L’attesa e le emozioni dei cremonesi a Parco Tejo

Sono circa 500 i giovani degli oratori della Diocesi di Cremona che insieme al vescovo Antonio Napolioni parteciperanno al Campo della Grazia alla Veglia e alla Messa con Papa Francesco a conclusione della Gmg

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«È davvero uno spettacolo» dice Aurora con occhi apertissimi quando osserva l’intero Parco Tejo dall’alto di una collina, rinominato “Campo da Graca” per questa Gmg. Pieno di un milione di colori, persone e storie sfumare una dentro l’altra verso la spiaggia del grande fiume Tago. È la sua prima volta al raduno internazionale, ma lo sguardo senza fine di questa moltitudine è in grado di stupire – ancora una volta, come se fosse una cosa sorprendente – anche l’animo più irremovibile sulla presunta pigrizia delle giovani generazioni.

Ai piedi del moderno ponte Vasco da Gama, la capitale lusitana accoglie i pellegrini armati di zaini, cibo in scatola e sacchi a pelo per stendersi sulla nuda terra per attendere la veglia serale insieme al Papa.

Al termine dell’incontro con il vescovo Napolioni, anche i quasi 500 cremonesi (ai quali a Lisbona si aggiungono all’80ina di giovani cremonesi insieme al gruppo del Cammino Naocatecumenale) hanno raggiunto il luogo dell’incontro con il Pontefice dopo un faticoso cammino di quasi 4 km sotto la luce battente, perfino in un tratto di autostrada, per poi iniziare a sistemarsi per la nottata sotto il cielo.

Rivoli d’acqua e fango, opere improvvisate di ingegneria con i teli per proteggersi dalla brulla terra e dal caldo cocente: questo lo scenario vissuto dai ragazzi nel primo pomeriggio, tra scene tragicomiche di abbeveraggio alle sorgenti d’acqua e la continua polvere a invadere stuoie e scarpe.

«Premetto che è stato un viaggio lungo e non poco faticoso, il risultato, però, non cambia: quanta bellezza! – esclama Lorenzo da Casalmaggiore –. Vedere gente da tutto il mondo percorrere un’autostrada sotto il caldo del mezzogiorno per poter vivere un momento così intenso sono scene da brividi».

La veglia è, indubbiamente, uno dei momenti più emozionante della Gmg, «un momento per restare in silenzio e pensare, innanzitutto alla fortuna che abbiamo avuto a vivere un’esperienza di questo tipo – aggiunge Lorenzo –. Sarà momento di preghiera, riflessione ma soprattutto di silenzio».

 

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Quasi a suggerire un po’ di coraggio dopo una dura prova, proprio come avvenuto in questi giorni per le strade tortuose e sfidanti di Lisbona, al calare del sole ecco il vento dell’Atlantico a dare ristoro e nuova energia dopo il sudore della giornata.

Ed ecco così scambi di bandiera, canti e sorrisi.

«Siamo ormai giunti alla veglia, nonostante tutto: docce fredde, lunghe camminate sotto il sole scottante, dormite talvolta rese complicate dalla mancanza del letto… – dice il gruppo di Casalmaggiore –. Non possiamo però negare di esserci sentiti comodi nella scomodità, come ha ripetuto anche il vescovo stamattina. In mezzo a momenti di riflessione e preghiera, confessioni e testimonianze davvero significative, abbiamo condiviso momenti di gioia e divertimento con un milione di giovani come noi! Ora siamo qui in attesa di stasera… siamo accampati in un campo arato, semi roccioso e caldo. Non ci vogliamo aspettare nulla per assorbire pienamente tutto quello che ci aspetta».

Un qualcosa di «davvero insostituibile» aggiunge Anna da Cinga de’ Botti. «All’inizio avevo paura dell’ignoto, ma una volta dentro questa esperienza sono rimasta stupita».

La Ggm, comunque la si pensi o si creda, è davvero uno spettacolo.

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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