Il Burundi e l’uccisione di tre religiose nel 2014 raccontati da Giusy Baioni

La giornalista, intervenuta il 10 novembre a Caravaggio all'evento promosso dall'Ufficio missionario, è autrice di un reportage diventato un libro

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Per la prima volta invitata da un ente ecclesiastico, Giusy Baioni ha presentato il suo libro «Nel cuore dei misteri. Inchiesta sull’uccisione di tre missionarie nel Burundi delle impunità» lo scorso venerdì 10 novembre a Caravaggio. L’obiettivo della serata, promossa dall’Ufficio missionario diocesano, era quello di parlare di missionarietà come ricerca di verità e difesa dei più deboli. L’autrice, giornalista free lance, ha raccontato, prima tramite articoli pubblicati on line dal Fatto Quotidiano e poi nel suo libro, l’inchiesta da lei condotta intorno alla barbarica uccisione delle tre suore saveriane avvenuta in Burundi nel 2014. Ha partecipato alla serata anche Paolo Carini, giornalista che ha vissuto tanti anni in Burundi e in altri stati africani come missionario laico.

«Il mio lavoro – ha detto Baioni – è partito perché l’efferatezza del crimine mi ha colpito molto e le versioni ufficiali non mi convincevano. Così mi sono fatta delle domande e ho avanzato delle ipotesi che ho provato ad approfondire. Un passo alla volta emergevano delle verità sempre più sconvolgenti. Mi sono più di una volta chiesta se andare avanti. È stato pericoloso e ci ho speso degli anni, ma a un certo punto mi sono detta che dovevo fare la mia parte e la mia parte è confluita in questo libro».

Sono stati toccati diversi temi importanti, come il bisogno della ricerca della verità per liberare un popolo, quello burundese, oppresso da un sistema di potere fatto di corruzione e violenza impunita; l’importanza di dare valore alle morti di martiri ricercando sempre la giustizia, passando anche per un inquadramento della situazione politica e sociale burundese. Ampio spazio si è dato alla riflessione intorno al tema del fenomeno dei riti propiziatori che spesso hanno come vittime i bambini e le persone albine. Fenomeni moderni e in aumento esponenziale nella città, dove c’è più miseria e disagi socio economici rispetto ai villaggi.

Ha proseguito la giornalista: «Molti anni fa sono partita per i miei viaggi nel continente africano con l’idea di provare a dare il mio contributo nella ricerca della pace, ma mi sono presto scontrata con realtà incancrenite da anni. Mi sono resa conto che spesso si parte da presupposti zoppi, perché manca la base comune di un discorso basato sulla giustizia. Non posso pensare alla pace se non c’è una riconciliazione e non c’è riconciliazione se non c’è una verità condivisa».

Baioni ha poi raccontato l’iter del suo lavoro, spiegando come ha accertato la responsabilità dei mandanti, tutti i possibili moventi dell’omicidio ipotizzati e quello che, probabilmente, è la reale causa del delitto. Tutte le sue ricerche sono state possibili grazie soprattutto alla presenza di numerosi testimoni che hanno raccontato ciò che sapevano, mettendo anche a rischio la propria vita. Tra questi c’erano anche gli stessi esecutori materiali del triplice omicidio.

Il prossimo passo è la pubblicazione del libro in lingua francese, per consentirne la diffusione in Burundi e negli altri stati africani francofoni. Questo potrebbe svegliare le coscienze della popolazione e della chiesa locali. Nel frattempo, l’immenso e coraggioso lavoro di indagine è stato depositato al Tribunale speciale dell’Aja e protocollato. Alla Corte Penale Internazionale, infatti, si sta svolgendo un’indagine intorno ad alcuni crimini avvenuti nel Burundi negli anni successivi al 2014 e che potrebbero trovare nell’inchiesta di Baioni una base importante.

Legato al tema dei delitti causati da giochi di potere, si è parlato anche della morte del nunzio apostolico Michael Courtney nel 2003, primo diplomatico del vaticano ucciso della storia. «Era una persona retta» racconta la giornalista «che in Burundi aveva affrontato diversi temi scomodi, scontrandosi con chi era in quel momento in una posizione di potere».

La serata si è chiusa con una citazione del libro che racchiude il motivo per cui Giusy Baioni ha deciso di affrontare questo lavoro: «Attendo con ansia il giorno in cui le differenze non saranno più motivo di astio o paura e nemmeno di diffidenza. Attendo con ansia il giorno in cui le differenze non saranno nemmeno negate in modo artefatto o antistorico, ma semplicemente accettate e abbracciate, perché nelle differenze si cresce e ci si arricchisce».

Chiara Allevi
TeleRadio Cremona Cittanova
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