ripetutamente soffiano sulla legittimità istituzionale e concordataria dell’IRC. Il Responsabile ha poi riconfermato la libertà e legittimità degli IdR ad aderire a forme sindacali riconoscendo che alcune di queste, tra cui lo SNADIR, hanno contribuito alla definizione dello stato giuridico degli Insegnanti di religione.

 




Martedì sera a Cremona il Giubileo degli animatori del Grest con il Vescovo

Anche per i giovani animatori degli oratori della diocesi è stato pensato, in questo particolare Anno Santo, un momento per vivere al meglio il giubileo. Martedì 21 giugno, infatti, la Federazione Oratori di Cremona organizza il Giubileo degli animatori, in cui festa, spettacolo e testimonianza si fonderanno per proporre anche ai ragazzi un’occasione di riflessione sulla misericordia.

Si tratta di una serata pensata appositamente per i giovani animatori che in questo mese sono impegnati nelle attività oratoriane. Si inizierà con l’animazione musicale in Piazza Antonio Maria Zaccaria a partire dalle ore 21. Alle 21.45 l’ingresso in Cattedrale dalla Porta della Misericordia, dalla quale i giovani intraprenderanno un percorso che si snoderà per tutto il transetto: alcuni pannelli con immagini e fotografie stimoleranno alcune riflessioni sul tema del viaggio, filo conduttore del Grest di quest’anno.

I ragazzi potranno dunque assistere alle testimonianze di alcuni ospiti che verranno brevemente intervistati: si potrà ascoltare l’esperienza di Marco Loffi, cardiochirurgo che ha prestato servizio in Sudan e la testimonianza del giovanissimo Francesco Messori, capitano della nazionale italiana di calcio amputati. La serata culminerà con la testimonianza del vescovo Antonio, che si intratterà con i ragazzi.

All’uscita dalla Cattedrale la festa non sarà finita: ad attendere i ragazzi in piazza ci sarà la comunità dei minori di Giona, tanta animazione, nonché le fresche bevande preparate dai ragazzi della comunità di Cortetano.

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Prima Festa in piazza a Castelverde: vincono i padroni di casa

La prima Festa in piazza del Grest 2016 si è svolta giovedì 16 giugno a Castelverde e ha riunito oltre un centinaio di bambini e ragazzi degli oratori della Zona V della diocesi, accompagnati dagli animatori e dai loro sacerdoti.

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Ormai consolidata negli anni, la Festa in piazza è diventato un appuntamento tradizionale per gli oratori cremonesi: una giornata di animazione e divertimento per quanti partecipano alle attività  estive e anche occasione di incontro con i gruppi delle parrocchie più vicine.

Dopo l’accoglienza con canzoni e bans e la preghiera condotta da don Paolo Arienti, responsabile della Federazione Oratori, sono ufficialmente partite le sfide tra parrocchie. Durante la mattinata i bambini hanno anche ricevuto una visita inaspettata: il vescovo Antonio si è infatti presentato all’oratorio e ha salutato animatori ed animati, impegnati nelle attività estive.

A partecipare al primo appuntamento delle Feste in piazza di quest’anno, sfidandosi l’un l’altro in gare e giochi, gli oratori di Marzalengo, Casalbuttano, Costa Sant’Abramo, Corte de’ Cortesi, Paderno Ponchielli, Pozzaglio e, naturalmente, Castelverde.

Quest’anno, ad aggiudicarsi il primo posto nel grande gioco organizzato dagli educatori della FOCr, sono stati proprio i padroni di casa, i bambini dell’oratorio di Castelverde, seguiti da Costa Sant’Abramo e Corte de’ Cortesi che hanno guadagnato rispettivamente il secondo e il terzo posto. Don Paolo ha dunque consegnato a don Enrico Ghisolfi, vicario di Castelverde, il mappamondo della vittoria, che verrà conservato in oratorio, in ricordo di questa particolare giornata.

Come sempre i bambini si sono cimentati in molte attività di vario tipo, dal tiro alla fune a competizioni sportive, da giochi di abilità a prove di astuzia. Quest’anno per vincere gli oratori dovevano conquistare tanti legnetti che davano la possibilità di percorrere diversi chilometri su un grande planisfero: le squadre potevano così conquistare cartoline provenienti da tutto il mondo. Il vincitore? L’oratorio che si aggiudicava più cartoline. Tutto in linea con il viaggio, dunque, tema del Grest di quest’anno.

Prossima Festa in piazza: venerdì 17 giugno a Crotta d’Adda per la sfida tra gli oratori della Zona VI.

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Giubileo dei ragazzi: preadolescenti della città radunati per il passaggio della Porta Santa

Una mattinata di Grest un po’ particolare quella vissuta venerdì 17 giugno dai ragazzi delle medie provenienti dai vari oratori della città. Per loro gli educatori della cooperativa Nazareth hanno organizzato un percorso in vari punti della città, tra i bastioni di Porta Mosa e il Parco Caduti di Nassirya, per radunarsi poi tutti in Cortile Federico secondo. Culmine del cammino, l’ingresso in Cattedrale, passando attraverso la Porta Santa. Un vero e proprio giubileo dei ragazzi, dunque.

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Il tema che ha caratterizzato queste intense ore, naturalmente, non poteva essere altro che il viaggio, filo conduttore del Grest 2016. I ragazzi, infatti, nel loro percorso si sono imbattuti in quattro modi di viaggiare, quattro diversi stili attraverso cui intraprendere un cammino.

Nelle prime due tappe, attraverso giochi e attività, hanno sperimentato la modalità del turista e del viaggiatore sognatore. I ragazzi si sono radunati poi tutti in centro, arrivando in bicicletta dalle varie tappe, nel Cortile Federico II, dove hanno assisitito all’animazione preparata da educatori e ragazzi del centro Giona. Hanno così postuto ascoltare un racconto, nel quale si è cercato di ricostruire e interpretare l’esperienza del migrante, che deve lasciare la sua terra. Desiderio di partire, incertezza, paura, nostalgia di casa. Queste le emozioni che affronta un luogo viaggio verso una terra straniera, sconosciuta e che sono state originalmente interpretate da Marco Rossetti, con la sua marionetta e dal funambolo Luca Tresoldi, che con le sue acrobazie, in equilibrio su una corda, ha lasciato i ragazzi a bocca aperta.

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Nella tappa non è mancata nemmeno la presenza di alcuni ragazzi che realmente hanno vissuto l’esperienza dell’abbandono della loro terra e che sono emigrati in Italia: orchestrati da Marco Patanè, sei ragazzi africani del centro Giona hanno infatti intrattenuto i ragazzi dei Grest con le loro percussioni, dimostrando che le differenze possono essere accordate per produrre insieme una melodia.

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L’ultima tappa si è svolta in Cattedrale. I ragazzi, raccolti in preghiera e guidati da don Davide Schiavon, hanno formato una lunga processione per giungere alla Porta Santa. In Duomo hanno incontrato il parroco della Cattedrale, don Alberto Franzini, che ha proposto ai ragazzi una riflessione sul senso del Giubileo della Misericordia e sul significato dell’indulgenza e del sacramento della Riconciliazione.

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