C’erano anche i giovani cremonesi nel cuore di piazza San Pietro, tra migliaia di altri nomi, volti, storie. Sono i giovani che hanno dato colore, voce, respiro all’incontro “Tu sei Pietro”, che ha animato piazza San Pietro per tutto il pomeriggio di mercoledì 31 agosto fino a oltre le ore 20. Continue reading
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Roma continua a parlare tutte le lingue del mondo, ma ieri, in alcuni angoli, si sentiva un ritmo familiare: il passo dei giovani lombardi. Cremonesi compresi. Dopo l’arrivo di nuovi gruppi diocesani nella mattinata, e un po’ di respiro nella libertà del centro storico, il pomeriggio ha visto un momento profondo di riconciliazione: si sono svolte le confessioni al Circo Massimo, dove sono state allestite circa 200 postazioni con un migliaio di sacerdoti disponibili in più lingue.
A causa dell’alta affluenza, i sacerdoti della diocesi e mons. Antonio Napolioni hanno deciso di offrire ulteriori spazi per l’ascolto: nei tranquilli giardini della chiesa di San Gregorio Magno al Celio, proprio accanto al Circo Massimo. Un gesto concreto di cura e presenza pastorale, improntato all’accoglienza e alla vicinanza.

In serata, i volti si sono riconosciuti. Dalle 18:30 la Basilica di San Paolo fuori le Mura ha aperto le sue porte ai giovani delle diocesi lombarde per un momento intenso e raccolto. Il titolo dell’incontro “Ultimo tra tutti apparve anche a me” ha fatto da filo rosso a una serie di interventi, silenzi, canti, riflessioni.
Oggi si apre l’ultimo grande capitolo di questo Giubileo: la veglia a Tor Vergata, il campo della gioventù. Dalle prime ore del pomeriggio, sotto le vele di Calatrava, inizieranno ad affluire centinaia di migliaia di giovani. Alle 20:30, la veglia di preghiera con Papa Leone XIV, tra parole, gesti, musica e preghiera. E anche la diocesi di Cremona trascorrerà la notte sotto le stelle, nel sacco a pelo, tra zaini e sorrisi, per custodire un’esperienza che ha il sapore della Chiesa vera: giovane, concreta, in cammino.
E quando l’alba tornerà a illuminare Roma, domenica 3 agosto alle 9:00, sarà celebrata la Santa Messa conclusiva, ancora con il Papa. Una benedizione finale che non segna la fine, ma un nuovo inizio.
Il vescovo a Roma con i giovani in partenza per Tor Vergata: “In prima linea come suggerisce lo Spirito”
Leone XIV ai giovani di Tor Vergata: “Perseverate nella fede con gioia e coraggio”
La veglia a Tor Vergata, primo incontro del Papa con i giovani provenienti da 146 Paesi per il loro Giubileo, si è conclusa con l'adorazione eucaristica. Tra le immagini più significative, quelle di un Papa che porta la Croce a piedi, fino al palco, accompagnato dal "popolo giovane". Amicizia, coraggio, spiritualità i temi delle domande dei giovani, a cui Papa Leone ha risposto nelle loro rispettive lingue
Un Papa che porta a piedi la Croce, accompagnato da un corteo di giovani in rappresentanza di 146 Paesi. Roma, questa sera, è la Capitale della speranza.
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Leone XIV ai giovani: “Aspirate a cose grandi”
“Aspirate alle cose grandi”, come Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, perché la fragilità non è “un tabù” e “la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, da ciò che possediamo”.
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Giubileo. L’esperienza dei giovani cremonesi nel cuore della Chiesa
Si è conclusa nella mattinata di domenica 3 agosto, con la Santa Messa celebrata da Papa Leone XIV a Tor Vergata, la settimana del Giubileo dei giovani. Un pellegrinaggio che non è stato solo spostamento fisico, ma soprattutto cammino spirituale.
La teologia risponde: indulgenza giubilare
Il senso profondo dell'indulgenza è legato alla libera cooperazione della persona vivente alla propria conversione e purificazione, una cooperazione che non può essere sostituita da altri
L’indulgenza giubilare si può ricevere solo per sé stessi o per i defunti, ma non per amici o parenti viventi, questo perché la dottrina cattolica insegna che i vivi possono agire personalmente per la propria conversione e purificazione, mentre i defunti, che non possono più fare nulla per sé, possono ricevere aiuto spirituale tramite le preghiere e suffragi degli altri fedeli. In altre parole, l’indulgenza è applicabile ai defunti come forma di suffragio, poiché essi dipendono dall’intercessione dei vivi durante la purificazione del purgatorio, ma non si può “donare” un’indulgenza a un altro vivente, perché ogni persona responsabile della propria conversione deve ottenere l’indulgenza personalmente con l’intenzione e le opere richieste dalla Chiesa. Il Codice di Diritto Canonico (can. 994) afferma infatti che un fedele può lucrare indulgenze per sé o applicarle ai defunti a modo di suffragio.
Non è prevista la possibilità di applicarle direttamente ad altre persone vive perché queste ultime devono avere la propria intenzione e volontà di conversione; non si può demandare agli altri la propria purificazione se si sceglie di rimanere nel peccato. Inoltre, l’indulgenza plenaria richiede condizioni specifiche quali confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Papa e distacco da ogni peccato, che devono essere compiute personalmente da chi riceve l’indulgenza. È importante sottolineare che, mentre per i defunti l’indulgenza è sempre una forma indiretta di aiuto (un suffragio), per i vivi è un dono spirituale che deve essere personalmente accolto e realizzato con almeno l’intenzione generale e le opere prescritte dalla Chiesa. Quindi, la ragione fondamentale per cui l’indulgenza giubilare può essere ricevuta solo da personalmente o applicata ai defunti è che il senso profondo dell’indulgenza è legato alla libera cooperazione della persona vivente alla propria conversione e purificazione, una cooperazione che non può essere sostituita da altri, mentre i defunti sono oggettivamente incapaci di agire e hanno bisogno di suffragi esterni. L’indulgenza giubilare è un dono spirituale che esprime la misericordia di Dio attraverso la Chiesa e che libera il fedele dalle conseguenze temporali del peccato, residui anche dopo il perdono sacramentale. L’indulgenza giubilare è un’esperienza di grazia mirata al rinnovamento interiore, in continuità con il cammino sacramentale e la testimonianza di vita cristiana, resa disponibile soprattutto nei tempi giubilari per stimolare fedeli alla conversione profonda e alla misericordia verso sé stessi e verso gli altri, vivi o defunti. Questo spiega anche perché non può essere ricevuta “per amici o parenti viventi”: il cammino di conversione e purificazione è personale e richiede la cooperazione libera e consapevole di chi la riceve. Invece, per i defunti, incapaci di agire, l’indulgenza può essere applicata come suffragio in loro aiuto.
Paolo Morocutti (AgenSir)
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La Fondazione Sospiro sta vivendo il proprio Giubileo. In questi giorni gli operatori, gli ospiti dei dipartimenti disabilità e anziani, e le famiglie hanno intrapreso un cammino comunitario che ha trovato, nella mattinata di lunedì 25 agosto, uno dei suoi momenti più significativi nel pellegrinaggio giubilare in Cattedrale, una della quattro chiese giubilari della diocesi di Cremona. Continue reading
Lunedì 22 e martedì 23 settembre la peregrinatio crucis giubilare “Una croce di speranza” è stata accolta nella RSA di Fengo, una delle prime tappe del nuovo percorso in diocesi, che da metà settembre all’inizio di novembre tocca la Zona pastorale 2. Continue reading
La Messa delle 9.30 di domenica 5 ottobre, nel salone della RSA Brunenghi di Castelleone, presieduta da don Maurizio Lucini, responsabile diocesano della Pastorale della salute, concelebrata con il parroco di Castelleone, don Giambattista Piacentini, ha chiuso l’iniziativa “Una croce di speranza”, che porta la Croce del Giubileo nelle case di riposo del territorio. Continue reading







































