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Al Museo Civico di Cremona lavori in corso alla sala Cremona dove tornerà l’Armadio del Platina

Chiusura del cantiere entro il mese di gennaio, quindi l’installazione dell’Armadio di proprietà del Capitolo della Cattedrale. Dopo l’estate l’inaugurazione. Il sindaco: “Sarà un evento per la città”

Sopralluogo del sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, al Museo Civico dove da dicembre sono in corso i lavori per la climatizzazione della sala Cremona. L’intervento, costato 175mila euro, è stato fortemente voluto dall’Amministrazione, di concerto con il Perinsigne Capitolo della Cattedrale e con la Soprintendenza, dopo aver accertato l’inadeguatezza della sala del Quattrocento ad ospitare l’Armadio del Platina, restaurato nel 2007. La sala Cremona, che già prima del restauro ospitava il prezioso Armadio, è stata individuata come nuova sede perché ha caratteristiche dimensionali e fisiche appropriate. Continua a leggere »

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Accoglienza diffusa: il bilancio dell’attività coordinata sul territorio della Coop. Nazareth

Intervista alla vicepresidentessa Giuseppina Biaggi: “Nei prossimi mesi la fase più delicata, quella dell'autonomia. Dovremo avere comunità attente e preparate”.

È ormai un dato consolidato il fatto che il flusso migratorio crescente a cui si sta assistendo non rappresenta una situazione emergenziale straordinaria, ma il riflesso di un quadro geopolitico instabile che da anni scuote gran parte dell’Africa e del Medio-Oriente. Proprio a partire da questa consapevolezza in questo anno pastorale la Chiesa cremonese è stata chiamata a prendere coscienza del fenomeno, con una riflessione che possa portare a concreti passi di accoglienza, che in questo Anno giubilare rappresentano vere e proprie opera di misericordia. Continua a leggere »

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“Servite Domino in laetitia”: ecco lo stemma del nuovo vescovo di Cremona

Chiari i riferimenti alla sua esperienza di vita, con un richiamo a Papa Francesco e Paolo VI, agli Scout e anche al fiume Po

“Servite Domino in laetitia” (Servite il Signore nella gioia): è questo il motto dello stemma araldico del nuovo Vescovo di Cremona. L’immagine, che rispecchia quanto previsto dalla tradizione araldica, propone diversi richiami all’esperienza di vita e di fede di mons. Antonio Napolioni: non manca un richiamo di riconoscenza nei confronti di  Papa Francesco e Paolo VI e il riferimento all’esperienza scoutistica, senza tralasciare la terra che il Santo Padre gli ha affidato come pastore, con il fiume Po presente nello stemma.

Secondo la tradizione araldica ecclesiastica cattolica, lo stemma di un Vescovo è tradizionalmente composto da:

  • uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altro;
  • una croce astile a un braccio traverso, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;
  • un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3.), il tutto di colore verde;
  • un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.

La croce astile è di tipo “trifogliato”, gemmata con cinque pietre rosse che richiamano le Cinque Piaghe di Cristo.

Si è qui adottato uno scudo araldico di foggia “inglese”, in omaggio alla terra di Sir Baden-Powell, fondatore dello “scautismo”, per richiamare il forte legame di Mons. Napolioni con lo scautismo cattolico.

 

Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo del Vescovo Napolioni

“Inquartato: nel 1° d’azzurro, all’ombra di sole d’oro caricata del trigramma IHS di nero; nel 2° d’argento, a un monte all’italiana di sei cime di verde movente dalla partizione; nel 3° d’argento, alla gemella ondata d’azzurro posta in fascia; nel 4° di rosso, al giglio del terzo” (consulenza del dott. Renato Poletti).

 

Il motto: SERVITE DOMINO IN LAETITIA

Le parole scelte da Mons. Napolioni per il proprio motto episcopale sono tratte dal Salmo 99,2, che custodisce uno splendido invito: “servite il Signore nella gioia”. L’invito a tutti i popoli della terra a riconoscere l’unico Dio e a servirlo, cioè obbedire al suo disegno, che ha come centro l’uomo stesso. Il salmista invita a servirlo nella gioia, cioè con la gratitudine, l’esultanza di chi si riconosce amato e salvato da Dio. Sono parole che rivelano il senso della vita e della missione di una Chiesa locale e del suo Vescovo, come di ogni credente e di ogni uomo. Mons. Antonio vi riconosce la trama della propria vicenda umana e cristiana, della vocazione che il Signore ha voluto per lui, della missione che ne costituisce l’orizzonte.
La ricerca della gioia, infatti, muove sempre il cuore umano, sin dalla giovinezza, all’incontro, al rischio, all’esperienza, talvolta anche allo slancio del servizio. Ma solo la grazia di incontrare il Signore Gesù permette di scoprirne e gustarne la pienezza. E la letizia perfetta – come insegna San Francesco d’Assisi, riecheggiando Gc 1,2 – non è disgiunta dalla croce, che ci mostra l’infinito amore che Dio ha per noi.

 

Interpretazione

Il sole con le lettere IHS (Iesus Hominum Salvator) è esplicitamente ripreso dallo stemma di papa Francesco, quale segno di gratitudine per la sua paternità e, più ancora, per esprimere la centralità di Cristo, sole che sorge, non tramonta e che dà vita. Egli, il Cristo Signore, è “lumen gentium”, il cui fulgore non può essere vinto dalle tenebre del mondo. Il sole è in oro, primo tra i metalli nobili, quindi simbolo della prima tra le Virtù: la Fede. Infatti è tramite la Fede che ci abbandoniamo alla guida misericordiosa della luce che promana da Cristo e si riflette nell’universo.

Il monte, qui rappresentato in foggia araldica, oltre ad essere un rimando al contesto in cui il Vescovo è cresciuto, costituisce luogo fortemente evocativo dell’esperienza dell’incontro con Dio, luogo di trasfigurazione (icona venerata nel Seminario Regionale di Ancona, dove don Antonio ha prestato a lungo servizio); richiama il mistero pasquale, esperienza condivisa con famiglie e persone provate dal dolore e dalla morte.

Le due onde azzurre richiamano il fiume che bagna la città di Cremona, il Po. Inoltre, dal tempio di Cristo e della Chiesa (che coinvolge pienamente il Vescovo nella sua apostolicità) sgorga un fiume di grazia, perché “un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio” (Sal 45,5).

Il giglio, ripreso dallo stemma di Paolo VI, oltre ad onorare il Papa del Concilio Vaticano II, rimanda al nome Antonio (che significa anche: fiore) e all’esperienza scout che ha segnato il cammino umano e cristiano del Vescovo. Essendo da sempre simbolo di purezza, è anche un’immagine di chiaro significato mariano: “Eccomi, sono la serva del Signore”. (Luca 1,38). Paolo VI ha insegnato a venerare Maria come immagine e Madre della Chiesa, che a sua volta, come la luna, non vive di luce propria, ma riflette quella del suo Signore. Idea resa anche dalla differenza tra l’oro del sole e l’argento del giglio.

I colori delle campiture dello scudo sono: azzurro, colore che simboleggia l’incorruttibilità della volta celeste, le idealità che salgono verso l’alto, rappresentando quindi il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio; argento, metallo che in araldica rappresenta la trasparenza, quindi la Verità e la Giustizia, doti che devono accompagnare quotidianamente lo zelo pastorale del Vescovo e rosso, il colore intenso dell’amore e del sangue, della Carità; l’amore senza limiti del Padre che ha inviato il Figlio ad offrirsi fino all’estremo e a versare il proprio sangue per la nostra redenzione. Dal punto di vista teologico-spirituale, azzurro e rosso esprimono il mistero umano-divino dell’Incarnazione e della salvezza, che incrocia anche visivamente nello stemma le realtà umane, simboleggiate da monti e fiumi, che si trasformano in luoghi dell’incontro con Dio e dell’esperienza della Sua grazia.

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Domenica 17 gennaio a Rivarolo Mantovano la celebrazione per la Giornata del Migrante e Rifugiato. Nota degli Uffici Migrantes della Lombardia

Durante la Messa presieduta da mons. Lafranconi emetterà la professione perpetua suor Maria Regina Happy Banassan, superiora delle Suore di Nostra Signora di Nazareth

Domenica 17 gennaio si celebra la 102esima Giornata mondiale del Migrante e Rifugiato. Come consuetudine, la ricorrenza avrà anche un eco diocesano con la Messa che l’amministratore apostolico, mons. Dante Lafranconi, presiderà alle 15 nella chiesa parrocchiale di Rivarolo Mantovano, mensilmente punto di ritrovo del gruppo di nigeriani della zona. A caratterizzare la celebrazione anche la professione perpetua di suor Maria Regina Happy Banassan, delle Suore di Nostra Signora di Nazareth. In vista della Giornata gli Uffici Migrantes delle diocesi lombarde hanno predisposto una nota, focalizzata sulle attuali problematiche legate ai flussi migratori.

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Prosegue il corso di formazione per operatori e volontari del Centro Aiuto alla Vita e del Movimento per la Vita

Giovedì 14 gennaio al Consultorio UCIPEM il dottor Emiliani terrà una conferenza dal titolo: «I nuovi scenari dell'accoglienza o del rifiuto della vita nascete»

Riprende giovedì 14 gennaio presso il Consultorio UCIPEM di via Milano 5 a Cremona, il corso di formazione e di aggiornamento per operatori e volontari del Centro di Aiuto alla Vita e del Movimento per la Vita. Si tratta di un percorso articolato in otto tappe, per approfondire vari aspetti legati al tema dell’accoglienza e del supporto alla vita umana nascente che ha avuto inizio lo scorso dicembre con un incontro tenuto dal dottor Alberto Rigolli, specialista in ostetricia e ginecologia all’ospedale di Cremona, sulla legge 194 che regola l’aborto chimico e chirurgico. Il 14 gennaio, invece, toccherà al dottor Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita di Cremona e del Forum dell’Associazione Familiari, che approfondirà il tema: «I nuovi scenari dell’accoglienza e del rifiuto della vita nascente». Giovedì 28 gennaio, invece, la prof. Milena Fracassi, il dottor Paolo Reggiani e la signora Lidia Santi tratteggeranno la storia del Movimento per la Vita e del Centro Aiuto alla Vita in Italia e a Cremona.

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Domenica 10 l’ingresso del cremasco mons. Manenti a Senigallia

Domenica 10 l'ex vicario generale di Crema giunge nella diocesi marchigiana

Domenica 10 gennaio la Chiesa di Senigallia accoglierà il suo nuovo vescovo, monsignor Franco Manenti. Il presule, originario della diocesi di Crema, incontrerà alle 15 nel piazzale dell’Opera Pia Mastai-Ferretti gli anziani e i malati. Quindi i giovani lo accompagneranno nel centro storico dove alle 15.30 è in programma in piazza Roma l’incontro con la città e con le autorità civili. Alle 16.30 la Messa in cattedrale. “Non una parata o una cerimonia – spiega un comunicato della diocesi marchigiana – ma una festa di popolo, il grazie condiviso per questo momento così significativo”.

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Una preghiera per i Vescovi Antonio e Dante. Indicazioni dall’Ufficio liturgico per la preparazione all’ordinazione e all’ingresso del nuovo Vescovo

Nella preghiera dei fedeli del 17 e 24 gennaio il ricordo dell’Amministratore apostolico e del Vescovo eletto. Venerdì 22 l’intenzione delle Messe per il vescovo Dante, venerdì 29 per il vescovo eletto Antonio.

Fervono i preparativi in Diocesi in vista della Messa di ringraziamento a conclusione del ministero episcopale del vescovo Dante Lafranconi, nel pomeriggio di sabato 23 gennaio (ore 16), e dell’Ordinazione episcopale con Ingresso in Diocesi del nuovo vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, in agenda il 30 gennaio. Entrambe le celebrazioni si svolgeranno in Cattedrale dove domenica 7 febbraio, alle 20.30, il Coro Voci Bianche del Teatro alla Scala di Milano sarà protagonista di una serata musicale per i due Vescovi. In preparazione ai due importanti eventi di gennaio l’intera Chiesa cremonese è invitata a prepararsi spiritualmente. L’Ufficio per il Culto divino, diretto da don Daniele Piazzi, inoltre, offre alcune linee guida ad uso delle parrocchie. Predisposta anche una preghiera per i due Vescovi. Continua a leggere »

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Sabato 16 gennaio nella Biblioteca del Seminario la storia dell’ebreo Sidney Zoltak nel Displaced Persons Camp di Cremona

L’incontro, nell'ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria, si terrà alle 17 in sala lettura a cura dalle bibliotecarie Roberta Aglio e Monica Feraboli insieme ad Angelo Garioni

Sabato 16 gennaio, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona, in via Milano 5, nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria, sarà presentata la storia di Sidney Zoltak, ebreo nato in Polonia, che ha trascorso i suoi primi 14 anni nel paese natale e poi ha peregrinatio per l’Europa, per poi arrivare a Cremona, dove è rimasto per quasi due anni nel Displaced Persons Camp, un campo di raccolta per profughi ebrei sito nel “Parco dei monasteri”. La vicenda di Sidney Zoltak sarà presentata attraverso le parole del suo volume e la narrazione delle vicende che lo portarono a scegliere poi la strada del Canada. L’incontro (ore 17), aperto a tutta la cittadinanza, è curato dalle bibliotecarie Roberta Aglio e Monica Feraboli insieme all’architetto e studioso di storia locale Angelo Garioni. Continua a leggere »

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Mazzolari tra i giusti dello Yad Vashem? La riflessione di don Bignami

E mercoledì 13 ricorre il 126° anniversario della nascita di don Primo. Tutte le iniziative legate alla commemorazione

Mercoledì 13 ricorre il 126° anniversario della nascita di don Primo Mazzolari e, come ogni anno, alla cascina S. Colombano, luogo di nascita del parroco di Bozzolo, dalle ore 16.30 si terrà una commemorazione. Venerdì 15 presso la parrocchia del Boschetto si ricorderà don Primo, a partire dalla sua particolare attenzione al tema della pace. Alle ore 21 interverranno don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Mazzolari e Guido Regonelli, regista che aveva riservato particolare attenzione alla figura del parroco di Bozzolo nel suo documentario «Cremona 1943». Essi presenteranno «Il massaggio di pace di Mazzolari all’epoca della terza guerra mondiale a pezzi», alla luce del quale si potrà riflettere sulla situazione conflittuale del mondo di oggi, intravedendo anche possibili strade da percorrere, ispirati dall’eredità di questo grande sacerdote. In vista di questi due appuntamenti proponiamo un intervento di don Bignami sulla possibilità di vedere Mazzolari tra i “Giusti” di Yad Vashem.

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Gli incontri interzonali sul Convegno ecclesiale di Firenze per preti e operatori pastorali

Venerdì 15 al santuario di Caravaggio e al centro parrocchiale di Soresina, venerdì 22 al Centro pastorale di Cremona e nella parrocchia di S. Stefano a Casalmaggiore

Nell’intento di comunicare il messaggio del convegno ecclesiale nazionale di Firenze e riflettere su come questo evento interpelli l’azione pastorale della Chiesa, la diocesi propone alcuni incontri di carattere interzonale durante i quali si confronteranno un laico, facente parte della delegazione diocesana all’assise nel capoluogo toscano e un presbitero, responsabile di uno degli uffici pastorali diocesani.Venerdì 15 gennaio, alle ore 21, al Centro di Spiritualità del Santuario di Caravaggio, incontreranno le zone prima e seconda il dottor Mattia Cabrini, che ha fatto parte della delegazione cremonese, e don Parlo Arienti, docente di ecclesiologia e direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile. La stessa sera, al centro parrocchiale di Soresina, relazioneranno per le zone dell’alto cremonese la prof. Paolo Bignardi, già presidente diocesana e nazionale di Azione Cattolica, e don Luigi Donati Fogliazza, vicedirettore dell’ufficio catechistico, entrambi membri del gruppo diocesano che ha seguito i lavori dell’assise fiorentina.

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