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Sarà il «viaggio» il grande tema dell’edizione 2016 del Grest

Il 4 aprile al via in diocesi le presentazioni per sacerdoti e responsabili. Nello stesso giorno saranno svelati lo slogan e il logo

Ancora top-secret logo e slogan del Grest 2016, ma è già tempo di anticipazioni. Arrivano dal sito ufficiale www.cregrest.it che, pur con una veste che non svela tutti i particolari, intende porsi già come valido supporto alla preparazione della prossima estate oratoriana, incentrata sul tema del viaggio. Continue reading »

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Concluso il congresso provinciale delle Acli, Carla Bellani è risultata la più votata

Nel suo intervento mons. Napolioni, vescovo di Cremona ha invitato ad essere cristiani «non costretti nei recinti della Chiesa»

Nulla si è rivelato scontato: non gli interventi, non i presenti, neppure l’andamento dei lavori del XXIX Congresso provinciale delle Acli, svoltosi sabato scorso presso l’auditorium Enaip di Cremona. «Niente paura-Con le Acli attraversiamo il cambiamento» è stato il titolo, pensato richiamando quanto contenuto nella «Carta della Terra»: «La situazione attuale – si legge – non è una tragedia annunciata, ma una sfida». Una sfida, da accogliere.

Le parole del Vescovo Napolioni
Sentite ed efficaci, durante la preghiera iniziale, le parole del Vescovo Antonio, che ha ricordato come la Parola di Dio «si sia fatta carne, si sia fatta storia. Questo è il metodo di Dio: non chiacchiera, piuttosto sta zitto ed il suo silenzio prepara una nuova fecondità». Mons. Napolioni ha poi ricordato alle Acli come la priorità non sia quella dei numeri: «Abbiamo il vizio di contarci in base all’audience, ma Gesù non è venuto per l’audience; Egli è venuto per essere ascoltato, non per essere contato». Ed ancora: «Il primo grande dinamismo che il Signore ci insegna – ha proseguito – è quello di rimanere in Lui, amati e custoditi». Da qui l’indicazione, chiara, ad «essere cristiani», ma non «costretti nei recinti della Chiesa», bensì «aperti a tutti, anche a chi cristiano non sia». Il che, calato nella realtà più specificamente aclista, significa essere «nel bar, ma non da bar», perché «non siamo dei monaci, dobbiamo vivere i luoghi». Giocando con le parole, il Vescovo ha proseguito evidenziando come «Dabar», in ebraico, voglia dire «Parola di Dio» ovvero, per noi, la «Parola, che rende sacra la vita, il lavoro», lo spazio fisico ove si viva, insomma. Da qui l’invito ad evitare la «tentazione della distinzione, dell’élite», tentazione «terribile», cui ha opposto i due verbi, pronunciati da papa Francesco negli incontri avuti come Vescovo di Cremona: «Uscite» nella prima occasione e «muovetevi» nella seconda.

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L’intervento del presidente provinciale
Ha quindi coordinato i lavori il presidente regionale delle Acli, Luigi Gaffurini, che ha passato la parola al presidente provinciale, Bruno Alessio Tagliati: «Il mondo assomiglia ad una grande fabbrica della paura – ha esordito – Viviamo in un mondo malato, con ferite profonde e trascurate nel tempo». Considerazioni, da cui ha fatto discendere una prima considerazione di programma: «Oggi le Acli cremonesi intendono assumere l’approccio ecologico-sociale dell’enciclica Laudato si’, che chiede di lasciarsi interpellare dal “grido che sale dalla terra e dai poveri”». Oltre a ciò, «riconosciamo prioritari i campi di impegno che papa Francesco ha indicato ai movimenti popolari durante il suo incontro in Bolivia lo scorso luglio: il lavoro, la casa, la salute – nostra e dell’ambiente in cui viviamo -». Da qui un secco no a politiche di austerità, no al disgregarsi del welfare, ma sì al rilancio dell’occupazione ed alla redistribuzione dei redditi, ricercando nuove energie e forza nell’«Europa sociale e dei popoli e nel rafforzamento delle istituzioni internazionali». «Il nostro compito – ha detto Tagliati – è di camminare a fianco delle iniziative che nascono dal basso, vicini a quelle forme di cittadinanza attiva che, in modo autonomo dai partiti, partecipano ai problemi del territorio e si fanno interlocutori presso le istituzioni». Perciò le Acli cremonesi han già partecipato alla Rete Territoriale “Alleanza contro la povertà”, alle “Oasi” (“Organizzazioni attente alla solitudine degli individui”, sorta di sportelli “impropri” del welfare), nonché a molti altri progetti per le famiglie, per la casa, per l’inserimento locale di giovani rifugiati ed a molto altro ancora. Secondo Tagliati, «le risposte date con le riforme del mercato del lavoro – jobs act – non bastano e non mettono in discussione i presupposti di fondo, su cui si è sviluppata la situazione attuale». Per questo, le Acli, «con la Campagna 005, chiedono di tassare le transazioni finanziarie per liberare un gettito a favore del lavoro e del welfare».

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Il saluto delle autorità
Han, quindi, preso la parola le autorità presenti per un saluto. Il Sindaco, Gianluca Galimberti, facendo esplicito riferimento alla relazione del presidente Tagliati, dopo aver evidenziato una sostanziale condivisione degli ideali, delle modalità e degli obiettivi, ha voluto sottolineare anche alcune criticità: il rischio che, a suo avviso, si percepisca la società civile in contrapposizione ai partiti, che si respiri una sorta di presa di distanza della prima rispetto ai secondi, come se alcune «esperienze ecclesiali» avessero «sedimentato una differenza ed una diffidenza» verso il Palazzo; inoltre, la necessità di ripensare il rapporto con la finanza in maniera non dicotomica: «Non basta Banca Etica – ha spiegato – servono capitali per attuare quell’innovazione tecnologica nel mondo del lavoro, oggi assente. Bisogna per questo ricostruire rapporti».

Daniela Polenghi, presidentessa del Forum del III settore, ha ripreso la provocazione relativa al rapporto tra società civile e partiti: «Bisognerebbe ragionare su chi si sia allontanato da chi e da che cosa – ha detto -. È un discorso di priorità».

Il segretario provinciale della Cisl, Giuseppe Demaria, a nome dei sindacati confederali, ha invitato non solo a ripensare «la rappresentanza, che è in crisi», bensì il ruolo della donna, chiamata ad «essere lavoratrice, ma anche sposa e madre» in una «società ancora troppo rigida». In un contesto così è, insomma, urgente «favorire la natalità e la maternità».

Il senatore Luciano Pizzetti, Sottosegretario di Stato del ministero per le Riforme Costituzionali, ha invitato le Acli a muoversi «dentro una politica di respiro», per evitare «la crisi del sistema democratico, che è ad un passo». Da qui, il parlamentare cremonese ha preso spunto per difendere gli aspetti positivi introdotti, a suo giudizio, dal Jobs Act e dal sistema di riforme immaginato dal governo circa gli istituti delle leggi di iniziativa popolare e dei referendum.

Il direttore della Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti, ha sottolineato come si faccia «veramente poco» per l’accoglienza dei rifugiati, di cui colpiscono «la grande fede e la speranza», anche in contesti di grave difficoltà.

Michele Fusari, presidente territoriale Crema-Cremona-Lodi di Mcl, forte degli oltre 6 mila iscritti in zona, ha lanciato un pressante invito alle Acli a «fare rete».

Il consigliere regionale, Carlo Malvezzi, ha richiamato invece l’urgenza di porre maggiore attenzione al «principio di sussidiarietà», oggi trascurato: «I nuovi diritti si stanno trasformando nella negazione dei diritti degli altri – ha osservato -, specie di quelli dei più poveri e dei più deboli». Ha poi lamentato come i «corpi intermedi», oggi, non vengano «considerati dei valori, bensì degli ostacoli», mentre sarebbe opportuno, in merito, un ripensamento.

Il Sindaco di Sospiro, Paolo Abruzzi, intervenuto in rappresentanza dell’Area Vasta (ex-Provincia di Cremona), ha evidenziato come l’«antipolitica abbia radici remote e profonde» e come ciò spinga ad interrogarsi se si ritenga che la politica serva «perché utile o perché al servizio».

Si è quindi entrati nel vivo dei lavori congressuali col dibattito, cui han fatto seguito l’assemblea dei presidenti delle strutture di base, le votazioni su mozioni e ordini del giorno, infine l’elezione del nuovo consiglio provinciale, chiamato a guidare le Acli cremonesi per i prossimi quattro anni. Presenti 125 delegati accreditati sui 132 complessivi, tutti i 31 circoli erano rappresentati. Carla Bellani è risultata la più votata.

Mauro Faverzani

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I RISULTATI DELLE VOTAZIONI

I votanti 119 (a scrutinio segreto, due le schede bianche) sui 125 aventi diritto hanno scelto:
1.   BELLANI Carla
2.   TAGLIATI Bruno
3.   PELLEGRINI Claudio
4.   FUSAR POLI Giovanni
5.   BERGAMASCHI Luciano
6.   VEZZOSI Antonio
7.   BERETTINI Francesco
8.   ANTONIOLI Diego
9.   BARCHIELLI Mauro
10. MINELLI Mariuccia
11. ZUCCHELLI Adelio
12. PERNA Maria Cristina
13. SCOTTI Federico
14. TAGLIATI Alice
15. IACCHETTI Gianni
16. ROSSI Antonella
17. RAVARA Marco

Primi non eletti
18. CE’ Silvana
19. SEGALLA Paolo
20. PINI Marcello
21. NASSANO Aldo
22. AROLDI Fabrizio

Assemblea dei Presidenti di Circolo (28 su 31 i partecipanti).
Gli otto consiglieri provinciali eletti con voto palese unanime
BONFANTI Ida (Bosco ex Parmigiano)
CAFFELLI Francesco (Casalmaggiore)
CONTARDI Maurizio (Chieve)
DOLDI Antonio (Crema)
FERRARI Umberto (Rivolta d’Adda)
GAIMARRI Giuliano (Regona)
PONZONI Renato (Cremona-B.CHiari)
ROSA Cesarino (Martignana di Po)

Gli 11 delegati eletti per acclamazione che parteciperanno al  Congresso regionale a Como il 9 aprile
BARCHIELLI Mauro
BELLANI Carla
BERGAMASCHI Luciano
DOLDI Antonio
IACCHETTI Gianni
OLIVA Ennio Roberto
PELLEGRINI Claudio
SCOTTI Federico
TAGLIATI Bruno Alessio
ZAVAGLIO Andrea Tommaso
ZIGLIANI Bortolo

Cinque i delegati eletti per acclamazione che parteciperanno al 25° Congresso Nazionale
( Livorno 5-8 maggio)
BELLANI Carla
OLIVA Ennio Roberto
PELLEGRINI Claudio
TAGLIATI Bruno Alessio
ZUCCHELLI Adelio

La prima eletta con più voti, Carla Bellani,  convocherà a breve il consiglio provinciale per l’elezione del presidente, la presidenza, i revisori dei conti e il rappresentante al Consiglio regionale Acli

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A Pizzighettone la memoria della nascita e del battesimo di San Vincenzo Grossi

La Messa è stata presieduta dall'arcivescovo Brugnaro affiancato dal vescovo Napolioni. Al termine della Messa, cui hanno preso parte le Figlie dell'Oratorio, è stato proposto dal Coro San Vincenzo Grossi il canto “Un prete contento”

Giornata di particolare significato quella di domenica 6 marzo a Pizzighettone. L’occasione era la memoria di san Vincenzo Grossi, il sacerdote originario di Pizzighettone e che fu parroco nella frazione di Regona, canonizzato il 18 ottobre scorso a Roma da Papa Francesco, a pochi giorni dall’anniversario della sua nascita e del suo battesimo (9 marzo 1845). Continue reading »

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Dall’8xmille un contributo di 459mila euro per i beni culturali ecclesiastici cremonesi

Nella scelta favorite le piccole comunità che hanno meno disponibilità finanziaria. Mons. Bonazzi: "Spiace non metter mano a chiese importanti come S. Omobono, S. Lucia e S. Vincenzo"

Anche quest’anno i Vescovi delle diocesi italiane sono stati invitati a inoltrare le richieste sui fondi dell’8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i delegati vescovili. Fondi che interessano diversi ambiti propri dei beni culturali: quali immobili sottoposti a vincolo, come le Chiese e le loro pertinenze (case parrocchiali o vicariali, oratori..), impianti di sicurezza per le stesse, archivi, biblioteche, musei, restauro organi storici, associazioni di volontariato.

Le richieste inoltrate per la diocesi di Cremona sono sulla base dei budget a disposizione: 350.000 euro per i beni immobili; 13.000 per musei, 13.000 per le biblioteche (anche per quelle di ordini religiosi); 13.000 per gli archivi; 19.000 per gli impianti di sicurezza; il 40% sull’importo delle spese per il restauro degli organi; 10.000 per le Associazioni. La sintesi nella seguente tabella:

Riepilogo-controbuti

Come si può osservare è sempre stato chiesto il massimo per ogni voce, ad eccezione degli archivi (mancano i presupposti giuridici), musei (si sta elaborando il progetto) e il volontariato (non esistono associazioni diocesane che abbiano come finalità la tutela dei beni culturali).

Si può notare anche che due sono le biblioteche per le quali si sono ottenuti fondi: quella del Seminario Vescovile e quella delle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda.

La parte più consistente riguarda i beni immobili, per i quali da qualche anno, vista la crisi economica, occorre prestare attenzione poiché i fondi 8×1000 possono coprire al massimo la metà della spesa; l’altra è a carico della Parrocchia. Purtroppo non sempre è possibile inoltrare richiesta per alcune chiese proprio perché la Parrocchia non è in grado di garantire la restante copertura finanziaria.

Il criterio di scelta è nelle mani di una Commissione diocesana che propone al Vescovo quanto ipotizzato; ed è il Vescovo a inoltrare direttamente a Roma la richiesta.

Per quest’anno la richiesta, procedendo, come sempre, con il criterio di favorire le piccole comunità che hanno meno disponibilità finanziaria, riguarda le coperture delle chiese parrocchiali di Villastrada (Dosolo – MN), Castelfranco d’Oglio (Drizzona – CR) e di Gombito (CR). Ha avuto fondi anche la Parrocchia di Casalbuttano, che si è trovata ad affrontare diversi lavori sia per la sagrestia che per l’Oratorio. E Villa Pasquali (Sabbioneta), che aveva già avuto contributi nell’anno 2012/2013: trattasi di una bellissima Chiesa – del Bibbiena – posta in una piccola comunità. Si è dovuto modificare il regolamento nazionale per avere i fondi necessari per l’intervento della zona absidale, fessurata anche per i terremoti del 2012.

Avuta certezza del contributo il 1 dicembre 2015, il giorno seguente alla scadenza della richiesta (30 novembre), i lavori sono già iniziati a Castelfranco, Villastrada e Casalbuttano, mentre Gombito e Villa Pasquali stanno predisponendo l’inizio o hanno già iniziato, ma non è stata ancora completata la documentazione per accedere alla prima rata.

Gli impianti di sicurezza sono stati stanziati per le Chiese di Romanengo, Casalbuttano (Santuario della Graffignana), Cassano d’Adda (Chiesa di S. Antonio), S. Martino in Beliseto e Villastrada.

L’organo storico è quello della Chiesa Parrocchiale di Soresina.

Qualcuno può affermare che si tratta di somme relativamente significative, ma nel panorama di povertà che caratterizza anche le comunità parrocchiali questi contributi risultano invece indispensabili per la conservazione dei luoghi di culto: il contesto verso il quale si sta andando, considerato che non esistono le possibilità economiche per mantenere aperte tutte le chiese, anche quelle di un valore religioso e storico-artistico elevato, è quello di chiuderne alcune per il culto. Spiace, ad esempio, rimanendo nel solo ambito della città, non metter mano a chiese importanti, come S. Omobono, S. Lucia e S. Vincenzo. Chissà se in un prossimo futuro sarà possibile concretizzare qualcosa.

mons. Achille Bonazzi
responsabile Ufficio diocesano
per i Beni culturali ecclesiastici

Nella foto la chiesa di Villa Pasquali opera del Bibiena

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Sabato 12 marzo pellegrinaggio notturno dei giovani delle zone IX e X al Santuario della Fontana

L'apputamento per gli over 17 è presso la chiesa parrocchiale di Ponteterra. Dalle 18.30 servizio navetta da Casalmaggiore

Le Commissioni di Pastorale giovanile delle zone IX e X propongono per sabato 12 marzo una interessante iniziativa per vivere al meglio la Quaresima del Giubileo della misericordia. I giovani delle due zone sono invitati a mettersi in cammino dalla chiesa parrocchiale di Ponteterra al Santuario della Madonna della Fontana per andare incontro al Signore crocifisso e risorto e per approfondire i temi proposti dal Papa Francesco per l’Anno santo. Continue reading »

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Dal curare al prendersi cura: a Sospiro un corso per volontari che si occupano di assistenza ai malati terminali

Quattro incontri di formazione proposti dalla parrocchia in collaborazione con l'ufficio diocesano di pastorale della salute

Prenderà il via nel mese di aprile un corso base per quanti desiderano, a titolo volontario, occuparsi dell’assistenza ai malati terminali. Un’iniziativa proposta dalla parrocchia di Sospiro, in collaborazione con l’ufficio diocesano di pastorale della salute, che si inserisce a pieno titolo nel contesto del Giubileo della misericordia  e che si rivolge a quanti desiderano portare conforto e sostegno alle persone sofferenti, per le quali le cure mediche si rivelano poco risolutive. Si tratta dunque di una preziosa e delicata missione alla quale è necessario accostarsi non solo con grande motivazione, ma anche dopo aver maturato una adeguata formazione.

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“I movimenti popolari come segno di misericordia. Casa, terra lavoro, secondo Papa Francesco e il vescovo Romero”: il 12 marzo convegno al Centro pastorale diocesano di Cremona

L'evento promosso nel 36° anniversario della morte dell'arcivescovo di San Salvador

Sabato 12 marzo, alle 15.30 presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, si terrà l’annuale convegno promosso nell’ambito dell’anniversario della morte di mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, che il 24 marzo del 1980 fa fu ucciso mentre era sull’altare per la celebrazione della Messa. “I movimenti popolari come segno di misericordia. Casa, terra lavoro, secondo Papa Francesco e il vescovo Romero” è il titolo dell’incontro. Continue reading »

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Mons. Napolioni ai militari: “Siate come il centurione sotto la croce, con il dito puntato verso l’amore, la verità e la bellezza della vita”

Lunedì 7 marzo Forze armate e di polizia in Cattedrale per la consueta Messa in preparazione alla Pasqua. A presiederla per la prima volta il vescovo Antonio.

L’augurio del vescovo Antonio ai militari e alle forze di polizia radunati in Cattedrale per la consueta celebrazione in preparazione alla Pasqua è stato con lo sguardo rivolto all’imponente affresco della Crocifissione, dipinto in controfacciata. Quasi riportando all’oggi quel centurione sotto la croce (il sottufficiale di un tempo e il maresciallo di oggi, ha detto) ha rivolto a tutti i presenti l’augurio “di essere questo dito puntato verso l’amore, la verità e la bellezza della vita”. Continue reading »

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Otto marzo: serve proprio raggiungere la parità con il «sesso forte»?

La provocazione di Nicoletta D'Oria Colonna, operatrice di Caritas cremonese e referente del progetto «Pronto Intervento Donna»

È una grande responsabilità parlare oggi del senso dell’otto marzo. Perché significa parlare del senso dei diritti delle donne, per le donne. Nel senso che vorrei capire che cosa intendiamo noi donne per “diritti”. Abbiamo lottato per il voto, ma a votare ci andiamo poco, abbiamo voluto il divorzio, ma a sposarci ci andiamo meno, vogliamo leggi per la maternità ma i figli non li facciamo, abbiamo voluto la libertà di disporre del nostro corpo ma poi ci offendiamo perché ci considerano oggetti …

Care donne come me, è questa la nostra libertà? E a che punto siamo con la parità? È aumentato il numero delle donne lavoratrici, ma a parità di titoli guadagniamo il 30% in meno degli uomini, siamo ancora alquanto escluse sia dai vertici della vita economica che politica. Anche nel delicato tema della procreazione è entrato il commercio, un commercio “della riproduzione umana” che mette in circolo somme da capogiro e incrementa le disuguaglianze tra pari e lascia scorgere il dolore dei figli di madri mercenarie. Quindi forse ci stiamo sbagliando. Forse ci siamo lasciate ingannare. Perché la verità è che forse non abbiamo bisogno di raggiungere la parità con il “sesso forte”, non ci interessa, non ci serve. Per noi non è la strada giusta, dobbiamo cambiare senso di marcia. Abbiamo bisogno di vederci riconosciuti diritti nostri.

Mi piace rileggerlo così questo otto marzo. Come la presa di coscienza delle donne della necessità di ottenere diritti propri e propri riconoscimenti, in nome dell’unicità di ciascuno di noi e dell’originalità e della specificità proprie della donna. L’uomo e la donna hanno pari dignità di fronte a Dio ma sono profondamente diversi. Già ventotto anni fa Giovanni Paolo II nella “Mulieris Dignitatem” affermava che “esiste il fondato timore che su questa via la donna non si realizzerà, ma potrebbe invece deformare e perdere ciò che costituisce la sua essenziale ricchezza”. Non bisogna, per esempio, correre il rischio di ridurre la maternità ad un ruolo sociale che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non lascia spazio al “genio femminile”, non la valorizza. Ma non bisogna nemmeno promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti agli uomini abbandona ciò che è la caratteristica femminile con i suoi tratti unici e preziosi.

Perché non ci riprendiamo il privilegio di essere donne, destinate ad accogliere la vita non solo procreando ma prendendoci cura del genere umano e del creato in tutte le modalità che la fantasia ci saprà suggerire? Dice Erri de Luca che “in nome del padre inaugura il segno della croce. In nome della madre si inaugura la vita” e in effetti con la maternità Dio ha affidato l’uomo, il mondo, il genere umano, alle donne. La donna, cui Dio ha affidato il prezioso compito della cura, si renda promotrice e responsabile di un amore asimmetrico perché incondizionato e unilaterale. L’uomo non può esistere “solo” ma soltanto in relazione a qualcun altro. Realizziamoci dunque, donandoci, accogliendo, incontrando.

Apriamoci al mondo con responsabilità, e amando, cerchiamo di capire veramente di cosa abbiamo bisogno, quale senso vogliamo dare alla nostra esistenza, alle nostre richieste. E che gli uomini vadano pure a comprarci le mimose. Le faremo fiorire.

Nicoletta D’Oria Colonna
Operatrice Caritas cremonese
e referente del progetto “Pronto Intervento Donna”

 

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«Le nostre comunità non smettano di generare»: il messaggio del Vescovo ai Focolarini nella Messa a San Francesco d’Assisi

Il 7 marzo il vescovo Antonio ha incontrato i rappresentanti del Movimento, nell'ottavo anniversario della morte della fondatrice Chiara Lubich.

Molti focolarini e simpatizzanti sono accorsi alla celebrazione eucaristica che il Vescovo ha presieduto lunedì 7 marzo nella parrocchia di San Francesco d’Assisi in Cremona. A radunare i fedeli la commemorazione dell’anniversario della morte di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, scomparsa il 14 marzo 2008 dopo una vita spesa a trasmettere con le parole e con le opere i valori della fraternità universale e il dialogo tra i popoli. Continue reading »

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