Inclusione, tutela e formazione: a “Chiesa di Casa” le sfide per il mondo del lavoro

Ospiti del talk diocesano Giuseppe De Maria della Commussione diocesana della Pastorale sociale, Enzo Zerbini della Cooperativa "Il Calabrone" e Daniele Daturi dell'agenzia "Al Centro"

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La giornata del primo maggio è associata alla festa dei lavoratori. E anche nel mondo ecclesiale in questa occasione si tenta di dare rilievo alle tematiche relative al mondo del lavoro, che intrecciano inequivocabilmente la vita della comunità civile e religiosa. Con questo spirito mercoledì 1 maggio il vescovo Antonio Napolioni ha celebrato l’Eucaristia presso l’azienda “Italcoppie Sensori S.r.l.” di Malagnino, incontrando i titolari, i dipendenti e le rispettive famiglie, e insieme anche la rappresentanza del mondo economico e lavoratori del territorio.

Un’attenzione particolare sulla giornata dedicata ai lavoratori è stata posta anche nella nuova puntata di “Chiesa di Casa”, il talk settimanale di approfondimento della diocesi di Cremona.

«Il mercato del lavoro deve essere regolato – ha spiegato Giuseppe De Maria, già segretario generale Cisl Asse del Po e ora membro della Commissione diocesana della Pastorale sociale e del lavoro – perché prevede il coinvolgimento delle persone e non è semplicemente assimilabile a uno scambio di cose. Da qui è nata l’esigenza di una contrattazione tra le parti che definisce, oltre alla parte salariale, anche gli aspetti normativi».

La tutela della persona, prima che la riflessione sul lavoro e sulla sua retribuzione in sé, è stata spesso sottolineata dagli ospiti della trasmissione. Enzo Zerbini, della cooperativa sociale “Il Calabrone” di Cremona, ha posto l’accento sulle occasioni che, in chiave positiva, le aziende possono offrire ai lavoratori. «Certamente il lavoro non è tutto, ma per tante persone assume un ruolo fondamentale. In questo senso, ci sembra importantissimo parlare di inclusione, tanto che cerchiamo di dare la possibilità di spendere le proprie competenze anche a tante persone che hanno alle spalle o ancora vivono situazioni di fragilità».

In questo senso, allora, parlare di lavoro assume un significato diverso. Dalle riflessioni degli ospiti, infatti, emerge un’idea non semplicemente legata alla praticità, ma che supera i confini delle capacità puramente concrete. E il mercato del lavoro stesso sembra andare in questa direzione.

«Oggi viviamo un momento storico particolare – ha raccontato Daniele Daturi, fondatore dell’agenzia per il lavoro “Al Centro” – perché aziende sono sempre più alla ricerca di persone desiderose di formarsi. Di conseguenza, sorge poi un grande interrogativo legato all’inserimento delle nuove generazioni, che affrontano e incontreranno una realtà molto diversa rispetto a chi li ha preceduti. È uno sguardo in prospettiva, che è chiamato a cambiare in modo molto rapido. Per questo motivo diventano sempre più importanti le soft skills, ossia quelle competenze umane che permettono alle persone di stare davvero nella realtà».

Se il primo maggio parla di tradizione, la festa che si celebra inneggia al cambiamento. Un’evoluzione è quindi richiesta, procedendo nell’ottica di una maggiore inclusione, tutela e formazione delle persone che, quotidianamente, abitano il mondo del lavoro.

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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