A Chiesa di casa il valore dell’attesa, in un tempo di cura e di apertura all’altro

Ospiti in studio il sacerdote novello don Alex Malfasi, l'agricoltore e allevatore Raffaele Leni e la neomamma Caterina Moretti

image_pdfimage_print
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

Non esiste una vita senza attesa, e Maria, madre del Signore, ne è la testimonianza. È partita da questo presupposto la nuova puntata di Chiesa di casa, il talk di approfondimento della Diocesi di Cremona. Attraverso la presenza di tre ospiti, provenienti da mondi estremamente differenti, il focus è stato posto sul verbo «aspettare», con tutte le sfumature che esso può assumere.

«Quello dell’attesa è un tempo che ha un valore proprio – ha spiegato don Alex Malfasi, prete novello e vicario dell’unità pastorale Madonna della Speranza di Castelverde – perché non sussiste solo in funzione dell’evento che precede. Il tempo dell’Avvento, ad esempio, è certamente carico di una promessa, ma richiede di essere vissuto pienamente, giorno per giorno».

La dimensione della cura diventa allora fondamentale. A sottolinearlo anche le parole di Raffaele Leni, agricoltore e allevatore di Cappella Picenardi. «Quando si ha a che fare con la vita, soprattutto se si parla di vita che ancora deve vedere la luce, attenzione e dedizione sono fondamentali. Aver cura significa proprio prendersi a cuore il bene dell’altro. Nel caso del mio lavoro, parliamo di animali e piante, ma ancor di più vale per le persone. È un aspetto fondamentale ed è bello pensare che ognuno di noi, prima di esercitare la vita, ne è stato destinatario».

Ogni essere umano, infatti, richiede particolari attenzioni, già prima della propria nascita. «Quando si aspetta un bambino – ha raccontato Caterina Moretti, insegnante e giovane mamma – si provano molte emozioni diverse: impazienza, curiosità, gioia. Ciò che rimane costante, però, è il desiderio di prendersi cura di quella vita che sta crescendo, sia dal punto di vista materiale che emotivo. Altro aspetto fondamentale è poi la cura della coppia, che si prepara ad accogliere un dono molto prezioso».

Raramente mancano le paure, quando si parla di attesa, sia nell’ambito familiare che lavorativo, ma dalle parole di Raffaele Leni e Caterina Moretti emerge quanto sia centrale il rapporto con l’altro. Condividere i propri timori legati all’attesa affidandosi a chi si ha accanto è parso fondamentale.

La relazione, allora, diventa terreno fertile per vivere il tempo dell’attesa in modo davvero proficuo. Secondo don Malfasi «la comunità è luogo di condivisione in cui prendersi cura gli uni degli altri, in cui prepararsi ad accogliere quella promessa che si rende presente non solo nel giorno di Natale, ma in ogni momento della nostra vita di fede: rendersi conto di quanto si stia camminando nel cammino di sequela del Signore è fondamentale. E parlare di questo in Avvento, all’indomani della festa dedicata all’Immacolata Concezione, è ancora più significativo».

Con questa consapevolezza alle spalle, si aprono allora le ultime due settimane di attesa del Natale che, più delle precedenti, saranno cariche di attesa e desiderio di farsi trovare pronti per le celebrazioni del 24 e 25 dicembre.

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail