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Scelte vocazionali: è questione di metodo

Venerdì 21 aprile in Cattedrale una serata per aiutare i giovani a pregare. Dal Vescovo l'invito a vivere l'esperienza di Taizé

Una serata di stampa vocazionale, ma non per suggerire un certo tipo di scelta, quanto piuttosto per insegnare un metodo che potrà portare a cogliere, accogliere e scegliere la propria vocazione. Questo lo stile della serata svoltasi venerdì 21 aprile in Cattedrale. Un incontro rivolto a giovani, svolto in uno stile abbastanza insolito. Lo si intuiva già dalla disposizione dei posti a sedere: non rivolti verso l’altare maggiore, ma guardando la controfacciata del Duomo. Continue reading »

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Messaggio pasquale del Vescovo: «È il Signore!»

Il messaggio di auguri di mons. Antonio Napolioni ai cremonesi

Di seguito pubblichiamo il messaggio pasquale che il vescovo Antonio Napolioni rivolge alla Diocesi attraverso i mezzi della comunicazione sociale.

 

Carissimi fratelli e amici,

80 anni fa don Primo Mazzolari pubblicava uno splendido testo dal titolo Il buon samaritano, dandoci provocazioni vere e sempre attuali. Nel messaggio per la Quaresima, con gli impegni concreti che ne scaturivano, abbiamo già fissato lo sguardo sulla compassione di quello straniero, quasi un “senza-Dio”, che però sorpassa le pigrizie e le scuse di quanti, come il sacerdote e il levita, “passarono oltre”, lasciando il malcapitato sulla strada, mezzo morto. Ma il Papa ci ricorda che il vero cristiano non “passa oltre”, non guarda dall’altra parte, non si rifugia nell’indifferenza davanti alle sofferenze dei fratelli. È chiaro, ma qualcosa ci impedisce di viverlo!

Proviamo a rifletterci ancora. Rientrati dal bel pellegrinaggio diocesano sui Luoghi Santi, mentre si avvicinano i Giorni Santi della Passione del Signore, e pregustiamo già l’incontenibile gioia della Pasqua, il tema del “passaggio” bussa ancora al nostro cuore, perché se ne dilati il senso, e il desiderio.

 

Un passaggio epocale

Alle nostre generazioni è capitato di vivere in questo tempo, di rapidissimi e sconvolgenti mutamenti, in cui vediamo realtà che appaiono in crisi e vanno scomparendo, mentre fatichiamo a decifrare il futuro, il nuovo, l’orizzonte. Testimoni di assurda e vile violenza su inermi ed innocenti, in un travaglio che sembra non aver fine. In mezzo al guado, non sappiamo se tornare indietro (sarebbe impossibile) o passare all’altra riva, con tutte le sue incognite. Chi ci guiderà?

Credo che i giovani, quando non sono precocemente influenzati dal pessimismo degli adulti, siano i più capaci di osare, di fermarsi ad ascoltare le voci e interpretare le lingue, senza paura di diventare cittadini del mondo. E credo che Gesù, il Vivente, possa parlarci anche attraverso di loro, profeti del Regno di Dio anche senza saperlo. Per questo, sviluppiamo in ogni parrocchia la preparazione del Sinodo dei Giovani, per non restare indietro nel cammino.

 

Il passaggio dell’angelo

Il libro dell’Esodo, che rileggiamo in questo tempo, narrando la prima Pasqua, ci mostra il passaggio dell’angelo sterminatore che, nella notte della liberazione dalla schiavitù, “passa oltre” le case degli Ebrei, riservando morte e terrore a quelle dei nemici. Un linguaggio duro, che tuttavia esprime la fedeltà di Dio al suo progetto di salvezza. Così, il popolo dei poveri può “passare il mare” camminando all’asciutto, prima di attraversare il deserto e giungere alla terra promessa.

Quella notte le famiglie erano riunite, a gruppi, per mangiare la Pasqua: anche nel buio del presente, la Chiesa raduna le famiglie, o quanto resta di esse, per un banchetto di speranza, aperto a tutti. Il nuovo Agnello, col suo sangue, ricostruisce le case e le relazioni, mai abbastanza antisismiche, se non le stabiliamo sulla roccia della Sua Parola. La potenza della Liturgia cristiana sgorga dalla Pasqua e offre a tutti, anche quest’anno, un nuovo inizio.

 

Il passaggio del Signore

La vita con la sua complessità, e la grazia con la sua fantasia, chiamano alla fede, che riconosce il Risorto, e grida con gioia: “E’ il Signore!”. Mi auguro che questa continua riscoperta corra di bocca in bocca, rincuorando ogni sforzo di comunione, vero segno del passaggio del Signore nelle nostre vite. Imparando a non trascurare nessun frammento del corpo di Cristo, la Chiesa sparsa in paesi e parrocchie, nascosta nei letti di dolore e nei grembi gravidi di vita.

Questo è l’augurio di chi è stato inviato ad essere testimone del Risorto, indegno ma necessario segno dell’Unico Pastore: veder crescere l’unità del gregge, l’armonia nella famiglia, la testimonianza della carità. Da questo riconosceranno Colui in cui crediamo, da quanta cura avremo gli uni per gli altri. Gli impegni della Quaresima potranno diventare i frutti della Pasqua, e i nuovi progetti per la quotidianità.

Maria, la Madre che non passa invano, che non abbandona nessuno dei suoi figli, che raccoglie nel suo abbraccio ogni volto che Le rammenti il Figlio, ci precede nel cammino. Come sicuro segno di speranza.

Buona Pasqua a tutte le nostre famiglie e comunità.

 

+ Antonio, vescovo

 

Il testo del messaggio (pdf)

 

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“Laboratori del bene comune” a Vescovato

Riproposta anche quest’anno l’iniziativa promossa in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro

Tornano anche quest’anno a Vescovato i “Laboratori del bene comune” promossi dalle Zone pastorali 7 e 8 insieme all’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro. Tre gli incontri in programma, da metà aprile a inizio di maggio, in tre mercoledì sera presso l’oratorio “La Rocca”. Continue reading »

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DettoFatto: dopo gli incontri per i responsabili del Grest, in agenda le serate di presentazione per gli animatori

Nuova formula a iscrizione per le due serate di Cremona (30 aprile) e Caravaggio (7 maggio): gruppi accolti solo prenotati e accompagnati

Si sono concluse negli oratori del Boschetto (a Cremona), di Mozzanica e Casalmaggiore le presentazioni del Grest 2017 ai responsabili, sacerdoti e laici chiamati a pensare la preparazione e la gestione delle attività di “DettoFatto. Meravigliose le tue opere”. Lo staff della Federazione Oratori Cremonesi ha predisposto la condivisione del progetto educativo che Cremona, in forte sinergia con tutte le diocesi lombarde, ha prodotto e che è confluito negli strumenti del Grest 2017 editi da ODL (Oratori Diocesi lombarde). Continue reading »

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Marcia per la Vita del 20 maggio a Roma: da Cremona un pullman

L'iniziativa rilanciata dal Movimento per la Vita e il Centro Aiuto alla Vita di Cremona. Iscrizioni entro il 5 maggio

Anche il territorio cremonese prenderà parte alla settima “Marcia per la Vita” che sabato 20 maggio si terrà a Roma (dalle 15.30 con partenza da piazza della Repubblica). Per favorire la partecipazione il Movimento per la Vita e il Centro Aiuto alla Vita di Cremona, in collaborazione con “Pellegrini con Gioia”, organizzano un pullman, con partenza da Cremona alle 6 del mattino e rientro previsto in nottata.

Le iscrizioni, sino a esaurimento posti, fino al 5 maggio contattando “Pellegrini con Gioia” (info@pellegrinicongioia.it; cel. 393-2841697) o Giorgio Telò (giorgio.telo@libero.it; cel. 328-0975194). Per gli adulti il costo della trasferta è di 30 euro, 10 per i ragazzi sino ai 14 anni.

 

La Marcia per la Vita

La Marcia per la Vita, giunta ormai alla settima edizione, è paragonabile, sia per le dimensioni sia per la qualità delle presenze, alle Marce che hanno una più antica tradizione. Ricordiamo, tra gli altri, gli eventi pro-life che si tengono a Berlino, Bordeaux, Bratislava, Brisbane, Bruxelles, Canada (15 città), Den Haag, Dublino, Guatemala City, Polonia (18 città), L’Aja, Lima, Parigi, Praga, Washington, Zurigo.

La Marcia per la Vita di Roma è divenuta un evento internazionale perché ad essa sono presenti rappresentanti delle principali istituzioni che operano in tutto il mondo in difesa della vita e della famiglia. Le unisce la consapevolezza della necessità di creare un fronte comune contro quelle lobby internazionali che, negli ultimi decenni, hanno operato in modo sistematico per trasformare – nel senso comune e nelle leggi – un delitto in un diritto.

Non si tratta di un’iniziativa partitica, perché è indipendente da ogni gruppo o partito politico, ma si propone di incidere sul potere legislativo, italiano e internazionale, manifestando il rifiuto di ogni legge che legalizzi l’uccisione dell’essere umano innocente. La Marcia non è neppure una iniziativa ecclesiale, perché non è promossa dalle autorità ecclesiastiche, ma da uomini e donne di buona volontà decisi a difendere quei princìpi che appartengono a tutti, credenti e laici, in quanto incisi nel cuore di ogni essere umano. E non è neppure un movimento, ma un evento che riunisce una volta all’anno a Roma, gruppi, associazioni, e soprattutto famiglie, in spirito unitario e in un clima amichevole e festoso.

La Marcia per la Vita impegna per la sua organizzazione un gruppo di volontari che lavorano per un intero anno alla sua realizzazione, senza percepire finanziamenti di nessun tipo, se non le libere offerte di coloro che ne condividono gli obiettivi.

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Il sito ufficiale della Marcia per la Vita

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Le testimonianze dei catecumeni e dei loro accompagnatori

Durante tutta la Quaresima sono state proposte all'interno della rubrica televisiva "Giorno del Signore"

Durante tutta la Quaresima la rubrica televisiva diocesana “Giorno del Signore” ha accompagnato l’ultimo tratto del cammino di formazione dei catecumeni, cui ha dato voce insieme ai propri catechisti e accompagnatori.

Di seguito tutti i video delle testimonianze e alcuni loro pensieri per aiutare a conoscere meglio le 22 persone che nella notte di Pasqua diventeranno cristiane.

 

 

Testimonianze di alcuni dei catecumeni

Salvatore, di Caravaggio: «Provengo da una famiglia cristiana per tradizione, ma non dinamica nella fede. Non so neppure perché non sono stato battezzato dai miei genitori, credo per superficialità. Adesso, in età matura, ho piena consapevolezza di questo percorso di ricerca».

Daniela Ketti, di Rivolta d’Adda: «I miei genitori fecero la scelta di non farmi battezzare e di rimandare all’età adulta questa scelta. Questo ha appesantito non poco la mia vita, perché non avevo una mia propria identità spirituale: le grandi feste di Natale e Pasqua non erano per me motivo di non appartenenza ad alcuno. E anche per i miei figli, nel loro percorso di iniziazione cristiana, questo mio retroterra ha comportato qualche sofferenza».

Roberto, di Cremona: «Per opposizione marcata e protratta di mio papà né io né mia sorella siamo stati battezzati. Il mio desiderio di essere battezzato è sempre stato presente nella fanciullezza, anche se in maniera vaga. Il forte senso religioso tradizionale della gente che mi circondava, soprattutto in Trentino dove abitavo, mi ha sempre fortemente interpellato. Con la malattia di mia sorella abbiamo cominciato a riflettere seriamente sul senso della malattia, sul dramma della vita minacciata».

Dila Leshi, Antegnate: «A causa del regime comunista non sono stata battezzata. Ma l’ho scoperto solo tre anni fa, a 48 anni: dal dolore ho pianto fortemente e ripetutamente. Adesso sono molto contenta di poter ricevere il Battesimo: sono sempre stata fedele alla preghiera che mi aveva insegnato mia nonna di nascosto da bambina».

Violeta Zefi: “In Albania la dittatura è durata fino al 1990. Successivamente, nel 1994 mi è stato offerto il Battesimo da parte di alcuni sacerdoti italiani, ma io non sapevo di che cosa si trattasse: l’ho scoperto solo venendo in Italia. Senza il Battesimo mi sento come staccata da Gesù anche se, almeno nelle grandi feste, vado in chiesa».

Lucia Evisa Selamaj: «Io ho cominciato il percorso tanti anni fa, nel 1988, ma poi l’ho dovuto interrompere. Da quando sono in Italia, grazie anche ai parroci che mi hanno accolto e mi hanno fatto sentire a casa, ho sempre frequentato l’oratorio, dando una mano soprattutto per il Grest. Siamo stati accettati come eravamo e questo è stato molto bello. Sento che il Signore è vicino e mi ascolta: ho bisogno, però, di confermare la mia fede con il Battesimo e di ufficializzarla».

Eric Yede, Cremona: “Nel mio paese di origine, la Costa d’Avorio, avevo cominciato ad andare a catechismo, ma poi mi sono ammalato gravemente e sono fuggito in Italia. Mi piace Dio! Apprezzo soprattutto il modo di amare di Gesù, il suo modo di comportarsi verso gli altri».

Yves Abo Koffi, Cremona: «Sono in Italia con i miei cari da 9 anni: sono fuggito dal mio paese per la guerra. Dio lo sento come Qualcuno vicino a me, sempre presente nella mia vita».

Nicola Sarjo, Cremona: «Voglio diventare cristiano, anche se so ancora poco del Cristianesimo. In Gambia, i miei nonni erano cristiani. Quando nel 2012 il Gambia è diventato Repubblica Islamica i miei genitori furono costretti a farsi musulmani. Mio papà è stato ucciso, ma mi ha sempre raccomandato di passare alla fede cristiana appena potevo».

Isaac Meledje, Cremona: «Ho bisogno di seguire nel mio cuore la strada di Gesù. Ho sbagliato tanto nella mia vita, troppo movimentata. Per questo ho deciso di cambiare vita, seguendo la strada di Gesù. Da piccolo ho seguito il mio cammino di crescita nella fede in una chiesa evangelica, ma poi ho cominciato, quasi senza rendermene conto, a non rispettare la Parola del Vangelo, a diventare disonesto, a fare violenza sugli altri, a ricercare carica e gioia di vita in modo sbagliato, attraverso modalità inaccettabili».

 

Testimonianza della catechista Silvana Castelli di Brignano Gera d’Adda

Di fronte alla proposta di accompagnare in un percorso di preparazione al Battesimo una persona adulta della mia comunità parrocchiale, in un primo momento ho avuto alcune riservatezze, poi ho realizzato che poteva essere un’opportunità per comunicare la bellezza del Vangelo e per dare la mia testimonianza di credente adulta.

Con Yanelis – la catecumena cubana a me affidata nella mia comunità parrocchiale, che per la prima volta in questi anni ha ricevuto la richiesta del Battesimo da parte di una persona adulta – mi incontro settimanalmente per leggere brani di Vangelo: essi richiedono una spiegazione semplice ma precisa per cogliere l’autentico insegnamento di Gesù in modo da poterlo attualizzare nella nostra vita. Mi rendo conto di non possedere un’adeguata formazione teologica, ma ogni volta che non ho la risposta pronta mi viene in aiuto lo Spirito Santo che mi illumina e mi fa riscoprire la Parola di Dio come se mi si rivelasse per la prima volta, in modo assolutamente nuovo.

Yanelis si dimostra così interessata al dialogo religioso che non manca mai all’appuntamento frequente: è facile comprendere che è anche nata una forte amicizia fra noi due, fatta di profonda stima e rispetto reciproco. Lo stupore e la gioia che manifesta questa ragazza ogni volta che viene colpita in profondità dalle parole di Gesù mi confermano che “insieme” cresciamo verso una fede più consapevole e matura. A volte mi risulta difficile spiegare dei concetti che presuppongono la conoscenza dell’Antico Testamento che lei ancora non ha, ma sperimento che l’ascolto reciproco e l’apertura di entrambe rende il linguaggio semplice e chiaro. I contenuti della fede biblico-teologici più completi e organizzati verranno con il tempo, ne sono certa.

Insieme siamo state invitate a presentare la nostra esperienza a un gruppo di ragazzi delle scuole superiori che hanno affrontato con i catechisti il tema della “conversione”. Io ho potuto dire loro che ogni incontro con lei è fonte di conversione per me: conoscere la situazione politica e sociale del popolo cubano mi fa apprezzare la democrazia e il benessere economico del nostro Paese, la mancanza di libertà religiosa mi fa rivalutare la nostra libertà, condividere la precarietà del lavoro mi fa riflettere sulle nostre sicurezze, la lontananza dalla famiglia che genera solitudine mi spinge verso gli affetti familiari…

Il confronto con lei mi ha veramente arricchita, sia dal punto di vista umano che nel cammino di fede: è dal mettersi al servizio che la fede riceve una forza nuova, una spinta in avanti. La fede si rafforza donandola, scriveva san Giovanni Paolo II nella sua Enciclica missionaria.

I momenti in cui esterna il suo entusiasmo e il desiderio di aderire alla fede cristiana con il Battesimo per me sono occasione di riscegliere un dono ricevuto da piccola – quindi un po’ inconsapevole – che, accolto, apre alla Vita.

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Il Catecumenato degli adulti

Il cammino di una intera comunità cristiana

Il Catecumenato segna un passo decisivo nella vita del richiedente adulto: non si tratta solo di fare catechismo, ma di coinvolgere il catecumeno dentro tutta la comunità di fede, a partire dai catechisti e dai garanti. Implica dunque un percorso di conoscenza della fede cristiana, soprattutto a partire dalla Parola di Dio e dalla liturgia, ma anche della vita cristiana, della sua tradizione e della sua morale. Si tratta di una conversione e di scelte di vita corrispondenti al Vangelo. Lo stesso rito dell’Iniziazione cristiana degli adulti presenta i tre gradi progressivi dell’itinerario.

1) Il pre-catecumenato o prima evangelizzazione. Ha la durata media di un anno. È il tempo della ricerca della fede in Gesù Cristo Salvatore, Figlio di Dio che rivela a noi il Padre e lo Spirito Santo, della spiritualità cristiana e degli impegni che la scelta della fede contempla nella vita.

2) Il Catecumenato vero e proprio ha mediamente la durata di un anno e mezzo. Nella Prima Domenica di Avvento si compie in parrocchia il rito di Ammissione al Catecumenato. Nella Prima Domenica di Quaresima (tempo di purificazione e illuminazione) si celebra nella celebrazione eucaristica parrocchiale il Rito dell’elezione e l’iscrizione del Nome. Nelle Domeniche seguenti: III, IV e V, si celebrano i riti degli scrutini e le consegne del Simbolo e della Preghiera del Signore. Nella Veglia pasquale, presieduta dal Vescovo, in Cattedrale, si tiene la Celebrazione dei Sacramenti dell’iniziazione. È importante che i catecumeni vengano accompagnati non solo dai loro padrini, garanti e catechisti, ma anche da un gruppo significativo della loro comunità parrocchiale.

3) La Mistagogia. In questo tempo si organizzano alcuni incontri di preghiera e di approfondimento della fede, nella propria Parrocchia e, insieme, in Diocesi, in alcune feste dell’Anno Liturgico, come nel Lunedì di Pasqua, nella Domenica in Albis e Pentecoste.

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Settimana Santa: i riti presieduti del Vescovo in Cattedrale

Le celebrazioni del Triduo saranno trasmesse in streaming sul nostro portale e su RCN. Veglia e Pontificale di Pasqua anche in tv su Cremona1

Con la Domenica delle Palme, si apre la Settimana Santa. Dopo aver vissuto con i giovani la veglia di preghiera al Palazzetto dello sport di Cremona, il vescovo Antonio Napolioni presiederà domenica pomeriggio in Cattedrale la Messa delle Palme. La celebrazione inizierà alle 17.45 nella vicina chiesa sussidiaria di S. Girolamo dove, dopo la benedizione dei rami di palma e di olivo, si snoderà la processione verso la Cattedrale. Accanto a mons. Napolioni ci saranno il vescovo emerito Dante Lafranconi e i canonici del Capitolo della Cattedrale. Continue reading »

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Venerdì Santo del silenzio e del discernimento

Il 14 aprile alle 18 in Cattedrale il vescovo Napolioni ha presieduto l’Azione liturgica della Passione e Morte di Gesù

Nel pomeriggio del 14 aprile, Venerdì Santo, il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto in Cattedrale l’Azione liturgica della Passione e Morte di Gesù. Una celebrazione iniziata nel più completo silenzio, con una breve sosta di preghiera durante la quale il Vescovo si è prostrato ai piedi dell’altare. Continue reading »

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