Archivi della categoria: La vita della Chiesa

image_pdfimage_print

Caritas accanto alle comunità colpite da alluvioni e inondazioni

Ognuno può garantire un proprio contributo attraverso Caritas Cremonese

“Ascolta la voce del creato” è tema e invito del Tempo del Creato di quest’anno, il periodo ecumenico iniziato il 1° settembre con la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato e che si conclude il 4 ottobre, San Francesco. «Durante questo Tempo – esorta papa Francesco – preghiamo affinché i vertici COP27 e COP15 possano unire la famiglia umana per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità». Poi aggiunge: «Piangiamo con il grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti». Purtroppo il grido del creato continua a levarsi da più parti nel mondo e anche nel nostro Paese, dove in particolare le Marche, ma anche in Umbria la diocesi di Gubbio, sono state colpite da pesanti alluvioni che hanno causato vittime e danni ingenti. Continua a leggere »

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail

 

Ultima tappa nel percorso di avvicinamento al 27° Congresso eucaristico nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre e che vedrà la partecipazione anche di una delegazione diocesana guidata dal vescovo Antonio Napolioni. Al centro dell’attenzione l’inno ufficiale “Il gusto del pane”.

 

Ascolta l’inno del XXVII Congresso eucaristico nazionale

 

Partiture e note esecutive: www.congressoeucaristico.it/inno

 

Il canto di impianto tonale, ampio e disteso, invita a inebriarsi del profumo del pane: il ritornello aperto e solenne e le strofe dal carattere più espressivo mettono in risalto ora la gioia del ritrovarsi fraterno intorno alla tavola, ora la profondità e il calore intimo della mensa eucaristica.

Il pane, che è “frutto della terra” e porta con sé “il profumo del lavoro dell’uomo”, è segno dell’amore del Creatore e insieme della dignità del creato e di ogni creatura. Gesù lo sapeva bene, per questo – come cantiamo nel ritornello dell’inno – “ci dona di tornare al gusto del pane”: il gusto del pane è il gusto degli altri. Non solo quel gusto odoroso placa la nostra fame fisica ma anche quella di fraternità: “è il pane della festa sulla tavola dei figli” (come siamo invitati a cantare nella prima strofa), di reciproca fiducia perché “crea condivisione”, di bellezza di cose buone che danno senso ai nostri giorni; di quei valori senza i quali mancherebbe il gusto stesso del vivere. Sa sempre di amicizia e fraternità: è “il pane della pace nelle nostre contese, dov’è divisione ricrea l’unione, placa dissidi, riapre al dialogo, risana ferite, profuma di perdono” (come possiamo cantare nella quinta strofa). Invito chiaro e forse troppo impegnativo per noi, Chiesa in cammino nella storia. E allora l’inno ci invita a cantare (nella quarta strofa) “il pane della forza sulle strade di chi è stanco, sostegno ai profeti, ristoro ai viandanti”.

“Io sono il pane vivo” (Gv 6,51a): nutrirsi di Cristo Eucarestia ci fa più vivi, più autenticamente veri! È davvero vivo chi è pane buono per gli altri, chi “si spezza” in briciole d’oro di fraternità, chi si fa mangiare come il Maestro. Con la stessa straordinaria libertà di Cristo, con la sua stessa immensa fiducia, con il suo stesso incommensurabile Amore possiamo divenire “pane che consola famiglie, raccoglie il pianto, ascolta fatiche, sostiene stanchezze” (come ci fa cantare l’inno nella terza strofa).

Efrem il Siro (teologo e poeta del IV secolo) diceva: “Abbiamo mangiato il fuoco nel pane”. Ricevere il Pane eucaristico è come ricevere il fuoco dello Spirito ed essere vivificati; accogliere Cristo, il Figlio, è accogliere la sua “offerta d’amore” al Padre; la sua vita in noi ci fa suo corpo. Per questo nel ritornello cantiamo “dal fuoco dello Spirito è reso nutrimento che di molti fa uno”. Arrestare questo dinamismo è il peggiore tradimento dell’Eucarestia! “Fate questo in memoria di me”: è la consegna per sempre del pane della cura, della fiducia, della tenerezza per la terra e per ogni creatura; “rinnova la speranza”, “memoria della Pasqua, profezia del Regno”, questo Pane è “Vita nuova per il mondo”.

(Dal sito del Congresso Eucaristico Nazionale)

 

 

Torniamo al gusto del pane: una riflessione a partire dal tema del prossimo Congresso eucaristico nazionale

Verso il Congresso eucaristico nazionale: pane, acqua, terra, fuoco

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail

Il 18 settembre Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti

I preti sono sempre al fianco delle comunità ma anche ciascuno di noi può far sentire la propria vicinanza

Ogni giorno offrono il loro tempo, ascoltano le difficoltà della gente e incoraggiano percorsi di ripresa: sono i sacerdoti, che si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti. Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 18 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, che sarà celebrata nelle parrocchie italiane. Continua a leggere »

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail

Gmg, Papa Francesco: «Tutti a Lisbona per un nuovo inizio dei giovani e dell’umanità»

Nel Messaggio per la Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano e l’anno prossimo in Portogallo, il Pontefice esorta i giovani a imparare da Maria per andare incontro alle necessità e ai bisogni dei fratelli

«Spero, e credo fortemente, che l’esperienza che molti di voi vivranno a Lisbona nell’agosto dell’anno prossimo rappresenterà un nuovo inizio per voi giovani e, con voi, per l’umanità intera». È l’auspicio del Papa, all’inizio del Messaggio inviato ai giovani e alle giovani del mondo per la XXXVII Giornata mondiale della gioventù che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 20 novembre e a livello internazionale a Lisbona dal 1° al 6 di agosto 2023, sul tema “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Continua a leggere »

AgenSir
Facebooktwittermail

Ascolto ecumenico della Parola, il 14 settembre riprende l’iniziativa online

In programma ogni secondo mercoledì del mese alle 20.45 su piattaforma Zoom

L’ascolto ecumenico della Parola: una autentica e intensa esperienza di fraternità, nella condivisione di ciò che unisce, nella comune fede. Riprendono mercoledì 14 settembre gli incontri, aperti a tutti coloro che sono desiderosi di vivere la ricchezza e la profondità di questi momenti, promossi dalle diocesi di Cremona, Parma, Piacenza e Crema, dalla Chiesa Evangelica Metodista di Piacenza–Cremona e dall’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi in Italia, in collaborazione con i rispettivi Segretariati Attività Ecumeniche (SAE). Continua a leggere »

Facebooktwittermail

Nel percorso di avvicinamento al 27° Congresso eucaristico nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre, seconda riflessione a cura di don Daniele Piazzi, incaricato diocesano per la Pastorale liturgica. Al centro dell’attenzione il logo dell’evento: pane, acqua, terra, fuoco.

 

 

1. Pane. Nel logo, in basso, viene riportato il “pane di Matera” con le tre gobbe ricavate dal triplice taglio trinitario con tre colori cromatici diversi che indicano gli stessi elementi necessari perché ogni pane possa essere pronto e gustato: acqua, terra, fuoco.
Matera ha una tradizione di panificazione che nel corso dei secoli ha sempre più sviluppato, affermandosi come città del pane. Anticamente le mamme di questa città, come un po’ dappertutto, iniziavano la lavorazione dell’impasto per il pane con il segno della croce. La pasta veniva stesa a forma di rettangolo: si univano le estremità di un lato arrotolandola tre volte, mentre si pronunciava: “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Dall’altro lato, con la stessa tecnica, si facevano due giri per ricordare la doppia natura di Gesù Cristo: umana e divina. Al termine l’impasto veniva piegato al centro e fatti tre tagli sopra recitando: Padre, Figlio e Spirito Santo.

2. Acqua. Matera oltre che città del pane è anche città dell’acqua. Condizionati dalla configurazione geologica, i Sassi sono stati scavati nella calcarenite costruendo nel tempo un agglomerato urbano di abitazioni, strutturato a terrazzamenti, seguendo il canyon dove scorre il torrente Gravina. Questa struttura urbana ha sviluppato negli abitanti l’ingegno di raccogliere e distribuire l’acqua in ogni casa, scavando delle cisterne. Matera, Città millenaria, inserita nel bacino del Mediterraneo, guarda Maria come la “Grande Madre”, come Colei dalla quale scaturisce la sorgente della Vita: nel cuore del Sasso Caveoso sorge la Chiesa rupestre della Madonna de Idris con chiari riferimenti all’acqua della prima creazione e all’Annunciazione come nuova creazione. Le donne di Matera salivano, arrampicandosi lungo lo sperone di roccia, per arrivare alla chiesa e ringraziare la Madonna per il dono dell’acqua, elemento base della vita ma anche simbolo sotterraneo di Matera.

3. Terra. I prodotti della terra sono il segno della provvidenza divina. L’amore e il rispetto per la terra avevano un valore di sacralità: il ventre della vita fecondata dall’acqua.

4. Fuoco. Matera è citta di Maria e della Visitazione. Chi ha messo in movimento Maria per andare a visitare la cugina Elisabetta è stato il fuoco dello Spirito Santo che ha concepito in lei Gesù, cibo di vita eterna. La festa della Visitazione corrisponde alla festa della Madonna della Bruna che a Matera continua ad essere celebrata sempre il 2 luglio come prima della riforma del calendario liturgico. Nella civiltà contadina i pani lievitati venivano portati nei forni più vicini da alcuni garzoni che passavano a raccoglierli sistemandoli su una tavola posta sulla testa. Per sapere di chi fossero i pani, questi venivano timbrati. Il timbro, con le iniziali del capo famiglia o con un simbolo, era segno di appartenenza. Il pane diviene così il segno della comunione, della fraternità, dell’appartenenza all’unica famiglia che si nutre dell’unico pane che è sacro, che viene spezzato e distribuito dal capo famiglia ai componenti della famiglia. Esattamente come fece Gesù quando istituì l’Eucaristia.

Il logo è definito da una circonferenza che rappresenta il fulcro del tema, ovvero il Pane Eucaristico. I dodici chicchi di grano e le brattee rappresentano i dodici apostoli e l’apostolato di ogni battezzato nella direzione di una comunione di una “Chiesa in uscita”, come ospedale da campo. Il profilo dei Sassi di Matera e la croce del campanile richiamano la Chiesa locale che accoglie quella italiana per celebrare il Congresso.

 

Torniamo al gusto del pane: una riflessione a partire dal tema del prossimo Congresso eucaristico nazionale

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail

Pace in Ucraina: adorazione eucaristica il 14 settembre

 

Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) propone un gesto comunitario di solidarietà per l’Ucraina, flagellata dalla guerra che dura da vari mesi. La Conferenza Episcopale Italiana, aderendo all’iniziativa, propone un momento di adorazione eucaristica nel pomeriggio del 14 settembre, festa della Esaltazione della Croce, per invocare il dono della pace in terra ucraina.

È possibili scaricare qui il sussidio predisposto e suggerito dall’Ufficio liturgico nazionale.

Facebooktwittermail

Torniamo al gusto del pane: una riflessione a partire dal tema del prossimo Congresso eucaristico nazionale

A cura di don Daniele Piazzi, incaricato diocesano di Pastorale liturgica, la prima tappa del percorso di avvicinamento al 27° Congresso eucaristico nazionale di fine settembre a Matera

In preparazione al 27° Congresso eucaristico nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre, al quale parteciperà anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, accompagnato da una delegazione diocesana, viene proposto un percorso di approfondimento settimanale, curato da don Daniele Piazzi, incaricato diocesano per la Pastorale liturgica. Continua a leggere »

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail

Il ricordo dell’arcivescovo Cazzani a 70 anni dalla morte

Nella testimonianza di alcuni canonici il ricordo del Vescovo di Cremona dal 1914 sino alla morte, avvenuta il 26 agosto 1952: grande uomo cultura e guida salda per la Diocesi nelle due guerre mondiali

Sono trascorsi pochi giorni dal 70° anniversario di morte dell’arcivescovo Giovanni Cazzani, a Cremona dal 1914 sino alla morte, avvenuta il 26 agosto 1952. Le sue spoglie riposano nella cripta della Cattedrale di Cremona, a pochi metri dall’urna che conserva le reliquie di sant’Omobono, patrono della città e della diocesi. Originario di Samperone, in provincia di Pavia, il vescovo Cazzani è unanimemente considerato uno dei pastori più insigni della Chiesa cremonese: apprezzatissimo per la vasta cultura e la sincera pietà, guidò con mano ferma e sapiente la diocesi nel mezzo di due guerre mondiale, della dittatura fascista e del difficile tempo della riconciliazione e della ricostruzione dopo la Liberazione dal giogo nazista. Per lui è in corso il processo di beatificazione, aperto alcuni anni fa insieme a quello di don Primo Mazzolari. Continua a leggere »

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail

Card. Zuppi: “senza passione per l’uomo domina l’algoritmo”

Il Presidente della CEI protagonista del Meeting di CL a Rimini

È nell’incontro con l’altro e nella passione per l’uomo che si rafforza la nostra identità. Ne è convinto il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, che oggi pomeriggio, al Meeting di Rimini, ha dialogato con Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia dei popoli. “Anche la nostra sofferenza – ha sottolineato Zuppi – trova risposta nell’incontro con l’altro. La passione per l’altro ci fa capire chi siamo”. L’individualismo al contrario invece di renderci più forti, “ci rende deboli, e ci riempie di paure: che sono sempre di più e nascono da un ‘io’ isolato. L’individualismo – ha poi sottolineato – diventa anche nazionalismo: un grande io che difende tanti io isolati”. “Il male ci isola” è stato il monito lanciato dal cardinale dal palco del Meeting che ha voluto ricordare il dramma di Civitanova Marche che ha portato all’uccisione, il 29 luglio, del venditore ambulante nigeriano, Alika Ogorchukwu: “Se quello lì fosse stato tuo padre, tuo fratello – ha detto il cardinale rivolgendosi direttamente al pubblico presente – gli saresti saltato addosso. C’è stata polemica su quello che si poteva fare, sul ‘non si è fatto niente’: non so, forse c’è stata la paura che ha bloccato le persone ma tirare fuori il telefonino no: questo fa parte della vita pornografica, priva di compassione. È sempre una questione di compassione. Siamo fatti per volere bene: se non c’è questo, la vita è un’altra cosa, si vive per se stessi”. Questione di passione, appunto: se viene meno, ha aggiunto Zuppi, “l’algoritmo è più forte, lo strumento ci fa diventare oggetto. Gli algoritmi non sono mai ininfluenti sulla nostra vita. Ci sono tanti algoritmi a cui a volte ci affidiamo e che determinano, spesso, il corso degli eventi”. Se c’è il deserto spirituale è proprio perché c’è bisogno di acqua. Perché don Giussani era interessato a Pasolini? Perché Pasolini cercava l’uomo. La libertà della passione è quella di poter raggiungere le domande vere, con libertà e anche la passione per l’uomo. C’è bisogno di acqua: l’acqua della passione che dobbiamo cercare insieme”.

AgenSir
Facebooktwittermail