A Chiesa di Casa una riflessione sulla paternità: in famiglia, nella società e nella chiesa

In vista della festa del papà del 19 marzo in studio il vescovo emerito Dante Lafranconi, la giornalista Maria Acqua Simi e l'educatore Luca Maffi

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«Il mio papà è un supereroe» è una frase che molti bambini, nel corso della loro vita, hanno pronunciato almeno una volta. Nei giorni che precedono san Giuseppe – la festa del papà – anche Chiesa di casa, il talk di approfondimento della Diocesi di Cremona, ha dedicato una puntata alla figura del padre.

«Una volta il mio primo figlio mi ha chiesto se fossi l’incredibile Hulk – ha scherzato Luca Maffi, papà e coordinatore a S. Giovanni in Croce della comunità Tenda 2 – ma non penso di rappresentare un eroe. Più che altro cerco di essere un esempio per i miei figli. Il mio esserci, il sostegno che cerco di dare loro vuole essere la testimonianza di una presenza che c’è ed è pronta ad accompagnare il loro cammino di crescita. A volte facendo anche un passo indietro».

Come per tante altre figure educative, anche per quella paterna vale allora un discorso di equilibrio tra presenza e assenza. Quest’ultima, talvolta, può diventare buio. A raccontarlo è Maria Acqua Simi, giornalista cremonese che ha perso il padre quando era al liceo. «È stato uno strappo violento, che ci ha fatto male. Eppure, in quella situazione è emersa un’attenzione particolare che i miei genitori hanno avuto nei confronti di noi figli: papà e mamma, insieme, hanno saputo affidarci a una provvidenza ancor più grande, a un amore che sapevano di non poter eguagliare. Molti volti, tra cui diversi sacerdoti, ci sono stati vicini, dimostrandoci cura e affetto paterni».

L’idea di una paternità che superi quella biologica è dunque molto rilevante. Nel caso dell’esperienza cristiana, si parla a tutti gli effetti di padri spirituali, ossia «compagni di viaggio che condividono una parte di cammino con coloro che sentono il bisogno di essere affiancati», secondo monsignor Dante Lafranconi, vescovo emerito di Cremona. «Il rimando immediato è all’unico vero Padre, di cui noi uomini cerchiamo di essere strumenti per il bene dei fratelli. La sfida più grande, spesso, è quella di saper aspettare, perché i tempi di Dio non sono i nostri. In questo senso Giuseppe è un grande esempio: in una situazione molto particolare, come quella che si è trovato a vivere, da uomo di fede ha saputo fidarsi della sua sposa e affidarsi pienamente al Signore».

Parlare di padri, allora, non significa solo celebrare dei supereroi. Le riflessioni emerse dalla nuova puntata di Chiesa di casa suscitano una riflessione seria e profonda sulla paternità – in tutte le sue forme – e sul suo ruolo nella famiglia e nella società.

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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