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Le date di ingresso dei nuovi parroci nominati da mons. Napolioni

Tra settembre e ottobre in programma ben nove celebrazioni di immissione dei nuovi pastori. Tutte saranno presiedute dal vescovo Antonio

Saranno settimane molto intense per mons. Napolioni quelle di settembre e ottobre. Il presule, infatti, dovrà presiedere diversi ingressi di parroci, recentemente nominati. Seguendo la bella consuetudine del suo predecessore, mons. Dante Lafranconi, il nuovo pastore della Chiesa cremonese presenterà personalmente i nuovi parroci alle comunità presiedendo la celebrazione eucaristica di immissione.

Si inizierà domenica 4 settembre, alle 10.30, a Pizzighettone: nella chiesa parrocchiale di San Bassiano sarà inaugurata la nuova unità pastorale che comprende le cinque parrocchie del comune (San Bassiano, San Pietro in Gera, San Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona e la Beata Vergine del Roggione) e che sarà retta da tre parroci in solido: don Andrea Bastoni, don Attilio Spadari e don Gabriele Battaini. Don Bastoni, già collaboratore parrocchiale, diventa anche moderatore della nuova unità pastorale; don Spadari lascia la comunità di Soresina dove era anch’egli collaboratore e don Battaini si congeda da Covo dove esercitava il ministero di vicario d’oratorio. Tra agosto e settembre si congedano da Pizzighettone il parroco don Enrico Maggi, che diventa incaricato dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali e il vicario don Andrea Lamperti Tornaghi che si occuperà dell’oratorio di Pandino.

Sempre domenica 4 settembre, ma alle 17.30, nella basilica di Santa Maria Assunta e San Sigismondo a Rivolta d’Adda farà il suo ingresso mons. Dennis Feudatari, già parroco di Sant’Agata-Sant’Ilario, che sostituisce mons. Alberto Pianazza deceduto improvvisamente il 9 febbraio scorso in casa parrocchiale.

Domenica 11 settembre sarà la volta di don Irvano Maglia, già delegato episcopale per la pastorale: alle ore 10 nella chiesa cittadina di Sant’Agata il vescovo Antonio presiederà il suo ingresso come parroco anche della comunità di Sant’Ilario. Le due parrocchie cittadine finora sono state guidate da mons. Feudatari.

Nel tardo pomeriggio di domenica 18 settembre toccherà a don Enrico Trevisi, finora rettore del Seminario vescovile, che inizierà il suo ministero di parroco nella popolosa comunità cittadina di Cristo Re prendendo il testimone da don Gianni Cavagnoli.

E proprio don Cavagnoli sarà protagonista sabato 24 settembre, alle 18.30, della celebrazione di immissione nella parrocchia di San Francesco in città. Il noto liturgista cremonese sostituirà don Giampaolo Maccagni divenuto vicario episcopale per la pastorale e per il clero.

Nella mattinata di domenica 2 ottobre nella chiesa di Covo farà il suo ingresso don Lorenzo Nespoli che si congeda dalle parrocchie di Cella Dati, Derovere e Pugnolo per sostituire don Sergio Maffioli che ha lasciato la guida della comunità bergamasca per raggiunti limiti d’età.

Domenica 9 ottobre due altri ingressi: al mattino don Claudio Rossi, proveniente da San Felice-San Savino, nella parrocchiale di Torre de’ Picenardi sarà immesso nelle comunità di Torre, San Lorenzo Picenardi, Pozzo Baronzio e Ca’ d’Andrea lasciate da don Giampaolo Rossoni che nelle scorse settimane è stato protagonista di un grave incidente stradale. Nel pomeriggio mons. Napolioni sarà a Derovere per l’ingresso di don Umberto Zanaboni, già vicario a Caravaggio, che diventa parroco anche di Cella Dati e Pugnolo.

Infine nel pomeriggio di sabato 15 ottobre nella chiesa di San Felice (Cremona) mons. Napolioni presiederà l’ingresso di don Gianluca Gaiardi che assumerà anche la responsabilità pastorale della comunità di San Savino. Don Gaiardi, che sostituisce don Claudio Rossi, finora è stato vicario di S. Maria Immacolata e S. Zeno in Cassano d’Adda.

 

Come si svolge il rito di insediamento

I riti di insediamento dei nuovi parroci sono sempre celebrati durante la S. Messa festiva presieduta (o prefestiva) dal vescovo mons. Antonio Napolioni.  Solitamente il Vescovo e la nuova guida della comunità giungono processionalmente al sagrato della chiesa dove ricevono il benvenuto del sindaco o del rappresentante dell’amministrazione comunale. Quindi, dopo il saluto liturgico del Vescovo, che  apre la celebrazione eucaristica, il vicario zonale, in assenza del Cancelliere, legge il decreto di nomina. Il nuovo parroco asperge poi l’assemblea con l’acqua benedetta e incensa la mensa eucaristica.

A seguire un rappresentate del consiglio pastorale parrocchiale porge al nuovo parroco il saluto da parte dell’intera comunità. Al termine dell’omelia, tenuta dal Vescovo, il nuovo parroco recita da solo la professione di fede (Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. Solo al termine della celebrazione il nuovo pastore prende la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani e i ringraziamenti.

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Messa in suffragio di mons. Dante Caifa il 5 agosto in Cattedrale

La celebrazione è promossa dall'associazione M. A. Ingegneri che gestisce la scuola di musica sacra che porta il nome del grande sacerdote compositore

Venerdì 5 agosto, alle ore 18, in Cattedrale sarà celebrata un’Eucaristia di suffragio per mons. Dante Caifa nel tredicesimo anniversario della sua scomparsa. La celebrazione è promossa dalla scuola diocesana di musica sacra che porta proprio il nome del sacerdote-musicista e sarà presieduta da mons. Alberto Franzini, parroco del massimo tempio cittadino e presidente dell’Associazione M. A. Ingegneri che gestisce la scuola.

Don Caifa è stato uno dei protagonisti della vita musicale cremonese del secondo novecento, fondò e diresse per lunghi anni il Coro Polifonico Cremonese e poi a partire dal 1992 ricostituì la Cappella musicale della Cattedrale di cui fu direttore fino al 1997. Nel 1986 fondò insieme al cav. Arvedi e da altri membri del Comitato per l’Organo della Cattedrale la scuola d’organo che ha contribuito a formare decine di organisti diocesani.

 

Biografia di mons. Caifa

Nato a Vescovato nel 1920, don Caifa divenne sacerdote nel 1943 e l’hanno successivo mons. Cazzani lo assegnò alla Cattedrale come vicario. Nominato Maestro di Cappella e organista della Cattedrale di Cremona nel 1964 (sostituì il grande Federico Caudana), mons. Caifa è stato tra i fondatori della Scuola d’organo e, dal 1994 (anno della sua costituzione), presidente dell’Associazione “M. A. Ingegneri”, di cui la Scuola è diretta emanazione.

Diplomato in Direzione di coro (1949) e Composizione (1951), insegnante di musica in Seminario, mons. Caifa ha rappresentato per oltre mezzo secolo il principale punto di riferimento della musica sacra cremonese.

Dopo aver fondato il Coro Polifonico Cremonese, nel 1992 mons. Caifa ha ricostituito la Cappella Musicale della Cattedrale di cui è stato direttore sino al 1997.

Musicista raffinato e di raro talento, le sue musiche – prevalentemente dedicate alla pratica corale – sono state raccolte e pubblicate in occasione del 60° anniversario di ordinazione sacerdotale (1943-2003) nell’antologia:
 “Messe, mottetti e varie composizioni” a cura di Marco Ruggeri
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Con il congedo da Wola Batorska terminata la Gmg polacca dei pellegrini cremonesi: ora inizia la Gmg della quotidianità

Prima della partenza per l'Italia un momento insieme alla comunità locale con tanti grazie e l'arrivederci a Cremona

Wola Batorska ribattezzata Wola Cremoska. La Gmg ha lasciato il segno nel villaggio sul fiume Vistola, nella provincia di Malopolska, nel distretto di Wieliczka, a circa 30 chilometri da Cracovia, dove dal 25 luglio il gruppo cremonese è stato ospitato. Continue reading »

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La prossima Gmg a Panamà. Nella Messa al Campus Misericordiae Papa Francesco: “Il Vangelo navigatore sulle strade della vita!”

Un milione e seicentomila giovani presenti all'incontro conclusivo della Gmg polacca: tra loro anche 600 cremonesi con il vescovo Antonio Napolioni

Si celebrerà nel 2019 a Panamá la prossima Giornata mondiale della gioventù, dopo le due a livello diocesano. Lo ha annunciato ufficialmente Papa Francesco al termine della Messa che, celebrata domenica 31 luglio al Campus Misericordiae di Cracovia, ha chiuso ufficialmente l’incontro mondiale dei giovani in Polonia. Continue reading »

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Gmg, il Papa alla veglia: “Andate per le strade seguendo la pazzia del nostro Dio”

Nella veglia del 30 luglio al Campus Misericordiae il Pontefice ha invitato a costruire ponti, evidenziato che “il tempo che oggi stiamo vivendo non ha bisogno di giovani-divano, ma di giovani con le scarpe”

Una serata di riflessione e preghiera, ma anche musica, spettacolo e festa. Questi i tratti distintivi della veglia dei giovani della Gmg con Papa Francesco la sera di sabato 30 luglio al Campus Misericordiae, nella periferia di Cracovia. Continue reading »

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Deceduta Fanny Donelli Capodaglio, vincenziana testimone di carità, fede e umanità

Già presidente del Consiglio centrale della San Vincenzo, si è dedicata con generosità alle Cucine Benefiche, al Focolare Grassi e ha animato le Conferenze parrocchiali, in particolare quella di Cristo Re

Persona molto conosciuta in città, soprattutto dai più poveri, Fanny Donelli Capodaglio ha accolto la morte dopo una lunga vita spesa per la sua famiglia già gravemente provata e per quelli che avevano poco o nulla, per gli ultimi. Continue reading »

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I primi cremonesi già arrivati al Campus della Misericordia per la conclusione della Gmg

Sabato sera a partire dalle 19 la grande veglia con il Papa, che domenica mattina, dopo la Messa, annuncerà luogo e data del prossimo incontro mondiale dei giovani

Tutto pronto per la solenne conclusione della Gmg 2016. I circa 600 cremonesi in terra polacca stanno raggiungendo il luogo dell’incontro con Papa Francesco: il Campus della Misericordia. Sito in località Brzegion (zona dell’attività economica di Wieliczka), copre un’area di circa 255 ettari. In questo sito è stato recentemente costruito un centro per anziani e malati, una struttura che proprio il Santo Padre sarà chiamato a benedire. Continue reading »

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«L’Europa ritrovi il suo patrimonio spirituale». L’analisi di don Franzini dopo l’uccisione di padre Hamel

Il parroco della Cattedrale di Cremona è intervenuto con un editoriale, che pubblichiamo integralmente, sul numero del 28 luglio 2016 del settimanale locale "Mondo Padano"

Pubblichiamo un editoriale di mons. Alberto Franzini, apparso sul settimanale “Mondo Padano” del 28 luglio 2016, a proposito dell’uccisione di padre Jacques Hamel da parte di due fondamentalisti islamici nella chiesa di St. Etienne nei pressi di Rouen.

E così il terrorismo è arrivato a colpire una chiesa, un prete, una comunità cristiana. E stavolta non in qualche nazione del Medio Oriente o dell’Africa – dove in questi anni, tra l’indifferenza pressochè generale,  non si contano gli attentati e i morti nelle chiese cristiane – ma in Normandia, in quella Francia diventata uno dei bersagli preferiti dei terroristi islamisti. Stavolta non è stata una strage (tra le vittime, oltre ai due giovani attentatori, “solo” un anziano prete, don Jacques Hamel, e con lui feriti due parrocchiani), ma si è voluto colpire un simbolo tra i più forti e tra i più identitari non solo della Francia, ma dell’intera Europa. La chiesa, quella di St Etienne dissacrata da un atto barbarico, è per i cristiani il luogo della preghiera per eccellenza. E un anziano prete – che tutti, musulmani compresi, hanno descritto come un  uomo di pace e di fraternità – ucciso come un agnello mansueto nella funzione più nobile, la celebrazione della messa, è l’incarnazione dell’esperienza cristiana, è il simbolo del discepolo di Colui che, dall’alto del patibolo a Gerusalemme, ha avuto parole di perdono per i suoi persecutori.

Di fronte a questa ennesima azione di odio, di sangue e di violenza, compiuta (per emulazione, per debolezza psichica, per mandato di altri?…) da due ragazzi giovanissimi, al grido di “Allah è grande”, restiamo ammutoliti. E ci chiediamo: perché sta succedendo tutto questo? E come dobbiamo reagire?

La prima domanda ci interpella come europei. Perché la Francia e l’intera Europa sono così duramente e barbaramente attaccate? Gli analisti troveranno ragioni politiche, finanziarie, economiche, culturali. Ma da qualche anno mi vado sempre più convincendo che: la nostra Europa è malata di anoressia spirituale, di spossatezza morale, di sfinitezza esistenziale. Da troppo tempo .si respira nella nostra vecchia Europa un’aria stanca, L’Europa sembra stanca di se stessa, stanca della storia che l’ha resa protagonista sulla scena mondiale, vergognosa delle sue radici e del suo patrimonio valoriale. Papa Francesco aveva già sottolineato questa stanchezza dell’Europa, nel suo appassionato discorso al Parlamento di Strasburgo nel novembre 2014 e aveva usato un’immagine significativa: il tronco dell’albero, se si perdono le sue radici, si svuota e muore, e i suoi rami, un tempo rigogliosi e diritti, si piegano verso terra e cadono. Il Papa si era anche soffermato sulla malattia più grave dell’Europa di oggi: quella della assolutizzazione dei diritti soggettivi, che favorisce quella globalizzazione dell’indifferenza che nasce da una visione antropologica riduttiva: la persona umana viene ritenuta incapace di ricercare e di accogliere la verità, e quindi di vivere un’autentica dimensione sociale. E’ l’attenuarsi e il venir meno di una robusta concezione antropologica – nata e cresciuta grazie soprattutto al fiorire del cristianesimo, all’apporto del cristianesimo circa il valore incommensurabile della persona umana – che  la linfa della nostra Europa si è come rinsecchita. Riaffiorano, prepotenti e quanto mai attuali, gli accorati interrogativi di Papa Francesco a Strasburgo, rivolti all’Europa: “Dov’è il tuo vigore? Dov’è quella tensione ideale che ha animato e reso grande la tua storia? Dov’è il tuo spirito di intraprendenza curiosa? Dov’è la tua sete di verità, che hai finora comunicato al mondo con passione?”

Se l’Europa è affetta dal morbo della perdita dell’autostima, essa offre al mondo, e anche alle frange terroristiche, un non volto, ossia un’identità vuota, facilmente attaccabile.  La sua debolezza – la nostra debolezza! – è la migliore esca per coloro che vogliono, per qualsiasi motivo, colpire e distruggere l’identità europea, che si è andata costruendo lungo i secoli: una identità che si è invece improvvisamente rinnovata nell’uccisione dell’anziano prete di St. Etienne in Normandia, risvegliando nel fiume carsico di una Francia laicizzata una linfa che non si è mai del tutto spenta.

L’evento drammatico che si è consumato in quella cittadina della Normandia  ha prepotentemente ridestato nel cuore dei popoli europei tutta la vitalità e la ricchezza della testimonianza cristiana, tutta la sconvolgente novità e fecondità, anche culturale e sociale, di un messaggio, quale quello cristiano, che sembrava moribondo,  deprezzato, ritenuto ingombrante e “sorpassato” come ferro vecchio e, talvolta, perfino deriso da parte di una cultura dominante sedicente “progressista”; un messaggio – una “buona notizia” – che, paradossalmente grazie al martirio di quell’anziano prete  è riapparso sulla scena della nostra vecchia e stanca Europa come ancora capace di offrire le energie più autentiche per far fronte alle sfide di questo nostro tempo.

Come dobbiamo reagire? A questo secondo interrogativo le risposte sono molteplici. Certo, i responsabili dell’ordine pubblico si trovano davanti a una guerra inedita, che necessita di strumenti eccezionali di intelligence e di sorveglianza del territorio per garantire il massimo di sicurezza ai cittadini. Si vorrebbe anche  che il mondo musulmano alzasse la sua voce, forte, chiara e senza ambiguità, nel condannare queste azioni violente. Ma è l’intera nostra società che è  chiamata a rivedere i propri modelli di pensiero e di cultura. Il nostro Continente non può limitarsi ad utilizzare solo l’alfabeto della finanza, dell’economia, della politica, della burocrazia. Deve, anche grazie ai padri fondatori che l’hanno ideata e voluta, riscoprire l’immenso patrimonio, umanistico e cristiano, che l’hanno forgiata lungo i secoli.

I Vescovi francesi, riuniti a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù, hanno risposto con parole sapienti – tolte dal linguaggio cristiano –  all’uccisione di don Jacques, invitando i cattolici francesi a una giornata di preghiera e di digiuno:  Il male non lo si vince con il male, ma con il bene, ci ricorda San Paolo. Solo buttandoci a capofitto in un rinnovato e saggio impegno educativo, che sappia suscitare nelle giovani generazioni un profondo rinnovamento morale e una convinta ripresa di stima verso la nostra più genuina tradizione,  potremo uscire da quella desertificazione spirituale e da quelle secche culturali che rendono fragile e inerme la nostra Europa.

La piccola chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray può diventare il grembo di una rinascita del nostro Continente. Può diventare il simbolo delle tantissime chiese disseminate nei nostri paesi e nelle nostre città, dove ancora si prega e si celebra l’evento più grande della storia, ossia il sacrificio pasquale di Cristo. E don Jacques può diventare il simbolo di tanti preti, di tanti cristiani, di tante persone buone che, nella quotidianità mediaticamente dimenticata di tante giornate, offrono con l’umiltà di una testimonianza anonima ma appassionata, ciò di cui ogni persona può andar fiera e ciò di cui il mondo ha più bisogno che mai: l’amore a Dio e agli altri. Semplicemente. Grandiosamente.

Don Alberto Franzini
Parroco della Cattedrale di Cremona

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Congresso eucaristico di Genova: il messaggio dei Vescovi

Dal 15 al 18 settembre si celebrerà nella città della Lanterna il grande evento ecclesiale dal titolo: «L’Eucaristia sorgente della Missione: “Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro”»

Dal 15 al 18 settembre 2016, si celebrerà nelle Chiese particolari di tutta Italia il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale, che culminerà nelle giornate conclusive a Genova, città che fu sede dell’evento nel 1923. Il tema del Congresso è: «L’Eucaristia sorgente della Missione: “Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro”». Si tratta di un appuntamento che ha una oggettiva centralità nella esperienza della fede ed è avvertito come una singolare grazia per esprimere in modo pubblico la propria appartenenza ecclesiale.

A Genova, il Congresso inizierà per i soli Delegati diocesani –  per la nostra diocesi sarà mons. Antonio Trabucchi – giovedì 15 settembre, mentre per i Vescovi e la Delegazione diocesana nel primo pomeriggio dei venerdì 16 settembre e terminerà domenica 18 settembre con la celebrazione della S. Messa presieduta dal card. Bagnasco, nominato dal papa Francesco suo inviato speciale.

Da alcuni giorno è disponibile sia in formato digitale che in versione cartacea il Messaggio dei Vescovi italiani in preparazione al grande evento ecclesiale: una proposta di itinerario in quattro tappe per vivere una rinnovata esperienza di Dio, che “esce da se stesso per salvarci” e ci spinge a “farci prossimi” per annunciarlo.

Scarica il messaggio dei vescovi italiani

Il sito del Congresso Eucaristico di Genova

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La seconda catechesi dei cremonesi con il vescovo Antonio. Al termine piantata una quercia nel ricordo di questa Gmg

Spunto per la riflessione di venerdì 29 luglio è stata la testimonianza di Francesco Pirini che nel settembre del 1944 perse tutta la propria famiglia nell'eccidio nazista che a Cerpiano, nel Bolognese, portò alla morte di ben 770 persone

Nella mattinata di venerdì 29 luglio, mentre Papa Francesco entrava in silenzio ad Auschwitz e Birkenau, i giovani presenti alla Gmg si sono incontrati per il loro secondo giorno di catechesi. Anche questa volta il gruppo cremonese si è ritrovato nella chiesa parrocchiale di Wola Batorska (dove è ospitato per il pernottamento nelle famiglie) insieme ai coetanei della diocesi di Crema. A guidare la meditazione questa volta è stato proprio il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che all’inizio, scherzando sulla rivalità tra Cremona e Crema, ha ricordato come nella Chiesa tutti sono una grande famiglia. Continue reading »

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