Archivi della categoria: News

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Un migliaio di cremonesi pellegrini a Caravaggio

Nel pomeriggio di domenica 25 settembre in tanti hanno partecipato all'Eucaristia presieduta dal vescovo Antonio in apertura dell'anno pastorale

A pochi giorni dall’inizio ufficiale dell’anno pastorale – sancito dall’affollata convocazione in Cattedrale del 19 settembre – la Chiesa cremonese si è fatta pellegrina al Santuario di Caravaggio, per abbeverarsi a quella fonte di grazia che è la Vergine Maria e per chiedere di continuare ad avere sete di Dio e del Vangelo. Continua a leggere »

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Anche i catechisti cremonesi a S. Pietro per l’incontro giubilare con il Papa

Dal 23 al 25 settembre i pellegrini hanno vissuto nella Capitale un itinerario di preghiera e approfondimento

L’anno giubilare della misericordia ha visto protagonisti i catechisti di tutto il mondo. Tra loro anche una settantina che da varie parti della diocesi si sono recati in pellegrinaggio a Roma per ritrovare nel mistero della misericordia di Dio la sorgente del proprio ministero. Continua a leggere »

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Don Compiani analizza il discorso della montagna

In tre incontri interzonali il noto biblista cremonese approfondirà i capitoli 5-7 del Vangelo di Matteo scelti come icona biblica per il nuovo anno pastorale

Dopo l’intensa serata di lunedì 19 settembre in Cattedrale dedicata alla presentazione delle linee pastorali 2016/2017 la diocesi propone un altro importante appuntamento di formazione, questa volta tutto incentrato sull’aspetto scritturistico. Don Maurizio Compiani, noto e apprezzato biblista cremonese, analizzerà nel dettaglio il primo dei cinque discorsi di Gesù contenuti nel Vangelo di Matteo: quello comunemente chiamato della “montagna”. Saranno, infatti, i capitoli cinque, sei e sette di Matteo l’icona biblica di riferimento per il lavoro pastorale dei prossimi mesi; gli altri quattro discorsi (missionario, in parabole, ecclesiologico ed escatologico) saranno analizzati nei prossimi anni.

Don Compiani dopo una introduzione dedicata allo scopo del discorso e alla sua articolazione si soffermerà su alcuni contenuti particolari  come la preghiera del “Padre nostro” e le “Beatitudini” ed approfondirà alcuni immagini peculiari come il termine “Regno dei Cieli” oppure le espressioni “Sale della terra, luce del mondo, città sopra un monte, lampada sul candelabro”.

Il primo incontro si terrà lunedì 26 settembre, alle ore 21, presso il Centro di Spiritualità del santuario di Caravaggio per le zone milanesi e bergamasche. Martedì 27 settembre, al Centro pastorale diocesano di Cremona, sono attesi gli operatori pastorali delle zone cremonesi, mentre giovedì 29 settembre all’oratorio Maffei di Casalmaggiore (di fianco al Duomo) saranno protagonisti i fedeli delle zone casalasco-mantovane.

Scrive il vescovo Antonio nelle linee pastorali: «Ripetutamente, in quanto espresso finora, è emersa la priorità dell’ascolto della Parola di Dio. La vita e la missione della Chiesa, anche della nostra, sgorga come acqua viva dalla sorgente del Vangelo, che ogni giorno ci precede e ci stupisce, come Parola che genera la storia. Ogni comunità deve discernere, nell’ascolto di Dio e della realtà, il cammino che il Signore le chiede di compiere, l’esodo da vivere (cfr. EG 20-21). Sarà bello, perciò, essere guidati, anno per anno, da una medesima Parola di Gesù che scegliamo di approfondire e attualizzare in tutti i percorsi pastorali e formativi, diocesani e magari anche parrocchiali. Questa la proposta, semplice e organica: per i prossimi cinque anni, valorizzare man mano i 5 discorsi di Gesù secondo il Vangelo di Mateo, che vuole rinnovare in noi la scelta e la gioia di essere discepoli di Gesù».

 

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Al Santuario di Caravaggio il pellegrinaggio giubilare dei sacerdoti dell’Ordine del S. Sepolcro

La mattinata di spiritualità è stata presieduta, lunedì 26 settembre, dal vescovo di Crema, mons. Oscar Cantoni

Si è svolto lunedì 26 settembre al Santuario di Caravaggio il “pellegrinaggio giubilare” dei sacerdoti appartenenti all’ordine del S. Sepolcro di Gerusalemme della luogotenenza per l’Italia Settentrionale, guidati dal Gran Priore mons. Oscar Cantoni, vescovo di Crema. Continua a leggere »

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San Michele in festa: nel giorno della festa patronale, l’accoglienza dei polacchi che hanno ospitato i cremonesi durante la GMG

Nel giorno della festa di San Michele arcangelo, l'omonima parrocchia cittadina ha accolto un gruppo di polacchi di Wola Batorska.

Una mattinata colma di gioia e gratitudine quella di domenica 25 settembre, durante la quale i parrocchiani di San Michele vetere, insieme ad alcuni giovani che hanno partecipato alla GMG di Cracovia, hanno fatto festa insieme ai polacchi di Wola Batorska. In questa cittadina a pochi chilometri da Cracovia alcune famiglie lo scorso luglio avevano accolto quasi 500 cremonesi, ospitandoli nelle loro case e nella loro parrocchia. Per continuare a coltivare il legame creato quest’estate, un folto gruppo di giovani e adulti polacchi ha voluto intraprendere un pellegrinaggio verso l’Italia, fermandosi anche a Cremona. Sabato 24, accompagnati dal vicario della parrocchia di Wola sono arrivati nella città del torrazzo e, dopo un lungo viaggio in pullman, sono stati accolti presso la parrocchia di Sant’Ilario. Attorno a loro un gioioso clima di festa generato da alcuni giovani di Cremona che, ricordando la generosità e la disponibilità dei polacchi durante i giorni di Cracovia 2016, hanno animato la serata. Gli ospiti sono stati poi accolti nelle case di alcune famiglie cremonesi.

 

Domenica mattina, poi, il ritrovo nella piazza davanti alla Chiesa di San Michele: il parroco don Aldo Manfredini ha ringraziato i polacchi per la loro presenza a Cremona e ha accolto il vescovo Antonio, giunto a San Michele per condividere questa particolare giornata. Doppio motivo di festa per la parrocchia cittadina, che oltre ad ospitare il gruppo, ha ricordato in questa domenica il suo patrono. Il canto e la danza hanno portato sulla piazza un clima di condivisione e di gioia simile a quello sperimentato durante la Giornata mondiale della gioventù.

Polacchi e cremonesi si sono poi raccolti nella chiesa gremita di fedeli, per celebrare insieme l’Eucarestia. A presiedere la messa il Vescovo insieme a don Aldo, don Paolo Arienti della Federazione Oratori, don Andrea Barbieri e il vicario della parrocchia di Wola Bartorska. Ad animare la celebrazione con il canto il coro parrocchiale.

Durante l’omelia – che i polacchi hanno potuto seguire grazie alla traduzione simultanea – il presule si è soffermato sull’importanza della figura degli angeli: «La presenza di ospiti oggi ci aiuta meglio a vivere la festa dell’arcangelo Michele», ha affermato mons. Napolioni. «Gli angeli ci sono vicino specialmente quando dobbiamo intraprendere un viaggio, come quello che abbiamo fatto verso Cracovia. I polacchi accogliendoci e preparandoci una casa sono stati per noi come angeli». Il Vescovo ha poi ricordato le parole di un canto, che è tradizione eseguire in occasione della festa del Corpus Domini, dove si parla del pane dei pellegrini, degli angeli e dei figli: si tratta della presenza del Signore, che soddisfa anche il nostro bisogno di essere accolti e nutriti.

 

Mons. Napolioni ha richiamato alla mente poi un momento particolare della vita di Abramo: «Alle querce di Mamre Abramo accoglie tre angeli che gli appaiono come pellegrini: l’angelo di Dio si presenta a noi anche per farci visita. Dunque è vero che c’è gioia sia nel ricevere, sia nel dare accoglienza, nell’ottica di riconoscerci tutti come figli dello stesso Padre».

«La fatica che facciamo oggi di parlare in due lingue, ci prepara al giorno in cui ci capiremo tutti e comprenderemo la stessa lingua del Padre», ha aggiunto il Vescovo, sottolineando che non dobbiamo aspettare la prossima GMG per renderci accoglienti verso i fratelli. «Grazie allora agli amici di Wola e ai parrocchiani di San Michele» ha concluso Napolioni, «Continuiamo nel cammino della vita, che è come una scala verso il cielo, attraverso la quale il Signore ci viene incontro e noi possiamo andare verso di lui».

 

Al termine della celebrazione i polacchi hanno consegnato alcuni doni: al Vescovo, a don Arienti e a don Manfredini sono state regalate le magliette realizzate proprio per il pellegrinaggio che stanno compiendo, con stampate le parole di Papa Francesco che raccomandano di non sedersi e continuare a camminare per essere annunciatori nel mondo. Inoltre gli ospiti hanno lasciato ai cremonesi una grande targa con la scritta Wola Cremoska, che ricorda scherzosamente lo stretto legame che si è creato tra la realtà cremonese e quella polacca.

 

Dopo la messa i partecipanti hanno assistito ad uno spettacolo con gli sbandieratori, che hanno aperto poi il corteo verso l’oratorio, dove la festa è continuata tutto il pomeriggio. I pellegrini di Wola Batorska sono stati poi coinvolti in una visita turistica per le vie di Cremona, per conoscere i luoghi più significativi della città. Il loro viaggio è solo agli inizi: nei prossimi nove giorni faranno tappa, infatti, nella capitale, con la tappa speciale di San Pietro in Vaticano. Continueranno poi alla volta di Loreto, San Giovanni Rotondo e Assisi, luoghi particolarmente interessanti sia dal punto di vista artistico e culturale, sia per la forte impronta spirituale di cui sono portatori ancora oggi.

 

Photogallery della celebrazione a S. Michele

Photogallery dell’accoglienza a S. Ilario

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Il sogno di Chiesa da attuare: l’incontro dell’Usmi rileggendo il Convegno di Firenze

Le religiose si sono ritrovate sabato 24 settembre al Rifugio Cuor di Gesù. Dopo la riflessione del Vescovo l'intensa testimonianza di padre Bebber

Un sole splendido d’inizio autunno ha reso luminosa la via alle religiose della diocesi che sabato 24 settembre si sono ritrovate a Cremona, presso l’accogliente comunità del Rifugio Cuor di Gesù, per partecipare al Convegno U.S.M.I. “Sognate anche voi questa Chiesa”, il titolo che ha richiamato alla memoria il grande Convegno di Firenze le cui tematiche, rilette e interiorizzate, hanno immerso le partecipanti in un clima intenso di preghiera e di riflessione. Continua a leggere »

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Domenica a Caravaggio il pellegrinaggio diocesano presieduto dal Vescovo

Alle 15.30 in basilica la preghiera mariana; seguirà alle 16 all’altare esterno la S. Messa

Domenica 25 settembre la Chiesa cremonese si farà pellegrina al Santuario di S. Maria del Fonte, patrona della Diocesi insieme a sant’Omobono. Sarà l’occasione per inaugurare il nuovo anno pastorale richiamando l’attenzione, secondo le indicazioni e in comunione con il vescovo Antonio Napolioni, a una più seria attenzione al territorio, all’ascolto delle necessità delle parrocchie, dei sacerdoti, delle famiglie e dei giovani, all’avvio del Sinodo diocesano. Continua a leggere »

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Allo Zaist l’ingresso di don Gianni Cavagnoli

Nella Messa di insediamento il vescovo Napolioni ha invitato il nuovo parroco di S. Francesco e la comunità parrocchiale a guardare all'esempio del Poverello d'Assisi per essere credenti essenziali, poveri, liberi e obbedienti

Dopo S. Agata con S. Ilario e Cristo Re, anche la comunità di S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona, ha accolto il suo nuovo parroco, don Gianni Cavagnoli. La Messa di insediamento nel pomeriggio di sabato 24 settembre presieduta, come sempre, dal vescovo Antonio Napolioni.

La processione con i sacerdoti concelebranti, partita dall’oratorio, prima di fare ingresso in chiesa ha fatto tappa sul sagrato della chiesa parrocchiale dove il nuovo parroco e il vescovo hanno ricevuto il saluto del sindaco Gianluca Galimberti, affiancato dal consigliere comunale Sara Arcaini, residente in parrocchia.

Nelle parole del primo cittadino la consapevolezza che, così come le diverse comunità parrocchiali sono un’unica Chiesa, anche i diversi quartieri (nello specifico Cristo Re e Zaist, precedente e attuale parrocchie di don Cavagnoli) sono la stessa città. Da qui il «ringraziamento a questa unica Chiesa per il servizio che dà a questa città, che deve imparare a riscoprirsi come unica città». Poi la metafora della liturgia – guardando al nuovo parroco, elogiato per la sua sapienza in questo ambito – come incontro che deve continuare anche nelle strade e nelle piazze.

Non è mancato neppure il ringraziamento per ciò che la Parrocchia dello Zaist ha fatto in questi anni, in modo particolare in relazione alla cura delle relazioni e all’attenzione alle povertà, «sperimentando nuove forme di coesione e partecipazione». «Questa amministrazione e tutta la città – ha concluso il sindaco – vogliono contribuire a continuare questa liturgia di comunione, di comunità, di relazioni».

In chiesa, quindi, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, è stata data lettura del decreto di nomina di don Cavagnoli a parroco dello Zaist. A leggerlo don Pierluigi Codazzi, nuovo vicario zonale, ma presente anche in veste di parroco dell’Immacolata Concezione, al Maristella, parrocchia che, insieme a quella di S. Bernardo (sul presbiterio anche il parroco don Giuliano Vezzosi), condivide con S. Francesco il percorso della pastorale giovanile, affidata a don Matteo Alberti, vicario di tutte e tre le parrocchie. Tra i sacerdoti concelebranti anche don Gianpaolo Maccagni che, su espressa richiesta del Vescovo, infrangendo un po’ la consuetudine, ha preso parte all’ingresso del suo successore allo Zaist.

Dopo che don Cavagnoli ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica, secondo il cerimoniale proprio dell’insediamento dei nuovi parroci, ha preso la parola Mattia Cabrini che, a nome dell’intera comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto al vescovo e al nuovo parroco.

Il benvenuto è stato offerto insieme a una fotografia di questa «parrocchia di città e di periferia insieme, non nobile ma ricca di umanità e di solidarietà, realtà sociale unita ma variegata per provenienza sociale ed etnica». Una «parrocchia a gestione familiare» – è stata definita – in cui percepire lo stile evangelico che si cerca di vivere. «Qui i preti li “spremiamo” – ha affermato Cabrini – perché li teniamo presenti in quanto protagonisti e compagni delle nostre quotidianità».

Una parrocchia punto di riferimento per l’intero quartiere, con le sue povertà e le sue necessità educative, in particolare nei confronti delle giovani generazioni. A questo proposito è stato ricordato come S. Francesco sia stata una delle prime parrocchie che ha aderito al modello dell’Iniziazione cristiana. Poi la questione dell’alleanza educativa con le famiglie e il ruolo dell’oratorio, con la scelta di aprire le porte al quartiere in un desiderio di “uscita”. Senza tralasciare la collaborazione con le parrocchie di S. Bernardo e Maristella.

Infine lo sguardo al patrono, il Poverello d’Assisi, strumento del Signore, e una richiesta precisa al nuovo parroco: aiutare la comunità a vincere la tentazione di guardare solo a se stessa.

La celebrazione, supportata con il canto dal coro parrocchiale guidato da Antonio Cariani, è stata servita all’altare dai diaconi permanenti Flavio Carli, Eliseo Galli e Marco Ruggeri. Il servizio liturgico affidato ai ministranti della parrocchia coadiuvati dai seminaristi William Dalè e Jacopo Mariotti.

Nell’omelia il Vescovo, prendendo spunto dalle letture, ha voluto anzitutto guardare al prete come “uomo di Dio”. «Questa, caro don Gianni, – ha affermato mons. Napolioni – è un’assemblea di uomini e donne di Dio. Farete a gara a chi è più di Dio!. Non certo una comunità perfetta, ma che proprio davanti al Signore cerca di trovare la capacità di accoglienza reciproca e di giustizia».

Poi un monito contro l’indifferenza che rinchiude in casa e che indurisce il cuore. E invitando a non fare del divano un «luogo di istupidimento», il Vescovo ha invitato a educare i ragazzi sul senso delle cose, in particolare evitando lo spreco di cibo in un mondo che ancora muore di fame.

«Se noi veniamo qui – ha proseguito il Vescovo – affamati di giustizia e di pace e ci nutriamo di Gesù e lo ascoltiamo nel profondo del cuore e ci aiutiamo come comunità a essere fedeli a lui, tutto cambia! La comunità diventa capace di solidarietà, di fantasia, di coraggio, di nuovi percorsi, di nuove scelte, di nuove vocazioni. Non siamo condannati a un degrado, a un declino: siamo chiamati alla pienezza dell’esperienza di fede. E questo è un nuovo inizio. E siamo chiamati a viverlo con tutto noi stessi».

Da ultimo, scherzando sul passaggio di don Cavagnoli da Cristo Re a S. Francesco, il Vescovo ha invitato il nuovo parroco lui per primo a modellarsi su Francesco. «Ti farà compagnia – ha detto –, ti rincuorerà, ma sarà anche un modello esigente per te e per tutti noi. Ripartiamo da lì. Ci è stato donato anche un Papa di nome Francesco perché non ci venisse la voglia di archiviare in fretta questa chiamata del Signore a essere credenti essenziali, poveri, liberi e obbedienti. Questa è la novità cristiana che stasera si ripropone con un parroco che prende per mano questa comunità».

Dopo l’omelia, il nuovo parroco da solo ha recitato la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Ed è stato proprio don Cavagnoli, al termine della celebrazione, a prendere la parola. Anzitutto per i saluti e i ringraziamenti. Quindi tre spunti di riflessione, ideali indirizzi per il nuovo ministero.

Primo spunto dal Salmo 126 (Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori) con il commento di sant’Agostino che ricorda come, pur essendo il pastore a offrire l’annuncio, è poi Dio che costruisce interiormente. E se sono i pastori che hanno il compito di custodire, loro stessi vogliono anche essere custoditi: una richiesta che lo stesso don Cavagnoli ha rivolto alla sua nuova comunità, nella consapevolezza – ha proseguito ancora citando Amoris Laetitia (224) – che i pastori sono anche discepoli dell’unico Maestro insieme al proprio gregge, con il quale condividono il cammino.

Poi, facendo riferimento al saluto del rappresentante parrocchiale, il nuovo parroco ha riflettuto su come dare significato all’azione pastorale. Lo ha fatto citando il documento preparatorio al Congresso eucaristico di Genova con l’invito non ad aumentare le attività, quanto piuttosto ad avere uno stile che sia di testimonianza e missionario, evitando di creare una comunità che diventi «struttura prolissa separata dalla gente, che guarda solo a se stessa» e con il pericolo di un ingolfamento di iniziative che coinvolgono sempre le stesse persone.

Da ultimo l’immagine del vasaio di Geremia 18 con l’invito a lasciarsi plasmare dall’Eucaristia domenicale. E anche qui alcune citazioni: prima dal Libro per una chiesa eucaristica di Giuseppe Dossetti e poi da Atanasio, che definisce il riunirsi attorno alla mensa un “perenne miracolo”. Il modo migliore di pregare insieme – ha detto don Cavagnoli – sentendosi solidali e fondendo nell’unità della fede lontani e vicini, presenti e assenti.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Sarà Chan e Paolo Ungari.

Poi un momento di festa in oratorio seguito, in serata, da un concerto gospel di benvenuto in chiesa.

Photogallery

 

Biografia del nuovo parroco

Don Giovanni (Gianni) Cavagnoli è nato a Trigolo il 30 giugno 1950 ed è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1974. Laureato in Liturgia a Roma, ha iniziato il proprio ministero come vicario a Pomponesco, proseguendo poi, sempre come vicario, nella parrocchia di S. Imerio dal 1980 al 1991, anno in cui il vescovo Assi gli affidò la comunità di S. Bernardo come parroco. Nel 2000 il trasferimento, sempre come parroco, a Cristo Re, dove è rimasto per 16 anni.

Incaricato per la Pastorale liturgica dal 1984, nel 1997 ha assunto la guida della sezione di Pastorale liturgica dell’Ufficio diocesano per il Culto divino. Inoltre, dal 1977, è insegnante in Seminario. Da alcune settimana, inoltre, ha assunto la direzione della Rivisita Liturgica, l’importante pubblicazione delle Edizioni Camaldoli che vanta oltre un secolo di storia.

Con decreto del 10 giugno scorso, il vescovo Napolioni l’ha nominato parroco della parrocchia di S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona, al posto di don Gianpaolo Maccagni, che ha assunto l’incarico di vicario episcopale per il clero e la pastorale, oltre che quello di cappellano del monastero domenicano di Cremona.

 

Il saluto del nuovo parroco sul giornalino

Nel vangelo di Giovanni viene citato un proverbio, non facilmente spiegabile dal versante della verità storica, ma che aiuta a leggere adeguatamente l’evento che stiamo vivendo: “Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimo-stra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica” (Gv 4,36-38).

A me capita proprio questo: di subentrare a don Gianpaolo, che per 19 anni ha seminato con larghezza nel fecondo campo della comunità di s. Francesco in Cremona, e di godere, insieme con lui, per quanto mi lascia da raccogliere. One-rosa e indefessa è stata la sua fatica, che mi piace considerare pienamente con-divisa con voi. E così vorrebbe essere anche la mia, sia nel raccogliere la sua eredità, sia nel continuare a seminare, perché i tempi non si fermano, ma si suc-cedono incalzanti.

Al riguardo, l’istanza dell’evangelizzazione, che permane primaria nelle fatiche di qualsiasi comunità ecclesiale, va continuamente concretizzata anche nella no-stra, con grande speranza.

Poste queste premesse, ci si immette subito, almeno da parte mia, nella operosi-tà pastorale che ci attende, cercando di cogliere e interpretare insieme quei se-gni della presenza di Dio nella storia, che non si possono assolutamente preve-dere.

La grande fortuna di avere don Matteo come primo collaboratore, pari a me nel ministero (e lo sottolineo con forza!), non può che riempirmi di gioia e solleci-tarmi a condividere con lui qualsiasi “impresa”. Non vuole essere, questo, un sogno idilliaco, ma il tentativo quotidiano di vivere una comunione, che rimane l’emergenza prioritaria di ogni comunità testimone, nella società attuale, dell’insegnamento evangelico: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepo-li” (Gv 13,35).

Il tempo, nel suo inesorabile snodarsi quotidiano, ci permetterà, gradualmente, di conoscerci meglio, ben oltre il semplice “sentito dire” o, ancor meno, “per fama”. E di conoscere pure la varietà delle vostre situazioni umane per suppor-tarle il più possibile: la gioia come la malattia, la giovinezza come la maturità e la vecchiaia, tanto nelle loro ricchezze quanto nei loro limiti.

Un’ultima annotazione: anagraficamente sono più vecchio (lasciamo pure que-sto epiteto, non me ne vergogno!) di don Gianpaolo e quindi…vi aiuterò, ma avrò anch’io bisogno di aiuto. E ve lo chiedo con tanta serenità, perché sono si-curo che non me lo lascerete mancare, secondo una ormai proverbiale caratteriz-zazione della comunità di s. Francesco, in chiave di collaborazione e di soste-gno.

Grazie, fin d’ora, di tutto, con la stima e l’affetto, che spero di sapervi dimo-strare. Andiamo avanti insieme, nel nome del Signore e nella forza dello Spirito.

don Gianni

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Sabato allo Zaist l’ingresso di don Gianni Cavagnoli

Alle 18 il vescovo Napolioni presiederà la Messa di insediamento del nuovo parroco

Anche in questo fine settimana è in agenda l’insediamento di uno dei nuovi parroci nominati nelle scorse settimane dal Vescovo. L’appuntamento è ancora a Cremona, questa volta nel quartiere Zaist dove sabato 24 settembre alle 18 il vescovo Antonio Napolioni presiederà la Messa di ingresso di don Gianni Cavagnoli, nuovo parroco della parrocchia di S. Francesco d’Assisi. Continua a leggere »

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