Sinceramente non mi è mai piaciuto più di tanto immaginare un Risorto di questo genere, l’arte Barocca ci racconta un Cristo trionfante che nessuno ha mai visto. Vittorioso a suo modo, con quel balzo in alto che lo enfatizza. Assomiglia ad un atleta posto sul gradino più alto del podio olimpico, esultante per la medaglia conquistata. Qui è quasi un nuotatore che ha eseguito il migliore dei tuffi e che è riuscito a realizzare l’impresa impossibile a tutti gli altri.
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Intorno all’opera/10 – Cena in Emmaus
L'intensità di Caravaggio nel riconoscimento del Signore
La Cena in Emmaus, è considerata la sintesi emotiva del linguaggio intenso di Caravaggio, in realtà sono due le opere che il Merisi dipinge, la più famosa è certamente quella conservata a Londra, dove i gesti sono enfatizzati. Il momento che Caravaggio rappresenta è l’attimo nel quale i due pellegrini comprendono la vera identità del terzo viandante, tanto che uno allarga le braccia, e non solo per accentuare la profondità prospettica del dipinto, ma per alludere alla croce, mentre l’altro discepolo sulla sinistra, che con un gesto di foga, sposta la seggiola sulla quale è seduto sembra rompere la tela con il gomito, tanto che anche la sua giubba si lacera.
Intorno all’opera/9 – Chiesa di Dio Padre Misericordioso
Un inno alla misericordia nell'architettura della chiesa realizzata a Roma da Richard Meier
Cose all’Italiana, doveva essere pronta per il grande Giubileo del 2000 la Chiesa di Dio Padre Misericordioso, alle porte di Roma, nel popoloso quartiere Tor Tre Teste. La consacrazione posticipata al 2003. Tre vele bianche, che l’architetto di fama internazionale Richard Meier ha pensato. Una barca, la Chiesa, con tre vele: quelle le Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Un gioco di luce. Il bianco delle pareti, cemento autopulente della ditta bergamasca Italcementi, tecnologia all’avanguardia. Le vetrate che fanno passare tutta la luce possibile. Un inno alla Misericordia.
Intorno all’opera/8 – La Madonna dei Pellegrini di Caravaggio
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, "Madonna dei Pellegrini", olio su tela , databile al 1604-1606, Basilica di Sant'Agostino a Roma
Caravaggio dipinge quest’opera quando i pellegrini potevano percorrere le strade polverose delle vie che conducevano alle grandi mete spirituali: Roma, Gerusalemme, Santiago. Non erano certo dei runner che con fisici più o meno atletici sfidavano le minacciose restrizioni sociali che prevedono il distanziamento fisico più che sociale, ma erano poveracci, nel vero senso della parola, senza particolari e sofisticati equipaggiamenti: smartphone, calcolatori elettronici di contapassi o di calorie, ma una semplice borraccia, un cappello a falde larghe per ripararsi dal sole cocente di mezzogiorno, un bastone per la difesa dagli animali randagi, più che per il sostegno, bisaccia se qualcosa poteva contenere oltre che al tozzo di pane, mantello che faceva da coperta e ombrello.
Intorno all’opera/7 – Il Risorto
Pieter van Aelst su cartone di Raffaello, "Il Risorto", arazzo, Cappella Sistina, Città del Vaticano (1519)
Ricollocati solo per una settimana alla fine di febbraio del 2020, periodo peggiore non poteva esserci: è stato come tornare indietro di 500 anni, alla notte di Santo Stefano del 1519, quando, a Raffaello ancora vivo – ma sarebbe morto pochi mesi dopo a soli 37 anni – vennero appesi alle pareti della Cappella Sistina i primi sette arazzi realizzati a Bruxelles dalla bottega del tessitore Pieter van Aelst su cartoni del pittore urbinate.
Intorno all’opera/6 – Il Crocefisso di Scandolara Ravara
Uno dei più antichi crocifissi presenti nella nostra diocesi
Uno dei più antichi crocifissi presenti nella nostra diocesi. Forse anche per questo ci appare così provato. Protagonista suo malgrado di alterne e complesse vicende ora è in attesa dell’ultimo restauro prima della definitiva ri-esposizione ai fedeli della diocesi.
Intorno all’opera/5 – La chiesa del cimitero di Bergamo
La compassione per i defunti nelle opere di Longaretti e Brolis
Due semplici cose. La mia famiglia mi ha insegnato fin da piccolo ad onorare i propri defunti. Ogni quindici giorni, quando ero piccolo con i genitori e i miei fratelli andavamo dalla nonna materna a Bergamo, ma prima era obbligatoria la visita al cimitero monumentale, li era sepolto il nonno Pietro e gli altri parenti della mamma. Era diventata una cosa bella.
Intorno all’opera/4 – La chiesa dell’Ospedale di Bergamo
La croce di Andrea Mastrovito in un giardino di betulle
Ho da sempre sul desktop del mio computer l’immagine della chiesa dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. È una chiesa contemporanea che ritengo tra le più belle e riuscite. Eleganza e modernità che si accostano in un binomio perfetto. Al suo interno opere di artisti contemporanei che, attraverso un percorso di condivisione, sono riusciti a rielaborare il tema della fede e del dolore in maniera unica.
Intorno all’opera/3 – Le opere di misericordia
Andrea Mastrovito, "Le sette opere di misericordia" (2016)
Andrea Mastrovito, bergamasco d’origine, è l’artista di questi magnifici disegni replicati sulle migliaia di magliette che i giovani italiani hanno indossato durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2016 a Cracovia in Polonia. Mastrovito ha saputo reinterpretare le sette opere di misericordia in chiave moderna, forse il primo dopo il Caravaggio, anche lui legandole insieme con un filo conduttore: spinato, da funambolo, della donna che sferruzza.
Intorno all’opera/2 – Mani che lavorano
Davide Tolasi, "Mani che lavorano", street art, Soncino (2019)
Davide Tolasi, artista contemporaneo, originario della nostra diocesi, ha da poco terminato una interessante installazione su un muro di recinzione di una piccola fabbrichetta nella zona industriale del suo paese d’origine, in occasione di una biennale “casalinga” con più di 100 giovani artisti. Racconta di mani che lavorano, un filo rosso le lega tutte insieme. Gli antichi mestieri: dal fabbro alla sarta, dal panettiere al falegname.