Con la Messa a Barcellona dei gruppi lombardi conclusa ufficialmente la Gmg 2023

Il ritorno a casa con nel cuore le emozioni delle giornate a Lisbona e l'invito del Papa a non tenere per sé questa esperienza, ma condividerla con gli altri

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Ha Pressa no Ar. C’è fretta nell’aria. L’inno della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona appena conclusa esprime bene quell’urgenza di condividere qualcosa di importante con qualcuno. Non solo la semplice cronaca di quanto si è visto e ascoltato, ma soprattutto sentito dentro. È quella «allegria missionaria» di cui parlava Papa Francesco durante la silenziosa veglia del sabato sera; quello slancio umano creato dal desiderio di raccontare a qualcuno, proprio come accadde a Maria, quanto si ha avuto modo di vivere e perciò alzarsi, riprendere il cammino nella propria storia e in questo tempo.

Dopo la Messa al Parque Tejo domenica mattina insieme al pontefice, dalla “capitale del mondo” che è stata Lisbona sono partiti verso l’Italia i vari gruppi cremonesi (circa 500 dai vari oratori della diocesi) giunti nei giorni precedenti in Portogallo per vivere momenti di festa e spiritualità internazionale. Alcuni sono partiti il pomeriggio stesso di domenica 6 agosto con un volo diretto dal Portogallo; altri invece sono arrivati nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 a Cremona con gli scali a Oporto e Bergamo.

La comitiva diocesana, infine, con i due pullman ha fatto tappa a Barcellona all’inizio della settimana prima di rimettersi sulla via del ritorno nella mattinata di martedì 8 agosto.

I pellegrini guidati da don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile, dopo la partenza verso le ore 19 di domenica 6 agosto, sono infatti arrivati in Spagna durante la notte per risvegliarsi nella splendida città catalana. La giornata di lunedì è stata l’occasione per i ragazzi cremonesi di fare i turisti in giro per Barcellona, prima di ritrovarsi in serata insieme ad altri 2.300 giovani di alcune delle diocesi lombarde nella coloratissima e splendida Sagrada Familia, creata dal genio di Antoni Gaudì. L’occasione per vivere insieme la Messa conclusiva della Gmg. A presiedere l’Eucaristia è stato il cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como. Hanno concelebrato l’arcivescovo metropolita di Barcellona, il cardinale Juan Josè Omella, presidente della Conferenza episcopale spagnola, il vescovo ausiliare di Barcellona, Javier Vilanova Pellisa e i vescovi Francesco Beschi (Bergamo), Maurizio Gervasoni (Vigevano), Maurizio Malvestiti (Lodi) e Corrado Sanguineti (Pavia) insieme ai sacerdoti che hanno accompagnato i vari gruppi presenti.

«Questa magnificenza ha a che fare con il pane: in questa casa dal sapore di paradiso alla fine ci viene condiviso e donato questa cosa piccola e semplice – ha detto il vescovo Beschi durante l’omelia –. Eppure, questo pane è esposto a un grande pericolo: la noia. La gente si è stancata di esso perché è quotidiano. È noioso. Così come può accadere alla nostra vita». E ancora: «Abbiamo bisogno di momenti come quelli di Lisbona, perché possono trasformarsi in un nuovo pane quotidiano. È quella gioia che abbiamo ascoltato nel Vangelo nella moltiplicazione dei pani e pesci. Dio non fa calcoli di quantità, perché la felicità va condivisa con tutti. Diventiamo allora pane per l’umanità, a trasformare la noia in gioia». Concludendo: «Cari giovani, siate il pane buono per tutti».

 

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Al termine della celebrazione, inizia così il momento del viaggio in cui trarre i primi bilanci.

Alberto, della parrocchia di Pescarolo, ci ha raccontato che per lui la sua prima Gmg ha lasciato un segno profondo: «Mi è piaciuta tantissimo, così come incontrare persone di culture diverse ma legate dalla stessa religione e dagli stessi pensieri. Sono anche soddisfatto del percorso di pellegrinaggio lungo Lourdes ed Avila, così come del momento delle confessioni di preparazione agli eventi principali. Un’esperienza che me la porterò nel cuore tutta la vita».

Quella «noia» di cui parlava il vescovo Beschi, quella naturale tendenza ad affievolire tutti questi stimoli di fede e fiducia una volta rientrati nell’ordinarietà, è tuttavia dietro l’angolo. Le affermazioni ciniche e svogliate di adulti e coetanei, l’indifferenza ai propri stati d’animo e lo stordimento di una realtà fisica e virtuale sono le minacce più grandi di questo entusiasmo.

«Non possiamo permetterci di buttare via i doni che il Signore ci ha fatto», ha ribadito don Francesco Fontana davanti ai ragazzi poco prima della partenza verso Cremona. Da qui l’idea di mantenere vivo non solo il ricordo ma anche i buoni propositi nati nel cuore e nella mente di ognuno, dandosi appuntamento dunque dopo la fine dell’estate per un incontro insieme tra tutti i partecipanti. «Ora torneremo a casa con questa esperienza forte e coinvolgente difficile da dire alle persone care – ricorda ancora il responsabile Federazione Oratori Cremonesi –. Nonostante il nostro desiderio, parteciperemo al “gioco del pompiere” dove l’attenzione nell’altro non ci sarà, oppure vedremo squalificato quanto fatto. L’importante è ribadire il valore di ciò che avete vissuto. È vero che fatichiamo a raccontare cosa il Signore ha mosso nel nostro cuore come sentimenti, pensieri, domande e magari scelte maturate; però non è vero che se non riusciamo a esprimerle meglio significa che non valgono la pena di essere condivise. Proviamoci», ha esortato l’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile.

Ora il ritorno a una vita normale tra letti puliti, doccia della temperatura preferita, cibo un po’ più sano dei pur indispensabili panini. Ma con la domanda di Bergoglio ancora viva, a cui rispondere come Maria o no: «Io vi chiedo: voi che siete venuti a cercare qui un senso della vita, questo lo terrete per voi o lo porterete agli altri?».

 

 

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Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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