Archivi della categoria: Riccardo Benotti (AgenSir)

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Attacco alla parrocchia di Gaza. Telefonata del Papa al patriarca Pizzaballa: “farò tutto il possibile perché si fermi l’inutile strage di innocenti”

Nella mattinata di venerdì 18 luglio Papa Leone XIV ha telefonato al patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, per informarsi della situazione a Gaza, dove il patriarca si trova in visita, e sulle condizioni di padre Gabriele Romanelli e degli altri feriti durante l’attacco che giovedì 17 luglio ha colpito la parrocchia della Sacra Famiglia. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.

Il Papa ha espresso “sostegno e affetto a tutta la comunità raccolta attorno alla parrocchia e a quanti soffrono per la violenza”, ribadendo “la sua intenzione di fare tutto il possibile perché si fermi l’inutile strage di innocenti”.

Insieme al patriarca, Leone XIV ha rivolto il pensiero “a tutte le vittime innocenti, a quelle dell’attacco del 17 luglio e a tutte quelle di questo tempo di dolore in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente”.

In tarda mattinata, il Pontefice ha contattato anche padre Carlos Ferrero, provinciale dell’Istituto del Verbo Incarnato, cui appartiene padre Romanelli, “manifestando la sua vicinanza anche a quanti della comunità, fedeli e religiosi, erano con lui”.

Il Papa assicura a tutti “la sua preghiera e il suo incessante impegno per la pace, unica via che preserva l’umanità di tutte le parti”.

 

Vicinanza e solidarietà alla parrocchia Sacra Famiglia di Gaza

Riccardo Benotti (AgenSir)
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Giornata dei nonni e degli anziani, Leone XIV: “Visitare un anziano è incontrare Gesù”

Nel messaggio per la V Giornata mondiale che si celebrerà il 27 luglio, il Papa invita a visitare gli anziani come gesto di speranza e carità concreta: “Sono primi testimoni di fede. Le nostre comunità creino reti di cura e gratitudine per abbattere l’indifferenza”

“Visitare un anziano è un modo per incontrare Gesù, che ci libera dall’indifferenza e dalla solitudine”. Si apre con questo forte richiamo alla concretezza della carità il messaggio di Papa Leone XIV per la V Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebrerà domenica 27 luglio sul tema “Beato chi non ha perduto la sua speranza”. Il Pontefice richiama le figure bibliche di Abramo e Sara, Zaccaria ed Elisabetta, ricordando che “vecchiaia, sterilità, declino sembrano spegnere le speranze di vita e di fecondità di tutti questi uomini e donne”, ma che Dio sorprende sempre con il suo intervento di salvezza. Continua a leggere »

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Obolo di San Pietro: “Sostiene la carità e la missione del Papa e della Santa Sede”

Il prefetto della Segreteria per l’Economia spiega il significato ecclesiale e gestionale dell’Obolo di San Pietro: non solo un aiuto materiale, ma un gesto di comunione, corresponsabilità e sostegno alla missione pastorale, spirituale e culturale del Papa in tutto il mondo

L’Obolo di San Pietro non è una semplice colletta, ma un atto di corresponsabilità ecclesiale che unisce i fedeli di tutto il mondo attorno alla missione del Papa. In vista della Giornata per la Carità del Papa, celebrata il 29 giugno, il prefetto della Segreteria per l’Economia, Maximino Caballero Ledo, spiega il valore spirituale, pastorale e gestionale di questo strumento di solidarietà, tra trasparenza, fiducia e partecipazione alla missione universale della Santa Sede. Continua a leggere »

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Giornata del Ringraziamento. Cei: “dal Giubileo un appello alla rigenerazione della terra”

terra natura

“Il Giubileo ci insegna ad essere grati per i doni che riceviamo e a non dimenticare mai che la terra è di tutti”. È quanto si legge nel messaggio della Cei per la 75ª Giornata nazionale del Ringraziamento, che si celebrerà il 9 novembre. Continua a leggere »

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Leone XIV: pubblicati stemma e motto “In Illo uno unum”

Sono stati pubblicati lo stemma e il motto ufficiale di Papa Leone XIV. Lo stemma raffigura uno scudo diviso diagonalmente in due settori: nella parte superiore, su sfondo azzurro, compare un giglio bianco, simbolo di purezza; nella parte inferiore, su sfondo chiaro, è rappresentata un’immagine che richiama l’Ordine di Sant’Agostino: un libro chiuso sul quale si trova un cuore trafitto da una freccia. Continua a leggere »

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CEI: Papa Francesco pastore di tutti, che ha amato davvero i suoi sino alla fine

Il messaggio di cordoglio della Presidenza della CEI

“Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”. Le parole del Vangelo di Giovanni “sembrano oggi più che mai adatte a descrivere il Pontificato di Francesco”, scrive la Presidenza della Cei in una nota diffusa il 22 aprile. Continua a leggere »

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Papa Francesco: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”

“Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!”. Con questo saluto Papa Francesco si è affacciato brevemente dalla loggia centrale della basilica vaticana, prima della lettura del messaggio Urbi et Orbi. Subito dopo, a sorpresa, è salito sulla papamobile ed è uscito dall’Arco delle Campane per salutare i presenti, che erano circa 50mila. È la sua prima uscita in auto scoperta dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli del 23 marzo. … Continua a leggere »

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Card. Zuppi: «La Pasqua ci sfida a non cedere alla logica delle armi»

Il card. Zuppi richiama i cristiani a vivere la Pasqua come impegno concreto per la pace, la riconciliazione e la fraternità, in un tempo segnato da guerre, divisioni e ferite da sanare, verso il Giubileo della speranza

«Credere nella Pasqua significa non arrendersi al male». Parte da questo richiamo il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, per rileggere il significato profondo della Risurrezione oggi. In un tempo segnato da fragilità, guerre e divisioni, la Chiesa è chiamata a custodire e testimoniare la speranza. Dalla vicinanza a Papa Francesco al Cammino sinodale, fino al Giubileo, l’invito è a trasformare la fede pasquale in gesti concreti di riconciliazione, misericordia e fraternità.

La Pasqua ci chiama a rinnovare il senso della comunione nella Chiesa, fondata sulla carità e sulla fedeltà. In questo tempo in cui Papa Francesco affronta un periodo di convalescenza e fragilità fisica, quanto è importante che la Chiesa italiana esprima la sua vicinanza al Santo Padre, testimoniando quell’unità che è già segno della Risurrezione?
«È fondamentale: in questa condizione di fragilità, la sua figura diventa ancor di più motivo di attenta comunione. E la comunione è un legame delicatissimo, intimo, profondo, che unisce coinvolgendo tutta la vita. La Chiesa in Italia continua a stringersi al suo Pastore, testimone di quell’amore a Cristo che non smette di insegnarci che il più grande è colui che serve. Ringraziamo Papa Francesco che, con il suo ministero, conferma i fratelli nella fede e presiede la Chiesa nella carità. Essendo quella italiana la Chiesa più vicina, siamo spinti ancora di più a far nostro il suo messaggio, a condividere le sue preoccupazioni per il servizio al Vangelo e al mondo».

Anche i non credenti hanno espresso affetto e vicinanza al Papa.
«Mi ha molto colpito il fatto che tutti, indistintamente, credenti e non credenti, abbiano manifestato la loro vicinanza e il loro affetto, pregando per la sua salute. È un segno di unità di cui abbiamo bisogno e anche di come

la figura di Papa Francesco unisce tutti i cercatori di speranza, i giusti, coloro che hanno a cuore la casa comune».

In un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche e guerre, la Pasqua ci richiama al messaggio di pace e riconciliazione. Quale ruolo può svolgere oggi la Chiesa nel promuovere un dialogo autentico tra le nazioni e nel contrastare la logica del riarmo, affinché la speranza pasquale si traduca in impegni concreti per la costruzione di un ordine mondiale più giusto e pacifico?
«Credere nella Pasqua significa non arrenderci al male anche quando sembra vincente, definitivo, inesorabile. È proprio nel buio della sofferenza che vediamo la luce della Risurrezione, la forza di Gesù che vince il male, la potenza del perdono e della misericordia che sconfigge l’odio e la violenza. La speranza cristiana non è un po’ di benessere a poco prezzo, che tranquillizza e isola senza affrontare il nemico della vita.

In questo tempo di conflitti, di divisioni, di sentimenti nazionalisti senza quelli di dialogo e di unione tra i Paesi, di linguaggio greve e pieno di insulti tra le persone e le nazioni, il servizio della Chiesa per l’unità diventa luce di speranza.

Non dimentichiamo che il saluto di Gesù risorto è “pace”: queste parole, che ci ha consegnato, sono una responsabilità perché questo annuncio possa incarnarsi nelle contraddizioni della storia e nelle fatiche dell’umanità».

Come possono i cristiani tradurre la speranza in gesti concreti?
«Come Maria che ai piedi della croce non si rassegna al dolore e alle tenebre, la Chiesa non si rassegna alle guerre e ai conflitti, al ricorso alle armi anziché al dialogo per risolvere i conflitti. Bisogna pregare, ma occorre anche tradurre questo impegno in azioni di riconciliazione, di ascolto e dialogo sincero, facendosi tessitori di unione in ogni contesto, pacifici nelle parole e nei comportamenti, capaci di vedere nell’altro sempre un fratello e mai un nemico, un estraneo da cui difendersi, da giudicare. Come dice Papa Francesco nella Bolla di indizione di questo Giubileo: “È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte? Il Giubileo ricordi che quanti si fanno ‘operatori di pace saranno chiamati figli di Dio’ (Mt 5,9). L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura” (Spes non confundit, 8). Il Papa ci coinvolge tutti nel cercare la pace e ricorda alla diplomazia di individuare con creatività spazi di trattative e ai politici di non avere paura di costruire la pace».

La vitalità della Chiesa italiana è emersa con forza durante la Seconda Assemblea sinodale. Come può lo slancio sinodale aiutare le comunità cristiane a incarnare lo spirito pasquale di una Chiesa viva, capace di ascolto, di servizio e di testimonianza nel cuore della società?
«Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato che la Chiesa è nel mondo non per occupare spazi o per gestire poteri, ma come espressione “di solidarietà, di rispetto e d’amore verso l’intera famiglia umana” (Gaudium et spes 3).

Il Cammino sinodale e le due Assemblee nazionali hanno ribadito questa urgenza: la Chiesa è nel mondo e non contro il mondo, si apre al dialogo anziché chiudersi se è la Chiesa di Cristo. La Chiesa non è un’idea ma un incontro, una relazione con al centro il Signore per cui vale la pena perdere la vita.

Ecco perché la sinodalità deve andare di pari passo con la fraternità, che ha bisogno di essere reale e non solo simbolica, vissuta più che interpretata, concretizzata oltre che teorizzata. La luce del Risorto ci ricorda che siamo riflesso dell’amore di Dio. E questo ci porta non a cercare la gloria gli uni dagli altri, ma a rivestire di amore il prossimo».

Il Giubileo invita a un cammino di rinnovamento spirituale. Considerando che la Pasqua è il culmine della speranza cristiana, in che modo la celebrazione della Risurrezione può preparare e motivare i credenti a vivere pienamente l’esperienza giubilare?
«La Pasqua è il segno più grande della speranza che non delude perché vince il nemico ultimo, la morte. La Pasqua ci incoraggia tutti a essere persone che non si arrendono, che sanno di essere più forti del male e scelgono di non essere spettatori, ma riparano come possono le relazioni, le conseguenze del male, sconfiggono la solitudine, portano il perdono, aiutano i fratelli più piccoli di Gesù».

Quale stile di vita i cristiani sono chiamati a testimoniare per umanizzare il mondo?
«La speranza non è avere tutto, ma credere che tutto è possibile perché nulla è impossibile a Dio e, come ha aggiunto Gesù, a chi crede. La speranza è il mondo nuovo che affronta quello vecchio, è seme del quale pregustiamo già i frutti che vedremo maturi solo nel cielo.

Chi ha speranza vive diversamente e sa vedere nella parzialità, che resterà sempre tale, del nostro presente la pienezza del futuro.

Vivere il Giubileo allora significa combattere il male, per realizzare la speranza di Dio sul mondo: una famiglia, dove siano fratelli tutti. I cristiani hanno la responsabilità di umanizzare il mondo e di formare persone capaci di umanizzarlo, guardando al mondo come i piccoli, per riconoscerli e legittimarli, per mettersi al loro servizio».

Riccardo Benotti (AgenSir)
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Migranti e rifugiati, p. Ripamonti (Centro Astalli): “Accompagnare, servire e difendere è segno di speranza”

Presentata a Rima la 24ª edizione del Rapporto annuale del Centro Astalli

“Accompagnare, servire e difendere le persone richiedenti asilo e rifugiate è un segno di speranza”. Lo ha detto padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, presentando a Roma la 24ª edizione del Rapporto annuale. Il documento racconta l’attività svolta nel 2024 nelle sedi di Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Vicenza, Padova, Palermo e Trento, dove sono state assistite circa 24mila persone, di cui 11mila nella sola capitale. Continua a leggere »

Riccardo Benotti (AgenSir)
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“Semi di pace e di speranza” è il tema per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato 2025

“Semi di pace e di speranza” è il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato 2025. Lo rende noto il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Il tempo del creato, iniziativa ecumenica che si svolge dal 1° settembre al 4 ottobre, avrà come tema generale “pace con il creato”, nell’anno giubilare e nel decimo anniversario della pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’”. Come testo biblico di riferimento è stato scelto Isaia 32,14-18. Continua a leggere »

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