A Palazzo Cittanova protagonisti uomini e donne per la vita

Domenica 5 febbraio la testimonianza di tante persone che si impegnano a combattere l'aborto. Premio "Mariolina Garini" al progetto "Fede e terapia"

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Donne e uomini per la vita. Il Movimento per la Vita cremonese quest’anno ha voluto celebrare la Giornata per la Vita nella memoria di Santa Teresa di Calcutta, presidente onoraria di tutti i movimenti per la Vita del mondo, attraverso le parole di alcuni testimoni di speranza. A fianco di ogni persona afflitta da ogni sorta di bisogno, Santa Teresa non si è mai stancata di descrivere il figlio concepito, minacciato da aborto, come “il più povero fra i poveri” spendendo, anche per loro, la propria vita in una straordinaria opera di misericordia.

A partire dagli interventi pubblici di Madre Teresa raccolti nel libro di Carlo Casini “Il più povero dei poveri è uno di noi non ancora nato” e dalla lettera apostolica di Papa Francesco “Misericordia et misera”, il pomeriggio di domenica 5 febbraio a Palazzo Cittanova si è respirata l’aria di chi non smette di resistere. L’iniziativa, a cura del Movimento per la Vita, del Centro Aiuto alla Vita, del Comitato “Difendiamo i nostri figli”, del Circolo “La Croce”, col patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, ha voluto narrare gesti e realtà che possono fare la differenza oggi.

Un gesto, anche il più piccolo può generare speranza. Raffaella Frullone, giornalista di “Tempi” racconta di come David Robert Daleiden, 26 anni, di origine californiana, abbia messo in seria difficoltà la “Planned Parenthood”, il colosso americano con 26 cliniche che effettuano aborti. “Sono figlio di una gravidanza complicata – ha detto la Frullone citando David – mia madre rimase incinta al terzo anno di college e partorì all’ultimo”. A quindici anni si avvicinò alla causa pro life e questo gli fece riscoprire l’interesse per la sua fede cattolica. Oggi intende la sua esperienza a favore della vita come una vocazione: “È presto diventato chiaro che questo era ciò che Dio voleva che facessi”. Daleiden ha finora resi pubblici cinque dei dodici video che ha girato “undercover”. In essi mostra come i vertici della Planned Parenthood Federation siano coinvolti nella compravendita di organi di bambini abortiti e le procedure abortive illegali effettuate per ottenere i tessuti intatti. Questa iniziativa ha obbligato il Governo USA a mettere sotto controllo e sanzionare la Planned.

In Russia, continua la Frullone, un Paese dove non è nemmeno prevista l’obiezione di coscienza per i medici, accade un giorno che viene invitata Paola Bonzi del Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli di Milano a raccontare la propria esperienza. È la stessa Bonzi a raccontarlo sul suo profilo facebook: “Chi l’avrebbe mai detto: da vecchietta un po’ handicappata sono stata a Mosca, dove non c’era freddo, ma tante persone interessate al lavoro del Centro di Aiuto alla Vita. Si trattava infatti di un convegno organizzato dalla Chiesa Ortodossa che voleva mettere a fuoco le tematiche dell’interruzione volontaria di gravidanza. Purtroppo in quel paese, la Russia, questa è usata come contraccettivo e gli operatori non possono fare obiezione di coscienza. Anche se credenti. Sono dipendenti statali e lo Stato impone loro questa procedura: rilasciare un certificato di avvenuto colloquio che permetta di ritirare quello per l’aborto. È una strada consolidata, da cui non ci si può esimere. Naturalmente il colloquio non lo fa nessuno e la strada per la soppressione del piccolo bimbo è spianata. Al convegno sono arrivati operatori da tutta la Federazione e si percepiva una grande sofferenza. Del nostro gruppo, oltre a me, c’era Miriam come assistente sociale, Rodica come amministratore, Cristina come responsabile del volontariato e Daria come membro del Consiglio Direttivo.Siamo riusciti a parlare del CAV in tutte le sue sfaccettature, fino ad arrivare a simulare l’équipe degli operatori. Contenta del convegno, sento dentro di me un grandissimo desiderio, pazzo come al solito: aprire un Centro di Aiuto alla Vita a Mosca”.

Andrea Lavelli, giovane insegnante in un liceo artistico di Bergamo e giornalista, racconta l’esperienza americana dei “Prolife A Cross America”. Prolife in tutta l’America è una organizzazione un non-profit e non-politica dedicata a cambiare i cuori e salvare la vita dei bambini. Dal 1989 portano messaggi persuasivi positivi, offrendo informazioni e alternative – compresa l’adozione – e assistenza post aborto a chi ne ha bisogno. Centinaia di persone che ogni anno per due mesi partono con un caravan coast to coast per annunciare a chiunque che la vita è bella e va sempre vissuta. Davanti a cliniche abortiste, nelle parrocchie, in mezzo alle piazze e alle città. Per saperne di più: https://prolifeacrossamerica.org/

Francesca Tedoldi ha toccato il cuore di tutti i presenti. A 19 anni ha abortito. Una ferita che l’ha segnata. Poi un giorno si è avvicinata all’esperienza de “La Vigna di Rachele”. E tutto è cambiato. “La Vigna di Rachele” è un modello psico-spirituale per lenire le ferite che derivano dall’esperienza dell’aborto. Il programma offre un’opportunità di esaminare la vostra esperienza di aborto, identificare il modo in cui la perdita vi ha toccato nel passato e nel presente, e aiutare a rendersi conto di ogni conflitto irrisolto con cui molti individui combattono dopo l’aborto. A causa dell’intorbidimento emotivo e del segreto che spesso circonda un’esperienza di aborto, le emozioni conflittuali, sia durante che dopo l’evento, possono restare irrisolte. Questi sentimenti sepolti possono comparire in ritardo e possono essere sintomi del trauma post aborto. Coppie sposate, madri, padri, nonni e familiari di bambini abortiti, così come personale sanitario coinvolto nell’aborto sono venuti alla Vigna di Rachele alla ricerca di pace e guarigione interiore. Il weekend richiede un’intensa partecipazione, ma produce un grande raccolto per tutti coloro che vogliono impegnarsi.

La Vigna di Rachele è un posto sicuro dove rinnovare e ricostruire insieme i cuori spezzati dal dolore provocato dall’esperienza dell’aborto. Il weekend di ritiro vi offre un ambiente riservato e accogliente, una comunità di sostegno, che non vi giudicherà, dove le donne e gli uomini possono esprimere, rilasciare e riconciliare emozioni collegate alla loro esperienza per continuare un processo di recupero, rinnovo e guarigione.

“La Vigna di Rachele – aggiunge Francesca – vi può aiutare a riflettere sulla propria vita e a riscoprire la propria voce interiore. Vi può aiutare a provare l’esperienza dell’amore e compassione di Dio ad un livello profondo. Vi permetterà di alleviare il tormento di segreti nascosti in un ambiente di sicurezza emozionale e spirituale. La Vigna di Rachele è una ‘terapia per l’anima’. I partecipanti, che spesso sono rimasti intrappolati nella rabbia verso se stessi o altri, faranno l’esperienza del perdono e della riconciliazione, così da ritrovare la pace e scoprire il coraggio per affrontare con fiducia un futuro pieno di speranza e di nuove possibilità. Come è accaduto a me”. Per saperne di più: http://www.vignadirachele.org/

A completare la giornata, Alberto Cerutti, Vice Presidente nazionale dell’Associazione “Difendere la vita con Maria”, un’associazione di volontariato sorta per promuovere la cultura della vita, i diritti del concepito e l’atto di pietà del seppellimento dei bambini non nati, in collaborazione con le istituzioni sanitarie e la Pastorale della vita. “Abbiamo voluto rispondere all’appello di Evangelium vitae per una nuova civiltà della vita e dell’amore – spiega Cerutti – e una preghiera per la vita che attraversi il mondo intero. Ci rivolgiamo a tutti coloro che si sentono interiormente chiamati a rispondere all’appello di San Giovanni Paolo II a promuovere e difendere il valore e l’inviolabilità della vita umana, principalmente alla comunità cristiana e agli uomini di buona volontà, in collaborazione, là dove possibile, con le istituzioni e le aggregazioni affini”.

“L’aborto è sempre una ferita – aggiunge -. Per tutti. Per questo motivo, la nostra Associazione ha da poco lanciato un nuovo progetto che si chiama ‘Fede e terapia’”. Fede e Terapia è un progetto che scaturisce dall’ascolto di donne e uomini che, dal momento del concepimento, sanno di essere mamme e papà anche quando il loro bambino è stato con loro solo per poco tempo. Si chiedono:“Dov’è, ora, il mio bambino?” Lo cercano, gli parlano. “E’ tempo di asciugare le lacrime e guarire le ferite” – dice Cerutti. Per questo motivo, l’Associazione ha lanciato oltre ad un numero verde (800 969 878) questo percorso di accompagnamento che vuole unire spiritualità e guarigione clinica. Per saperne di più: http://www.advm.org/

Il Premio “Mariolina Garini”, come sempre finalizzato a sostenere associazioni, movimenti o famiglie che si prodigano nell’accoglienza specificatamente di bambini, prima e dopo la nascita, quest’anno è stato assegnato proprio all’Associazione “Difendere la vita con Maria”. Un modo per promuovere e sostenere il progetto neo nato “Fede e terapia”. Un modo concreto per dire che l’aborto resta un grave atto contro la vita, ma che occorre tendere la mano a tutte le donne che rimangono segnate da una ferita profonda. Per dire che si può risorgere.

Davide Vairani

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