Intorno all’opera/3 – Le opere di misericordia

Andrea Mastrovito, "Le sette opere di misericordia" (2016)

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Andrea Mastrovito, bergamasco d’origine, è l’artista di questi magnifici disegni replicati sulle migliaia di magliette che i giovani italiani hanno indossato durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2016 a Cracovia in Polonia. Mastrovito ha saputo reinterpretare le sette opere di misericordia in chiave moderna, forse il primo dopo il Caravaggio, anche lui legandole insieme con un filo conduttore: spinato, da funambolo, della donna che sferruzza.


La narrazione è trasferita nella modernità, con un linguaggio incisivo e vicino ai giovani.
Così il dare rifugio ai pellegrini è rappresentato in rapporto ai migranti, mentre nel dar da bere agli assetati entra in scena lo stesso Mastrovito, che aziona un pozzo per i bambini di un paese povero.
Spiega l’artista: «Ogni singola immagine è carica di significati simbolici, dal “disegnare” il cibo e l’acqua richiamo all’atto creativo e quindi alla creazione – al cucire vestiti/persone col filo della vita stessa, dal seppellire i morti che qui è reinterpretato riprendendo la Deposizione del Cristo di Caravaggio. C’è poi una scena di recupero di un corpo di profugo da parte della protezione civile. Il visitare i prigionieri l’ho reso con il gesto di tagliare le corde che rendono prigionieri. Il curare gli infermi invece è un malato portato sulle spalle da un sano: cioè racconta la cooperazione tra portatore (sano) e portato (“malato” in questo caso) per mantenere un equilibrio nella vita».
È l’invenzione di questo mondo appeso a un filo, in cui come funamboli delle figure umane danno vita alla loro commedia quotidiana, che sta alla base delle scene delle sette opere di misericordia. Anche noi, in questo tempo siamo umanamente sospesi su una sottile linea instabile, sulla quale esercitare i gesti della cura.

don Gianluca Gaiardi
incaricato diocesano per i Beni culturali

TeleRadio Cremona Cittanova
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