Suore della Beata Vergine, quando la scuola è una missione

Per la Congregazione che ha la sua Casa madre a Cremona la missione educativa varca i confini nazionali con le missioni in Sri Lanka e Kenya

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L e realtà missionarie in territorio cremonese sono molte e tra queste gioca un ruolo di particolare significato la Congregazione delle Suore della Beata Vergine di Cremona, con la sua preziosa presenza in Sri Lanka e Kenya.

Le suore della Beata Vergine hanno una storia antica, che inizia proprio a Cremona, nel 1610, grazie all’opera della nobildonna Lucia Perrotti che, con l’aiuto del gesuita padre Giovanni Mellino, scelse di dedicare tutta la sua vita all’aiuto caritatevole dei più bisognosi intuendo quanto fosse importante lavorare per l’educazione e l’istruzione delle donne ai margini della vita sociale, per permettere loro un riscatto e una vita dignitosa. Lucia Perrotti fondò così questa realtà religiosa e culturale insieme. Oltre alla presenza a Cremona e in diverse realtà italiane, da tempo le Suore della Beata Vergine sono impegnate in missioni all’estero. Ne abbiamo parlato con madre Anna Maria Longoni, già superiora generale dell’Istituto.

Madre, il carisma delle Suore della Beata Vergine ha a cuore l’educazione: quanto è importante oggi dedicarsi ai più giovani?

«L’esperienza di madre Lucia Perotti continua a interpellare la coscienza e l’intelligenza di quanti credono nella difficile arte di accostarsi ai giovani motivandoli con certezze: un impegno difficile, ma reso possibile dall’attenzione costante che rivolgiamo ai nostri ragazzi e ai nostri giovani. L’apostolato principale al quale ci dedichiamo è infatti la scuola, portato avanti con l’entusiasmo che esce da una coscienza di fede e da una lettura attenta al mondo dei giovani. A Cremona abbiamo una scuola paritaria che accoglie i bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado e i ragazzi che scelgono di frequentare un liceo linguistico».

Oltre a Cremona, però, siete presenti in altre città italiane.

«Sì, a Milano e a Trieste, dove abbiamo scuole dell’infanzia e primaria; e a Roma dove abbiamo una scuola dell’infanzia. Abbiamo poi case in Liguria, a Sestri Levante, e a Castione della Presolana, in provincia di Bergamo, dedicate ad attività estive e momenti di villeggiatura».

Ad un certo punto l’Italia è diventata troppo piccola…

«Nel 1950 la Congregazione si apre alle missioni, precisamente in Sri Lanka per opera di un vescovo italiano, monsignor Bernardo Regno. Nella casa di Gampola, piccola isola a sud dell’India, chiamata “la perla dell’Oceano Indiano”, si accolgono i bambini abbandonati, senza famiglia, orfani. Oggi sono un centinaio quelli affidati alle cure delle suore che vivono lì».

Ed è stato solo l’inizio…

«In Sri Lanka oggi la Congregazione è presente con nove missioni, tutte dedite all’accoglienza e all’istruzione. Qui i ragazzi possono frequentare fino alla scuola superiore e, se riescono, vengono accompagnati anche nel cammino universitario. La Missione diventa la loro famiglia e li segue ovunque. Dal 1964 siamo anche in Kenya: con gli anni anche qui siamo diventati sempre più grandi e ora siamo presenti con venti comunità e scuole attraverso le quali ci dedichiamo all’educazione».

Che cosa significa per voi oggi dedicarsi alla missione?

«In missione si fa di tutto: si fa scuola, si insegna un lavoro, si aiutano i giovani a formare una famiglia, si seguono gli ammalati e si è attenti alle varie necessità delle persone anziane, soprattutto di chi vive nelle capanne. Il messaggio di madre Lucia Perotti, la nostra fondatrice, si diffonde e opera in un’area geografica che si apre al rispetto del patrimonio culturale e dinamico di popoli diversi. Fare scuola diventa una missione apostolica, azione pastorale, occasione privilegiata di annuncio».

Chiara Allevi
TeleRadio Cremona Cittanova
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