A Chiesa di Casa è “Il tempo dell’ascolto”

Nell'ambito della Giornata mondiale ospiti in studio don Pierluigi Codazzi (Caritas Cremonese), Milena Fracassi (Centro aiuto alla vita - Cremona) e la psicoterapeuta Alessandra Lupi (autrice del podcast "Sei boomer papà")

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«Ascolta». È questo l’imperativo che Dio rivolge a Israele, come ricordato da don Pierluigi Codazzi, direttore della Caritas diocesana, durante la puntata di questa settimana di Chiesa di casa, il talk di approfondimento diocesano. Proprio in occasione della Giornata mondiale dell’ascolto, che si celebra come ogni anno il 21 ottobre, le parole del sacerdote cremonese ne hanno sottolineato il valore fondativo: «Dio chiede di aprire i propri orecchi. Questo introduce il tema della relazione e significa che essa parte da Dio, non dall’uomo. È una dinamica intrinseca, ed è bene che ce lo ricordiamo. Altrimenti l’ascolto rischia di diventare solamente un’azione o un’operazione messa in atto».

A evidenziare ulteriormente il valore della relazione è stata Alessandra Lupi, psicologa, psicoterapeuta e autrice del podcast Sei boomer papà. «L’ascolto parte dal presupposto che deve esistere l’altro. Questo è un concetto che oggi si sta perdendo, purtroppo. Esso presuppone, inoltre, un’attività: non è una semplice recezione passiva, perché per un ascolto vero esiste solo l’altro, non il mio bisogno».

Ed è proprio il bisogno, espresso o non espresso, che spesso diventa oggetto di ascolto e di dialogo. In questo senso è stato significativo l’intervento di Milena Fracassi, del Centro di aiuto alla vita di Cremona. In riferimento ai tanti anni di servizio in ospedale e presso la sede di via Milano, Fracassi ha sottolineato come spesso i bisogni che si incontrano siano simili: «Molte volte la richiesta di aiuto cela il semplice bisogno di un abbraccio, di una rassicurazione. Altre volte, invece, c’è molta concretezza nel far fronte alle necessità che si presentano, soprattutto solitudine e difficoltà economica. La fragilità nell’accoglienza di una nuova vita è comprensibile, ed è qui che si colloca il Centro di aiuto alla vita che, insieme ad altre entità del territorio – su tutte il consultorio Ucipem – cerca di far fronte ai bisogni della comunità».

La necessità di un confronto è stata più volte sottolineata anche da don Codazzi, che ha ribadito uno slogan molto chiaro. «Ai nostri volontari ricordo sempre di non essere mai da soli. Questa consapevolezza, innanzitutto, ci sostiene. In più, però, ci permette di non creare relazioni di dipendenza con le persone che si rivolgono a noi. Mai da soli significa che ci è richiesto un confronto con l’altro, un confronto che ci toglie dal pericolo di renderci un assoluto per il bisognoso».

Il rischio di costruire rapporti non sempre positivi è in effetti concreto, soprattutto quando si parla di relazioni che durano nel tempo. «E d’altra parte è proprio il tempo – ha spiegato Lupi – a permetterci di costruire un vero rapporto di fiducia. Chi chiede di essere ascoltato, chi ne ha bisogno, chiede innanzitutto il nostro tempo. E poi serve che l’orecchio di chi ascolta sia in grado di custodire ciò che di prezioso l’altro affida, specialmente quando si parla di adolescenti».

Alle parole della psicologa hanno fatto eco quelle di Milena Fracassi, che ha ricordato di come, anche al Centro di aiuto alla vita, «vengano pensati percorsi distesi nel tempo, in modo che le persone che vi prendano parte possano avere l’opportunità di sentirsi accolte e ascoltate per davvero».

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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