Chiesa di casa, la forza della vita ci sorprende

Ospiti della nuova puntata del talk diocesano don Maurizio Lucini (Pastorale della salute), il dottor Paolo Emiliani (Movimento per la vita) e Antonio Auricchio (Associazione cremonese per la cura del dolore)

image_pdfimage_print
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

 

La vita propone delle sfide. E soprattutto nei giorni in cui se ne celebra il valore e la centralità è bene tenerne conto. Per quanto si cerchi di evitarla, spesso la sofferenza entra a farne parte, la abita, o quantomeno la attraversa. Non mancano, però, le occasioni di gioia, di profonda felicità e pienezza, perché “La forza della vita ci sorprende”. E così è stata infatti intitolata la 46ª edizione della Giornata nazionale della vita, che si celebra domenica 4 febbraio e che ha dato spunto all’ultima puntata di Chiesa di casa.

“Quale guadagno c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” è l’interrogativo evangelico (Mc 8, 36) che accompagna il titolo della Giornata e che può mettere seriamente in discussione ciascun credente. È una domanda di sempre, ancor più attuale visti gli episodi che, negli ultimi mesi, hanno visti coinvolti numerosi paesi europei e mediorientali.

Proprio da questa considerazione è partita la riflessione di Antonio Auricchio – presidente dell’Associazione cremonese per la cura del dolore – ospite del talk di approfondimento della diocesi di Cremona. «Quando vedo ciò che accade in paesi molto vicini al nostro, mi chiedo dove sia finita la nostra umanità. Quello che mi auguro, e che vedo spesso nei volti dei volontari della nostra associazione, abituati a stare a contatto con i pazienti dell’Hospice di Cremona, è che non perdiamo quel senso di fratellanza, di comunione che nasce in ogni cuore quando si trova ad incontrare una vita attraversata dal dolore».

Un dolore che molte volte dilania, perché improvviso e inatteso. In altre circostanze, invece, come nel caso dei malati di lungo corso, scava nel profondo, minando certezze e insinuando dubbi. «È proprio qui che la presenza umana fa la differenza – ha spiegato il dottor Paolo Emiliani, medico e presidente del Movimento per la vita di Cremona – perché arriva dove la medicina non può più nulla. Per un malato, il fatto che ci sia qualcuno a prendersi cura, e non semplicemente a curare, è importante».

Secondo don Maurizio Lucini, incaricato diocesano per la Pastorale della salute e assistente spirituale dell’Hospice di Cremona, «non si può pensare di accostarsi ad una persona malata avendo la pretesa di dare delle risposte. Perché il suo dolore fisico, unito alla sofferenza che esso porta con sé, pone quesiti che non hanno soluzione. Ciò che si può fare è cercare di aiutare chi soffre a trovare un senso alla sua malattia. Questo è forse la più grande missione di chi affianca coloro che stanno per giungere al termine della propria vita». E proprio ripercorrendo la propria esperienza in queste situazioni, il sacerdote ha citato le parole di alcune persone che «hanno definito la malattia come qualcosa che ha cambiato la loro vita, aprendo i loro occhi. Questo mi fa dire che davvero la vita ci sorprende, perché anche noi, davanti a determinate situazioni, possiamo intravedere quella benedizione in ciò che, per molti, è una maledizione».

«Parlare di sofferenza è parlare di ferite – ha concluso Emiliani – che certo fanno male, ma possono essere utili per iniziare un cammino di ricerca di senso, di accompagnamento verso la scoperta che la vita, ciascuna vita, ha un valore immenso e il potere di sorprendere».

 

Giornata per la Vita, a Cremona un programma ricco di iniziative

“Una vita da Oscar – Lettere a Dio”, una lettura animata alla veglia per la vita della zona pastorale 1

“Una chat per la vita”, la presentazione del libro del Movimento per la vita di Varese ha aperto gli eventi della 46ª Giornata della vita

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail